15 marzo 2013

Enigma a "Il vero e il falso": crittografia anticontrabbando

Sono tornato dalla visita alla mostra "Il vero e il falso" che la Guardia di Finanza organizza al Palazzo Reale di Milano fino al 24 marzo. È una mostra itinerante ma purtroppo quella di Milano è la sua dodicesima e ultima tappa. Il tema dominante dell'allestimento è la contraffazione monetaria dall'epoca antica a oggi, ma in realtà diverse bacheche sono dedicate anche all'azione anti-contrabbando nelle aree di confine. I curatori sono riusciti a trovare del materiale davvero incredibile - c'è persino un approfondimento sulla nascita della mafia newyorkese e l'omicidio a Palermo (era il 12 marzo del 1909) di Joe Petrosino, che indagava su una organizzazione, la Mano Nera, tra i cui "pentiti" ci fu un tipografo calabrese, Antonio Comito, coinvolto nella stampa di dollari falsi. Ma è stata grande la sorpresa di trovare, proprio nell'ultima sala, un esemplare originale di macchina cifrante Enigma a tre rotori. Secondo le didascalie, la Guardia di Finanza dopo la guerra acquisì un buon numero di questi dispositivi che vennero poi utilizzati nel cifrare messaggi che altrimenti avrebbero potuto essere  intercettati dalle organizzazioni di contrabbando, molto attive negli anni '50 e '60. Io fino ad almeno gli anni '80 ricordo bene del traffico radiotelegrafico, coordinato da iniziali messaggi in fonia, che aveva luogo su diverse frequenze delle onde corte (ecco quelle puntualmente elencate nell'archivio del museo virtuale Utilityradio). Chissà se la codifica di quei messaggi avveniva ancora con Enigma! Se siete appassionati di crittografia avete ancora qualche giorno, fino a domenica prossima, per ammirare questo esemplare e visitare una esposizione che vale sicuramente una trasferta.













2 commenti:

G.B. Pignasecca ha detto...

Mi piace quel "confini alpestri".

Andrea Lawendel ha detto...

Pura poesia, Pignasecca, pura poesia.