23 novembre 2008

Radio digitale, irrealistico il calendario francese?

Les Echos, qui ripreso dal sito Silicon.fr, anticipa il calendario fissato dal Parlamento francese per il passaggio alla radio digitale a standard T-DMB (385 richieste di licenza pervenute per una copertura finora del 30% del territorio). Sembra che gli apparecchi radio messi in vendita nel 2009 dovranno integrare la ricezione digitale. Se davvero sarà così, si rischia un effetto a mio parere molto negativo sul pubblico. La radio via etere diventerà un medium di nicchia. Il Simavelec, associazione di categoria dei costruttori (che entro il 2010 dovranno adeguarsi al T-DMB, non si sa bene con quali volumi di componentistica) si dice alquanto scettico. Anche perché non è che i francesi abbiano risolto del tutto i problemi di spazio in banda III, come del resto succede da queste parti. Laggiù c'è Canal+ analogico, che dovrebbe sì levare le tende nel 2010, ma senza che per il momento alcuna decisione sia stata presa al proposito.

Radio numérique : le calendrier se précise

21-11-2008

Les fabricants de postes radio ont jusqu’à 2010 pour intégrer les tuners numériques dans leurs récepteurs

Le passage vers la radio numérique se précise peu à peu. Selon Les Echos, le Parlement commence à établir un calendrier de déploiement.
Rappelons que le basculement de l’analogique vers le numérique, prévu pour l’année 2009 doit libérer un grand nombre de fréquences. La radio est concernée au premier chef. Une technologie a déjà été choisie : le T-DMB.
La commission chargée de l’étude du dossier a déposé un amendement visant à proposer des étapes successives. Le premier chantier concerne les terminaux. Les futurs postes de radio commercialisés tout au long de l’année 2009 devront tous comprendre un tuner numérique. Les constructeurs disposent de quelques mois –jusqu’à 2010- pour l’intégrer. Plus tard, en 2012, puis en 2013, les baladeurs, les téléphones mobiles et les GPS, devront également basculer vers le numérique.
Les radios se disent satisfaites d’un calendrier qu’elles jugent "précis". Toutefois, elles ajoutent que si 100% des Français doivent être équipés un jour "il faut que tous les équipements vendus soient compatibles".
Du coté du CSA (Conseil supérieur de l’audiovisuel), par la voix de Rachid Arhab, chargé du suivi du dossier radio numérique, on se félicite également de l’avancement du dossier. L’organisme espère néanmoins disposer de suffisamment de "visibilité sur les ressources en fréquences".
Les fabricants en revanche se montrent plus sceptiques. "On impose aux fabricants de passer à la radio numérique alors que l’on n’a pas encore les résultats de l’appel d’offres sur les radios candidates au numérique ni le calendrier de la couverture", regrette Pascal Chevallier, délégué général adjoint au Simavelec, le syndicat des constructeurs.
En effet, les 358 dossiers reçus par le CSA au début du mois d’octobre dernier sont encore en traitement. Pour le moment, le premier appel d’offres émis ne concerne que 30% du territoire. D’où les inquiétudes de fabricants qui craignent devoir livrer des terminaux sans l’assurance de les voir achetés.
Le deuxième appel d’offre, censé intervenir au courant de l’année 2009 devrait permettre de couvrir l’ensemble du territoire.
Une seule ombre demeure cependant au tableau. Le calendrier d’extinction de l’analogique tarde à être établi. La chaîne Canal+ est censée libérer la bande fréquence III en 2010. Aucune mesure ne semble avoir été prise en ce sens pour le moment.
Rappelons que le lancement de la radio numérique est prévu pour 2009.

10 commenti:

Fabrizio ha detto...

non ti voglio rompere le scatole ma mi sembra ci sia un refuso (che può confondere chi non è esperto di digitale).

Dovrebbe essere
"per il passaggio alla radio digitale a standard T-DMB"

e non

"per il passaggio alla radio digitale a standard DVB-T". Ciao

Andrea Lawendel ha detto...

Grazie, ora correggiamo.

Anonimo ha detto...

pero' il DVB-T del refuso non sarebbe
una cattiva idea, l'infrastruttura
c'e' gia', i ricevitori pure (si comprano con 30 euro), e la penetrazione negli edifici non credo sia peggio del T-DMB, magari la radio
digitale del futuro alla fine sara'
proprio questa :-)
Un po' forse come la radio ricevuta
via DVB-S che di fatto e' l'attuale sostituto della radio ad onde corte.

Fabrizio ha detto...

(a parte il fatto che alcune radio fanno già parte di multiplex del dig terrestre) non sarebbe una cattiva idea ma pessima. Il dvb-t è uno standard per ricezione indoor, da fermi e con antenne ingombranti da mettere (preferibilmente) sul tetto. La radio invece deve essere ascoltabile ovunque, in mobilità e con antenne piccole. Ciao!

Anonimo ha detto...

le radio che intendevo sono proprio quelle che ci sono gia' nei multiplex.
Il DVB-T io lo ricevo con un loop di 12cm. di filo attaccato dietro. Chiedi a chi ha il DAB se riesce veramente ad ascoltarlo "ovunque".

Andrea Lawendel ha detto...

Non generalizziamo, però. Non trasformi un'intera infrastruttura misurando il loop di Maurizio. Se il DVB-T utilizza le UHF, non si può pensare di servire un'intera popolazione in UHF senza terminali fissi con antenna roof top. Senza l'antenna sul tetto la tv analogica non ci sarebbe stata (ed era partita in banda I VHF). Già è abbastanza controversa la ricezione indoor del DAB in banda III. Per non parlare poi dello spazio da assegnare a canali solo radiofonici in quei benedetti multiplex.

Anonimo ha detto...

l'antenna sul tetto e' stata necessaria perche' la TV e' partita in banda I, oggi in banda V non e' cosi' indispensabile.
Le frequenze del DVB-T sono sostanzialmente le stesse del DVB-H e del GSM, se cerchi su internet "handheld DVB-T" di cose ne saltano fuori.
Capisco anch'io che una infrastruttura (e protocolli) ad hoc per la radio sarebbe l'ideale, ma per i motivi noti ($$) e' ormai chiaro che non la vedremo mai, piuttosto che niente ...

Andrea Lawendel ha detto...

Dici cose semplicemente non vere, anzi ridicole su un piano ingegneristico. Al crescere delle frequenze le difficoltà di copertura indoor aumentano, non si capirebbe altrimenti perché gli operatori di telefonia cellulare debbano essere così interessati a disporre di spettro qualche centinaio di MHz più in basso, negli spazi lasciati liberi dalla tv analogica. La tv terrestre, analogica o digitale che sia, non può fare a meno delle antenne sui tetti, ieri come oggi (le leggi di Maxwell sono quelle che sono). E utilizzare uno standard televisivo - come è lo stesso T-DMB e i francesi se ne accorgeranno, come i coreani si sono accorti dei milioni di euro buttati via per fare tv mobile con il T-DMB - per fare radio rappresenterebbe un incredibile spreco di risorse.

Anonimo ha detto...

non vedo cosa ci sia di "ridicolo" nel ricordare che il DVB-H trasmette in mezzo agli stessi canali del DVB-T, ma se i tuoi toni sono questi e' meglio che mi cerchi un altro blog.
Divertiti.

Andrea Lawendel ha detto...

Mi spiace che tu la prenda così. Ma sai bene che non mi riferivo affatto all'occupazione dei canali DVB-H. L'affermazione "l'antenna sul tetto e' stata necessaria perche' la TV e' partita in banda I, oggi in banda V non e' cosi' indispensabile" rimane falsa e improponibile. Cerco di correggermi sempre quando sbaglio (ahimé accade fin troppo spesso) e "questo blog" punta a essere il più possibile rigoroso: se volessi divertirmi andrei a scrivere sul Giornale dei Misteri. Su Google, come sottolinei giustamente, di cose ne saltano fuori moltissime. Di certo troverai spazi molto più soddisfacenti e informativi di questo.