
Immagino che non sia escluso il collegamento tra l'inizio delle trasmissioni in talysh e le vicende del giornalista e attivista talysh Hilal Mamedov, direttore del giornale Tolyshi Sado, arrestato e detenuto a Baku dal giugno del 2012. Mamedov inizialmente è stato accusato di detenzione di sostanze stupefacenti, poi gli inquirenti hanno aggiunto anche il carico del tradimento e dell'incitamento all'odio etnico. Sembra che le autorità azere non abbiano affatto gradito il successo di un filmato YouTube in cui Mamedov viene ripreso nel pieno di una funerea cerimonia nuziale talysh mentre improvvisa, in russo e talysh, una "meikhana" (una specie di rap tipico dell'Azerbaijan) intitolata "E tu chi sei? Diciamoci arrivederci", immagino con chiaro intento ironico nei confronti delle autorità costituite. L'uso della lingua russa ha fatto pensare che il destinatario dell'insolito "rap" sia l'onnipotente amico Putin, che il regime di Baku si sforzerebbe di compiacere. Anche con l'arresto dell'autore dello scherzo cantato.
Sarebbe bastato questo, insieme evidentemente a tutto quello che Mamedov scrive su Tolyshi Sado, per far scattare una repressione che secondo fonti come Kavkaz-Uzel (Il nodo caucasico), sito Web in russo e inglese della ONG russa Memorial (ideata addirittura dal celebre dissidente sovietico Andrei Sakharov per propagare la verità sul potere staliniano), sarebbe sempre più spietata nei confronti di tutte le etnie, le lingue e le opinioni estranee alla cultura turca dominante da quelle parti. Hilal Mamedov, considerato una vera e propria spia che agisce per conto del regime iraniano, è stato anche insignito di un premio dall'Istituto per la pace e la democrazia, un'altra organizzazione umanitaria locale diventata bersaglio della repressione azera. Tolışstoni Sədo Radioyi pubblica l'audio delle sue trasmissioni, con tanto di logo con i "9677" dell'emittente fantasma di Stepanakert - ben lieta di diffondere qualsiasi cosa che possa far dispiacere a Baku - anche su un canale YouTube. Ma indubbiamente le onde corte consentono un ascolto diretto che rende a sua volta molto più immediate le intricate e drammatiche vicende di un territorio in secolare conflitto. Ecco come arriva in Italia la voce dell'inesistente (per ora) "Talyshistan" ripresa dall'antenna del Nagorno-Karabakh:
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