Improvvisa accelerazione degli eventi sull'etere libico delle onde medie. Fino a ieri abbiamo avuto frequenze "governative", alcune che riprendevano l'audio della tv nazionale o i programmi per l'estero di Voice of Africa (711, 972, 1053, 1251 kHz, più 7500 e 8500 kHz nelle corte) e a est i trasmettitori "liberi" di Libya al Hurra (675 e più debole 1125 kHz). Oggi di colpo, dopo parecchi giorni di silenzio, si riaccendono i 1449 kHz, da un impianto quasi al confine tunisino, con presunti annunci ribelli. Che sta succedendo? In questo preciso momento, a Milano riesco a sentire 1449 con un loop ripetuto senza sosta: «La Ilah ill'Allah, Allah wa Akbar Ullah, non esiste altro Dio fuori di Allah, il più grande degli Dèi».
Il problema è che i 1449 corrispondono (o almeno corrispondevano) all'impianto di Al Assah, situato a ovest di Tripoli, verso il confine con Tunisi e il segnale che sto ascoltando io sembra provenire proprio da quella direzione. In giornata sono arrivati rapporti di ascolto che ipotizzano una identificazione "Libya Al Hurra min Misrata". Si tratta di una ipotesi poco credibile, Misurata è da tutt'altra parte. Ma possibile che il trasmettitore sia caduto in mano ai ribelli? Devo riconoscere che dopo aver esagerato in ottimismo poche settimane fa, quando avevo espresso la convinzione di una soluzione piuttosto rapida (e favorevole agli insorti) della crisi libica, adesso non voglio sbilanciarmi. Resta il fatto che ciò che stiamo leggendo sui giornali o scorgendo in televisione assomiglia sempre più a una verità solo parziale.
Il monitoraggio dello spettro sotto i 30 MHz, ci aiuta inoltre a capire che lo scenario si sta animando anche sul piano militare. Gli specialisti del cosiddetto "utility dx", l'ascolto a grande distanza del traffico radio non broadcast, civile o militare, hanno segnalato due frequenze HF della Marina libica, 7871 e 10404 kHz, con traffico voce. Poche ore fa, invece, il sorvegliamento delle frequenze del controllo di volo sull'Atlantico settentrionale ha rilevato movimenti di aerei militari, inclusi i caccia F18, in transito dal Canada all'Europa.
Mentre ero a Favignana ho avuto modo di osservare da terra i voli degli AWACS, gli aerei-radar britannici che da un paio di settimane stanno volando sopra il golfo delle Sirte per supplire con i loro strumenti aviotrasportati alla mancanza di indicazioni normalmente fornite dalla torre di controllo di Tripoli, che fa parte di un fondamentale network di "air traffic control" civile dell'Africa nord-orientale (tutti i voli dal Sud-Est del continente e dall'Asia meridionale passando per la rotta sorvegliata da Tripoli, Cairo, Khartoum, Addis Abeba). Da qualche tempo "Tripoli radar" è spento o comunque inaffidabile. Ora però è prevedibile un rapido dislocamento delle forze che dovranno imporre la no-fly zone ed è verosimile che da questa operazione di polizia dei cieli possa scaturire un più attivo sostegno alla Libia orientale. Un sostegno al quale il nostro governo, dimenticati in fretta tende, cammelli, baciamano, vergini, corani e trattati di amicizia, intenderebbe dare il suo contributo armato.
1 commento:
"Un sostegno al quale il nostro governo, dimenticati in fretta tende, cammelli, baciamano, vergini, corani e trattati di amicizia, intenderebbe dare il suo contributo armato."
Certo, Andrea, l'amnesia politica italiana è un tratto storico che si ripropone con regolarità. Provo a passarti in proposito questo articolo di Giorgio Odifreddi che ne riassume alcune significative tappe.
http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/?ref=HROBA-2
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