Fino ad allora non dovettero essere stati anni felici, ma per gli ebrei tedeschi che si svegliarono quel mattino del 10 novembre del '38 per andare a scuola, al lavoro o al tempio per pregare fu il primo vero passo della ripida discesa verso l'abisso. La notte tra il 9 e il 10 - ma come racconta questa pagina rievocativa della Hessicher Rundfunk la prima sinagoga incendiata fu quella di Kessel, il 7 novembre - Hitler e i suoi fidi mastini decisero di scoprire tutte le loro carte sulla soluzione che avevano in mente per il "problema" ebraico. E decretarano un pogrom che distrusse negozi, luoghi di culto e riunione. Dopo, ci fu anche chi si lamentò per la cattiva organizzazione. Il pragmatico Hermann Goering, leggo sul sito della Bayerischer Rundfunk, affermò dopo la Kristallnacht che avrebbe "preferito duecento ebrei morti ammazzati piuttosto che tutti quei danni". Molti dei negozi saccheggiati erano di proprietà ariana e le compagnie assicuratrici del Reich non gradirono, poverine. Goering, che pochi anni dopo avrebbe ingoiato il cianuro piuttosto che essere impiccato a Norimberga, ordinò che le comunità ebraiche versassero un miliardo di marchi a titolo di "riparazione".
Ieri la Signora Merkel ha ricordato insieme a tutti i suoi connazionali quel primo passo mosso verso l'abisso settanta anni fa. La capitale tedesca è tappezzata di manifesti Berlin erinnert sich, Berlino ricorda. Radio e televisioni hanno trasmesso molti speciali. La cosa più curiosa l'ho trovata tra i feed in portoghese dell'agenzia France Press, che ricorda come la prima emittente che in Europa diede la notizia del pogrom fosse Union Radio Madrid, che in piena guerra civile (Madrid sarebbe caduta un paio di mesi dopo) trasmetteva propaganda antifascista. Purtroppo quella propaganda non servì a molto, se non forse ad alleggerire un poco il peso dei ricordi per coloro che in quegli anni scelsero di non stare dalla parte di Goering.
Non ho visto in compenso, a parte qualche titolo sull'esortazione del pontefice a non ripetere più certi orrori, troppe prese di posizione da parte dei nostri formidabili governanti, forse troppo impegnati a ridere sull'umorismo delle loro "carinerie". Peccato che quando si comincia a parlare di classi differenziate ci sia così poco da ridere. Undzer shtetl brent, il nostro villaggio brucia, scriveva, negli anni della Notte dei cristalli, il poeta musicista yiddish Mordechaj Gebirtig (qui potete ascoltare l'interpretazione di Moni Ovadia). Col fuoco del razzismo sarebbe meglio non scherzare.
Ieri la Signora Merkel ha ricordato insieme a tutti i suoi connazionali quel primo passo mosso verso l'abisso settanta anni fa. La capitale tedesca è tappezzata di manifesti Berlin erinnert sich, Berlino ricorda. Radio e televisioni hanno trasmesso molti speciali. La cosa più curiosa l'ho trovata tra i feed in portoghese dell'agenzia France Press, che ricorda come la prima emittente che in Europa diede la notizia del pogrom fosse Union Radio Madrid, che in piena guerra civile (Madrid sarebbe caduta un paio di mesi dopo) trasmetteva propaganda antifascista. Purtroppo quella propaganda non servì a molto, se non forse ad alleggerire un poco il peso dei ricordi per coloro che in quegli anni scelsero di non stare dalla parte di Goering.
Non ho visto in compenso, a parte qualche titolo sull'esortazione del pontefice a non ripetere più certi orrori, troppe prese di posizione da parte dei nostri formidabili governanti, forse troppo impegnati a ridere sull'umorismo delle loro "carinerie". Peccato che quando si comincia a parlare di classi differenziate ci sia così poco da ridere. Undzer shtetl brent, il nostro villaggio brucia, scriveva, negli anni della Notte dei cristalli, il poeta musicista yiddish Mordechaj Gebirtig (qui potete ascoltare l'interpretazione di Moni Ovadia). Col fuoco del razzismo sarebbe meglio non scherzare.
Kristallnacht, a Noite dos Cristais, completa 70 anos
BERLIM (AFP) — A "Rádio Madrid" foi a primeira a revelar a dimensão da violência registrada na madrugada de 9 para 10 de novembro de 1938 na Alemanha e na Áustria, durante o Reich hitlerista, quando inúmeras sinagogas foram queimadas, lojas e lares de judeus foram saqueados e milhares de judeus foram agredidos e detidos.
Com a realização de diversas cerimônias, a Alemanha celebra neste domingo os 70 anos da Noite dos Cristais, principalmente em Berlim, na presença da chancelar Angela Merkel. Conhecida popularmente como "Kristallnacht", a Noite dos Cristais foi quando, pela primeira vez, 30.000 foram levados a campos de concentração simplesmente por pertenceram à "raça judaica".
Os judeus já vinham sendo discriminados desde 1935, mas acreditavam que podiam continuar vivendo normalmente na Alemanha. "Eu acordei com o barulho dos vidros quebrando", escreveu Margot Schwarz, que tinha 17 anos na pequena cidade de Horb, na Baviera. "As pedras atingiam todas as janelas da casa... Bem cedinho, eles vieram prender meu pai", contou.
Em Frankfurt, quando Benjamin Marx chegou à escola judaica, ele soube que a sinagoga vizinha havia sido queimada. A diretora mandou as crianças de volta para casa. Em casa, seu pai ouvia rádios estrangeiras, para tentar entender o que estava acontecendo.
Madrid estava ainda nas mãos dos republicanos e sua rádio divulgava principalmente propaganda antifascista. "Estas informações davam, a princípio, margem para dúvidas, mas, com os passar das horas, outras rádios estrangeiras confirmaram estes boletins", escreveu o historiador britânico Martin Gilbert em "Kristallnacht: prelude to destruction". Em toda a Alemanha, na Áustria e nos territórios tchecos anexados, os 'camisas marrons' da SA, auxiliados pelos integrantes das Juventudes Hitleristas, incendiavam centenas de sinagogas.
Os bombeiros convocados tinham ordem de apenas impedir que os incêndios se estendessem. Em Berlim, a sinagoga da Rykestrasse, onde a chanceler Angela Merkel deve participar neste domingo de uma cerimônia, foi poupada por medo de que as chamas destruíssem os prédios vizinhos.
Lojas atacadas, judeus insultados, assassinados. Susanne Ster, 81 anos, foi morto com três tiros na cabeça por ter se negado a deixar sua casa de Heilbronn (sudoeste), relata um documentário divulgado na quarta-feira pela televisão pública alemã. Hitler, observou o ministro da Propaganda Joseph Goebbels em seu diário, havia decidido que os "judeus deveriam sentir a raiva do povo". Dessa forma, as SA iniciaram seus ataques usando roupa civil para que tudo parecesse um ação espontânea da população contra os judeus. Os poucos cidadãos que se mostraram indignados com tanta brutalidade foram forçados ao silêncio.
Dos 30.000 judeus detidos depois da Kristallnacht, mil morreram nos campos de concetração. Os outros foram soltos quando a guerra começou em setembro de 1939, e muitos conseguiram fugir do país. Nunca mais houve um pogrom na Alemanha, mas a repressão se agravou. Ainda sem lei, os judeus foram forçados a liquidar seus bens, numa gigantesca operação de pilhagem organizada. Sem recursos, a emigração, então objetivo declarado do regime, tornou-lhes ainda mais difícil. Em outubro de 1941, começaram as deportações para os campos de extermínio, onde a história seguiu seu curso monstruoso.
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