Nell'acceso dibattito che si è scatenato negli Stati Uniti e in Canada con l'abolizione del divieto di trasmissione notturna in tecnica digitale in onde medie, i DXer specializzati nell'ascolto di deboli stazioni su queste frequenze stanno cercando di organizzare una protesta efficace contro HD Radio versione AM. La tesi, abbastanza sostenibile a mio parere, è che il digitale ibrido sulle onde medie è più dannoso che vantaggioso. Le bande laterali digitali rischiano solo di disturbare l'ascolto dei canali vicini, non solo per i DXer puri ma anche per quel milione stimato di persone che di sera si sintonizza (spesso per sentire le radiocronache sportive) stazioni radio che non appartengono al proprio bacino commerciale. L'IBOC AM ibrido non può oltretutto ostentare il cospicuo vantaggio dell'IBOC su FM, cioè la possibilità di trasmettere canali audio aggiuntivi.
Mi è molto piaciuto questo inquadramento storico del canadese Barry McLarnon, ingegnere radiofonico e grande avversario di IBOC (dal punto di vista canadese le interferenze da oltre confine possono essere ancora più dannose). Barry spiega che all'inizio degli anni 90 il NAB, la associazione dei broadcaster americani, aveva preso in considerazione un approccio out of band basato su una nuova porzione di frequenze. Ma i proprietari delle grandi stazioni FM erano insorti, perché ogni ipotesi di attivazione di nuovi canali aperti a possibili nuovi entranti, era inaccettabile. Così partì lo sviluppo di quella che sarebbe diventata la tecnologia ibrida IBOC, un approccio effettivamente molto elegante. La tecnologia non sarebbe stata vendibile se non avesse funzionato sia in FM sia in onde medie, ma secondo Barry, i dubbi sulla usabilità di IBOC in questa porzione di spettro erano fin dall'inizio piuttosto concreti. Con la onda di cielo il rumore digitale è effettivamente problematico.
Il ruolo della FCC a questo punto, sostiene Barry, è stato solo marginale perché nel momento in cui la radio digitale ha smesso di interessarsi a frequenze diverse, il regolatore ha sostanzialmente lasciato che il settore radiofonico si arrangiasse da solo, a patto di rispettare i limiti di protezione dell'ascolto nei bacini locali. Inizialmente gli stessi fautori dell'IBOC hanno fatto in modo che i problemi notturni di IBOC AM non saltassero fuori, imponendo una autoregolamentazione. Lo scopo era quello di tenere i proprietari di stazioni in onde medie all'oscuro degli svantaggi dell'IBOC mentre il sistema si stava consolidando in FM, dove oggi ha una presenza significativa (ma ampiamente ignorata dagli ascoltatori, che di radio HD ne hanno acquistate pochissime). Dopo cinque anni, il blocco notturno è stato tolto e, dice Barry, i problemi sulle onde medie sono emersi in tutto il loro potenziale negativo. Che cosa può succedere ora? Secondo Barry è possibile che l'attenzione del digitale nei confronti di quel megahertz e rotti di spettro delle onde medie si allenti. Le emittenti più piccole non sono contente di sentire tanto rumore sui canali adiacenti e quelle più grosse hanno adottato IBOC per inerzia, ma non ne hanno ricavato un grande vantaggio. La preda più pregiata, lo spettro dell'FM, è stata conquistata, ma le onde medie interessano molto meno e non è detto che qui il futuro di IBOC sia così roseo. Barry invita a non smettere di protestare, garbatamente contro un digitale che in effetti sembra servire a poco.
Mi è molto piaciuto questo inquadramento storico del canadese Barry McLarnon, ingegnere radiofonico e grande avversario di IBOC (dal punto di vista canadese le interferenze da oltre confine possono essere ancora più dannose). Barry spiega che all'inizio degli anni 90 il NAB, la associazione dei broadcaster americani, aveva preso in considerazione un approccio out of band basato su una nuova porzione di frequenze. Ma i proprietari delle grandi stazioni FM erano insorti, perché ogni ipotesi di attivazione di nuovi canali aperti a possibili nuovi entranti, era inaccettabile. Così partì lo sviluppo di quella che sarebbe diventata la tecnologia ibrida IBOC, un approccio effettivamente molto elegante. La tecnologia non sarebbe stata vendibile se non avesse funzionato sia in FM sia in onde medie, ma secondo Barry, i dubbi sulla usabilità di IBOC in questa porzione di spettro erano fin dall'inizio piuttosto concreti. Con la onda di cielo il rumore digitale è effettivamente problematico.
Il ruolo della FCC a questo punto, sostiene Barry, è stato solo marginale perché nel momento in cui la radio digitale ha smesso di interessarsi a frequenze diverse, il regolatore ha sostanzialmente lasciato che il settore radiofonico si arrangiasse da solo, a patto di rispettare i limiti di protezione dell'ascolto nei bacini locali. Inizialmente gli stessi fautori dell'IBOC hanno fatto in modo che i problemi notturni di IBOC AM non saltassero fuori, imponendo una autoregolamentazione. Lo scopo era quello di tenere i proprietari di stazioni in onde medie all'oscuro degli svantaggi dell'IBOC mentre il sistema si stava consolidando in FM, dove oggi ha una presenza significativa (ma ampiamente ignorata dagli ascoltatori, che di radio HD ne hanno acquistate pochissime). Dopo cinque anni, il blocco notturno è stato tolto e, dice Barry, i problemi sulle onde medie sono emersi in tutto il loro potenziale negativo. Che cosa può succedere ora? Secondo Barry è possibile che l'attenzione del digitale nei confronti di quel megahertz e rotti di spettro delle onde medie si allenti. Le emittenti più piccole non sono contente di sentire tanto rumore sui canali adiacenti e quelle più grosse hanno adottato IBOC per inerzia, ma non ne hanno ricavato un grande vantaggio. La preda più pregiata, lo spettro dell'FM, è stata conquistata, ma le onde medie interessano molto meno e non è detto che qui il futuro di IBOC sia così roseo. Barry invita a non smettere di protestare, garbatamente contro un digitale che in effetti sembra servire a poco.
Back in the early 90's when interest in digital radio was stirring, the NAB looked at the possible technological approaches, and decided that the way to go was to get some new spectrum and use the Eureka-147 system then being developed in Europe. They championed this approach for a time, but then some heavyweight FM owners came along and laid down the law to the NAB honchos: this approach was a non-starter. There was no way that they would support a digital radio technology that might level the playing field in terms of coverage, and which might allow new entrants onto the field. The only approach that was acceptable to them was an "IBOC" scheme, and the NAB was forced to drop the new spectrum idea like a hot potato. There followed many years of development and tests, various players falling by the wayside, etc... eventually culminating in the formation of iBiquity. There was a problem, however.
The NAB couldn't sell this approach to its membership unless it worked on AM as well as FM. The IBOC approach looked feasible for FM, although it involved some serious compromises. If it was adopted, then the days of having analog coverage well beyond protected contours would pretty much be history. Applying IBOC to the AM band, however, looked much more iffy. Even in the early days, it was obvious to unbiased observers that it couldn't be done without causing major problems, including lots of interference inside protected contours. Moreover, performance of the digital system would take a huge hit at night. Nevertheless, without AM IBOC, there would be no IBOC at all, so they soldiered on and developed both systems. Now we come to the evaluation of the prototype iBiquity IBOC systems by the NRSC.
The NRSC committee that did the evaluation was composed largely of NAB staffers, broadcasters who were NAB members (and some who were iBiquity investors), and broadcast equipment vendors, who were entranced by the thoughts of the new markets that IBOC could open up. It's sort of like having a beauty contest in which there is only contestant, and the judges are the parents of that contestant. Now they had to deal with that problem child, AM IBOC. For the most part, they danced around the potential problems with some fancy verbal footwork, and in some cases, they just ignored them. One thing that was clear, though: if nighttime AM IBOC operation was allowed right off the bat, the worst problems would be exposed for all to see. That in turn would reflect badly on IBOC in general, and could stall the rollout, possibly even kill it completely.
The important thing in the early days was to keep the AM owners from knowing the truth about the AM IBOC system, so the NRSC recommended that it not be used at night, pending further studies. Interim IBOC operation was allowed starting in 2002, but it was 5 more years before AM night operation was allowed, giving the FM system lots of time to become entrenched.
In those 5 years, there was exactly one documented AM IBOC night test conducted, lasting a couple of nights and involving only two stations. Yeah, they really studied it to death. Then we have the FCC... they really lost interest in digital radio once it became clear that there would be no new spectrum involved. They were quite content to let the industry (i.e., the NAB lobby) do what it wanted, and they turned a deaf ear to the voices of dissent. If they really had the public interest at heart, they would have ordered an independent evaluation of the IBOC system, but the days of the FCC protecting the interests of the public are long gone. Fast forward to today.
FM IBOC is indeed well entrenched, though the general public is massively indifferent.
AM IBOC, however, now has its ugly underbelly exposed, and it's on the cusp. Now is the time to smack it good. Some small broadcasters are organizing to fight it, and they can use all the help they can get. I strongly suspect that many insiders knew it would unfold like this all along - FM IBOC was the big prize, and now that's it rolling along, they can cut AM IBOC loose. They don't have to string the AM guys along any more. So, keep those complaints flowing, folks!
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