Poco più di un trafiletto del giornale Sueddeutsche per celebrare i 60 anni di Nachtstudio, la trasmissione culturale serale di Bayerischer Rundfunk. Eppure le parole di Stefan Fischer fanno riflettere su quello che deve avere significato, in una nazione come la Germania, la ricostruzione del dopoguerra. Il giornale spiega che la trasmissione inaugurata nel 1948 faceva parte del lungo processo di riforma di una radiofonia che i nazisti avevano forgiato - e utilizzato - come maglio di una propaganda implacabile, scientifica, diabolicamente efficace. I tedeschi, quel 10 dicembre del 1948, in quello studio radiofonico notturno modellato sull'esempio della britannica BBC, cercavano, chissà, un'ora di ristoro da una giornata trascorsa a mettere un mattone sopra l'altro. Un lavoro duro, onorevole, ma in fin dei conti non particolarmente impegnativo. Ma quella Germania in ascolto doveva raggiungere un obiettivo ben più arduo: ricostruire interi secoli di cultura, di umanità annichiliti dalla funerea Weltanschauung di Hitler, una visione di delirante superiorità, devastazione e morte.
E vista col senno di poi, forse sta proprio lì, in una trascurata ricostruzione culturale, la differenza tra noi e loro. L'incapacità dell'Italia di scendere a patti tanto con il suo passato come con la modernità. Ai microfoni di Nachtstudio si avvidendavano nomi come Thomas Mann, Hanna Arendt o Elias Canetti, poeti, filosofi, storici, artisti. I manovali di una ricostruzione assai più profonda di quella che poteva avvenire nei cantieri edili, nei bacini di carenaggio, nelle acciaierie. La punta più alta della rubrica erano i Radio-Essay, i saggi radiofonici che Hans Magnus Enzensberger definiva format culturale "onnivoro" (è questo il significato di "Allesfresser") per la sua capacità di mescolare dialoghi, ricordi autobiografici, osservazioni filosofiche. In occasione del suo 60esimo compleanno, Nachtstudio, oltre a una serie di libri celebrativi, ha realizzato un cofanetto di sei CD che raccolgono le più significative di quelle voci. Se conoscete il tedesco, trovere sul sito di BR 2 una bella pagina rievocativa con l'intervista a Marta, moglie di Lion Feuchtwanger, uno degli autori bruciati nel Rogo dei libri a Norimberga, esule negli Stati Uniti dopo aver narrato trai i primi, nei suoi romanzi borghesi, l'inizio della discesa verso gli abissi. Ma soprattutto potete procurarvi con soli 37 euro più 7 di spedizione, sullo shop online dell'emittente regionale tedesca, i CD con le voci di Nachstudio. L'idea e il disegno di quel progetto di riedificazione umana, etica, psicologica. Mi sembra un investimento molto sensato.
E vista col senno di poi, forse sta proprio lì, in una trascurata ricostruzione culturale, la differenza tra noi e loro. L'incapacità dell'Italia di scendere a patti tanto con il suo passato come con la modernità. Ai microfoni di Nachtstudio si avvidendavano nomi come Thomas Mann, Hanna Arendt o Elias Canetti, poeti, filosofi, storici, artisti. I manovali di una ricostruzione assai più profonda di quella che poteva avvenire nei cantieri edili, nei bacini di carenaggio, nelle acciaierie. La punta più alta della rubrica erano i Radio-Essay, i saggi radiofonici che Hans Magnus Enzensberger definiva format culturale "onnivoro" (è questo il significato di "Allesfresser") per la sua capacità di mescolare dialoghi, ricordi autobiografici, osservazioni filosofiche. In occasione del suo 60esimo compleanno, Nachtstudio, oltre a una serie di libri celebrativi, ha realizzato un cofanetto di sei CD che raccolgono le più significative di quelle voci. Se conoscete il tedesco, trovere sul sito di BR 2 una bella pagina rievocativa con l'intervista a Marta, moglie di Lion Feuchtwanger, uno degli autori bruciati nel Rogo dei libri a Norimberga, esule negli Stati Uniti dopo aver narrato trai i primi, nei suoi romanzi borghesi, l'inizio della discesa verso gli abissi. Ma soprattutto potete procurarvi con soli 37 euro più 7 di spedizione, sullo shop online dell'emittente regionale tedesca, i CD con le voci di Nachstudio. L'idea e il disegno di quel progetto di riedificazione umana, etica, psicologica. Mi sembra un investimento molto sensato.
10.12.2008
Allesfresser
Nach BBC-Vorbild entstand vor 60 Jahren das "Nachtstudio" im BR
In den späten vierziger Jahren wurde in Deutschland das Radio neu erfunden. Nachdem die Nazis den Rundfunk als Propagandainstrument missbraucht und ansonsten zum Unterhaltungsmedium degradiert hatten, bedurfte es neuer Inhalte und neuer Formen. Es entstanden - in Anlehnung an die BBC - die Abend- und Nachtstudios. Sie waren die Keimzellen für vieles, was das Kulturradio bis heute ausmacht, etwa Features, literarische Salons und Gelehrtendiskussionen.
Das erste Nachtstudio in Bayern wurde am 10. Dezember 1948 ausgestrahlt auf der Welle Radio München, die später im Bayerischen Rundfunk aufging. Die Sendung gibt es noch heute und Barbara Schäfer, die das Nachtstudio seit zwei Jahren leitet, sorgt sich nicht um die Zukunft. Eine Abschaffung des Nachtstudios würde für den BR bedeuten, ein ganzes Genre aufzugeben: den Radio-Essay.
Hans-Magnus Enzensberger hat den Radio-Essay einmal als einen Allesfresser bezeichnet, weil er vieles integrieren könne: Dialoge, autobiografische Momente, philosophische Überlegungen. In seiner Idee des Radio-Essays sprach Thomas Kretschmer kürzlich im Nachtstudio von einer subjektiven, sprunghaft räsonierenden Gattung. Vor Schäfer war das Nachtstudio zur Rückblicks-Ecke verstaubt - zu oft wurde Persönlichkeiten aus Anlass ihres Todestages gedacht.
Inzwischen ist das Nachtstudio, dienstags um 20.30 Uhr, wieder ein Diskussionsforum zu gesellschaftlichen, politischen, kulturellen Belangen. "Mir ist wichtig, wieder Autoren zu holen, und damit jungen Schriftstellern und Wissenschaftlern die Möglichkeit zu geben, im Radio mitzumachen", sagt Schäfer. Der Autor Kevin Vennemann räsonierte unlängst über den Sunset Boulevard. Bodo Morshäuser, Eva Demski arbeiten für das Nachtstudio; jüngste Sendungen handelten vom Strukturalismus, von Strategien zwischen Kunst und Design.
Ästhetisch kommt Barbara Schäfer zugute, dass sie zuvor viele Jahre Redakteurin in der Hörspielredaktion war - sie hat die Sendung radiophoner gemacht. In seinen besten Momenten ist der Radio-Essay ja auch: dichterischer Ausdruck der Realität. STEFAN FISCHER
2 commenti:
Per ora ho trovato solo pochi minuti di audio:
Mann
Purtroppo non ho trovato una scheda che permetta di contestualizzare questo documento (in tedesco).
Mi sono accontentata di afferrare qualche parola, pur di non rinunciare all'emozione di scoltare la sua sempre "viva" voce.
mariu
Molto bello. E' da risentire (direi qualche centinaio di volte per riuscire ad afferrare tutto). Mann, sicuramente intervistato da un ticinese, racconta di essere stato a Lugano 17 anni prima e poi parla della California, dove durante la guerra venivano preparate le trasmissioni irradiate dalla BBC verso la Germania.
Grazie, come sempre, di queste presiosità.
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