A Cagliari avevo avuto subito la chiara impressione che Tony Sethill, il Ceo di Frontier Silicon, sapesse il fatto suo. Frontier Silicon oggi è il fornitore di una significativa percentuale (il 70% secondo Tony) di moduli per la fabbricazione di apparecchi radio a tecnologia Eureka 147, ma Sethill non è un "pasdaran" della radio digitale a tutti costi. A Cagliari ha parlato molto chiaro dicendo che se industria e broadcaster non riusciranno a consolidare un sogno fatto finora solo di infinite sperimentazioni e mercati depressi, la fruizione dei contenuti radiofonici prenderà inevitabilmente una svolta decisa verso i protocolli di Internet, con o senza cavo. Frontier ritiene che la proposta del DAB conservi la sua validità (e per molti versi ne sono convinto anch'io), ma non prende sottogamba il fenomeno del crescente consumo di stream e contenuti statici via Web, al punto da sposare con entusiasmo il concetto di ricevitori radio autenticamente universali: capaci cioè di ricevere la radio analogica FM (dell'AM, analogico o digitale che sia, nessuno si preoccupa più, Frontier giudica esplicitamente defunto il DRM), la radio digitale DMB/DAB+/DAB e le Web radio Ethernet/WiFi. Questa e l'unica strada.
E siccome la strada passa per una strategia coerente sul piano della produzione di silicio, di chipset e moduli, Frontier ha deciso di organizzare un evento a Tokyo per sensibilizzare la locale industria dei semiconduttori. La giornata giapponese sulla radio digitale si è svolta oggi e potete prelevare le relazioni degli speaker all'indirizzo riportato anche in calce. Una mossa intelligente, perché a Tokyo Frontier fa convergere i broadcaster e le organizzazioni che sono alla base del fenomeno della radio digitale nella sua globalità, inclusi quindi i broadcaster tradizionali e i brand come Pandora e Rhapsody, due grossi nomi all'intersezione tra radio, Internet e social networks. A parlare di cambiamento della radio Frontier ha chiamato i coordinatori dei progetti in corso in Australia e Germania, ma anche i responsabili di RaiWay. Il braccio infrastrutturale del broadcaster pubblico italiano viene entra a far parte, con i suoi progetti di digitalizzazione della radio, di un selezionato gruppo di "apripista" a livello internazionale. Sinceramente, non sono del tutto sicuro che se lo meriti appieno, perché continuo a pensare che lo sforzo che l'Italia sta conducendo in questo ambito manchi tuttora di una chiara motivazione e di una strategia solida. Ma è l'indubbio riconoscimento che da parte di RaiWay qualcosa è stato fatto. Ora toccherebbe ai regolatori, ai policy makers. Sfortunatamente, in Italia quando si afferma qualcosa del genere vuol dire che è venuto il momento di mettersi le mani nei capelli.
E siccome la strada passa per una strategia coerente sul piano della produzione di silicio, di chipset e moduli, Frontier ha deciso di organizzare un evento a Tokyo per sensibilizzare la locale industria dei semiconduttori. La giornata giapponese sulla radio digitale si è svolta oggi e potete prelevare le relazioni degli speaker all'indirizzo riportato anche in calce. Una mossa intelligente, perché a Tokyo Frontier fa convergere i broadcaster e le organizzazioni che sono alla base del fenomeno della radio digitale nella sua globalità, inclusi quindi i broadcaster tradizionali e i brand come Pandora e Rhapsody, due grossi nomi all'intersezione tra radio, Internet e social networks. A parlare di cambiamento della radio Frontier ha chiamato i coordinatori dei progetti in corso in Australia e Germania, ma anche i responsabili di RaiWay. Il braccio infrastrutturale del broadcaster pubblico italiano viene entra a far parte, con i suoi progetti di digitalizzazione della radio, di un selezionato gruppo di "apripista" a livello internazionale. Sinceramente, non sono del tutto sicuro che se lo meriti appieno, perché continuo a pensare che lo sforzo che l'Italia sta conducendo in questo ambito manchi tuttora di una chiara motivazione e di una strategia solida. Ma è l'indubbio riconoscimento che da parte di RaiWay qualcosa è stato fatto. Ora toccherebbe ai regolatori, ai policy makers. Sfortunatamente, in Italia quando si afferma qualcosa del genere vuol dire che è venuto il momento di mettersi le mani nei capelli.
Frontier Silicon organises global digital radio summit in Tokyo for the Japanese consumer electronics industry
Speakers include senior executives from leading broadcasters and digital content providers from around the world
Tokyo, 5 November 2008: Frontier Silicon, the leading supplier of digital radio technology, is today holding a digital radio summit at the prestigious British Ambassador’s residence in Tokyo. Senior executives from the digital radio broadcast industry together with the world’s leading on-line music service providers are presenting their vision to Japan’s leading audio manufacturers to highlight new and exciting global market opportunities.
The European Broadcast Union recently declared its full backing of WorldDMB’s digital radio profiles, encompassing all three Eureka 147 standards: DAB, DAB+ and DMB-A. The broadcast radio industry in Europe and Australia has also declared its commitment to the accelerated roll-out of digital radio from next year. Executives from companies such as Sony, Panasonic and Pioneer will hear from broadcasters such as Rai Way in Italy, Commercial Radio Australia and Germany’s Ministry of Economics and Technology about the latest market opportunities these new launches represent.
This year the radio market is also experiencing the breakout of Internet radio from the confines of the personal computer and onto a wide range of innovative consumer electronics devices. For the first time, consumers are able to listen to broadcast and Internet radio on simple-to-use home audio receiver products, ranging from inexpensive wirelessly-connected table-top radios to top-end HiFi AV receivers. Driving this migration are innovative and highly-motivated content service providers who are defining new and exciting ways for audiences to listen to the music they love.
Delegates at the summit will hear top executives from companies such as Pandora, Last.fm and Rhapsody on how they are providing personal radio and on-demand jukebox style music services. Such services, when combined with digital broadcast radio, provide consumers the best possible choice of radio listening in the home and on the move.
Anthony Sethill, CEO, Frontier Silicon commented, “It is widely recognized just how important it is to the growth of digital radio in Europe and Australia to have Japanese audio manufacturers continuously investing in new radio receiver products. This summit gives the leading audio brand manufacturers a unique opportunity to hear first hand from key industry executives how the digital broadcast and Internet radio markets are converging. Audio brands have never had a better opportunity to exploit this convergence by investing in innovative connected-audio products.”
Rainer Wegner, Executive Director, German Ministry of Economics and Technology added, “The German broadcast industry is committed to a re-launch of digital radio in 2009/2010 with a clear focus on DAB+.” Giuseppe Braccini, Director of Business Development, RAI Way added “As the leading broadcast network operator in Italy, we are fully committed to the continuing nationwide roll-out of digital radio in Italy.”
Jessica Steel, SVP of Business Development at Pandora stated “Pandora recognised early on the need to provide our personalized Internet radio service on a wide range of consumer electronics devices. In-home connected digital audio products are a key part of our strategy for delivering Pandora to our listeners wherever and however they choose”. Drew Denbo, General Manager of Business Development for Rhapsody America added, “Our ability to deliver our 6 million song catalogue to home audio devices, handsets, portable music devices, and music sites across the Web is critical to Rhapsody’s long term strategic success.”
Frontier Silicon continues to lead the convergence of broadcast and connected home audio products by providing radio manufactures with the world’s first receiver module to support both DAB and Internet radio in 2007 (Venice 6). Since then, the company has gone on to develop a next generation of converged receiver modules with the recently announced Venice 6.2. Receiver manufactures have the choice of producing DAB/ DAB+/DMB-A receivers along with Internet radio via wireless and Ethernet connectivity in a low-cost, feature rich, fast-to-market solution.
Delegate presentations are available at:
http://www.frontier-silicon.com/events/08/11_Tokyo
9 commenti:
http://www.universal-radio.com/catalog/portable/0023.html
Per completezza, la radio DRM UniWave "a catalogo" presso Universal, non ha ancora un prezzo perché sarà disponibile nel primo quarto del 2009. Ero in attesa che il mio amico Knobb mi inviasse delle informazioni più dettagliate. Il problema del silicio per questo sistema di modulazione digitale rimane in tutta la sua gravità. Difficile sviluppare un mercato con gli apparecchi "to be announced" su un catalogo specializzato in prodotti di ultranicchia.
per il silicio Mirics ha una soluzione completa, presentata
a Settembre http://www.mirics.com/PressReleases.php?news_pressid=42
sulla quale Di-Wave e' parzialmente basato. NewStar ha altri due ricevitori come questo (spero piu' piccoli).
Piu' che defunto il DRM forse e' solo un po' in ritardo, d'altra parte il DAB ci ha messo vent'anni e ancora non funziona :-)
Credo di essere l'unica fonte informativa italiana puntuale sugli sviluppi di questa industria, specie quando si tratta di Mirics.
Il fornitore fabless britannico è anche quello che sta lavorando con i miei amici di Visionee, che tra parentesi sono molto a buon punto con il loro progetto Malindi (che prevede, lo ricordo, un terminale universale per la ricezione multistandard di sistemi di modulazione analigici e digitali, nonché un innovativo sistema di distribuzione dei segnali basato non più sul concetto di singoli trasmettitori ma su reti di "microcelle" collegate tra loro con protocolli IP puri). Sul DRM le mie perplessità le conoscete (anche la rabbia per il sacrificio di interessanti canali DX in onde medie sull'altare di una sperimentazione seguita da qualche decina di persone, quindi ammetto di essere un po' di parte), così come l'inflessibile entusiasmo dell'amico Maurizio. Chi vivrà, e potrà permettersi questi ricevitori, vedrà.
A leggere tutto, ci credo che la soluzione "cellulare + software" (o, per chi ama la radio fissa in casa, cordless con ricezione delle stazioni in streaming attraverso ADSL - Telecom Italia già commercializza un prodotto del genere) rischia di diventare vincente rispetto a dispositivi "di ultranicchia" ancora tutti da inventare!
Sono stato un ammirato estimatore del DRM ma mi rendo conto che l'utente medio non lo apprezzerebbe per la difficoltà di un ascolto decente.
Però come curioso sperimentatore devo dire che se avessi tra le mani una radiolina come quella da te illustrata qualche giorno fa, non la butterei via! :-)
a dire il vero Roberto con uno di questi ricevitori digitali le difficolta'
per l'utente dovrebbe essere minime, vedi l'identificativo della stazione
e basta, che poi la ricezione avvenga in onde corte, medie o in FM, l'utente
nemmeno lo sa.
Se ti riferisci a difficolta' di ricezione, forse le trasmissioni DRM
che possiamo ascoltare oggi non sono indicative, di fatto sono ancora
degli esperimenti, se ascolti in queste sere le trasmissioni di AIR per
l'Europa vedi che cambiano i parametri ogni giorno ed a causa di cio' oggi
senti bene e domani non senti nulla (stesso discorso per la RAI).
Se invece ti riferisci a difficolta' causate da interferenze, non e' che
gli altri sistemi ne siano immuni, i dropouts causati da accensione/spegnimento
di elettrodomestici li hai anche col DAB, che ha anche altri problemi tecnici
che il DRM non ha, come la penetrazione del segnale negli edifici (problema
che ha pure la telefonia).
Sono d'accordo con quello che sembra suggerire Andrea, che fare delle previsioni
su quello che succedera' e' impossibile, troppi fattori in gioco che possono
determinare il successo o fallimento di un sistema, fattori non solo tecnici ma
anche commerciali e di altro tipo ancora.
Volevo sottolinearne uno che su questo blog non credo di avere letto, il DRM e'
l'unico sistema dove non ci sono intermediari tra chi trasmette e riceve, mentre
con gli altri sistemi c'e' sempre in mezzo qualcuno che decide chi puo' ascoltare
che cosa e dove. Se una radio locale non ha i soldi per essere presente su un
multiplex DAB/DMB o nell'offerta di un gestore di telefonia, non puo' trasmettere.
Questi sistemi sembrano fatti apposta per muovere soldi, mentre il DRM e' stato
pensato per poter riutilizzare le apparecchiature esistenti (per ottenere il segnale
digitale da trasmettere basta anche solo un vecchio PC).
Il fatto che le radio locali francesi siano contro il DMB voluto dal governo e
sposino invece il DRM dovrebbe far riflettere (anche se sei un dxer e il DRM ti ha
pestato i calli).
Il tema dell'accessibilità ai multiplex del DAB è sempre stato ben presente qui su RP, dove le perplessità francesi di cui parla giustamente Maurizio sono state ampiamente riportate. Mi spiace non aver pubblicato qui (ci sono stati problemi di dischi) la mia presentazione al convegno di Renon, perché uno dei criteri tassonomici che ho adottato per classificare i vari sistemi numerici riguarda proprio la necessità, per alcuni di questi, di implementare una infrastruttura che pone inevitabili problematiche di controllo e accesso da parte dei content provider (ricordo di averne parlato anche a proposito delle idee in questo ambito manifestate da Mauro Fantin di Visionee). Il DMB è molto più "sistema", soluzioni come il DRM o HD Radio sono concepite non a caso in chiave sostitutiva, con larghezze di banda compatibili con le porzioni di spettro utilizzate attualmente. Sarebbe inesatto porre la questione come se il DAB fosse multiplexato e il DRM no, anche il DRM, come HD Radio, permette di veicolare più flussi di informazione. Ma il DRM occupa pochi kHz in AM ed essendo appunto dimensionato sul singolo broadcaster rischierebbe di provocare una situazione paradossale. Negli USA HD Radio, che consente anche in modalità ibrida la trasmissione di due canali audio aggiuntivi, ha sollevato il problema opposto: non tutti sono riusciti a riempire questo spazio extra. Produrre contenuti costa e in questo momento la radiofonia ha seri, serissimi problemi di copertura finanziaria. Dopo il problema della componentistica è il vero ostacolo sulla strada della radio digitale. Per l'emittenza commerciale i vantaggi rispetto a un FM ben regolamentata sono solo marginali a fronte dei tanti interrogativi posti da un discostamento dallo statu quo. Pe l'emittenza pubblica, l'unica che potrebbe permettersi di fare discorsi infrastrutturali di un certo impegno, c'è sempre il piccolo problema del consenso, dato che a pagare sarebbero i contribuenti.
la possibilita' di veicolare più flussi di informazione col DRM non
e' in pratica sfruttabile, come sai se si vuole trasmettere "near FM
quality" si deve usare tutto il canale, lasciando solo le briciole per
informazioni multimediali (stesso discorso per il DRM+ se si vuole
un audio "CD quality").
Non mi e' chiaro a cosa ti riferisci quando parli di "situazione paradossale".
E' il fatto che in AM non c'e' abbastanza spazio per tutti ? Beh, in FM
ce n'e' dell'altro e il DRM+ occupa meta' banda dell'analogico.
Tu preferisci il DMB perche' e' "piu' sistema", ma poi concludi che non si
puo' fare perche' costa troppo, col DRM questi costi non ci sono.
I vantaggi rispetto alla situazione attuale sono quelli noti : riduzione della
potenza utilizzata, miglioramento della qualita' audio, SFN, ricevitori piu'
facili da usare, ecc.
Non voglio tediare troppo i lettori ma mi piacerebbe capire perche' questa
strada non si puo' percorrerre, la mia impressione e' che abbia il "difetto"
di non muovere abbastanza soldi.
La situazione paradossale è che la modulazione digitale ti dà la possibilità di ampliare la tua offerta (e magari lo spazio pubblicitario) ma per sfruttarla devi investire soldi. E infatti con HD Radio molte stazioni non la sfruttano, o la sfruttano male.
I "vantaggi" del digitale, come la faccenda del ricevitore "più semplice", sono in certi casi molto soggettivi. Con una semplice marcatura RDS si possono ovviare agli inconvenienti di una sintonia non automatica. La famosa "CD quality" è stata, nel caso della codifica Musicam del primo DAB una mezza fregatura...
Certo, è evidente che una modulazione digitale può dare molti vantaggi. Ovvio, tutto si riduce a questioni economiche. Se certe strade non vengono percorse è perché la radio, in fin dei conti, è un mezzo troppo povero e addirittura percepita come un costo più che come una opportunità. La qualità dei contenuti pubblici costa al contribuente. La radio commerciale non fa diventare abbastanza ricchi con la pubblicità. Io non preferisco il DMB perché più sistema. Lo preferisco perché più rispettoso della radio che c'è già: se scegli una strategia in-band come il DRM+ indubbiamente più leggera, devi per forza pensarla in ottica di switch off pianificato, l'analogico dovrà prima o poi morire (e a mio modesto parere, quello che verrà dopo non sarà così incredibilmente migliore, specie in un contesto di mercato non ricchissimo). Guarda alle proteste che hanno accolto in Sardegna lo spegnimento della tv anlogica che pure, quella sì, è nettamente inferiore alla digitale, le transizioni di questo tipo non sono mai indolori e il calcolo preventivo del rapporto costi/benefici è quanto mai spannometrico. E poi chi si prenderebbe in questo momento il carico di una transizione italiana al DRM+? Non ci sono ricevitori, e va bene, possiamo anche immaginare un effetto tipo decoder DTT. Ma pensare di passare al DRM+ in una situazione non regolamentata come la nostra sarebbe da scriteriati. I risultati della prima tranche di sperimentazione di Kaiserslautern parlano chiaro, ci sono molti, moltissimi ostacoli sulla strada del DRM+. E non è che l'industria della radio abbia così tanto tempo per dimostrare i vantaggi veri e presunti della digitalizzazione. I giovani trovano formule più adatte su Internet tanto è vero che il valore pubblicitario delle emittenti commerciali è in inesorabile contrazione. Non dobbiamo ricadere nella sindrome degli ingegneri, la radio digitale non è bella perché è digitale. Dobbiamo solo capire se è fattibile e sostenibile. Finora mancano le evidenze per entrambe le cose. Vedremo in un futuro prossimo, ma come avverte Sethill di Frontier Silicon (non quel pirla nostalgico del DXer Andrea): se non ci saranno risultati nei prossimi due o tre anni: forget about it.
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