Ho scoperto la cosa del tutto casualmente ma è una gran bella scoperta: Rdio, il servizio musicale in streaming fondato da Janus Friis con Niklas Zennström - sì, proprio loro, la coppia che hanno lanciato Kazaa, il network musicale peer-to-peer, e la telefonia IP di Skype - è arrivato in Italia. Anzi, anche in Italia si può usufruire dell'offerta promozionale gratuita lanciata a gennaio (allora in una quindicina di paesi, ma evidentemente l'azienda, che ha la sede a San Francisco, deve aver sottoscritto accordi anche per l'Italia e per un totale che raggiunge oggi le 23 nazioni). Nell'arco di sei mesi, a seconda di quanti brani si ascoltano, è possibile ascoltare la musica custodita nelle teche di Rdio senza pagare una lira. In questo periodo si ha a disposizione una certa dotazione di brani da ascoltare per il mese in corso. Esaurita la scorta mensile si deve aspettare che la ricarica abbia luogo per il mese successivo. Immagino che al termine del semestre di "free ride"- e in ogni caso se si vuole ascoltare musica in mobilità - si debba sottoscrivere una delle due formule di abbonamento: 4,99 euro per l'ascolto illimitato via Web o con le desktop applications o 9,99 euro al mese per un ascolto che comprende anche lo smartphone e il tablet (con possibilità di sincronizzare i brani da ascoltare in assenza di connessione Internet) incluso lo streaming verso sistemi hi-fi e tv "connessi" come Roku o Sonos, o gli altoparlanti wireless come Jawbone Jambox. Su smartphone, Rdio è presente su iPhone, Android, Windows Phone e Blackberry.
I 18 milioni di brani di Rdio si possono ascoltare in quattro modalità, tutte legate ai propri gusti musicali (basta condividere con Rdio i brani custoditi nel proprio computer) e al sistema di relazioni su Facebook e Twitter: Heavy Rotation permette di seguire i brani accumulati complessivamente, Recent Activity mostra la musica man mano che questa viene inserita nelle collezioni e playlist, Top Charts contiene ovviamente le segnalazioni di brani e album più popolari e infine New Releases offre uno spaccato sulle ultime novità, curate da esperti. Il flusso dei brani può essere organizzato ulteriormente nella collezione e nelle playlist. Una caratteristica molto particolare di Rdio è che queste strutture possono essere aperte alla "collaborazione" degli amici e volendo è possibile seguire le playlist condivise dalla comunità di utenti. La condivisione è un'altra specialità, volendo si può integrare il player di Rdio nel proprio blog, oltre che annunciare i brani ascoltati sui social network, "scrobblare" la musica verso Last.fm.
Last... but not least, Rdio include anche in alcune sue "viste" (Heavy Rotation, Collections e singoli artisti), il pulsante con l'icona della radio portatile. Cliccandoci sopra parte lo stream di brani casuali attinti a una delle tre categorie. I canali radiofonici si possono personalizzare visualizzando la coda dei brani e rimuovendo quelli meno graditi.
Una curiosità appena apparsa sul blog della piattaforma in streaming, è la collaborazione tra Rdio e The Echo Nest, una startup che sta sviluppando un incredibile ecosistema di servizi e applicazioni a supporto dell'industria musicale online. Echo Nest ha appena messo online una Web app (residente sul cloud di Amazon) chiamata Talk Radio. È basata sulle Web Speech API integrate nel browser Google Chrome a partire dalla release 25 e come si intuisce facilmente permette di richiedere a voce l'esecuzione di un brano. La richiesta "suonami un brano di Michael Jackson" (ovviamente detto in inglese) viene catturata dal browser, interpretata dal server di Echo Nest e inoltrata - attraverso le Rdio API - alle librerie di Rdio che eseguono i brani richiesti. Nell'immagine che ho appena catturato, ho chiesto, a voce, a TalkRadio di eseguire un brano di Sting ed ecco il risultato.
Una curiosità appena apparsa sul blog della piattaforma in streaming, è la collaborazione tra Rdio e The Echo Nest, una startup che sta sviluppando un incredibile ecosistema di servizi e applicazioni a supporto dell'industria musicale online. Echo Nest ha appena messo online una Web app (residente sul cloud di Amazon) chiamata Talk Radio. È basata sulle Web Speech API integrate nel browser Google Chrome a partire dalla release 25 e come si intuisce facilmente permette di richiedere a voce l'esecuzione di un brano. La richiesta "suonami un brano di Michael Jackson" (ovviamente detto in inglese) viene catturata dal browser, interpretata dal server di Echo Nest e inoltrata - attraverso le Rdio API - alle librerie di Rdio che eseguono i brani richiesti. Nell'immagine che ho appena catturato, ho chiesto, a voce, a TalkRadio di eseguire un brano di Sting ed ecco il risultato.
Come si vede, Rdio un servizio estremamente completo e flessibile, che rivaleggia con Spotify per ricchezza delle librerie di brani, funzionalità e ascolto social del musica. Il fatto che entrambi oggi siano disponibili in Italia rende sempre più stimolante l'accesso alle modalità di consumo in streaming di un contenuto fino a pochi anni fa ancora blindato all'interno del mercato, al confronto angusto, del compact disc venduti nei negozi. Sull'altro versante, quello della scoperta di gruppi, cantanti e brani ancora sconosciuti, l'armata degli Spotify, Rdio e Pandora sta incalzando in modo sempre più aggressivo le stazioni radio musicali, che in Italia bisogna ammettere, non si sono mai contraddistinte - a parte rare eccezioni - per inventiva e capacità di distinguersi.
Nessun commento:
Posta un commento