Ho appena installato sul mio MacBook l'aggiornamento di sistema e una nuova versione del browser Safari e per la prima volta riesco ad ascoltare International Kol Israel, l'emittente ufficiale ebraica, che aveva deciso tempo fa di dismettere quasi completamente le onde corte a favore di un portale Web. Una bella interfaccia alle sue trasmissioni in ebraico, inglese e altre lingue, molto pulita, elegante. Ma con un difetto per me fondamentale: su Mac OS X non aveva mai funzionato, per me, almeno fino a oggi. Devo specificare che per l'ascolto dei flussi, in formato Windows Media, Safari ricorre ai plug-in distribuiti da Flip4Mac. Non so se gli amministratori del sito di Kol Israel, la Voce di Israele, abbia riparato qualcosa, o se sia merito del mio aggiornamento, ma sono contento, i programmi di questa stazione sono molto, molto ben fatti. Pur trattandosi di una emittente governativa i notiziari sono equilibrati, nel senso che cercano - mi sembra - di attribuire le responsabilità degli eventi agli attori e alle situazioni che se lo meritano, non per partito preso, come fanno in generale i media schierati per l'una o per l'altra parte. Ma forse non sono la persona in grado di decidere su chi sia equilibrato, in questo estenuante e ssanguinoso gioco delle parti. Per molti motivi - non tutti buoni, forse - Israele è un angolo di me, con tutto quello che si porta dietro, errori dei governanti compresi. Quasi un right or wrong, my country. Finalmente una nazione che mi sono scelto io, imposta solo dall'anagrafe del cuore.
In ogni caso, Kol Israel è diventata ancora più accessibile e questo mi fa molto piacere. Vedo dall'attività registrata sui miei server che su Google cominciano a spuntare le domande relative all'ascolto della radio da Israele e spero così che Radiopassioni possa, nel suo piccolo, dare una mano ai curiosi che pensano ancora alla radio come strumento di informazione e cultura. Ricordo tre estati fa, all'epoca della grave crisi tra israeliani e siriani in Libano, quando da Favignana ascoltavamo i notiziari trasmessi da Galei Tsahal, l'emittente dell'Esercito, con un amico e collega fluente in ivrit e con radici molto, molto più forti e complicate delle mie. Aveva vissuto a lungo a Gerusalemme e si commuoveva persino nell'ascoltare il nome dei cantanti, i titoli delle canzoni (una produzione vastissima, quella della canzone moderna israeliana). Quei notiziari, i programmi notturni che li seguivano, erano pieni di dettagli, di partecipazione. Davvero impagabili se confrontati con le solite cronache televisive da videogame sparatutto, con le insopportabili cronache-fotocopia riportate da tutti i giornali.
E se non parli l'ivrit rimane sempre la risorsa di Kol Israel su Internet. Prima di trarre le nostre conclusioni, prima del fait accompli, proviamo ad ascoltarla.
E se non parli l'ivrit rimane sempre la risorsa di Kol Israel su Internet. Prima di trarre le nostre conclusioni, prima del fait accompli, proviamo ad ascoltarla.
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