Vediamo un po' se capisco bene. Secondo l'ultimo report Bridge Ratings, istituto di ricerche di mercato che ama focalizzarsi sulle analisi crossmedia, in particolare su rapporti tra radio e Internet, il wi-fi in auto porterà a un netto calo di interesse nei confronti della ricezione radiofonica hertziana e satellitare. Per wi-fi in auto si intende l'insieme di tecnologie che consentiranno di accedere dall'interno dell'auto in movimento a risorse wireless come la navigazione su Internet e le Web radio. Le curve di penetrazione degli "hot spot in automobile", saranno lente per i primi cinque anni e nei successivi cinque ci sarà unna esplosione. Dopo nove anni dall'inizio del fenomeno (non è detto che sia ora), il 50% degli automobilisti americani avrà il wi-fi a bordo.
C'è un "buco" in questo modello: se è vero che il wi-fi in auto può tranquillamente essere già una realtà, io l'auto come la raggiungo dal ciglio della strada? Bridge Ratings risponde: con il WiMax, citando una studio Pyramid Research secondo cui la crescita di WiMax negli USA sarà del 64% annuo tra il 2009 e il 2012. Nel giro di dieci anni, sostiene Bridge Ratings, l'ascolto wi-fi avrà eroso circa sei ore di ascolto settimanale della radio convenzionale o satellitare: un effetto prevedibile (se il wireless nell'auto prenderà davvero piede) visto che le Web radio sono gratuite e per la praticità delle playlist autoconfezionate. Ovviamente, questo dovrebbe incidere sugli introiti pubblicitari della radiofonia, a meno che, avverte Bridge Ratings, le radio non affinino la loro capacità di vendere pubblicità in sinergia con il mezzo online (un discorso molto simile a quello fatto dai tedeschi di AS&S).
Quanto è verosimile questo scenario? Beh, la previsione vale se davvero l'auto non si trasformerà in una gabbia di Faraday ambulante, se cioé il wi-fi sarà disponibile dentro l'abitacolo e fuori. Insomma, se davvero una qualsiasi tecnologia senza fili, sia essa il WiMax o magari una rete IP cellulare (o satellitare??), offrirà una connettività stabile al veicolo in movimento, anche attraverso aree non metropolitane. Perché dico che WiMax potrebbe non essere il solo protagonista di questa nuova forma di connettività? Perché negli USA ci sono già provider come AutoNet Mobile, fondata nel 2005 in California. La prossima volta che sbarcate all'aeroporto di San Francisco, Newark, al La Guardia, a Dallas, Miami, West Palm Beach e Fort Lauderdale, cercate dai noleggiatori Aivs il servizio Connect e insieme all'auto potrete noleggiare un gateway/router AutoNet. Il gateway si collega con le reti cellulari 3G/2.5G e dentro l'auto funziona da hot spot wi-fi. Potete navigare, mandare posta, ascoltare flussi multimediali a un costo di 10,95 dollari al giorno. Non potrei scommettere sulla qualità della connessione, ma AutoNet giura che la copertura è disponibile sul 90% del territorio.
Se la scommessa della connettività wireless verso le auto viene vinta, lo ripetiamo da sempre, le prospettive di mercato per la radio digitale terrestre si ridurranno, perché Internet potrebbe essere davvero vista come medium universale sostitutivo più che integrativo o complementare. Resta il fatto che vincere la scommessa a me non sembra così facile, almeno non in tempi così fulminei. Sullo sfondo c'è sempre questa straordinaria capacità della radio come mezzo diffusivo. Contenuti e flussi della coda lunga, le piccole tirature per pochi lettori, su Internet ci sguazzano. Ma i grandi successi, i canali radio con decine di milioni di ascoltatori, trovano nel broadcast, anche analogico, una modalità molto conveniente. [In nessuna parte del comunicato Bridge Ratings ho visto in effetti menzionare l'aspetto del prezzo della connettività per gli automobilisti. Mi sembra una svista madornale. Sembra quasi che grazie a queste mirabolanti tecnologie la Web radio in auto sarà gratuita... Ma quanto si faranno pagare gli operatori cellulari o WiMax? Saranno sostenibili modelli di connettività free basati su qualche forma di revenue sharing tra operatori di access point/stazioni base e content provider finanziati dalla pubblicità? Quanto inciderebbe il fattore costo della connettività sull'adozione da parte degli automobilisti? - precisazione aggiunta il 16/09/07]
Resta comunque una certezza. Sapete su quale campo la radio dovrà imparare a lottare? Su quello della qualità dei programmi e sulla capacità di sostenersi, o vendendo la qualità direttamente agli ascoltatori (quando può farlo) o facendo valere questa qualità presso gli inserzionisti, che avranno pur sempre bisogno di comunicare i loro prodotti. Sarà una bella partita, dal finale non così scontato come lo studio Bridge Ratings tenderebbe a far credere.
C'è un "buco" in questo modello: se è vero che il wi-fi in auto può tranquillamente essere già una realtà, io l'auto come la raggiungo dal ciglio della strada? Bridge Ratings risponde: con il WiMax, citando una studio Pyramid Research secondo cui la crescita di WiMax negli USA sarà del 64% annuo tra il 2009 e il 2012. Nel giro di dieci anni, sostiene Bridge Ratings, l'ascolto wi-fi avrà eroso circa sei ore di ascolto settimanale della radio convenzionale o satellitare: un effetto prevedibile (se il wireless nell'auto prenderà davvero piede) visto che le Web radio sono gratuite e per la praticità delle playlist autoconfezionate. Ovviamente, questo dovrebbe incidere sugli introiti pubblicitari della radiofonia, a meno che, avverte Bridge Ratings, le radio non affinino la loro capacità di vendere pubblicità in sinergia con il mezzo online (un discorso molto simile a quello fatto dai tedeschi di AS&S).
Quanto è verosimile questo scenario? Beh, la previsione vale se davvero l'auto non si trasformerà in una gabbia di Faraday ambulante, se cioé il wi-fi sarà disponibile dentro l'abitacolo e fuori. Insomma, se davvero una qualsiasi tecnologia senza fili, sia essa il WiMax o magari una rete IP cellulare (o satellitare??), offrirà una connettività stabile al veicolo in movimento, anche attraverso aree non metropolitane. Perché dico che WiMax potrebbe non essere il solo protagonista di questa nuova forma di connettività? Perché negli USA ci sono già provider come AutoNet Mobile, fondata nel 2005 in California. La prossima volta che sbarcate all'aeroporto di San Francisco, Newark, al La Guardia, a Dallas, Miami, West Palm Beach e Fort Lauderdale, cercate dai noleggiatori Aivs il servizio Connect e insieme all'auto potrete noleggiare un gateway/router AutoNet. Il gateway si collega con le reti cellulari 3G/2.5G e dentro l'auto funziona da hot spot wi-fi. Potete navigare, mandare posta, ascoltare flussi multimediali a un costo di 10,95 dollari al giorno. Non potrei scommettere sulla qualità della connessione, ma AutoNet giura che la copertura è disponibile sul 90% del territorio.
Se la scommessa della connettività wireless verso le auto viene vinta, lo ripetiamo da sempre, le prospettive di mercato per la radio digitale terrestre si ridurranno, perché Internet potrebbe essere davvero vista come medium universale sostitutivo più che integrativo o complementare. Resta il fatto che vincere la scommessa a me non sembra così facile, almeno non in tempi così fulminei. Sullo sfondo c'è sempre questa straordinaria capacità della radio come mezzo diffusivo. Contenuti e flussi della coda lunga, le piccole tirature per pochi lettori, su Internet ci sguazzano. Ma i grandi successi, i canali radio con decine di milioni di ascoltatori, trovano nel broadcast, anche analogico, una modalità molto conveniente. [In nessuna parte del comunicato Bridge Ratings ho visto in effetti menzionare l'aspetto del prezzo della connettività per gli automobilisti. Mi sembra una svista madornale. Sembra quasi che grazie a queste mirabolanti tecnologie la Web radio in auto sarà gratuita... Ma quanto si faranno pagare gli operatori cellulari o WiMax? Saranno sostenibili modelli di connettività free basati su qualche forma di revenue sharing tra operatori di access point/stazioni base e content provider finanziati dalla pubblicità? Quanto inciderebbe il fattore costo della connettività sull'adozione da parte degli automobilisti? - precisazione aggiunta il 16/09/07]
Resta comunque una certezza. Sapete su quale campo la radio dovrà imparare a lottare? Su quello della qualità dei programmi e sulla capacità di sostenersi, o vendendo la qualità direttamente agli ascoltatori (quando può farlo) o facendo valere questa qualità presso gli inserzionisti, che avranno pur sempre bisogno di comunicare i loro prodotti. Sarà una bella partita, dal finale non così scontato come lo studio Bridge Ratings tenderebbe a far credere.
The Bridge Ratings Report - The Impact of Wireless Internet
Wednesday, September 12, 2007
SummaryMuch has been written about the potential of Wireless Internet and the flexibility that comes with more wireless devices and increasing Wi-Fi locations.
- Wireless Internet growth in the U.S. to nearly 100 million users
- In-car Wi-Fi to grow slowly at first, will reach only 10% of Americans 5 years after mass market introduction
- In-car Wi-Fi will gradually erode radio time-spent-listening
- Satellite radio will take the greatest TSL hit from Wireless Internet radio
- Wireless Internet Radio should help traditional radio revenues
But what about the impact on traditional radio listening of Wi-Fi or its wide-area cousin, Wi-Max, once the technology is available in-car?
During July/August 2007, Bridge Ratings undertook a broad-based national study of this question by interviewing consumers and device and auto manufacturers to better understand the implications of wireless Internet and the availability of Wireless Internet Radio.
Today 30 million Americans use wireless Internet access and it will grow to nearly 45 million by the end of 2007. Wi-Fi locations are sprouting up across the U.S. making wireless Internet access a comfortable reality for millions of consumers.
Of the estimated 30 million users of wireless access technology in the U.S., 75% or 23 million have wireless accessed Internet radio. In fact, 48% of those accessing the Internet via wireless technology seek out Internet radio. The number of Internet radio listeners accessing wirelessly will grow to 77 million by 2010 as wireless technology penetrates the average U.S. lifestyle.
ABI Research forecasts that the total number of Wi-Fi-enabled consumer electronics devices will grow from just 40 mln shipped in 2006 to nearly 249 mln in 2011.
Mobile WiMAX customers will grow at an annual compounded rate of 64% between 2009 and 2012, when telecoms embrace WiMAX as a fixed wireless broadband service, according to Pyramid Research. Wireless Internet use in-car faces hurdles based on Wi-Max technology development, how quickly auto manufacturers are able to equip new cars and what type of early adopter consumer will want the technology. In our study of 2200 persons 16+ we asked consumers who define themselves as "innovators" or "early adopters", how likely they would be to buy a car or equip a current vehicle with a wireless Internet device.
Because manufactures remain uncommitted at press time to establish a date to introduce this technology, growth projections are shown in the chart below for year one of availability and beyond.
How will this increasing number of Internet radio listeners affect weekly listening to traditional radio? By year 5 of in-car Wi-Fi acceptance, traditional radio can expect to see the amount of time spent listening to fall below 19 hours a week and by year 8 when we project that more than 23% of the U.S. public will have adopted wireless Internet technology in-car, weekly time spent listening to traditional radio will fall below 18 hours per week.
What about satellite radio?
Satellite radio has found its greatest audience in-car but has the most to lose with wireless Internet radio reception. This study as well as previous Bridge Ratings studies conducted for the satellite radio industry, show that satellite radio subscribers consumer satellite radio at a far greater weekly rate than do listeners to traditional radio. As wireless in-car becomes more accepted, weekly time-spent-listening to satellite radio will also be impacted. According to our sample, satellite radio should experience a more severe drop-off in weekly time-spent-listening due to the wide variety of programming available on Internet Radio and the lack of comparable subscription expense.
During the focus groups that accompanied this study, monthly subscription costs was of lesser concern than the quality and variety of available content. It was generally assumed that the monthly cost of satellite radio and in-car Wi-Fi reception of Internet Radio would be comparable. Yet, those who currently subscribe to satellite radio expected to listen less if they had wireless Internet radio in their cars or they would cancel their satellite radio subscription.
Will In-car Internet Radio Hurt Traditional Radio Revenues?
Bridge Ratings expects that traditional radio revenues will be enhanced by Wi-Fi Internet Radio only if the radio industry vastly improves its advertising sales techniques and commits to dedicated Internet radio sales teams. This is the model that is working best now for traditional radio and in order to off-set other ad revenue attrition, traditional radio can recoup and exceed the amount lost if the industry is more aggressive in this area. With dedicated sales teams experienced in selling the Internet, traditional radio can expect to see a return to 3-4% revenue growth after consumer acceptance of in-car Wi-Fi surpasses 7% of the population (see chart): By the ninth year of market availability the combination of natural market growth (1-2% per year) and a more effective effort at selling its Internet radio channels, traditional radio revenues could reach over $26 billion.
Final Thoughts
The availability of wireless Internet in-car poses a signficant threat to traditional as well as satellite radio. This study projects that the growth of Wi-Fi in-car should reach more than 50% of the U.S. population after nine years of market availability. It is important to note that adoption by the masses of new technologies is often slower to penetrate the mass market. New technologies take time to be widely adopted and it is important to note that innovators and early adopters who jump on new technology often receive an inordinate amount of press which quickly raises awareness of the adopted technology. The adoption of in-car Internet service and the spread of Internet radio across all consumer types will begin to be a factor 9-10 years after market introduction.
Diffusion* of technology through to the mass market, rather than the innovation ultimately determines the pace of acceptance and this is the reason for the generally long growth pattern you see in this report's projections.
*Diffusion is the cumulative result of a process whereby varying consumer types (innovators, early adopters, early majority, late majority and laggards) sample, compare and decide upon use of the new technology over long periods of time.
Nonetheless, the results of this study show that early adopting consumers are looking forward to Wireless internet in-car and current listeners of Internet radio have a very high probability of adopting the technology when it becomes available and is affordable.
4 commenti:
SPQA
Un po' pazzi lo sono, è vero. Devo dire che se noi, al contrario, siamo lucidi e creativi, non è che stiamo ottenendo dei gran bei risultati.
Staremo a vedere.
Credo proprio che il futuro della radio sia questo.
Già oggi questa possibilità è concreta: la connessione wireless, che nell'articolo viene vista esclusivamente come Wi-Max, in realtà può fino a che questa tecnologia non sarà diffusa, essere sostituita dalle connessioni GSM/UMTS.
E' per questo che le radio digitali, nelle loro mille declinazioni tecniche (manca ancora uno standard universalmente accettate) non hanno molto significato...
Salutoni e complimenti per il tuo interessante blog, che seguo "in silenzio" da diversi mesi.
Grazie del commento "a perfect world" e confido che non resterai silenzioso per altri mesi.
Solo due cose: "nell'articolo" americano si parla solo di Wi-Fi/WiMax, ma nel mio commento si parla diffusamente di alternative 2.5/3G. E non abbiamo citato diavolerie come il 4G e LTE (Long Term Evolution), e neppure i possibili obiettivi di definitiva convergenza tra standard cellulari, fixed wireless metropolitano e wireless nomadico.
Sul "significato" delle radio digitali, io non venderei così presto la pelle dell'orso digitale. Innumerevoli esempi ci dicono che ci può essere mercato anche senza standard universalmente accettati. La televisione a colori non è morta perché chi accettava l'NTSC non accettava il PAL o il SECAM, i costruttori di televisori hanno avuto mercato per decenni. Così come hanno avuto mercato i fabbricanti di telefonini e infrastrutture di rete in presenza di intere famiglie di standard, prima e dopo l'IMT2000 dell'ITU. Dentro la radio digitale, il software ha un peso sempre più preponderante e il software può anche fregarsene degli standard universalmente accettati.
Qui lo scontro non è tra Internet e radio digitale, ma tra modelli di rete: punto-punto (o multipunto-multipunto) per Internet, punto-multipunto per il broadcast. Internet può fare multicast, che non equivale completamente al broadcast. La radio, analogica o digitale che sia, terrestre o satellitare, ha un intrinseco vantaggio quando si tratta di offrire gli stessi flussi a milioni di persone su aree geografiche particolarmente estese. Potrei disporre di una ventina di programmi AM stereo di buona qualità con le sole onde medie a Milano (un bacino di due o tre milioni di persone) e scommetto che il costo di trasmissione complessivo (non comprensivo della produzione dei programmi) sarebbe inferiore al costo della connettività IP per un bit rate decente da dare a due o tre milioni di utenti "concurrent". Un impianto DMB mi darebbe una trentina di canali con una spesa in energia ancora minore. La radio analogica ha in più un incredibile vantaggio in termini di costo e autonomia dei terminali. Ma anche per la radio digitale certi ostacoli si possono superare. Sono convinto anch'io che il fenomeno Web radio avrà una importanza fondamentale, ma prima di decretare la fine del modello di trasporto broadcast analogico o digitale, aspettiamo ancora qualche anno. E soprattutto non ragioniamo come se la connettività IP a larga banda mobile fosse una risorsa equamente condivisa tra sei o sette miliardi di persone al mondo. Non è ancora così.
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