28 marzo 2013

Germania, se ne va un altro pezzo di infrastruttura a onde medie


Prosegue, al contrario di quello che pretendono di affermare certe petizioni esageratamente nostalgiche (intendiamoci, a me non piace l'idea di un cambiamento così radicale della radiofonia che conoscevo, ma trovo stupido illudersi), l'irreversibile manovra di dismissione di quel che resta della infrastruttura trasmissiva europea sulle onde media. Resta ancora un mese per sintonizzarsi su due frequenze storiche,   i 783 e i 1044 di Lipsia e Dresda, su cui eravamo soliti ascoltare i programmi di Stimme der DDR e che dopo il 1990 hanno invece ripetuto i programmi di MDR - Mitteldeutsche Rundfunk (in particolare il canale MDR Info). C'è in realtà una terza frequenza soppressa, i 1188 kHz, ma la potenza è bassa e ininfluente qui. A Dopo lo spegniment, previsto il 30 aprile prossimo, tutto il Land ex-orientale tedesco si trasferisce radiofonicamente parlando in FM e DAB+. Inutile stracciarsi le vesti, tenere accesi 100 kilowatt (tanti sono quelli di Lipsia) in un brodo variabile di rumori locali è del tutto pretestuoso, soprattutto se a finanziare certe presenze nell'etere sono i soldi pubblici. Tanto vale rassegnarsi e mettersi a pensare a un uso più locale e ad hoc di una parte di spettro che per fortuna non interessa - almeno per il momento - nessun dividendo digitale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

il pezzo è semplicemente impeccabile! la nostalgia non può far dimenticare i problemi dei soldi pubblici, sempre meno

Anonimo ha detto...

Ciao, sono un lettore saltuario del blog, che è fatto molto bene, davvero complimenti!
Ho una certa esperienza di restauro di radio antiche e vorrei tradurre la cosa in soldi aprendo un'attività professionale.
Se la radio analogica continuerà ancora per un pò potrei fare dei bei soldi ma se io apro la dittarella, dopo sei mesi non si riceve più nulla in am e dopo 12 chiude tutta la fm io di soldi ne avrei guadagnati pochi.
Con un orizzonte tipo di 5 anni la cosa mi converrebbe ancora.
Le notizie sono contraddittorie, cosa mi consigliate?
Grazie, ciao!
Jeff Scott da Tortoreto

Andrea Lawendel ha detto...

Domanda delle cento pistole! Secondo me non è ragionevole pensare che in Italia si possa intervenire sull'FM in modo radicale prima di altri 10 o 15 anni, anche se naturalmente non possiamo escludere qualche drastica decisione a livello europeo. Anche così ritengo che continueremo ad ascoltare stazioni in 'FM per almeno 5 o 10 anni (diciamo che vedo più molto probabile in questo intervallo di tempo la scomparsa di transistor e componenti discreti, non parilamo di valvole).
Sulle onde medie la questione è più delicata, fare previsioni è più difficile. Esempio: la Grecia della super-crisi mesi fa annuncia di voler spegnere tutte le onde medie per risparmiare. Poi però il governo cambia idea e la "riforma" della radio pubblica mantiene intatte parecchie frequenze. Ma fino a quando? In Europa la tendenza alla dismissione delle medie è assolutamente chiara. In Italia restano una dozzina di impianti ma non credo che la cosa durerà all'infinito. La Germania è avviata allo spegnimento totale, la Gran Bretagna non ne parliamo. Nazioni come la Spagna sono un po' come il caso greco, ma nell'est Europa i piani di chiusura ci sono eccome. Un'incognita come la possibilità di trasmettere ancora, ma con il digitale DRM è ancora troppo nebulosa. Direi però che se consideriamo un tipo di ascolto essenzialmente serale, aperto cioè alle ricezioni a una certa distanza, una radio normale potrà continuare ad ascoltare qualcosa in onde medie per tre-quattro anni. Su un orizzonte molto più esteso non mi sento di esprimermi ma sono abbastanza pessimista. Resta naturalmente il valore di collezionismo, che non so quanto possa riguardare l'oggetto in se (ma a quel punto può anche essere completamente rotto!).

Anonimo ha detto...

Risposta delle cento pistole, per la sua velocità, grazie!
Il soprammobile non lo vuole nessuno, o meglio, lo vogliono tutti ma lo vogliono usare.
I ricambi non presentano difficoltà, anche perchè con delle valvole non nuove la radio si fa funzionare lo stesso, se non si vuole cambiare un doppio diodo si può lasciarlo col suo filamento acceso e dargli un rinforzo a stato solido.
In Italia gli impianti si chiudono alla chetichella, senza darci indicazioni precise in anticipo, ma perchè?
Un'altra cosa che non ho capito è se stiano chiudendo gli impianti uno a uno per lasciarcene due o tre da tenere accesi fino alla fine dell'AM o se ci stiano dando la medicina piano piano per fare 3 2 1... 0!
Insomma, cosa si dice nell'ambiente sull'ascolto dell'AM in lingua italiana?
Per fare un discorso più ampio, chiudere l'AM è impopolare, il digitale non dispiace a nessuno, ma allora, non sarebbe più semplice mantenere analogico e digitale e ridistribuire le frequenze senza prendere scuse?
Se alla RAI interessasse davvero la bolletta della luce, questo non riguarderebbe le radio private.
Insomma, non è chiara la ragione di una forte volontà politica che non ama la pubblicità.
In ogni caso, una buona bottega le radio restaurate vorrebbe venderle anche all'estero :-(

Andrea Lawendel ha detto...

Anche in questo caso le tematiche sono complesse e intrecciate. Sulla strategia adottata dalla Rai sembra dominare un principio di tutela degli investimenti fatti negli anni recenti su alcuni impianti "OM" in un contesto di evidente transizione che porta un po' dappertutto allo spegnimento delle onde medie. Radio RAI continua ad avere dei problemi di copertura in FM e immagino che quello che rimane in piedi in modulazione d'ampiezza serva anche ad affrontare quel problema. Andrea Borgnino ha appena pubblicato un piccolo elenco dei 12 impianti che resteranno accesi nel 2013 senza però anticipare quello che succederà a partire dal 2014:
http://iwohk.tumblr.com/post/48600077294/impianti-rai-onde-medie

1 ANCONA MONTAGNOLO 1062 6 Kw
2 BELLUNO 1449 2,5 Kw
3 CAGLIARI DECIMOPUTZU 1062 60 Kw
4 CATANIA CODA DI VOLPE 1062 20 Kw
5 FOGGIA 1431 5 Kw
6 GENOVA PORTOFINO1575 30 Kw
7 MILANO SIZIANO 900 50 Kw
8 PALERMO M. PELLEGRINO 1116 10 Kw
9 PISA COLTANO 657 100 kw
10 ROMA MONTE CIOCCI 1107 1 Kw
11TORINO VOLPIANO 999 50 Kw
12VENEZIA CAMPALTO 936 5 Kw

Come si vede il più potente è Coltano, che un impianto relativamente nuovo. MIlano viene drasticamente ridotta e si conferma la chiusura del secondo trasmettitore fino a poco fa destinato alla sperimentazione del DRM.
Dell'ascolto in AM non si sa molto perché sondaggi non ne esistono (a quanto ne so), ma la sensazione di noi hobbysti è che siano pochissimi ad aver coscienza di certe differenze e che la stragrande maggioranza degli ascoltatori, fuori e dentro l'automobile, ascolti in FM. Il mondo delle "trasmissioni in lingua italiana", è molto più limitato di un tempo. Italia, Svizzera e Città del Vaticano ospitano le ultime trasmissioni a ciclo continuo, alle quali si aggiunge una manciata di brevi trasmissioni quotidiane che arrivano dall'estero (ormai veramente poche) in onde medie e corte più un certo numero di emittenti che operano anche in lingua italiana, in AM, nelle Americhe e in Australia.
La questione della radio digitale fuori dallo spazio delle iniziative DAB (parliamo quindi di alternativa più o meno esclusiva all'FM analogica) è ancora troppo confusa. Le ultime notizie che stanno arrivando dall'industria della componentistica fanno pensare che il DRM, per esempio, possa non essere del tutto escluso. Quasi dappertutto, nelle nazioni avanzate, si comincia a discutere di politiche di switch over/off anche per la radio, ma stiamo comunque parlando di progetti che interessano il passaggio al digitale partendo dall'FM analogico, perché le nazioni che oggi sono più vicine a uno switch over, come il Regno Unito, le onde medie le hanno già spente o le stanno spegnendo (in alcuni casi si parla in effetti di lasciare le onde medie alle stazioni comunitarie).
La questione energetica non interessa solo la Rai, la bolletta comincia a pesare anche sui privati. Il DAB in questo senso potrebbe davvero essere una soluzione interessante perché permette di operare in uno spettro amministrato (la guerra delle potenze in atto da sempre in banda FM è direttamente legata alla totale anarchia nella scelta delle frequenze e delle postazioni). Ovunque, il taglio dei costi operativi, energia in primis, è il primo motivo per lo spegnimento delle onde medie.
Infine il mercato estero. Sì, certo, in virtù di Internet oggi qualsiasi bottega può operare più facilmente su scala internazionale. In questo segmento bisogna tener conto dei problemi e dei costi di trasporto. Le strategie però bisogna studiarle bene, proprio considerando che in Europa ci sono Nazioni che hanno già eliminato del tutto le proprie infrastrutture.

Anonimo ha detto...

Caro signor Lawendel,
grazie per avermi risposto ancora.
Sto preparando una missiva lunghetta ma, come dicevamo, lei può rispondermi in due righe.
Lei sa meglio di me quante radio private italiane sarebbero interessate all'AM, infatti non ne elenco nessuna.
Se tante aprissero subito, tante altre le seguirebbero a ruota; è facile immaginare che la FM rimarrebbe abbastanza popolata, ma x radio private in AM popolano la loro banda più di 2x radio in FM, per motivi di propagazione.
Qui voglio dire che mi è venuta in mente una possibile ragione per quella volontà politica italiana.
Forse hanno paura che l'AM, in mano ai privati, diventi uno spettro selvaggio come la FM, con l'aggiunta di fastidi internazionali, che sarebbero causati sempre dalla propagazione.
Mettiamoci nei panni dei burocrati che oggi non riescono a gestire la FM, senza pensare che ciò sarebbe semplice con un pò di buona volontà e competenza; forse stanno scegliendo la strada più facile, via la FM congesta, via l'AM congestionabile, digitale per tutti e fine dei pensieri.
E questa è una spiegazione per l'Italia, per l'estero (ma anche per l'Italia) ho pensato a un altro discorso, si tratterebbe di sfruttare un mercato, come quando si danno gli incentivi per rottamare le macchine vecchie; se si chiude l'analogico, chi vuole sentire la radio deve ricomprarla.
L'abbiamo già visto per la televisione, quasi tutti si sono sentiti "incentivati" a comprare un televisore nuovo, qualcuno ha comprato il "convertitore" (sempre avendo la scart), ma anche quello del "convertitore" è un mercato.
Con la radio si fa prima, niente convertitore, neanche per una piccola parte degli ascoltatori; un mercato più omogeneo anche nei prezzi della merce; una radio digitale media costerebbe un pò meno di un televisore per il digitale terrestre e un pò di più di un "convertitore".
Infine ci sono il mercato dei componenti elettronici e le varie manifatture orientali, tutte cose che alimenterebbero degli scambi commerciali.
Vista così l'occasione è ghiotta.
Sugli altri argomenti, alla prossima! ;-)