18 novembre 2006

Goodbye Abkhazia


Continuano più o meno regolarmente a segnalare la radio "ufficiale" dell'Abkhazia, provincia autonoma georgiana che dal 1992 lotta militarmente contro Tbilisi per staccarsi e diventare una nazione indipendente (o più probabilmente ricongiungersi con la Russia). Apsua Radio trasmette su 9495 kHz o qualcosina di meno ed è stata segnalata a ottobre dopo le 02 UTC, probabilmente adesso apre alle 3. La stazione dovrebbe arrivare, in russo, fino a dopo le 4 o 5 e in teoria ha anche una fascia intorno al mezzogiorno. Sarebbe da provare.
La situazione in Abkhazia è caucasica. Leggi: incasinata quasi peggio che in Iraq. Anche perché mentre nell'ex "resort" bolscevico sul Mar Nero, tanto amato da Stalin che volle annetterlo alla Georgia (quel pazzo furioso credeva di giocare a Risiko, lui), si accende la lotta per le gole di Kodori, unica striscia di territorio sotto controllo militare di Tbilisi (che insiste affinché il governo provinciale de jure, oggi esiliato in Georgia, si insedi da quelle parti, probabilmente in una bella tenda da campo)... Ebbene, mentre in Abkhazia si lotta, con l'aiuto dei fratelli ceceni (etnicamente vicini agli abkhazi i quali però sono vicinissimi ai russi, i quali naturalmente vorrebbero sterminare i ceceni...); insomma mentre a sud-ovest ne succedono delle belle, a nord-est, in Ossezia del Sud, altra provincia indipendentista georgiana, la tensione non diminuisce. Il 12 novembre la popolazione dell'Ossezia meridionale ha approvato al 90% l'autonomia con un referendum, mentre quelli che non cercano l'indipendenza già pensano a un controreferendum. Due giorni fa la Reuters dava una notizia che se non ci fossero di mezzo migliaia di morti e profughi, movimenti di guerriglieri, terroristi, traffici d'armi, povertà e distruzioni assortite sarebbe esilarante: Eduard Kokoity, leader ribelle dell'Ossezia e Sergei Bagapsh, leader ribelle dell'Abkhazia, si sono trovati con Igor Smirnov, leader ribelle della moldava Transdniestria e hanno dettato le loro condizioni a Mikheil Saakashvili, leader eletto della Georgia. I negoziati con le due regioni possono riprendere se la Georgia si impegna a non usare la forza con gli osseti e se ritirerà le sue truppe dall'abkhaza Kodori. Scusate l'analisi sommaria, ma queste sono le ultime notizie dalla periferia dell'impero dell'amico Putin.
Per seguire la situazione il sito di Radio Free Europe/Radio Liberty continua a funzionare egregiamente, i suoi periodici report sono pieni di spunti. Ma a proposito di Caucaso ho trovato un sito interessante in Conciliation Resources, una ONG che da quelle parti cerca di portare un messaggio di pacificazione. Con la collaborazione di alcune radio locali, CR ha lanciato il progetto South Caucasus Radio Diaries, che cerca di dar voce a chi non l'ha mai avuta, la popolazione locale. La prima vittima delle manovre dei vari capobanda. Una ventina di stazioni radio di tutta la regione collabora alla raccolta di documenti orali che vengono poi ritrasmessi. I Diaries sono già stati raccolti in un CD e in un libro in lingua russa prelevabili dal sito di Conciliation Resources. Da Sukhumi, "capitale" abkhaza, trasmette per esempio Radio Soma, che ha un bellissimo sito Web. Molto interessante anche il sito della missione ONU a Sukhumi, la UNOMIG.



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