Mentre stavo leggendo l'altro giorno i commenti che circolano sui blog della BBC in occasione del decimo anniversario della presenza Web della grande Beeb, mi arriva un gtalk di Andrea B. con il link all'audio della già celeberrima telefonata tra Agostino e Colui che socialmente è percepito come il Papa. Non credo di peccare troppo di esterofilia mettendovi a parte del senso di oppressione che ho provato all'ascolto di quello straordinario documento antropologico. La spiegazione più razionale è che siamo stati rapiti da una civiltà aliena e ostile, che ci ha rinchiusi in una gigantesa prigione-laboratorio. Siamo le innocenti cavie di una colossale sperimentazione di guerra batteriologica. L'obiettivo è studiare la metodica distruzione di una grande cultura nazionale sopposta al costante trattamento di una potente neurotossina ricavata dalla merda. Solo una macchinazione di questa portata può giustificare la circostanza per cui nella RAI che ha visto tra i suoi collaboratori chessò, Carlo Emilio Gadda e Luciano Berio oggi comandano i (gasp) Saccà.
Ora ritorniamo sul pianeta terra e parliamo delle cose che gli esseri umani intelligenti riescono a organizzare nel punto di confluenza tra il mass medium più vetusto e il social network. Sul BBC Internet Blog fervono in questi giorni i post più stimolanti, a dieci anni dalla creazione di un portale che nel corso del tempo è diventato luogo di sperimentazione e soprattutto di contatto con lo spettatore, televisivo e radiofonico. Nick Reynolds oggi presenta i lavori per il primo podcast dell'Internet blog, previsto per la prossima settimana. E' proprio come nella RAI di Saccà, tutto è orientato al coinvolgimento e alle opinioni di chi paga il canone. "The discussion will be about how the BBC is using blogs to try and talk to licence fee payers, ("blogs as accountability", if you like)". In effetti, ragazzi, ve lo immaginate che cosa potrebbe scrivere sul suo blog Saccà. Immagino già un lungo post su Legnano come culla della civiltà occidentale.
Al podcast anticipato da Reynolds partecipano per esempio Matthew Cashmore e Ian Forrester, di BBC Backstage. Che cos'è Backstage? E' il laboratorio di materiali riservato agli utenti (i cittadini) della BBC, invitati a sottoporre idee, format, iniziative, programmi radiotelevisivi e programmi software, insomma un buon modo per stimolare la creatività aprendo il mondo della produzione mediatica anche a coloro che ne fruiscono direttamente. Come nel caso del Barbarossa televisivo, insomma.
Con l'occhio sempre più stralunato di chi guarda a tutte queste attività da un pianeta lontano e cupamente ripiegato sulle vicende politico-attoriali di Evelina Manna (ho fatto come Saccà, sono andato a cercare su Internet), sono venuto a sapere che sabato scorso Backstage ha tenuto a Londra il suo party natalizio, con la sponsorizzazione di The Open Rights Group una associazione per la tutela dei diritti nell'era digitale. Proprio in queste settimane in Gran Bretagna si discute su una riforma della legge sul copyright tesa a facilitare l'accesso alle opere protette da parte di privati cittadini, studenti e biblioteche. Il prossimo 8 gennaio lo UK Intellectual Property Office organizza una serie di pubbliche consultazioni sulla proposta di emendamento della normativa in materia.
La BBC, ente pubblico, organizza con Backstage (un laboratorio di sperimentazione aperto al pubblico) una festa natalizia in cui il pubblico viene a contatto con un organismo fortemente critico del copyright così come lo abbiamo applicato finora. Un organismo che ha tra i suoi scopi quello di rafforzare la "awareness in the media of digital rights abuses". Sembra proprio di avvertire l'eco della telefonata in cui un alto dirigente dell'ente radiotelevisivo pubblico italiano (padano?) discute con il capo dell'opposizione i programmi da mandare in onda su espressa richiesta di un alleato del capo dell'opposizione, nonché sulle strategie atte a favorire il passaggio di un parlamentare della Repubblica dallo schieramento governativo agli scranni dell'opposizione (l'operazione "libertaggio" o "libertà", come volete).
Al party di Backstage è stato invitato a parlare di diritti digitali Cory Doctorow, co-editor di BoingBoing, uno dei blog più letti al mondo. Sta Federico imperatore in Como...
Al podcast anticipato da Reynolds partecipano per esempio Matthew Cashmore e Ian Forrester, di BBC Backstage. Che cos'è Backstage? E' il laboratorio di materiali riservato agli utenti (i cittadini) della BBC, invitati a sottoporre idee, format, iniziative, programmi radiotelevisivi e programmi software, insomma un buon modo per stimolare la creatività aprendo il mondo della produzione mediatica anche a coloro che ne fruiscono direttamente. Come nel caso del Barbarossa televisivo, insomma.
Con l'occhio sempre più stralunato di chi guarda a tutte queste attività da un pianeta lontano e cupamente ripiegato sulle vicende politico-attoriali di Evelina Manna (ho fatto come Saccà, sono andato a cercare su Internet), sono venuto a sapere che sabato scorso Backstage ha tenuto a Londra il suo party natalizio, con la sponsorizzazione di The Open Rights Group una associazione per la tutela dei diritti nell'era digitale. Proprio in queste settimane in Gran Bretagna si discute su una riforma della legge sul copyright tesa a facilitare l'accesso alle opere protette da parte di privati cittadini, studenti e biblioteche. Il prossimo 8 gennaio lo UK Intellectual Property Office organizza una serie di pubbliche consultazioni sulla proposta di emendamento della normativa in materia.
La BBC, ente pubblico, organizza con Backstage (un laboratorio di sperimentazione aperto al pubblico) una festa natalizia in cui il pubblico viene a contatto con un organismo fortemente critico del copyright così come lo abbiamo applicato finora. Un organismo che ha tra i suoi scopi quello di rafforzare la "awareness in the media of digital rights abuses". Sembra proprio di avvertire l'eco della telefonata in cui un alto dirigente dell'ente radiotelevisivo pubblico italiano (padano?) discute con il capo dell'opposizione i programmi da mandare in onda su espressa richiesta di un alleato del capo dell'opposizione, nonché sulle strategie atte a favorire il passaggio di un parlamentare della Repubblica dallo schieramento governativo agli scranni dell'opposizione (l'operazione "libertaggio" o "libertà", come volete).
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