La serie di pubblicazioni Rizzoli dedicate all'opera di Giovannino Guareschi si è arrichita quest'anno con un volume, Guareschi e la radio, che riunisce i lavori che il grande giornalista e scrittore di Don Camillo e Peppone svolse per conto della radio italiana nell'immediato dopoguerra. Tra le produzioni più celebri ci furono le ventinone trasmissioni di Signori entra la Corte, una formula di radiodramma antesignano delle moderne trasmissioni televisive di carattere giudiziario. Nei suoi processi radiofonici, creati per conto di uno sponsor pubbliciario, Guareschi rimandava il verdetto agli ascoltatori stessi. La serie godette di enorme successo, tanto da essere ripresa persino dalla BBC.
Anche quando era internato in un campo di concentramento per ufficiali, in Germania, Guareschi riuscì a "fare radio", come racconta questo articolo di Alessandro Ferioli per Nuova Storia Contemporanea. Su Oggi, nel 1946, Guareschi raccontò le vicende di "Caterina", un apparecchio ricevente costruito con mezzi di fortuna dagli ufficiali rinchiusi nel campo di concentramento di Sandbostel. Il ritaglio si trova sul bel sito Radio-Caterina.org dove trovate altre storie di resistenza alla radio.
Invece, la lunga recensione di Guareschi alla radio di Guido Conti è tratto dal sito della Stampa, che anticipa l'uscita del pezzo su Tuttolibri di domani.
Invece, la lunga recensione di Guareschi alla radio di Guido Conti è tratto dal sito della Stampa, che anticipa l'uscita del pezzo su Tuttolibri di domani.
Signori entra Guareschi
Il lavoro radiofonico dell’artefice di don Camillo e Peppone
di Guido Conti
Pochi sanno che Giovannino Guareschi (1908-1968), l’autore di Don Camillo e Peppone, è stato anche un vignettista satirico, un fotografo, un umorista, un fondatore di giornali, uno sceneggiatore, un autore di teatro, un polemista politico, un illustratore, un autore di pubblicità per caroselli, un paroliere per canzoni e, non meno importante, un autore radiofonico.
Guareschi e la radio, Milano 1947-1949, a cura di Alberto e Carlotta Guareschi raccoglie il lavoro di Giovannino alla radio nel dopoguerra, con i ventinove processi di «Signori, entra la corte», con il verdetto lasciato ai lettori, e «Caccia ai ricordi», un programma dove l’autore, invitava ad indovinare l’anno di cui si parlava con indizi e notizie raccolte dalla Domenica del Corriere. Entrambi erano nati per campagne pubblicitarie, la prima per le pastiglie per la gola «Resoldor» della ditta Gazzoni di Bologna, l’altra, per il Calzaturificio di Varese. Un aspetto, questo della committenza pubblicitaria assolutamente nuovo e da studiare nel lavoro letterario del Novecento.
Negli Anni Trenta, durante il fascismo, la radio si diffonde capillarmente, entrando nelle case di quasi tutte le famiglie italiane. Il nuovo media attira gli umoristi: Cesare Zavattini e Carlo Manzoni, Marcello Marchesi, Vittorio Metz e non ultimo il giovane Federico Fellini scrivono radiodrammi, monologhi e sketch umoristici. Sono questi scrittori, non considerati dalle storie della letteratura ufficiale, i veri figli del futurismo, quelli che utilizzano e lavorano con la radio, il cinema e la televisione, i giornali, i fumetti, le storie illustrate, esplorando le potenzialità narrative dei nuovi mezzi di comunicazione popolare, uscendo dai generi tradizionali del racconto e del romanzo per inventarsi forme e strategie nuove di racconto, anche illustrato, prima di allora impensabili: valga come esempio il radiodramma o il soggetto e la sceneggiatura per il cinema.
Il lavoro di Giovannino prima della guerra è volto al varietà, alla commedia, al racconto umoristico leggero, con programmi come «Dimmi il tuo nome» con lezioni sull’onomastica, e «Grattacielo n.15», un programma comico dove ogni puntata è ambientata in un piano di un grattacielo. Dopo due anni di lager, dove lavorò anche alla radio B90 con programmi umoristici per gli internati, Giovannino torna a Milano e qui lavora tra il 1947 e il 1949 ai radioprocessi che attireranno perfino l’interesse della Bbc per una traduzione e trasmissione presso la radio inglese, anticipando «Forum», il processo televisivo con tanto di pubblico votante in sala.
Il periodo che va dal 1947 al 1949 è quello che precede le prime elezioni del 1948 e segue il primo governo democratico, nel clima turbolento e fratricida del dopoguerra: protagonisti dei processi radiofonici sono i reduci, i borsari neri, la nuova criminalità. La seconda serie dei processi avrà invece un taglio più «giallo». Il successo fu enorme, non senza polemiche, poiché mancarono i commenti alle scelte dei lettori. Sotto la veste umoristica e processuale Giovannino invitava gli italiani a riflettere su problemi morali di un’Italia che usciva dalle macerie della guerra con intelligenza, toccando il cuore degli ascoltatori.
I titoli sono suggestivi: La bicicletta impegnata, Il delitto di Mezzafaccia, Un morto resuscitato. Nella serie della «Caccia ai ricordi» troveremo protagonisti la famiglia di Giovannino, con la Margherita del Corrierino delle famiglie, la più grande saga letteraria di una famiglia italiana raccontata settimanalmente dal 1937 al 1968.
La radio è un capitolo appassionante del lavoro poetico di Giovannino, e non deve essere disgiunto ma integrato al resto del suo complesso progetto letterario, in un’idea di continuità di modi e forme che coinvolgono il suo lavoro di umorista e di narratore, specialmente nel lavoro di sceneggiatore per il cinema. Le opere della radio hanno un’ideale continuità di modi e forme con i racconti che escono a puntate sui giornali, e devono essere rilette alla luce del lavoro narrativo di Giovannino, a dimostrazione, ancora una volta, di quanto le sue battaglie, le sue resistenze umane e civili, siano profondamente legate al suo lavoro di scrittore e di umorista. Il volume che raccoglie il suo lavoro radiofonico in uno dei periodi più caldi della nostra repubblica, è un capitolo essenziale per capire l’Italia di allora e di oggi.
A cura di : Alberto e Carlotta Guareschi
Titolo: Guareschi e la radio, Milano 1947-1949
Edizioni: Rizzoli
Pagine: 480
Prezzo: 49 euro
(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 22 dicembre)
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