Si avvicina l'anniversario dello Sputnik e i mezzi di comunicazione tornano a parlare dei mitici fratelli torinesi Achille e Gian Battista Judica Cordiglia, autori all'epoca dell'exploit della ricezione dei segnali dello stesso Sputink e delle successive prime missioni spaziali sovietiche e americani. Exploit che arrivò fino alle dichiarazioni relative a qualcosa come 14 missioni russe concluse tragicamente, con la morte degli equipaggi. Malgrado la dovizia di registrazioni, i fratelli non riuscirono a convincere proprio tutti. Diversi esperti contestarono quelle prove e analizzandole nel contesto delle attrezzature descritte stabilirono che non tutte le conclusioni raggiunte erano completamente attendibili.
Nell'ultimo supplemento domenicale del Sole 24 Ore viene recensito il libro che i fratelli hanno dato alle stampe qualche mese fa. Se ricordate io l'avevo trovato un libro un po' deludente, proprio sul piano dei fatti riferiti con insufficiente rigore scientifico. Mi aspettavo un testo capace di fugare ogni dubbio e mi sono trovato davanti a una storia molto bella, in cui non potevo non riconoscermi, ma che lascia troppi punti oscuri. Sul quotidiano milanese "Dossier Sputnik" è molto ben accolto e l'autrice della recensione - scusate, non trovo più quella pagina e ho dimenticato il nome - non fa quasi cenno alle smentite e alle polemiche che le rivelazioni avevano suscitato tanti anni fa. Vengono solo citate le smentite ufficiali russe, ma con il tono di chi pensa "certo, quelli mentivano e smentivano tutto" (in effetti succedeva spesso, anche sulle cose meno smentibili). In ogni caso, accanto alla breve recensione c'è un lungo articolo sullo Sputnik, molto più interessante da leggere.
Il nome dei due Judica Cordiglia l'ho ritrovato oggi, due giorni dopo il Domenicale del Sole, quando Andrea B. mi ha segnalato che la Rete radiofonica Due della Svizzera Italiana sta trasmettendo in questi giorni, nel suo spazio mattutino Laser (09.00 - 09.30), una intervista-rievocazione dei fratelli torinesi. Il programma può essere riascoltato in formato podcast. Cliccando su Ascolta si apre una pratica finestrella con le ultime puntate già trasmesse. L'eloquente titolo della serie: "Attenti a quei due".
Nell'ultimo supplemento domenicale del Sole 24 Ore viene recensito il libro che i fratelli hanno dato alle stampe qualche mese fa. Se ricordate io l'avevo trovato un libro un po' deludente, proprio sul piano dei fatti riferiti con insufficiente rigore scientifico. Mi aspettavo un testo capace di fugare ogni dubbio e mi sono trovato davanti a una storia molto bella, in cui non potevo non riconoscermi, ma che lascia troppi punti oscuri. Sul quotidiano milanese "Dossier Sputnik" è molto ben accolto e l'autrice della recensione - scusate, non trovo più quella pagina e ho dimenticato il nome - non fa quasi cenno alle smentite e alle polemiche che le rivelazioni avevano suscitato tanti anni fa. Vengono solo citate le smentite ufficiali russe, ma con il tono di chi pensa "certo, quelli mentivano e smentivano tutto" (in effetti succedeva spesso, anche sulle cose meno smentibili). In ogni caso, accanto alla breve recensione c'è un lungo articolo sullo Sputnik, molto più interessante da leggere.
Il nome dei due Judica Cordiglia l'ho ritrovato oggi, due giorni dopo il Domenicale del Sole, quando Andrea B. mi ha segnalato che la Rete radiofonica Due della Svizzera Italiana sta trasmettendo in questi giorni, nel suo spazio mattutino Laser (09.00 - 09.30), una intervista-rievocazione dei fratelli torinesi. Il programma può essere riascoltato in formato podcast. Cliccando su Ascolta si apre una pratica finestrella con le ultime puntate già trasmesse. L'eloquente titolo della serie: "Attenti a quei due".
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