12 aprile 2013

Rai, uai, fai: la malleabile "ingegneria" del grillismo

Leggo con grande perplessità la notizia di un progetto per il riutilizzo dell'infrastruttura dei "ponti radio" RaiWAY con l'obiettivo di offrire un servizio Wi-Fi gratuito a livello nazionale. Il progetto, rilanciato anche da un giornalista di grande professionalità e senso civico - ma in questo caso ingenuo  - come Oliverio Beha, prevederebbe "la realizzazione del primo network italiano di hotspot Wi-Fi ad accesso gratuito integrato con i comuni d’Italia. Il segnale Wi-Fi viene trasportato e originato dai ponti di cui la Rai con Rai Way è proprietaria, e che sono disseminati in oltre 2200 siti su tutto il territorio nazionale. Di questi almeno 150 sono strutturati in modo da redistribuire i segnali alle isole o a distanze di oltre 400 Km. La rete di collegamento Wi-Fi gratuita coinvolgerà anche gli esercenti che potranno montare i ripetitori hotspot Wi-Fi nei loro esercizi commerciali incrementando il volume d’affari attraverso la pubblicità."
Io comincio seriamente a preoccuparmi per questa diffusione epidemica di idee strampalate fatte passare per soluzioni miracolistiche a tutti i nostri problemi, veri o presunti che siano. Riprendendo la notizia una testata online un tempo leggibile come Linkiesta scrive (ovviamente) "L’idea è semplice e piace: sfruttare le antenne di Rai Way per diffondere wifi in tutto il Paese". Un certo signor Leonardo Metalli, autore originario della proposta, aggiunge, tirando in ballo l'eterno mantra dei misteriori "ingegneri" capaci di firmare qualsiasi dichiarazione: «parlando con gli ingegneri e studiando i progetti, abbiamo appurato che si può far girare il wifi in tutta Italia».  
In realtà non si capisce bene quale sia il vero obiettivo del fantasmagorico progetto del quale è stata "appurata" la fattibilità.  Che cosa vuol dire esattamente "far girare il wifi?". Se si parla di riutilizzare dei tralicci, è una prassi molto diffusa ma in questo caso quali tralicci e per che cosa, per dare copertura wi-fi diretta? È una monumentale sciocchezza, alle frequenze del wi-fi non puoi certo dare copertura diretta attraverso una rete broadcast, tra l'altro è una banda unlicensed che si basa proprio su un gestione ad hoc su scala molto locale delle interferenze tra servizi. 
Usare l'infrastruttura RaiWAY come ripetitori, come backbone? Una scemenza spaziale, in internet i backbone sono un'altra cosa e in genere si realizzano in fibra, o sul cavo telefonico. Esistono già molti provider che propongono pacchetti di servizio ai comuni e agli esercenti e nessuno si è mai sognato di poter usare i tralicci dei ponti radio a 10 GHz. Ci sono altre tecnologie per realizzare applicazioni di trasporto radio e wireless in the local loop per colmare eventuali buchi nei backbone cablati, ma stiamo parlando di livelli di granularità e capacità di servizio ben diversi.
Attivare la rete in modalità mesh, in modo che le antenne che erogano il servizio fungano anche da backbone? Torniamo alla prima casella, non puoi dare copertura diretta con la granularità dei tralicci RAI. Anche prendendo quelli che sono i ponti di distribuzione del segnale verso i trasmettitori, sono tutti in località strategiche per la portata ottica, cioè su torri e creste montane. Forse si può pensare di sfruttare quei punti per ridistribuire un segnale verso hotspot pubblici nei singoli comuni, ma ancora una volta non possiamo fare di ogni erba un fascio (di onde): se questa è una proposta anti-digital divide mi sembra una proposta assurda, i tralicci RAI sono stati progettati e collocati in punti funzionali alla distribuzione di contenuti televisivi verso la rete dei trasmettitori, non c'è nessuna garanzia che da quegli stessi punti si possa, attraverso WiMax o Hyperlan o quant'altro "illuminare" la piazza di Roccacannuccia di Sotto. 
Qual è allora la proposta, utilizzare frequenze non Wi-Fi? Lo si farà, le aste delle frequenze UHF televisive sono già partite, ma per servizi licensed di tipo telefonico (NON broadcast) che forse non consentiranno il riuso di tralicci pensati per una infrastruttura broadcast. I nuovi entranti nel settore dei servizi di nuova generazione nella banda degli 800 MHz proveranno sicuramente a riutilizzare le location disponibili, ma dovranno anche costruire antenne nuove. 
Ancora una volta mi trovo davanti alla disarmante semplificazione di un movimento politico che sembra credere alle più incredibili stupidaggini, dalle scie chimiche alla reale disponibilità di 100 miliardi di euro che i gestori del poker online sono pronti a versare nelle casse dello Stato. L'ingegneria non è una materia trattabile su un forum Web e non risolvi un problema di radiofrequenza su un territorio così vasto postando ripetutamente su Facebook. Questo livello di totale sfrontatezza e sottovalutazione nei confronti della realtà è deleterio.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiamiamolo buffoneria e incompetenza totale, e molti vogliono questi bellimbusti al governo, ma per favoreeeeeee!!!!!!!

Anonimo ha detto...

http://www2.agcom.it/provv/d_644_06_CONS/contributi/d_644_06_CONS_RAIWAY.pdf

Con questi documenti in giro è facile cadere nella tentazione di scrivere sciocchezze (forse contagiati dallo stesso doc).

Enzo

Anonimo ha detto...

Sarà un parto dell ing Casaleggio, dott prof lup mann gran figl di putt, come mdiceva Villaggio...

Anonimo ha detto...

Non è che magari si riferisce al Wimax? in questo caso tecnicamente sarebbe fattibile

Andrea Lawendel ha detto...

Sì, avevo pensato anch'io a soluzioni WLL (wireless in the local loop) come WiMax... Ma francamente: a me non pare che il discorso possa reggere su scala tanto estesa. La cosa che induce ulteriori sospetti è che in Europa e nel mondo nessuno, a mia conoscenza, ha finora pensato a soluzioni analoghe - forse, bisognerebbe aggiungere, perché le reti cablate altrove sono migliori delle nostre. Non è comunque un caso se le commistioni siano abbastanza rare. Un network di trasmettitori, ripetitori e ponti RF per la distribuzione della "bassa frequenza" concepito per il broadcast è veramente un'altra cosa rispetto a un network a supporto di accessi RF di tipo IP (o per la telefonia cellulare). Ripeto, il concetto di co-location - di riuso delle postazioni e dei tralicci - non è affatto nuovo, ma stiamo parlando di architetture di rete profondamente diverse. Wi-fi è un classico sistema di ultimo miglio, anzi da ultimi 50 metri. Il problema del digital divide non consiste nel "far arrivare wi-fi", ma nell'avere dorsali di rete abbastanza capillari. Dorsali significa fibra, tanta fibra. Tanta da arrivare al cosiddetto "curb", il cordolo del marciapiede che circonda l'isolato. Per un ultimo miglio (o un local loop) RF era stato pensato WiMax, ma a parte lo scarso successo commerciale dello standard, anche WiMax potrebbe avere difficoltà nel andarsi a sovrapporre esattamente a una rete di distribuzione come quella gestita da RaiWay, su un territorio come il nostro. Ci sono diverse soluzioni di accesso wireless terrestre in Italia, io stesso nel levante ligure mi collego attraverso un provider che implementa una propria rete di distribuzione HyperLan, sistema "vecchio" ma molto robusto e affidabile. Ci sono, o c'erano anche titolari di licenza WiMax, ma ancora una volta, per come si parla di questo presunto progetto (con termini parecchio vaghi) non so fino a che punto i siti RaiWay possano realmente essere riutilizzati, oltretutto su scala nazionale. Io sono convinto che "proposte" del genere nascano da una incompleta conoscenza del concreto funzionamento di una rete e l'ignoranza è perdonabile in molti contesti, meno - secondo me - quello di un programma elettorale. Ho il sospetto che possa finire per diventare una causa di rivendicazione politica ("ecco, avevamo una soluzione semplice ed efficace e non avete voluto adottarla, come per la cura Di Bella, come per la Stamina") e questo è terribilmente rischioso, perché affrontare la discussione in questo modo significa spostarsi su un piano dove vale praticamente tutto e il suo contrario. Un piano tanto ambizioso merita uno studio di fattibilità firmato da esperti accreditati, non un vaghissimo (abbiamo parlato con gli ingegneri) post in un forum online che mescola gli argomenti come un frullatore.