Sarebbe piaciuta a Robert Altman la storia delle canzoni ritrovate di Hank Williams, divo della country music negli anni '40, morto a nemmeno trenta nel 1953, sul sedile posteriore di una Cadillac a noleggio, solo come nel titolo di un suo grande successo (I'm so lonely I could cry). Il musicista era nato, in Alabama, con un difetto congenito alla spina dorsale e per tutta la carriera i dolori lo avevano costretto a farsi di droghe e alcool. Come quella sera prima di salire a bordo dell'automobile che doveva portarlo a un concerto, dal Tennessee all'Ohio. Quando si fermò in una stazione di servizio in piena notte l'autista lo trovò già rigido, per colpa dell'ultima iniezione di morfina. Quattro giorni dopo gli sarebbe nata una figlia - "Jett" - che oggi fa la cantante country, come il fratellastro Hank Junior (Jett nacque da una relazione che Hank Senior ebbe tra i suoi due matrimoni, fu adottata dalla nonna paterna e subito dopo, alla morte di lei, da una famiglia dell'Alabama).
In quegli anni le star della country music tenevano i loro concerti ma diventavano famose soprattutto per le esibizioni "live" alla radio. E anche Hank e i suoi Drifting Cowboys si esibivano spesso. Proprio in quegli anni suonavano alla mitica WSM di Nashville, con la sponsorizzazione dei biscotti Mother's Best Flour. Ma lo show dal vivo non era molto compatibile con gli impegni dei musicisti in perenne tournée. E così Hank e i suoi "Cowboys erranti" registravano i loro 15 minuti di spettacolo su dischi di acetato, che WSM mandava in onda quando la diretta non era possibile. Dischi di alluminio che non erano fatti per resistere nel tempo e di cui la stazione a un certo punto decise di disfarsi. Per la fortuna degli appassionati il materiale furono salvati e negli anni ottanta furono consegnati al museo della musica country di Nashville, dove il curatore riuscì a ripulire i dischi e a trasferirli su nastro. Un totale di 143 canzoni e soprattutto un condensato di vita musicale sul palcoscenico, con Hank che scherza per le stonature della sua band, parla dei suoi concerti, ride. Per Jett, che il padre non l'aveva mai visto e che per anni non aveva neppure saputo di esserne figlia, quelle risate di mezzo secolo fa contano anche più della musica.
I nastri delle canzoni ritrovate finiscono in una casa discografica all'inizio di questo millennio, ma Jett e suo fratello Hank Junior decidono di andare in tribunale: quella voce rappresenta sicuramente un valore economico ma è anche l'eredità spirituale di un padre assente da cinquant'anni. Ci sono voluti sei anni di processi ma alla fine le 143 canzoni sono entrate a far parte della Hank Williams Estate. E pochi giorni fa Time-Life su autorizzazione della famiglia ha pubblicato una prima tranche di cinquanta canzoni, su tre CD. I critici, come racconta Robert Hilburn sul Los Angeles Times, scrivono che la qualità di queste registrazioni ha del miracoloso. Come se davvero Hank alla fine fosse sceso dalla sua Cadillac e si fosse messo a cantare per i suoi ascoltatori di WSM e per una figlia che non avrebbe mai conosciuto.
In quegli anni le star della country music tenevano i loro concerti ma diventavano famose soprattutto per le esibizioni "live" alla radio. E anche Hank e i suoi Drifting Cowboys si esibivano spesso. Proprio in quegli anni suonavano alla mitica WSM di Nashville, con la sponsorizzazione dei biscotti Mother's Best Flour. Ma lo show dal vivo non era molto compatibile con gli impegni dei musicisti in perenne tournée. E così Hank e i suoi "Cowboys erranti" registravano i loro 15 minuti di spettacolo su dischi di acetato, che WSM mandava in onda quando la diretta non era possibile. Dischi di alluminio che non erano fatti per resistere nel tempo e di cui la stazione a un certo punto decise di disfarsi. Per la fortuna degli appassionati il materiale furono salvati e negli anni ottanta furono consegnati al museo della musica country di Nashville, dove il curatore riuscì a ripulire i dischi e a trasferirli su nastro. Un totale di 143 canzoni e soprattutto un condensato di vita musicale sul palcoscenico, con Hank che scherza per le stonature della sua band, parla dei suoi concerti, ride. Per Jett, che il padre non l'aveva mai visto e che per anni non aveva neppure saputo di esserne figlia, quelle risate di mezzo secolo fa contano anche più della musica.
I nastri delle canzoni ritrovate finiscono in una casa discografica all'inizio di questo millennio, ma Jett e suo fratello Hank Junior decidono di andare in tribunale: quella voce rappresenta sicuramente un valore economico ma è anche l'eredità spirituale di un padre assente da cinquant'anni. Ci sono voluti sei anni di processi ma alla fine le 143 canzoni sono entrate a far parte della Hank Williams Estate. E pochi giorni fa Time-Life su autorizzazione della famiglia ha pubblicato una prima tranche di cinquanta canzoni, su tre CD. I critici, come racconta Robert Hilburn sul Los Angeles Times, scrivono che la qualità di queste registrazioni ha del miracoloso. Come se davvero Hank alla fine fosse sceso dalla sua Cadillac e si fosse messo a cantare per i suoi ascoltatori di WSM e per una figlia che non avrebbe mai conosciuto.
Backtracking: 'The Unreleased Recordings' by Hank Williams
The set, so rich and revealing, shows off his vocal skills and his playful side. By Robert Hilburn
October 28, 2008
More than a half century after his death, Hank Williams remains so revered as a songwriter that his gifts as a singer are often underappreciated. But one of the strengths of "The Unreleased Recordings," a remarkable new CD boxed set released today, is the way it showcases the brilliance of his vocal skills.
Besides his singing prowess, the three-disc package, which features 54 radio show performances, also underscores Williams' musical influences, including his affinity for gospel songs and his playful personality.
Williams was the hottest artist in country music in 1951 when he agreed to host a 15-minute radio show for WSM, the Nashville station that broadcast the Grand Ole Opry. Because he toured so much, Williams taped the shows in advance with his Drifting Cowboys band at the WSM studio. The shows were then aired at 7:15 a.m. weekdays.
Listening to the set, it's clear that Williams could have been an influential figure in country music even if he had never written a song. His phrasing in this relaxed setting sometimes exhibits a stronger and more personal edge than he showed during his more formal recording sessions.
Although many boxed sets are so filled with hits and misses that they deserve to be called little more than record industry "product," this set is so rich and revealing it deserves to be labeled "historic."
The back story: Lots of country music performers in the 1940s and 1950s hosted local radio shows, and Williams was just 27 when he signed on to WSM. He already had such No. 1 country singles as "Lovesick Blues," and "Long Gone Lonesome Blues" behind him. In 1951, he added two more No. 1 country singles to his string: "Cold, Cold Heart," which became a pop smash after Tony Bennett recorded it, and "Hey, Good Lookin'," a playful tune with an opening line that went, "Hey, hey, good lookin', whatcha got cookin'?/ How's about cookin' somethin' up with me?"
His early time slot might not sound impressive, but it was a prized one, especially in rural areas reached by the powerful station. In the set, Williams' daughter, Jett, writes about his early morning listeners.
"Imagine that it's 7:15 a.m. in January, 1951," she writes. "People are cooking biscuits, milking cows, driving to work or doing whatever they did on a daily basis, and they're treated to a 15-minute radio show starring Hank Williams." She continues, "He talked about his favorite songs, where he'd been and where he was going. Whatever came into his head. It was kinda like having him join you at your breakfast table for a good visit."
It's that casual format that helps makes these recordings so engaging. We get a glimpse of Williams' humor on the first disc when he introduces "Hey, Good Lookin' " by slipping in his sponsor's name, "If you've got anything cookin', just be sure you're cookin' it with Mother's Best flour." He then adds, "Well, I ain't good lookin', but I'm gonna to start cookin'," before starting the song.
Later he tells his band members that his grandmother taught him a version of "On Top of Old Smokey" that was a lot different from the Weavers' singalong rendition that topped the pop hit parade early in 1951.
"Remember that thing?" he asks someone in the studio. "I'm going to get the boys and see if we can do it like the old, old-timers used to do." His version is much slower and more deliberate than the Weavers' treatment.
The music: Although Williams sang a few of his songs, including "I Can't Help It (If I'm Still in Love With You)," he mostly performed material on the show by other writers, including such country standards as Fred Rose's "Blue Eyes Crying in the Rain," which Willie Nelson redid so successfully in 1975, and Scotty Wiseman's "Have I Told You Lately That I Love You," which had been a hit for both Gene Autry and Tex Ritter.
Williams devoted a lot of time to gospel music, including Thomas A. Dorsey's classic "Precious Lord, Take My Hand" and Will Thompson's "Softly and Tenderly," which was later recorded by Elvis Presley and Johnny Cash.
Whatever the material, Williams sang with such passion and care that he made any composition feel like it was his own. The most remarkable moment in the set is probably his version of "Cool Water," the Bob Nolan tale of isolation and faith. Unlike the jaunty treatment the song often gets, Williams sang it with such a dark sense of loneliness that his version becomes unforgettable.
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