15 settembre 2007

Spie, tv a scansione lenta e file transfer digitale

Un radioamatore americano, appassionato di monitoraggio di stazioni spionistiche (number stations) avrebbe scoperto che le reti di agenti cubani normalmente molto attivi nello scambio di informazioni cifrate, si servono di evoluti sistemi di trasmissione digitale di derivazione radioamatoriali per le loro comunicazione in codice sulle HF. Queste modulazioni derivano dal lavoro svolto dalla comunità Ham Radio a partire dai sistemi di slow scan television, televisione a scansione lenta, che erano tipicamente analogici. Come per i radiofax meteorologici, la SSTV effettua una scansione di un quadro e lo trasmette modulando in frequenza un segnale radio analogico, a un tono più elevato corrisponde una luminosità più o meno intensa. La decodifica implica il procedimento inverso. Il senso di movimento delle immagini si ottiene evidentemente inviando una serie di fotogrammi successivi e si possono trasmettere immagini a colori effettuando tre diverse scansioni dello stesso quadro, filtrando ciascuna scansione con un filtro rosso, verde e blu.
Concettualmente è tutto molto simile alla televisione, ma con ridottissima occupazione di banda. Un canale televisivo analogico occupa (tra un po' si dovrà dire occupava) 5 o 6 MHz di spazio, la SSTV da autentica "narrow band television", non occupa più di 3 kHz. Il compromesso da accettare è la riduzione di risoluzione del quadro e il numero di quadri trasmessi nell'unità di tempo. Anzi, dalla classificazione dei sistemi di scansione analogici fatta da John Lengner nel suo SSTV Handbook (non lo trovate più all'indirizzo originario, dovete passare per il Web Archive), si può evincere che la trasmissione analogica di un quadro impiega da 8 secondi a circa due minuti . Le modalità censite da Lengner - le principali sono AVT, Martin, Robot e Scottie - derivano dalle apparecchiature analogiche dedicate, gli scanner, che un tempo, prima del personal computer, venivano utilizzate per acquisire e trasmettere le immagini.
Per parecchio tempo - ed è ancora così per molti radioamatori - il computer è servito semplicemente per emulare il funzionamento di uno scanner analogico, ma gradualmente si è passati a un approccio completamente numerico per cui i quadri vengono acquisiti digitalmente, compressi in un file e inviati, via radio, sempre con un protocollo digitale. Ed è qui che il discorso si riallaccia alla caccia alle trasmissioni segrete cubane, perché oggi una grossa componente della SSTV digitale si basa sull'idea, molto elegante, di trasferimento dei file digitali corrispondenti ai singoli quadri. La qualità ottenuta può essere notevole. Il problema è che per quanto compresse, le immagini tendono a occupare alcuni kilobyte e le normali modalità di trasmissione digitale, specialmente sulle onde corte, non consentirebbero un tempo di trasmissione decente. La soluzione consiste nell'utilizzare le stesse larghezze di banda e modalità oggi utilizzate oggi per la trasmissione della voce digitale. Non a caso, molto diffuso è l'impiego del HamDReaM, la versione radioamatoriale del Digital Radio Mondiale. Ricordo che HamDReaM è un progetto portato avanti da un radioamatore svizzero dal nome italiano o ticinese, Cesco HB9TLK che risiede a Zurigo Le sue pagine sulla narrow band television digitale si trovano consultando questo indirizzo. Il DRM radioamatoriale può effettuare collegamenti in voce digitale compressa su larghezze di banda di 2,5 kHz. Utilizzando tecniche di file transfer come questa, che utilizza modulazioni OFDM, si possono trasmettere le immagini (opportunamente pre-trattate) con bit rate da 5500, 8250 e 11000 bps. Sufficienti per trasmettere a frame rate interessanti. Ogni singolo quadro puo occupare finestre limitate a profondità di 4 o 8 bit per pixel, per esempio. Un approccio alternativo a questo si chiama Redundant Digital File Transfer, un altro schema di modulazione multicanale e multifase, proposto da Barry Sanderson KB9VAK. I due approcci si possono provare grazie a software come DIGITRX di Roland PY4ZBZ, una GUI per il file transfer e la SSTV digitale che si basa a sua volta su HamDReaM (o sulla sua GUI WinDRM), oppure su RDFT. Se HamDReaM parte dal concetto della codifica e trasmissione simultanea, RDFT prevede una codifica e una successiva registrazione di una sequenza di immagine che viene poi inviata in differita. Per usare una metafora informatica: HamDReaM funziona in streaming mentre RDFT funziona "prelevando" via radio il file di una specie di clip video. Altre informazioni su WinDRM si trovano sulle pagine di Andrea Borgnino.
Per approfondimenti sulla SSTV digitale si possono consultare HFFAX.DE e due lunghe liste di risorse come Digital SSTV e CQ SSTV. Una con meno riferimenti e impaginata in modo un po' dilettantesco ma ben illustrata e ricca anche di informazioni sul miglior modo per collegare il computer alle uscite audio dei ricevitori, è SSTV dell'australiano John VK3HJQ. Un'altra risorsa interessante è il gruppo Yahoo DIGSSTV, un nome che corrisponde al primo software di SSTV digitale per Windows, scritto da Erik VK4AES (in seguito Erik sviluppa EasyPal e HamPal) Evidendentemente i presunti agenti cubani si sono preparati bene per organizzare i loro scambi di file. Hanno utilizzato anche RDFT e sono stati intercettati da Tom Sevart su 17436 kHz. Tom è riuscito a ricevere un file completo e non ha trovato un'immagine ma stringhe di numeri corrispondenti a un testo cifrato, del tutto analoghe a quelle trasmesse dalle number stations. Gli agenti dello spionaggio - se di spionaggio si tratta, le ipotetiche in questi casi sono un obbligo - si adeguano ai tempi, ma forse non possono permettersi sofisticate modulazioni proprietarie e costosi modem hardware. E così finiscono per trovare, su Internet, gli stessi strumenti free e open source sviluppati per hobby dagli appassionati. Su UDXF e sul gruppo di discussione Spooks, specializzato nel "numbers monitoring", Sevart si chiede "non è che gli spioni ci stanno leggendo"? Quasi sicuramente sì perché è Internet a fornire tutte le informazioni su queste modalità digitali e il software per sfruttarle. Il che fa proprio pensare alla geniale intuizione della Lettera rubata di Edgar Alla Poe: se vuoi nascondere qualcosa, mettila dove la possono vedere tutti. La crittografia farà il resto, ma anche quella è sempre più una disciplina aperta, piuttosto che una oscura materia trattata in due o tre laboratori militari.

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