30 novembre 2009

D-Wave 100 Uniwave: il DRM è in vendita, ma delude

Non sembra partire molto bene il ricevitore per il sistema Digital Radio Mondiale della francese Uniwave. Dopo la mia richiesta relativa a una data di disponibilità al pubblico l'azienda francese mi aveva inviato quattro riferimenti a distributori tedeschi e due soli di loro lo hanno in catalogo, ma solo in pre-ordine. Così è risultato sorprendente il post di un utente del forum del sito ufficiale del consorzio DRM (che peccato che l'amministratore abbia disabilitato la possibilità di iscriversi al forum: così non si può più intervenire) che ha riferito di aver appena ricevuto l'Uniwave D-Wave 100 dal suo distributore australiano, AvComm. Una radio DRM così attesa in tutto il mondo si può dunque ordinare in Australia al misero prezzo di 499 dollari australiani, pari a circa 300 euro, immagino senza spese di spedizione.
Il primo cliente americano del D-Wave 100 si chiama Fredric Einstein (sic) e ha scritto una breve recensione del suo acquisto. Non è una recensione lusinghiera, sembra che la sensibilità in onde medie e corte analogiche sia pessima e ci sono seri problemi di ergonomia in una radio che può solo fare scansioni e accetta la frequenza DRM da sintonizzare solo da tastiera. Non è possibile neppure sintonizzare prima in onde corte analogiche e poi commutare in DRM. In modalità digitale la ricezione sembra essere più soddisfacente ma Fredric scrive di aver provato, negli USA, solo la frequenza canadese di Sackville. Naturalmente non ho modo di sapere se la recensione sia veritiera, ma questo è quello che è apparso sul forum:
I have purchased a UniWave from the Australian dealer (Michael Cratt at AvComm). I received the radio on Nov. 28th in good condition. Michael shipped it Nov 23rd, so it took less than 5 days to receive it here in Ohio. The cost was about $500 USD including shipping. It was an insane purchase, but I love DRM and I'm kind of an early adopter of stuff, so it was worth it
to me. So far, the radio is a huge disapointment. DRM reception is okay. AM/FM/Shortwave reception is horrid!

1) DRM reception is okay. I heard the tail-end of the Vatican Radio transmission on 9800 from Sackville(actually, only "Chistus Vincent" -- the interval signal), but the UniWave captured and received the signal very well from 2125 UTC. The RCI broadcast starting at 2200 on 9800 came in very well.
2) Ergonomically, the thing is a nightmare. You must enter the shortwave frequency in kHz or scan. There's no "tuning".
3) AM sensitivity is terrible. It barely captures WLW 700 kHz from 30 miles away.
4) Shortwave sensitivity is acceptable. Shortwave is a different "mode" than DRM. You can't just "tune" shortwave and then go into DRM mode. You have to "search".
5) Battery life is TERRIBLE!
6) Don't waste your time or money on this Chinese piece of garbage. It's a lousy AM/FM/Shortwave receiver and only a halfway decent DRM receiver. If it were able to TUNE shortwave and then go into DRM mode it would be okay, but it can do neither.
Se quanto scritto da Einstein sarà confermato da altri "early adopter", Uniwave dovrà tornare a lavorare sul suo software di gestione. Forse il D-Wave è stato concepito apposta per un pubblico diverso, non per gli smanettoni come noi, proprio per incentivare l'uso delle onde corte digitali come medium moderno e "alternativo". Ma a meno che la funzione di scan non sia molto sofisticata, non vedo come la descrizione dell'attuale ergonomia possa rientrare nella mentalità di qualunque tipo di ascoltatore, smanettone o semplice interessato ai contenuti. Inoltre, se una radio parte facendo della multimodalità un punto di forza, non i pare neppure il caso di rendere la ricezione delle frequenze analogiche così insoddisfacente. Anche nella prospettiva di un ipotetico incremento del numero di ore di trasmissione in DRM, non si capisce a chi possa servire una radio che ascolta solo quello. Infine, com'era lecito attendersi, l'autonomia del D-Wave con le batterie viene definita molto scarsa (il termine originale è un po' forte).
Nel frattempo il sito Web di Uniwave ha annunciato ufficialmente la disponibilità. Trovate a questa pagina la lista di distributori in tutto il mondo. Dopo qualche click-through ci si accorge che per il momento il D-Wave o non è nei cataloghi o risulta solo prenotabile.

BBC, la radio e il Web tireranno la cinghia dopo il 2012

Parlando alla conferenza annuale della Voice of the Listener and Viewer una associazione consumeristica che dà voce alle istanze degli ascoltatori della radiotelevisione, il capo della BBC Mark Thompson ha ammesso che alla conclusione dello switchover televisivo, nel 2012, l'azienda pubblica britannica dovrà fare una cura dimagrante, proprio nel digitale. Nel mirino insieme a nicchie televisive come BBC 3 e 4, ci saranno i servizi di canali radiofonici come 1Xtra, 6 Music e Radio 7, e anche il sito Web della Beeb verrà passato al vaglio per assicurare che tutte le pagine siano al loro posto in termini di aggiornamento e utilità. Il Telegraph, da cui estraggo il seguente riassunto, ha contattato anche il "ministro ombra" della cultura per l'opposizione conservatrice, Jeremy Hunt, che ha già fatto sapere che in caso di vittoria del suo partito alle elezioni ci saranno tagli molto significativi per l'ente pubblico. In calce riporto anche il prospetto di quanto costano i canali televisivi e radiofonici pubblici della BBC, così come i dati vengono tabulati nell'Annual Report 2009. Le cifre sono in milioni di sterline. Tra canone e attività commerciale l'azienda ha incassato 4,6 miliardi di sterline nel 2009, per la radio domestica spende 588 milioni.

BBC may cut digital and radio services after 2012

The BBC may cut digital and radio services after the analogue switch-off in 2012, according to the director general, Mark Thompson.

[...] Mr Thompson said that the future of BBC's operations would have to include “reductions in some kinds of programmes and content" and an examination of the scope of its websites.
He also suggested a higher proportion of the licence fee would be spent on original British content as opposed to expensive imports.
In a speech to the Voice of the Listener and Viewer conference, Mr Thompson said that the BBC needed to lay out “new boundaries”.
He said: “Expect to see reductions in some kinds of programmes and content - a look for example at the current scope of our website - and a close examination of the future of our service portfolios once switchover has been achieved”.
Earlier this month, Jeremy Hunt, the shadow culture secretary, said the public broadcaster could be dramatically slimmed down under a Tory government.
Mr Hunt expressed scepticism about the value of the niche television channels BBC Three and BBC Four, (costing £114m and £71m) as well as digital radio stations such as 1Xtra, 6 Music and Radio 7. Collectively these new ventures cost hundreds of millions of pounds out of a total BBC budget of £4.6 billion.
On the BBC website, Mr Thompson said it was important to make sure that the "many millions of pages that are up there need to be there". "Is it sufficiently up to date, is it relevant?" he asked.
"It might be a slightly smaller website. It might be stronger, making sure we are playing to our strengths," he added.
(continua)




29 novembre 2009

NEXA Conference: etica ed economia della condivisione

Non è facile di questi tempi riuscire ad organizzare un convegno su problematiche inflazionate come il copyright nell'era digitale e tenere - per sette ore buone - sempre molto elevato il livello della discussione e ben desta l'attenzione del pubblico. Ci sono riusciti brillantemente Juan Carlos De Martin, Philippe Aigrain, Marco Ricolfi e tutto lo staff del centro NEXA, Centre for Internet & Society, allestendo un menu di interventi sul diritto d'autore digitale, il Creative Commons, il Copy.left, l'open access e altre articolazioni di ciò che possiamo classificare sotto l'ampio dominio della network neutrality. Oltre a essere risultato particolarmente istruttivo, il convegno mi è sembrato felicemente pervaso dell'autentico spirito della Rete nell'affrontare la materia della condivisione, la keyword più utilizzata dell'intera giornata.
Gli speaker hanno affrontato una quantità di implicazioni dell'accesso ai contenuti digitali e della loro condivisione su infrastrutture IP. Si è parlato appunto di revisione e ampliamento della normativa (vecchia di trecento anni) sul copyright, di creatività condivisa, di open access nella ricerca e nelle pubblicazioni scientifiche (pubblicazioni, è bene ricordarlo, che contribuiscono a determinare la reputazione e la qualità di ricercatori e docenti universitari). Ma soprattutto si è parlato di una nuova visione dell'economia, della proprietà, della politica, dell'etica. In una parola di un mondo che smette finalmente di mettere al centro di tutto il possesso e il profitto economico legato a tale possesso (di una materia prima, di una struttura produttiva, di un bene artistico e intellettuale), spostando l'attenzione sulle nostre qualità di esseri umani, sul valore - anche economico, per carità - che la nostra conoscenza, la nostra creatività possono generare in un mercato basato su regole del tutto nuove, più eque e sostenibili.
Marco Ciurcina ha per esempio illustrato il concetto di licenza collettiva che potrebbe aiutarci a risolvere i problemi di legalità dei contenuti veicolati attraverso reti di file sharing peer-to-peer, facendo emergere a vantaggio di tutti un mercato oggi inesistente. Proprio alla fine della giornata due protagonisti italiani sulla scena della musica su Internet, DJ Pony (Feelgoodproductions) e DJ ENIAC (Fabio Battistetti di Chewz.net), hanno parlato di net labelism, nuovi modelli di business per la musica nell'era successiva alla "morte del disco" e anche di Web radio.
Ho pubblicato l'intero audio del convegno Torinese in tre parti disponibili in condivisione su questa cartella di Mediafire. L'estratto con l'intervento di DJ Pony e DJ ENIAC si trova in questo file separato. Immagino che sul sito della conferenza verranno messi a disposizione altri materiali. Nel clip qui in basso Juan Carlos spiega il concetto di neutralità della rete.

28 novembre 2009

La radio in negozio paga il biglietto per la musica?

Sono a Torino per assistere alla conferenza del centro del Politecnico torinese NEXA su "Internet & Società 2009". I temi forti affrontati in questa edizione riguardano contenuti e licenze Creative Commons, open access, copy left… E mentre posto sul blog mi contatta Andrea Borgnino per segnalarmi che i consorzi dei fonografici italiani stanno inviando raffiche di lettere agli esercenti di bar e altri locali pubblici per chiedere il pagamento di un fee sui diritti per la musica trasmessa da radio accese e impianti di diffusione sonora. Sto scrivendo per CorrierEconomia proprio a questo proposito e sto parlando con i titolari dei diritti digitali. (tra parentesi: SCF, il consorzio di aziende fonografiche citato nell'articolo estratto da Repubblica di oggi, ha pubblicato il suo annuale rapporto sul mercato della musica in Italia, vi riferirò). Parlando con i rappresentanti dei titolari di diritti d'autore rilevo molta ragionevolezza e apertura, ma credo che di queste cose si debba ancora discutere, e molto, per raggiungere soluzioni di compromesso ed equità che tengano conto delle ragioni degli autori/esecutori in un'epoca in cui il frutto del loro lavoro non si può più confinare così facilmente.

Esercenti in rivolta: "ci chiedono di versare altri diritti oltre a quelli Siae" Cifre riscosse dal consorzio dei fonografici Scf in base all'articolo di una legge del 1941

Radio accesa nei bar e negozi i discografici presentano il conto
di PAOLA COPPOLA

ROMA - Basta avere una radio, un lettore cd o una tv e, naturalmente, tenerli accesi. Che faccia da sottofondo in un negozio, siano note soft in un ristorante, una compilation "sparata" dal parrucchiere o in un bar, e persino un disco messo su in parrocchia: tutto questo ha un costo, come per la musica in discoteca.
Rivendicato in migliaia di lettere che stanno arrivano agli interessati. I gestori di pubblici esercizi, negozianti e artigiani sono infuriati: fanno fatica a capire perché, se c'è il diritto d'autore corrisposto alla Siae, per l'utilizzo in pubblico di musica registrata si debba versare un altro compenso che va nelle casse delle case discografiche.
Non si tratta di una truffa ma dei diritti (connessi a quelli d'autore) previsti da un articolo di una legge del 1941. Sì, una legge del secolo scorso. Cifre comprese tra 70 e 600 euro in base all'ampiezza del locale, riscosse dal consorzio dei fonografici Scf, che riunisce le case discografiche e tutela oltre 300 imprese. C'è chi si adegua e paga, anche perché diverse associazioni di categoria hanno stretto accordi con Scf ottenendo sconti (tra gli altri Federdistribuzione, Confcommercio, Federmoda). E c'è chi minaccia di ricorrere al giudice e invita a non pagare.
(28 novembre 2009) (continua)

Parma discute di radio e musica tra Anni 30 e 50,

Dopo la fugace anticipazione di Renato Bruni in un suo commento in calce a un evento su John Cage organizzato qualche mese dalla Casa della Musica a Parma, torno a ricordarvi il "Convegno internazionale su musica e radio" , che si terrà tra martedì e giovedì prossimi (1-3 dicembre) presso la Casa della Musica - Casa del Suono dell'Università di Parma. Il convegno, si legge nella presentazione, "intende colmare una lacuna nel campo degli studi scientifici dedicati a questo medium in Italia, è solo il primo di una serie di incontri di studio che verranno realizzati nei prossimi anni spostando il limite cronologico fino all’ attualità. Il convegno, curato per la parte scientifica da Angela Ida De Benedictis, sarà strutturato in tre sessioni: introduzione storica sulla radio dagli anni ‘30 agli anni ‘50; programmazione musicale in ambito colto e jazz-pop; rapporto fra critica musicale, avanguardie musicali e radio." Nell'arco dei suoi primi vent'anni di storia, il mezzo radiofonico ha costituito per milioni di persone, una fonte pressoché esclusiva di accesso a un patrimonio musicale. Fino all'avvento del 33 giri prima e dell'audiocassetta ha contribuito a far conoscere generi musicali e culturali riservati a pochi. E' stato un contributo fondamentale, che prosegue ancora oggi forse un po' attenuato (o mascherato) dalla concorrenza con Internet. L'idea che questo convegno a tappe si prefigga di analizzare anche le epoche successive agli anni Cinquanta è esaltante e non vedo l'ora che il comitato scientifico di questo evento affronti proprio il tema della relazione tra musica, radio e Internet.
In programma per questa prima tappa del viaggio radiomusicale è prevista la presenza di studiosi e autori di alto calibro, uno tra tutti Giorgio Pressburger, dall'Italia e dall'estero. Il fatto che il convegno sia stato organizzato in piena settimana non aiuta, ho un sacco di cose da fare e il 3 non posso proprio muovermi da Milano. Chi avrà occasione di partecipare e si sentisse ispirato al commento, sarà accolto con gioia qui o sul forum di RP.


Radio e musica 1930-1950: storia, effetti, contesti
Convegno internazionale di studi


Direzione scientifica: Angela Ida De Benedictis

Parma, Casa della Musica
1-3 dicembre 2009

Istituzione Casa della Musica - Casa del Suono Università degli Studi di Parma


1 dicembre

Ore 15.00
Apertura dei lavori
Marco Capra Casa della Musica- Università di Parma
Michele Dall’Ongaro Responsabile programmazione musicale di Radio3

Ore 15.30
I Sessione: «Storia, effetti, contesti I»
Moderatore: Angela Ida De Benedictis

15.45 Franco Monteleone: Il momento magico, e irripetibile, della funzione svolta dalla radio nell'ascolto musicale
16.15 Enrico Menduni: I linguaggi della radio
16.45 Pausa
17.15 Giorgio Pressburger: Il suono e l’immagine

2 dicembre

Ore 9.30
II Sessione: «Storia, effetti, contesti - II: Italia vs. Europa»
Moderatore: Fiamma Nicolodi

9.45 Gianni Bongioanni: Radiotevere, una radio “pirata” di Mussolini
10.15 Carlo Piccardi: Dialogo tra città e campagna: la Radio della Svizzera italiana alle origini
10.45 Pausa
11.15 Karine Le Bail: Musique et politique dans les radios françaises d’occupation, 1940-1944
11.45 Michael Iber: Around the Brown Hole - Music and Radio in Germany 1930-1950

Ore 15.00
III sessione: «Storia, effetti, contesti - III: jazz, pop, musica leggera»
Moderatore: Veniero Rizzardi

15.15 Leo Izzo: Problemi di ricezione: il primo jazz alla radio e le interferenze del regime
15.45 Franco Fabbri: Il Trentennio: musica “leggera” alla radio italiana, 1928-1958
16.15 Pausa
16.45 Discussione aperta con interventi di:
Adriano Mazzoletti: Dal PWB alla RAI. Dalla Buffalo Round Up Orchestra al caso Montesi. 13 anni di jazz in onda.
Stefano Zenni: A che ora va in onda? Luoghi e fusi orari del jazz alla radio

3 dicembre

Ore 9.30
IV sessione: «Storia, effetti, contesti - IV: critica, avanguardie musicali e formazione di un canone»
Moderatore: Carlo Piccardi

9.45 Ai margini del concerto radiofonico: illustrazioni e commenti critici nel «Radiocorriere» dal 1930 al 1943
Relatore: Lodovico Berto - Discussant: Fiamma Nicolodi
10.30 “Nuova” musica alla radio?
Relatore: Claudia Vincis - Discussant: Angela Ida De Benedictis
11.15 Pausa
11.45 Va’, pensiero, sull’“onde” dorate: Verdi alla radio
Relatore: Vincenzina Ottomano - Discussant: Marco Capra
12.30 Chiusura dei lavori

27 novembre 2009

Filodiffusione via rame, un fantasma di pubblica utilità

Com'era? "Chiunque sia pazzo può chiedere di esere esentato dalle azioni di guerra. Ma chiunque chieda di essere esentato dalle azioni di guerra non può essere pazzo." Ho appena ricevuto il seguente comunicato dalla lista di distrubuzione degli ascoltatori del canale radio Auditorium (trasmesso dalla RAI su alcune frequenze in FM) e mi sono trovato in piena situazione da Comma 22:
Gentili Ascoltatori, se Vi è capitato, recentemente o in passato, di avere difficoltà con la Telecom in relazione al Vostro allacciamento alla Filodiffusione (sia per quanto riguarda nuovi impianti che per abbonamenti già attivati), o di vaere difficoltà a trovare Filodiffusori nuovi, Vi ricordiamo che potete scrivere i vostri dubbi, e ricevere risposte da ascoltatori che hanno già risolto gli stesis problemi, scrivendo sul e consultando il Forum alla pagina http://www.radio.rai.it/filodiffusione/auditorium/forum_head.cfm RingraziandoVi per la cortese collaborazione, porgiamo distinti saluti. RAI - Canali di Publica Utilità - Filodiffusione
Filodiffusori nuovi? Esistono ancora gli impianti di ricezione della filodiffusione sul doppino del telefono escludendo i musei e il tavolino dell'ingresso di una mia zia acquisita? Ci sono abbonati al servizio? Nel 2008, secondo The New Blog Times che riporta un estratto da una bolletta telefonica, la Filodiffusione sembrava ancora utilizzata (ma su quale porzione della banda base trasmessa sul doppino? Possibile che sia ancora compatibile con Isdn/Adsl?). Il sito 187.it non ne fa menzione, solo sulla parte istituzionale con la storia di SIP/Telecom ho trovato una vecchia foto anni Sessanta. Con altre ricerche sul sito RAI scopro che nel 2003 la Filodiffusione aveva ancora 170mila abbonati.
Il messaggio di Auditorium mi ha spiazzato: mi è arrivato mezz'ora fa ma cliccando sul link al forum di "support" si scopre che il forum stesso è stato chiuso dalla RAI nel 2008. Applausi.

Radio digitale in Italia: Agcom approva il regolamento

Ho chiesto ad Agcom di inviarmi il comunicato stampa ufficiale sul regolamento che disciplina la radio digitale in italia annunciato oggi dall'Authority. L'ufficio stampa mi dice che per il documento vero e proprio bisognerà attendere almeno la prossima settimana, per la disponibilità attraverso il sito, trattandosi di un testo piuttosto corposto.
Si riparte così sul piano normativo dopo una prima versione di regolamento pubblicata quasi cinque anni fa e in pratica mai convertita in un vero e proprio mercato. In estrema sintesi: un blocco nazionale alla RAI, due ai network privati più undici blocchi disponibili alle emittenti locali nei diversi bacini. Di non immediata interpretazione la frase: "le emittenti che non aderiranno ai consorzi avranno comunque a disposizione la capacità trasmissiva necessaria per irradiare il programma già diffuso in analogico, con parità di trattamento rispetto a quelle aderenti ai consorzi." Ci sarà un consorzio di quelli che non aderiscono a consorzi? Come si entra nei multiplex? O dato che formalmente si afferma di rispettare il principio di neutralità tecnologica, chi non aderisce a un consorzio potrà usare tecnologie alternative? Vedremo se il regolamento vero e proprio riuscirà a fare chiarezza in materia.

INIZIA UNA NUOVA ERA PER LA RADIO IN ITALIA:

APPROVATO IL REGOLAMENTO PER L’AVVIO DELLE TRASMISSIONI RADIOFONICHE IN TECNICA DIGITALE


Dopo l’avvento della televisione digitale gli utenti italiani potranno presto godere appieno dei vantaggi della radio digitale.

Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabrò, relatori Nicola D’Angelo e Enzo Savarese, ha approvato nella riunione odierna il regolamento che disciplina la fase di avvio delle trasmissioni radiofoniche terrestri in tecnica digitale.
Il regolamento, che sostituisce quello adottato dall’Agcom nel 2005, è frutto dei risultati dell’indagine conoscitiva condotta dall’Autorità alla fine del 2007 sui nuovi standard della radio digitale [che costituiscono l’evoluzione del DAB (DMB, DAB +)]: dalla verifica è emersa la necessità di un adeguamento della regolamentazione vigente nell’ottica della “neutralità tecnologica” e del massimo pluralismo del settore. L’Autorità ha inoltre tenuto conto del confronto con gli operatori del settore nell’ambito del tavolo tecnico istituito con lo scopo di valutare gli esiti delle sperimentazioni avviate dalle emittenti e che ha visto la partecipazione del Ministero dello sviluppo economico, della RAI e delle associazioni rappresentative delle imprese radiofoniche nazionali e locali.
La nuova regolamentazione, consentirà lo sviluppo della radiodiffusione sonora in tecnica digitale terrestre secondo i più moderni standard disponibili, come naturale evoluzione del sistema radiofonico analogico. A differenza di quanto avvenuto per la televisione, le trasmissioni radiofoniche in tecnica digitale non sostituiranno le trasmissioni in FM, ma si affiancheranno ad esse in banda VHF e banda L, per consentire all’utente ed agli operatori un’ampia possibilità di scelta .
Il regolamento assicura parità di trattamento a tutte le emittenti radiofoniche, nazionali e locali che intenderanno sviluppare la radio digitale. La pianificazione delle frequenze avverrà per aree territoriali, via via che si realizzeranno gli switch-off della televisione analogica, con la conseguente liberazione delle risorse della banda VHF-III destinate alla radio digitale. Ai fini della pianificazione, l’Autorità, come stabilito dalla legge, consulterà la Rai e le associazione rappresentative delle emittenti private. E’ previsto l’impiego di reti isofrequenziali (SFN) ai fini di un uso efficiente e razionale delle frequenze, come già avvenuto con successo per la televisione digitale.
I diritti d’uso sulle frequenze saranno assegnati dal Ministero dello sviluppo economico ai consorzi delle emittenti nazionali e ai consorzi delle emittenti locali. La RAI avrà a disposizione un blocco di diffusione, come prevede la legge per la programmazione di servizio pubblico. Le emittenti nazionali avranno a loro volta a disposizione due blocchi di diffusione mentre per le emittenti locali saranno previsti, nei singoli bacini, fino a 11 blocchi di diffusione.
Le emittenti che non aderiranno ai consorzi avranno comunque a disposizione la capacità trasmissiva necessaria per irradiare il programma già diffuso in analogico, con parità di trattamento rispetto a quelle aderenti ai consorzi.
La nuova regolamentazione, che introduce un equilibrio tra le risorse spettanti ai vari comparti (servizio pubblico, emittenti nazionali private ed emittenti locali) tiene conto delle esigenze di tutte le emittenti radiofoniche analogiche, favorendo il concreto sviluppo della radio digitale, che sino ad ora ha stentato a trovare un assetto stabile sia per la mancanza delle frequenze della banda VFH-III (in gran parte occupate dalla televisione analogica) sia per un certo grado di conflittualità degli operatori. Il tutto in un’ottica di pluralismo, concorrenza e innovazione tecnologica e di rapida transizione alle tecnologie digitali anche nel settore radiofonico.
Roma, 27 novembre 2009



Falsi "precursori": la radio spenta non fa terremoto

Lunedì 30 novembre a Roma, a palazzo San Macuto, si terrà una conferenza nazionale dedicata alla sismologia in cui si parlerà anche di strumenti predittivi (non ho capito bene perché ma partecipa anche l'europarlamentare onorevole Borghezio, forse la presenza ha a che fare con la sua nota irruenza oratoria). In ogni caso Expert System, una azienda software specializzata in strumenti per il knowledge management e l'analisi linguistico-semantica, spiegherà come questi strumenti possono servire anche per cercare di anticipare i terremoti più distruttivi.
"Nella sessione dedicata agli eventi sismici è previsto l'intervento di Andrea Melegari, Vice Presidente Security & Intelligence di Expert System, che illustrerà quale contributo può fornire l'analisi semantica nel campo della predizione dei terremoti.
Oltre agli strumenti scientifici di osservazione, rilevazione e mappatura del territorio già ampiamente usati, nel corso del convegno saranno presentati nuovi metodi e tecnologie che, senza alcuna pretesa di certezza, aprono tuttavia alla possibilità di sfruttare una serie di informazioni fornite direttamente dalla popolazione.
Tipicamente si tratta di dati poco strutturati e difficilmente misurabili, ma è possibile, attraverso strumenti di analisi semantica, analizzarli automaticamente ed estrarne la conoscenza utile. Tutti questi dati, plausibilmente, contengono in sé le informazioni necessarie a ricavarne le "regole" secondo cui con buona approssimazione, in termini previsionali di tempo, luogo ed intensità, accadono i fenomeni calamitosi dai cui disastrosi effetti ci vogliamo difendere. Esistono degli strumenti matematici appositi che messi opportunamente alla prova potrebbero offrire tale possibilità."
I lettori di questo blog forse ricordaranno i miei post dedicati alle perturbazioni dei segnali radio in bassissime frequenze utilizzate come "precursori sismici", come sintomi di un terremoto imminente. Per una strana coincidenza proprio stamattina discutevo con Andrea Borgnino (complimenti per la nascita del suo terzogenito, Emilio!) di un fatto correlato alla ricerca in questo campo. Un contatto di Andrea, radioamatore e docente all'università dell'Aquila, gli aveva segnalato la pubblicazione di un recente articolo scientifico apparso sulla rivista Natural Hazards and Earth System Sciences della European Geosciences Union firmato da un gruppo di ricercatori italiani. Gli autori affermano di aver registrato, una settimana prima del terremoto in Abruzzo, un brusco calo del segnale del trasmettitore di Radio Monte Carlo su 216 kHz, in onde lunghe, segnale addirittura scomparso dai loro spettrogrammi. Ecco il testo che si legge nell'abstract apposto all'articolo intitolato A pre seismic radio anomaly revealed in the area where the Abruzzo earthquake (M=6.3) occurred on 6 April 2009:
From 31 March to 1 April the intensity of the MCO radio signal dropped and this drop was observed only in this signal. The possibility that the drop was connected to problems in the transmitter or in the receiver was investigated and excluded. So, the drop indicates a defocusing of the radiated signal. Since no particular meteorological situation along the path transmitter-receiver happened, the defocusing must be related to other causes, and a possibility is presented that it is a precursor of the Abruzzo earthquake.
Secondo gli scienziati le presunte perturbazioni propagative in onde lunghe potevano essere considerate un precursore dell'evento sismico del 7 aprile che ha così duramente colpito L'Aquila. C'è però una grave falla in questa ipotesi: non so quali controlli abbiano svolto i ricercatori, ma il 31 marzo il trasmettitore di Monte Carlo era spento per ordine di un tribunale francese. Notizia che gli scienziati avrebbero potuto leggere anche su Radiopassioni. L'emittente, mi riferisce ancora Andrea, ha confermato oggi che l'impianto era stato disattivato. Non è quindi il caso di correlare il suo "silenzio" a una condizione pre-sismica, forse neppure il nostro Caro Leader potrebbe accusare la magistratura di certe colpe. Una brutta figura, che ricercatori esperti avrebbero dovuto evitare. Ma che non toglie validità alle teorie sui precursori sismici. Nello stesso numero di NHESS, il 5 del Volume 9/2009, si trova un altro studio, condotto su segnali radio in VLF. Si intitola Anomalies in VLF radio signals prior the Abruzzo earthquake (M=6.3) on 6 April 2009 e mi sembra più sensato.




26 novembre 2009

A Quattro Mani: la "acusmetria" in Triennale a Milano

Ricevo dalle amiche dello studio di pubbliche relazioni Meridian Communications l'invito alla presentazione di una opera "video acustica" digitale intitolata A Quattro Mani, apparsa nella collana Politecnica-Arte per conto del Gruppo Maggioli, un gruppo specializzato in servizi e editoria per la Pubblica Amministrazione,. I testi e le immagini di questo lavoro sono di Giorgio Riva, artista multimediale, le musiche sono del compositore Francesco Rampichini. Quest'ultimo ha un background molto interessante di "sound designer" e ho proposto una disciplina, la acusmetria, che si prefigge di trasformare in suoni le forme geometriche. Rampichini è anche curatore di un testo presso Franco Angeli e il suo sito Web Musik Atelier è molto informativo. All'opera che verrà presentata domani, venerdì 27 novembre alle 18.30, alla Triennale di Milano, ha partecipato anche un programmatore, Massimo Bordoli, autore di un particolare software di composizione chiamato Giomax Diacron.

Il Software diventa arte: Maggioli Editore presenta "A QUATTRO MANI"

opera video-acustica in dieci quadri
Venerdì 27 novembre 2009, ore 18,30

Triennale di Milano, Salone d’Onore (1° piano) – V.le Alemagna 6, Milano


Testi e immagini di Giorgio Riva, musiche di Francesco Rampichini.
Introduce Silvana Annicchiarico, Direttore Triennale Design Museum.

Milano, 23 Novembre 2009. Musica e pittura si incontrano nel mondo digitale dotandosi per la prima volta di una comune sintassi incrociata. Quando le fonti dei suoni vengono mosse nello spazio prospettico e le immagini si articolano e si trasformano nel tempo, vengono a cadere i tradizionali confini tra musica e pittura, perché la musica conquista le articolazioni dello spazio e la pittura acquisisce i flussi temporali del ritmo. Nei processi della composizione incrociata può essere il pittore che dà il “la” al musicista, oppure viceversa. Si produce in ogni caso un articolato intreccio di segni che conducono a una dimensione terza, che non è non più solo musica, né solo pittura, ma flusso di espressioni bimodali.
Giorgio Riva e Francesco Rampichini si incontrano nel 1998 al Politecnico di Milano dove svolgono corsi come docenti incaricati. A QUATTRO MANI origina da due linee di ricerca che per anni hanno avuto svolgimenti separati, senza che gli autori sapessero di avere intenti convergenti. "Abbiamo scoperto con sorpresa che stavamo componendo con linguaggi coniugabili: le immagini metamorfiche scaturivano da matrici informatiche programmate per scandire forme tanto nello spazio, quanto nel tempo; le musiche acusmetriche uscivano da fonti capaci di muoversi nello spazio in sequenze temporali". Nel 2004 decidono di cimentarsi in una composizione comune, a partire da un canovaccio di immagini metamorfiche (INFOPLASMA, 2000) che Riva aveva dedicato alla mitologia greca. E poiché nessun software esistente è risultato idoneo alla sintassi video-acustica, Riva, con l’ingegnere informatico Massimo Bordoli, ha concepito e messo a punto il software GIOMAX-DIACRON, che rappresenta un’assoluta novità nel campo.
L’opera A QUATTRO MANI, edita nella collana Politecnica (Arte) di Maggioli Editore, si presenta come un cofanetto formato 14x12,5 che comprende 6 pagine di presentazione e una chiavetta USB, contenente il software e l'opera in italiano, inglese, francese.
Per scaricare "Canoni a perno eccentrico", esempio dimostrativo dei quadri dell'opera, cliccare qui sul sito Maggioli.

DReaM, Digital Radio Mondiale, anche su Mac OS Intel

Con un certo ritardo mi accordo che Sebastian Mrozek DO8SEM, autore di un eccellente software di media frequenza SDR per Macintosh, DSP Radio (accompagnato anche da un controller Mac per ricevitore SDR SoftRock), mette a disposizione della comunità radioamatoriale equipaggiata con Mac OS X il compilato del software open source DReaM per la decodifica di Digital Radio Mondiale. La pagina è disponibile a questo indirizzo: http://homepage.mac.com/smrozek/Sebastian_Mrozek/Download.html
Non ho ancora avuto modo di provare come funziona la decodifica, se qualcuno volesse farlo sarò lieto di ospitare qui le sue impressioni.


25 novembre 2009

La missione STEREO rivela lo "tsunami" solare

Le immagini del sole raccolte dai satelliti della missione STEREO durante un massivo evento di "eiezione di massa coronale" causato dall'attività magnetica del nostro astro sono davvero impressionanti. Permettono di osservare per la prima volta un meccanismo che finora era stato solo ipotizzato: gli tsunami solari. Nei filmati diffusi in questi giorni dalla NASA si vede chiaramente la massa che viene espulsa dalla corona solare e il poderoso effetto di rinculo che come un'onda sismica perrcorre a ritroso la superficie della stella, per milioni di chilometri. Un'esplosione che viene calcolata equivalente a 2.400 megatoni. L'altezza dell'eiezione in sé è strabiliante. Quella raggiunta dalla massa coronale "filmata" da STEREO è di centomila chilometri.
La missione STEREO ha collocato una coppia di satelliti in posizione ortoganale rispetto al sole e consente di effettuare osservazioni in prospettiva, con lo stesso effetto di profondità e tridimensionalità che possiamo ottenere puntando due occhi invece di uno. Lo tsunami solare non dovrebbe avere alcun effetto qui sulla terra (diversamente dalle eiezioni di massa coronale, che influiscono sulla ionosfera e lo spazio esterno), ma lo studio di fenomeni di questo tipo può essere molto rivelatore.
Monster Waves on the Sun are Real

November 24, 2009: Sometimes you really can believe your eyes. That's what NASA's STEREO (Solar Terrestrial Relations Observatory) spacecraft are telling researchers about a controversial phenomenon on the sun known as the "solar tsunami."

Years ago, when solar physicists first witnessed a towering wave of hot plasma racing along the sun's surface, they doubted their senses. The scale of the thing was staggering. It rose up higher than Earth itself and rippled out from a central point in a circular pattern millions of kilometers in circumference. Skeptical observers suggested it might be a shadow of some kind—a trick of the eye—but surely not a real wave. "Now we know," says Joe Gurman of the Solar Physics Lab at the Goddard Space Flight Center. "Solar tsunamis are real."
The twin STEREO spacecraft confirmed their reality in February 2009 when sunspot 11012 unexpectedly erupted. The blast hurled a billion-ton cloud of gas (a "CME") into space and sent a tsunami racing along the sun's surface. STEREO recorded the wave from two positions separated by 90o, giving researchers an unprecedented view of the event.
"It was definitely a wave," says Spiros Patsourakos of George Mason University, lead author of a paper reporting the finding in the Astrophysical Journal Letters. "Not a wave of water," he adds, "but a giant wave of hot plasma and magnetism."
The technical name is "fast-mode magnetohydrodynamical wave"—or "MHD wave" for short. The one STEREO saw reared up about 100,000 km high, and raced outward at 250 km/s (560,000 mph) packing as much energy as 2400 megatons of TNT (1029 ergs).
Solar tsunamis were discovered back in 1997 by the Solar and Heliospheric Observatory (SOHO). In May of that year, a CME came blasting up from an active region on the sun's surface, and SOHO recorded a tsunami rippling away from the blast site. "We wondered," recalls Gurman, "is that a wave—or just a shadow of the CME overhead?"
SOHO's single point of view was not enough to answer the question—neither for that first wave nor for many similar events recorded by SOHO in years that followed. The question remained open until after the launch of STEREO in 2006. At the time of the February 2009 eruption, STEREO-B was directly over the blast site while STEREO-A was stationed at right angles —"perfect geometry for cracking the mystery," says co-author Angelos Vourlidas of the Naval Research Lab in Washington DC.
The physical reality of the waves has been further confirmed by movies of the waves crashing into things. "We've seen the waves reflected by coronal holes (magnetic holes in the sun's atmosphere)," says Vourlidas. "And there is a wonderful movie of a solar prominence oscillating after it gets hit by a wave. We call it the 'dancing prominence.'"
Solar tsunamis pose no direct threat to Earth. Nevertheless, they are important to study. "We can use them to diagnose conditions on the sun," notes Gurman. "By watching how the waves propagate and bounce off things, we can gather information about the sun's lower atmosphere available in no other way."
"Tsunami waves can also improve our forecasting of space weather," adds Vourlidas, "Like a bull-eye, they 'mark the spot' where an eruption takes place. Pinpointing the blast site can help us anticipate when a CME or radiation storm will reach Earth."
And they're pretty entertaining, too. "The movies," he says, "are out of this world."

21 novembre 2009

Sonorità delle onde corte: la propagazione si fa arte

In seguito a un parziale, bilaterale distacco delle retine il musicista pop inglese Paddy McAloon, protagonista negli anni ottanta e novanta di una fase di discreto successo con i Prefab Sprout, perde quasi completamente la vista. E' il 1999 e in attesa di un complesso intervento chirurgico Paddy siede in silenzio, non può lavorare, scrivere. E di notte ascolta la radio, tanta radio, probabilmente anche sulle onde corte. Quattro anni dopo questa esperienza pubblica un album intitolato I trawl the MegaHertz, letteralmente "pésco a strascico nei megahertz" che rappresenta il suo primo lavoro da solista (Paddy è un bravo cantante e soprattutto un formidabile scrittore di testi). Un lavoro elaborato originariamente al computer e riarrangiato per orchestra d'archi, molto strumentale, molto onirico, in cui il compositore incastona come strane gemme le parole e le suggestioni del paesaggio notturno radiofonico. Qui trovate una recensione di BBC Music sul disco uscito ormai sei anni fa. Curiosamente l'ultimo album Prefab Sprout è uscito nel settembre di quest'anno, la riedizione di un disco che non era mai uscito dalle sale di incisioni nel 1992. I più curiosi possono trovare molte informazioni sulle loro pagine "non ufficiali" curate da un giovane scrittore dello Yorkshire, Jamie McGarry. Tra i materiali audio c'è anche una intervista concessa da Paddy a BBC Radio 3 sulla sua esperienza di radioascoltatore nel buio.
Ho scoperto questa storia radio-musicale leggendo il blog di Myke Dodge Weiskopf, Myke.me. Un tempo questo suo spazio si chiamava Shortwavemusic ed era appunto un contenitore di suoni legati all'ascolto delle onde corte, dai brani di musica etnica, ai segnali telegrafici. Da qualche tempo Myke sta condividendo attraverso il suo blog sofisticate compilation di brani che riempiono la durata di un CD. Ne sono disponibili due e sono molto : A Is For Autumnal e B Is For Bespielen.
Ma c'è anche un altro motivo per seguire le attività di questo peculiare compositore, storico della musica, esecutore strumentale e produttore radiofonico che vive a Los Angeles (le sue produzioni si possono ascoltare alla BBC, su Radio Australia, su NPR). Myke sta per lanciare, dopo diversi mesi di lavoro, un CD intitolato At The Tone che raccoglie una quantità di audio clip storici delle emittenti di tempo e frequenza campione WWV e WWVH. Nel 2008 Myke aveva annunciato questo stesso titolo (qui il mio post con la notizia) basato su un suo lavoro del '92, ma non ho capito se poi era stato veramente pubblicato (le tracce audio avrebbero dovuto essere integrate da un volumetto con la storia delle stazioni del National Institute of Standards). Ora è disponibile una versione speciale di At The Tone "fundraising edition" in vendita a 20 dollari per finanziare la masterizzazione di un CD vero e proprio. Nel frattempo Myke sta portando avanti un altro progetto sonoro di cui non vuole rivelare troppi dettagli. Avrà a che fare con le onde lunghe (Historical Longwave CD) ma l'unico indizio fornito è un link alla voce di Wikipedia dedicata al Long Frequency Radio Range, il sistema di navigazione aerea strumentale basato appunto sulle LF in funzione negli anni 30 e 40 prima dell'avvento dei radiofari NDB. Il funzionamento di questo sistema è spiegato meglio nelle pagine del museo virtuale del controllo di volo. L'impianto LFRR richiedeva l'uso di quattro tralicci disposti a quardrangolo, al centro un quinto pilone serviva per la trasmissione di informazioni meteo sulle stesse frequenze.

20 novembre 2009

Di-Wave 100 DRM: primi distributori, nessuna data

Ormai me n'ero dimenticato ma un mesetto fa ho inoltrato a Uniwave, la società francese produttrice della radio digitale DRM/analogico Di-Wave 100 la richiesta di informazioni sulla prossima disponibilità di un apparecchio che teoricamente dovrebbe essere nei negozi da settembre. Oggi ricevo una mail dalla divisione marketing dell'azienda, dove - dopo la precisazione che ancora non esistono distributori in Italia - vengono riportati gli indirizzi di tre distributori tedeschi:

1- Alan Electronics GmbH
Dovenkamp 11
D 22952 Luetjensee/ Germany
+494154849149
www.alan-electronics.de

2-Charly H. Hardt
Edelhoffstraße 70
42857 Remscheid
Tel.: 02191 / 80598
www.charly-hardt.de

3-THIECOM Herbert Thieking GmbH & Co.
Kommanditgesellschaft
Communication * Distribution * Import-Export
Schwaneweder Str. 193 D-28779 Bremen/Germany
Tel.0421-6009098 Fax.6007566
http://www.thiecom.de

Nessun riferimento visibile alla radio Di-Wave sul sito Alan, mentre Charly Hardt ha l'immagine e un "prossimamente disponibile". L'unico che si sbilancia un po' è Thiecom, che riporta una scheda completa con un prezzo: 249 euro, specificando di accettare pre-ordini. Nessun riferimento a una concreta data per il rilascio.

Spectrum Policy Group europeo sulla radio cognitiva

Non è solo l'OFCOM britannico a occuparsi di radio cognitiva. Anche il Radio Spectrum Policy Group RSPG - organismo creato nel 2002 dalla Commissione Europea e comprendente i responsabili della gestione dello spettro delle radiofrequenze dei 27 paesi membri - ha preparato una bozza di rapporto sulla cognitive radio che in queste settimane è sottoposto a un processo di revisione pubblica attraverso una apposita consultazione, bandita tra il 13 novembre e il 28 dicembre.
Il "Report on cognitive technologies" è un documento di 28 pagine molto ricco di definizioni e spunti. Mi pare un'ottima introduzione alla problematica dell'accesso intelligente alle risorse radio. Potete informarvi su questa consultazione sul sito dell'RPSG, mentre in questo documento trovate l'elenco completo delle organizzazioni europee che ne fanno parte.

Call for public input on the draft RSPG report on Cognitive Technologies
13 November 2009 -> 28 December 2009

The Radio Spectrum Policy Group (RSPG) is preparing a Report on Cognitive Technologies. In the process of finalising this report, the RSPG is seeking input and views from stakeholders on the contents of this draft report. The RSPG also welcomes other remarks or suggestions that you may consider relevant on this topic. Please reply by e-mail to to INFSO RSPG (INFSO-RSPG (at) ec (dot) europa (dot) eu), with PUBLIC INPUT ON COGNITIVE TECHNOLOGIES in the subject line.

The RSPG also discussed its report on Cognitive technologies, examining how best to support this very innovative and nascent sector in the coming years. Cognitive radio technologies can be a key driver of innovation resulting in a more efficient use and a more dynamic management of spectrum. Policy-makers need to be informed well in advance of the challenges they may raise for cognitive technologies to realise their full potential. The report recognises that the EU would benefit from adopting a harmonised approach to cognitive radio technologies. It will now be submitted to call for public input in view of final adoption at the next RSPG plenary meeting.

19 novembre 2009

500 radio per gli emigranti italiani

Sto ascoltando da Radio 3 l'intervista a Delfina Licata di Dossier Caritas/Migrantes, caporedattrice del Rapporto Italiani nel Mondo, un volumone di oltre 500 pagine curato dalla Fondazione Migrantes e giunto alla quarta edizione. Questa mattina Delfina ha presentato il nuovo Rapporto 2009, come sempre ricchissimo di dati: una ricerca meticolosa - e sul campo - sull'emigrazione italiana all'estero, tra motivazioni, bisogni, necessità, ricordi, contatti, nostalgie e rifiuto di tornare. E' una lettura, questa del Rapporto che una nazione civile dovrebbe rendere obbligatoria nelle scuole. Invece l'unica cosa a essere istituzionalizzata, qui in Italia, è l'oblio delle sofferenze patite da emigrati. Solo una totale amnesia può giustificare l'infantile cattiveria con cui ci accaniamo oggi contro chiunque arrivi qui pieno di guai, povertà e speranze. Lo stesso bagaglio che ci portavamo, ci portiamo dietro noi quando lasciamo, forse per sempre, i nostri confini. Stamane su un'altra stazione radio ascoltavo un tentativo purtroppo sfumato di collegamento con il comune bresciano di Coccaglio, diventato famoso in queste ore per l'illuminata decisione della nuova giunta leghista di celebrare un Natale in bianco. L'operazione "White Christmas" prevede che entro il 25 dicembre tutti gli immigrati che non avranno rinnovato il permesso di soggiorno, dovranno andarsene da Coccaglio. Raus, come si diceva ai bei tempi. Sarà che sono fatto molto male rispetto alle moderne esigenze anti-buoniste, ma trovo lo spirito "natalizio" di questa iniziativa raggelante. Ho avuto spesso modo di discutere di queste cose, anche nei commenti qui su RP e c'è chi mi fa rilevare quanto io sia poco pragmatico e idealista nell'affrontare un problema serio come le ricadute criminali dell'immigrazione (come se l'emigrazione di Al Capone non avesse comportato problemi). Ho sempre risposto che il problema del nostro razzismo mi sembra decisamente più grave e temo che non sia facile convincere tutti quelli che ribattono "non sono razzista ma...". Un ma che pesa come un macigno sulla mia distorta mentalità di mezzosangue.
Tornando al Rapporto Italiani nel Mondo, fareste bene a scaricare la scheda preparata per noi giornalisti con un estratto di tutte le cifre. C'è anche un piccolo paragrafo dedicato ai media radiotelevisivi che, nel mondo, parlano almeno in parte in lingua italiana, una lingua amatissima all'estero, così come lo è, forse al di là dei suoi veri meriti, questa nazione felice e infelicissima al tempo stesso. Il nostro Ministero degli Esteri recensisce quasi 500 stazioni radio. Potete consultare questo ricco database, dove tutte le emittenti sono classificate con una scheda dettagliata (chissà chi ha curato questo bellissimo lavoro) a questo indirizzo Web: http://89.97.214.125/media/rd_index.asp.

18 novembre 2009

Dopo Sirius nuove speranze per satradio in EU?

Il positivo andamento dell'ultima trimestrale di Sirius Xm, l'operatore di radio digitale satellitare USA, potrebbe avere inaspettate ricadute anche su questo versante dell'Atlantico, nell'Europa che dopo il fallimento di Worldspace ha già visto sfumare la promessa di un analogo servizio di pay radio. Per giunta a partire dal mercato italiano.
Il turn around di Sirius proietta una luce più positiva sulle prospettive di un altro operatore, Ondas Media (headquarter nella capitale spagnola, ma capitali di origine tedesca e svizzera), su cui però è lecito continuare a nutrire qualche perplessità. Un articolo recente del Daily Telegraph (segnalatomi da Francesco Delucia) annuncia un accordo tra Ondas e il network commerciale britannico Jazz FM per la realizzazione di contenuti che popoleranno i servizi della società spagnola a partire dal 2012, data prevista per l'attivazione di un bouquet di 150 canali potenzialmente in grado di raggiungere una trentina di nazioni europee. Il Telegraph riporta le dichiarazioni del nuovo CEO di Ondas, Dave Krueger, che guarda caso è stato consulente di Sirius, e afferma che l'eventuale arrivo della radio via satellite potrebbe costituire un duro colpo alle speranze del DAB, l'eterno candidato alla sostituzione della radio analogica e da sempre in bilico per quanto concerne il reale gradimento da parte del pubblico e del seguito in mercati critici come quello dell'autoradio. Oltretutto nel Regno Unito i piani del passaggio al DAB delle emittenti commerciali ha subito vistosi rallentamenti, con il mancato debutto di un secondo multiplex nazionale. Nel board di Ondas siedono Klaus Otto Rehnig e Hans Peter Peters, definiti "seed investor" oltre che amministratori. I due manager si sono finora occupati di banche e finanza, sicuramente sanno il fatto loro. Ondas Media in questi mesi ha annunciato diversi accordi con i manifatturieri automobilistici per l'installazione degli impianti satellitari a bordo dei veicoli venduti. Il business plan presentato da Krueger parla di un fatturato potenziale di 200 milioni di euro nel 2013, da raddoppiare nel 2014. Ma come insegna il caso di Sirius Xm (operatore singolo nato dalla fusione tra due concorrenti originariamente imposti dal regolatore americano), sul business della radiofonia satellitare pesano costi di avviamento molto elevati, che possono impattare in modo devastante sui piani iniziali. A quanto mi risulta Ondas non ha ancora messo in orbita un satellite, ma deve affrettarsi a farlo se vuole centrare gli obiettivi di tempo che sembra essersi data. Non so se l'avvento della radio digitale satellitare in Europa possa costituire una minaccia per la radio digitale terrestre, per somiglia troppo a un alterco tra promesse mancate.


DAB radio faces threat from satellite rival

DAB radio, the digital radio format in which the commercial radio sector and BBC has pinned its hopes and invested heavily, is facing its biggest threat yet as US-style subscription satellite radio is set to launch throughout Europe.

By Amanda Andrews
Published: 3:04PM GMT 16 Nov 2009

Ondas Media, a private Madrid-based satellite radio group funded by a group of German and Swiss investors, has agreed to provide its radio devices to a string of car manufacturers such as BMW and Nissan, and will today announce a landmark deal with Britain’s Jazz FM to broadcast the station in 27 European countries when Ondas’ service launches in 2012.
(continua)


UK, radio cognitiva per gli "spazi bianchi"

Anche il regolatore britannico OFCOM si occupa, come l'americana FCC, della questione "whitespaces", le finestre di frequenza UHF lasciate libere dalla riorganizzazione dello spettro televisivo del digitale terrestre. L'authority propone una pubblica consultazione sull'uso di tecnologie di radio cognitiva per una gestione automatica dell'offerta di servizi di accesso Internet wireless a larga banda che dovrà andare a occupare questi "spazi bianchi". In Gran Bretagna si pensa soprattutto alla copertura Internet di aree rurali scarsamente infrastrutturate. A differenza di quanto accade per sistemi come WiMax, Wi-Fi o Bluetooth, che operano, con o senza licenza, su frequenze predeterminate, i futuri dispositivi wireless per i whitespace utilizzeranno le stesse frequenze della televisione e non è pensabile quindi venderne modelli con canali preimpostati, né consentire agli utenti di sintonizzare i loro apparati. La possibile soluzione è una intelligenza di bordo che permetta al dispositivo di verificare da solo la disponibilità di frequenze libere.
Secondo OFCOM questa intelligenza dovrebbe funzionare sul principio della geolocalizzazione. Il dispositivo calcola (per esempio col GPS) la sua posizione geografica e consulta un database aggiornato con le frequenze televisive occupate in quella zona. Una volta identificati i canali liberi decide quali utilizzare.
Oggi il regolatore bandisce una consultazione su questo tipo di approccio, per studiarne la fattibilità. Potete scaricare il documento da questa pagina, da dove ho estratto anche il seguente Executive Summary. A febbraio 2010, a termini di presentazione scaduti, il regolatore avvierà l'iter decisionale.
Digital Dividend: Geolocation for Cognitive Access

Background

1.1 Since its launch in 2005, our Digital Dividend Review (DDR) has considered how to make the spectrum freed up by digital switchover (DSO) available for new uses. This includes the capacity available within the spectrum that will be retained to carry the six digital terrestrial television (DTT) multiplexes after DSO. This is known as interleaved spectrum because not all this spectrum in any particular location will be used for DTT and so is available for other services on a shared (or interleaved) basis.

1.2 In our statement of 13 December 2007 on our approach to awarding the digital dividend, we considered the use of interleaved spectrum by licence-exempt cognitive applications (i.e. those exempted from the need to be licensed under the Wireless Telegraphy Act 2006 ). We concluded that we should allow cognitive access as long as we were satisfied that it would not cause harmful interference to licensed uses, including DTT and programme-making and special events (PMSE). This could potentially bring substantial benefits to citizens and consumers in the form of new devices and services.

1.3 We published a consultation on proposed parameters for licence-exempt cognitive devices using interleaved spectrum on 16 February 2009. In a subsequent statement published on 1 July 2009 we concluded that cognitive devices should either sense the presence of other signals or make use of a geolocation database to determine which spectrum was unused in the vicinity. In that statement we provisionally concluded on the parameters needed for sensing but noted that further discussion would be needed as to how a geolocation database might operate. This discussion document is intended to stimulate and inform such discussion.

Cognitive access to interleaved spectrum

1.4 Much previous work has assumed that cognitive devices would sense the use of spectrum by monitoring for licensed transmissions and only transmitting if they found none in a particular frequency range. Recent studies have shown however that the signal levels they would need to sense down to, in order to be certain of not causing harmful interference, are extremely low and so alternative approaches are now being considered.

1.5 The most promising alternative to sensing (also known as detection) appears to be geolocation, where cognitive devices measure their location and make use of a geolocation database to determine which frequencies they can use at their current location. They are prohibited from transmitting until they have successfully determined from the database which frequencies, if any, they are able to transmit on in their location. In this case parameters such as locational accuracy and frequency of database enquiry are important.

1.6 This discussion document focuses on geolocation and the mechanisms likely to be needed for it to work. It is intended as input to the thinking that is taking place around the world on geolocation rather than as a statement of clear regulatory intent. As such, it is hoped that it will further discussion and speed the development of possible geolocation solutions. It does not seek to change in any way the decisions on general cognitive access and sensing set out in our July 2009 statement.

Key geolocation issues

1.7 We see five key issues to be addressed in developing a geolocation approach.

1.8 The information to be provided by the device to the database(s). We suggest that this be flexible with the device allowed to select from providing only its location through to providing location, locational accuracy, device type and preferences as to the amount of information that it receives. As the device provides additional information the database can tailor its response, in some cases allowing higher power levels. We note that this may require standardisation work around the protocols to be used.

1.9 The information returned from the database(s) to the device. We suggest that this should be a list of frequencies and power levels for each geographical pixel or location. Alternatively, if the device has moved to a different country, the database might return the address that the device now needs to send its enquiry to.

1.10 The frequency of update of the database(s) and hence the periodicity with which devices will need to re-consult. Because some licensed uses of relevant frequencies might require access at short notice - for example some PMSE users - we suggest that devices be required to recheck the database at least every two hours.

1.11 The modelling algorithms and device parameters to be used to populate the database(s). We make some detailed suggestions as to propagation algorithms, assumed device sensitivity and methodology that would enable the database to derive the list of frequencies that could be available for cognitive devices from the information provided about licensed use.

1.12 The maintenance of the database(s). We note that someone will need to develop and host the database and that costs will be incurred. We seek views as to who should be responsible for the database and on what terms, where the costs might fall and what role it would be appropriate for regulators to play.

Next steps

1.13 This discussion invites responses by 9 February 2010. We will consider any responses we receive and then decide on what to do next.

OFCOM: deregulation per favorire le radio locali

L'OFCOM torna sulla questione della concentrazione della proprietà dei massmedia pubblicando oggi sul sito Web il rapporto destinato al Segretario di stato per la Cultura, i media e lo sport e relativo alle raccomandazioni sui mutamenti da apportare alla attuale legislazione in materia. Il regolatore britannico, pur constando la crescente importanza del ruolo di Internet come fattore determinante nella formazione dell'opinione pubblica, afferma che tv, radio e giornali hanno ancora un peso considerevole e occorre dunque intervenire - in questo periodo di crisi - con degli interventi che rendano il mercato dei media più reattivo, flessibile e appetibile per gli investitori. In particolare OFCOM si sofferma sulla proprietà delle stazioni commerciali locali chiedendo al governo di rimuovere gli attuali vincoli che limitano il numero di emittenti che una sola persona può controllare. L'unica restrizione che dovrebbe restare in vigore riguarda la proprietà incrociata di tre tipologie di mezzi: una stazione radio locale, un quotidiano locale con oltre il 50% di quota mercato e una licenza televisiva regionale per Channel 3.
E' bello vedere come una democrazia matura e autenticamente liberale affronta la questione delle norme che regolano il controllo economico sui mezzi che possono contribuire alla creazione - o all'erosione - del consenso politico. Un paese che prende sul serio i possibili conflitti di interesse. Il ragionamento dell'OFCOM è semplice: le radio locali sono importanti ma non sono in questo momento un buon affare, abbattendo le barriere anti-concentrazione forse riusciamo a trasformarle in una opportunità migliore. Il ragionamento potrebbe essere sensato. Ma io mi chiedo se un unico proprietario di una catena di radio locali non debba piuttosto finire per uccidere il localismo, unificare le programmazioni, svuotarle di contenuto attraverso una politica di tagli al personale. In ogni caso, ripeto, è rinfrescante assistere a certi dibattiti da qui, da un posto che i dibattiti preferisce imbavagliarli con leggi scandalose, che tratta le emittenti locali come sta succedendo in questi mesi di transizione verso il digitale terrestre ed è perennemmento afflitto da una patologica indifferenza nei riguardi dell'interesse comune.
Per leggere - come un balsamo - il rapporto stilato dall'authority britannica cliccate qui.
17|11|09
Ofcom recommends reducing media ownership regulations

Ofcom today published its report to the Secretary of State for Culture, Media and Sport on recommended changes to the media ownership rules.
The final report draws from evidence published in our consultation document on 31 July 2009 and stakeholder responses to that consultation.

It recommends two main changes:

* Removing the rules around local radio service and multiplex ownership and national multiplex ownership. For local services, this means that all local commercial radio stations could be owned by one operator in a local area, alongside the BBC local radio services; and
* Liberalising the local cross media ownership rules so that the only restriction is on ownership of all three of: a local radio station; local newspapers (with 50% or more of the local market share); and a regional Channel 3 licence.

These recommendations could help maintain local content, by increasing flexibility for media companies. They would reduce the regulatory burden on the local media sector and the radio industry in particular. Consumers still rely on television, radio and press for news, so complete removal of the local cross media ownership rules could reduce protection for plurality.
We have based these recommendations upon our recent analysis of the local media sector set out in our discussion document Local and Regional Media in the UK - published in September.
Our recent consultation on localness regulation for commercial radio, which closed on 23 October, also made a series of proposals aimed at reducing the regulatory burden on the radio sector, while protecting the local content that listeners value.
All of our proposals are recommendations to the Government in line with Ofcoms statutory duty, under section 391 of the Communications Act, to review the media ownership rules and report to the Secretary of State at least every 3 years. This is our second review of the media ownership rules. Our last report was in November 2006.
Any decisions on these issues are a matter for Government and Parliament. Our radio proposals require legislative changes that the Government has proposed to include in its planned Digital Economy Bill.
Ed Richards, Ofcoms Chief Executive, said:
"In line with our statutory duties, we have today set out recommendations for Government and Parliament. These proposals would allow local media companies more flexibility to respond to the challenges that they are facing while at the same time protecting plurality for listeners and viewers; it is for Government and Parliament to take any decisions in this area."

The full statement can be found here: http://www.ofcom.org.uk/consult/condocs/morr/statement/

The report on Local and Regional Media in the UK published on 22 September 2009 can be found here: http://www.ofcom.org.uk/research/tv/reports/lrmuk/

The Radio: the implications of Digital Britain for localness regulation consultation published on 31st July 2009 can be found here: http://www.ofcom.org.uk/consult/condocs/radio/condoc.pdf

OFCOM, consultazione pubblica sulla WRC-12

Una sventagliata di comunicati tutti interessanti è comparsa in questi giorni sul sito del regolatore inglese OFCOM. Il primo di questi annunci riguarda la conferenza World Radio Regulation WRC-12 prevista per il 2012 a Ginevra, un consesso dove vengono prese fondamentali decisioni in merito alla regolamentazione dello spettro. In previsione dell'evento e in questa fase preparatorio OFCOM si rivolge ai cittadini e alle organizzazioni britannici per chiedere i loro pareri. In agenda ci sono aspetti curiosi come ad esempio le misure atte a salvaguardare dalle interferenze i dispositivi radio passivi (ricevitori) utilizzati per il rilevamento dei fulmini nella porzione di spettro inferiore ai 20 kHz.
Un altro punto riguarda la software defined radio e la cognitive radio. Alla WRC-12 si discuterà dell'opportunità di introdurre per queste due tematiche una regolamentazione a livello delle Radio Regulations. Secondo OFCOM non è necessario ma anche qui vengono raccolti i pareri dei potenziali player (vi riporto in calce i paragrafi che riassumono questa presa di posizione). Il testo che introduce la pubblica consultazione si trova a questo indirizzo mentre qui potete scaricare il PDF con il testo completo.

Agenda Item 1.19 - Software defined and cognitive radio systems

6.8 The issue for agenda item 1.19 is whether there is a need to regulate software- defined radio (SDR) and cognitive radio systems (CRS) in the Radio Regulations. SDR and CRS are radio systems employing technologies which may offer improved efficiency to overall spectrum use and additional flexibility. CRS technologies in particular may enable coexistence/sharing in bands where it would otherwise not be feasible, for example operating in the gaps in planned terrestrial broadcasting bands known as interleaved spectrum or white space.
6.9 Ofcom is supportive of such technologies but believes that harmonisation of spectrum access for CRS should be done outside the Radio Regulations on a non mandatory basis. Where harmonisation is necessary this can best be delivered on a regional basis.
6.10 As SDR is a technology to facilitate the implementation of radio equipment, we do not believe that any change to the Radio Regulations is necessary for the introduction of SDR.

16 novembre 2009

Il portale dei conduttori radiofonici italiani

L'estate scorsa per iniziativa di Giorgio D'Ecclesia di RDS è nato Radiospeaker.it, il portale dei conduttori radiofonici italiani. Pubblico molto volentieri il comunicato che ho appena ricevuto. Al portale è associato un blog e un gruppo su Facebook. In bocca al lupo, ragazzi.

E’ nato Radiospeaker.it - il portale del Conduttore Radiofonico

Radiospeaker.it è il primo sito dedicato ai conduttori radiofonici italiani, comprende speaker di radio nazionali, regionali, locali e web. Il ruolo del conduttore radiofonico è sempre più in cerca di un riconoscimento istituzionale e normativo e Radiospeaker.it è il primo passo verso questo obiettivo. Ideato e realizzato da Giorgio d’Ecclesia (Conduttore radiofonico presso Dimensione Suono Roma), il sito Radiospeaker.it nasce con l’obiettivo di creare un luogo di incontro ed un database di pubblico dominio con dati, foto, file audio, curriculum e contatti dei conduttori radiofonici italiani.
Tra gli oltre 150 speaker iscritti ci sono personaggi di fama nazionale come Marco Liorni, Tamara e Beppe De Marco di RDS, Betty Senatore, Giancarlo Cattaneo e Benny di Radio Capital, Max Poli e Noè di Radio Kiss Kiss, Barbara Marchand, Daria Ragazzini e Maira Nacar di Radio RAI, inoltre sono presenti speaker di grandi realtà radiofoniche regionali come Dimensione Suono Roma (Lazio), Radio Subasio (Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania) Radio Globo (Lazio), Radio Babboleo (Liguria), Radio Fantastica (Piemonte, Lombardia, Liguria), Discoradio (Piemonte, Lombardia, Emilia) Radio Delta 1 (Abruzzo, Molise, Marche, Puglia), Ciccio Riccio (Puglia, Basilicata, Calabria) e giornalmente si registrano nuove iscrizioni.

Il sito comprende anche:

Radiospeaker Blog, spazio per discutere e riflettere sulle tecniche di conduzione radiofonica e su argomenti inerenti - www.radiospeakerblog.blogspot.com

Radiospeaker Tube, canale video con filmati, video storici, film, documentari, videoclip che parlano di radio - www.youtube.com/radiospeakertube

Radiospeaker Group: il gruppo di facebook dedicato agli speaker radiofonici e agli esperti del settore dove scambiare foto, informazioni e contatti - www.facebook.com/group.php?gid=20513009537

Monitoraggio meteorico con l'eco di un radar francese

Da Roma Andrea mi ha invia l'immagine spettrografica con il risultato dei suoi ultimi esperimenti sull'ascolto delle tracce di ionizzazione lasciate dai meteoriti attraverso l'eco di segnali radio distanti. E' un "trucco" già utilizzato da diversi esperimenti di radio-natura (ecco una pagina della NASA che illustra la tecnica di "forward scattering" basata su segnali televisivi in banda I VHF). Il segnale utilizzato da Andrea è quello del GRAVES (Grand Réseau Adapté à la Veille Spatiale) un radar installato dalle autorità francesi, nei pressi di Dijon, per sorvegliare satelliti e detriti spaziali. Il radar trasmette un segnale continuo a 143,050 MHz esplorando un'ampia area di cielo e i suoi rimbalzi permettono di tracciare satelliti polari e geostazionari e frammenti di veicoli sparpagliati in orbita.
Lo stesso segnale del GRAVES può servire per monitorare l'ingresso dei meteoriti nell'atmosfera. E' sufficiente sintonizzarsi sulla frequenza di 143,050 MHz in modalità USB e attivare un software di analisi visuale come Spectran. Ecco qualche riferimento per approfondire il funzionamento di GRAVES. Il sito ufficiale del gestore ONERA si trova qui ed è possibile visualizzare una breve intervista esplicativa, in francese. Il solito FAS ha messo insieme un ampio dossier su questo impianto inaugurato nel 2005 e una pagina concisa e molto comprensibile è quella di un radioamatore olandese che usa il GRAVES per ascoltare le riflessioni del segnale sul suolo lunare.

12 novembre 2009

Le "Giornate Marconiane" ai tempi della ex-Eutelia

La prima delle "Giornate marconiane", organizzate dalla Fondazione Ugo Bordoni per celebrare il centenario del Nobel a Guglielmo Marconi con una serie di interventi che hanno al centro le tecnologie delle telecomunicazioni e il loro potenziale di rinnovamento c'è già stata e mi scuso per non averne dato notizia per tempo. Le altre due, previste per l'11 dicembre e per il 28 gennaio 2010 sono ancora in calendario e potete trovare tutte le indicazioni sul sito della FUB, dove tra l'altro viene pubblicato, in relazione alla prima giornata del 9 novembre, l'intervento di Sandro Frova, un economista molto preparato sull'economia dell'innovazione. Il programma è davvero fitto di relatori e tematiche interessanti, incluse quelle politiche (politica industriale, quella che da noi semplicemente non si fa, o si fa solo a parole). Non mancano i nomi di ministri e governanti, ma ci sono anche gli esperti veri, quelli che vale ancora la pena ascoltare, come Leonardo Chiariglione. Le giornate di studio sull'industria delle telecomunicazioni e sulle prospettive in Italia si tengono a Roma e potete prelevare il PDF con il programma dell'11 dicembre e del 28 gennaio.
A me piacerebbe molto che si riuscisse ad aprire un piccolo spazio di analisi e autocritica dello "spirito imprenditoriale" italiano del settore Tlc emerso in questi giorni dalla lettura della triste vicenda dei lavoratori ex-Eutelia. Trovo opportuno inserire, in calce alla notizia sull'ennesimo, paludato, ufficialissimo convegno, il comunicato che mi è arrivato dal comitato Lavoratrici e Lavoratori di Agile s.r.l.. Ho fatto qualche ricerca, quel poco che si può trovare su Internet, sul Gruppo Omega, nuovo acquirente di Agile, la società ceduta da Eutelia dopo lo scorporo delle attività informatiche dell'operatore (nato dalla fusione tra Plug It e Edisontel) . Le zone grige della vicenda sono a dir poco inquietanti (altre informazioni si trovano qui sul blog di Paolo Casalieri). Come "eredità" dell'imprenditore Marconi non ci siamo proprio, specie se guardiamo a questo ennesimo esempio di spreco di risorse umane ed economiche unito all'analogo caso di Nortel Italia, filiale italiana del colosso delle telecomunicazioni canadese, entrato in procedura fallimentare e avviato a essere fatto a pezzi. Michele Prosperi, un vero amico comunicatore di quella azienda, mi ha invitato a diffondere l'indirizzo del blog aperto insieme ai colleghi. Ad Agile e Nortel Italia va la mia soliderietà, per il poco che vale.
AGILE – ex EUTELIA - COME LICENZIARE 9000 PERSONE SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA !!!!!

E’ iniziato il licenziamento dei primi 1.200 lavoratori di OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI in:

AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega

Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.
Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti .

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l’ultima è Phonemedia, 6.600 dipendenti, che subirà a breve la stessa sorte. Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia,le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi. Abbiamo bisogno di visibilità mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane (Roma - Siena Montepaschi – Milano – Torino – Ivrea – Bari – Napoli - Arezzo - ) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun giornale a tiratura nazionale si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.

NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d’ordine è che se non siamo visibili all’opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE. [la frase risale ai giorni precedenti le ultime, drammatiche cronache - NdR]

è dal 4-Novembre-2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti

Radio online USA, fanno discutere i rilevamenti di Ando

Nei giorni scorsi negli Stati Uniti Ando Media, la Arbitron della radio online, la società cioè che misura il successo delle emittenti su Web (incluse quelle che appartengono alla Katz Online Network, la più estesa del paese), ha convocato un "webinar", una conferenza stampa su Internet, per commentare la pubblicazione dei dati di ascolto da maggio a settembre. Ci sono state parecchie discussioni nel settore perché questi rilevamenti introducono, come era prevedibile, nuove metriche basate (come dice il commento di Taylor-on-Radio) sul censimento piuttosto che sul campione di ascoltatori. Non c'è niente da fare, conclude Taylor, la radio online è un'altra cosa e sta velocemente maturando. Lo dice chiaramente il consulente scrivendo che la radio online "avverte la sua adolescenza e vuole rompere i legami" con la radio tradizionale. Per questo dovremo abituarci - gli inserzionisti pubblicitari in testa - a metriche come le "session start", il numero di stream di almeno un minuto attivati in un dato arco di tempo, o le Average Active Sessions nell'intervallo di tempo. Tutti dati che possono essere misurati con precisione, alla fonte, e non vengono proiettati statisticamente sulla base del presunto comportamento degli ascoltatori. I numeri di Ando Media sono, di fatto, molto più oggettivi, e non deve certo stupire se le reazioni negative davanti alle sue classifiche vengono proprio da aziende di "ad placement" come TargetSpot. E' il bello della pubblicità su Internet, bellezza. Per leggere il report di Ando Media cliccate qui. Interessante osservare che i rilevamenti includono anche i canali di Pandora.

Ando Media – apologies, but no mea culpas.

Patrick Reynolds of the online measurement service tells yesterday’s hastily-called webinar “if we’ve created confusion” by adding new metrics such as “Session Starts” - “I apologize. That wasn’t our intention.” But he’s not saying they screwed up with the new-look online ratings that were issued last Friday. He’s dealing with some upset “publishers” of content and clients, including TargetSpot. That large ad-placement company came on board with Ando in April. But it asked not to be included in last Friday’s release of data from May through September. (At least that’s the clear inference from Reynolds’ answer during the Q&A – “The customer has to give permission” for their data to be included.) I told you in yesterday’s T-R-I that Triton-owned Ando Media was moving swiftly to address the gripes, and Reynolds says overall, the feedback’s been more positive than negative. Give him credit for going solo and live during a 45-minute webinar during which he addressed some pretty tough questions. He even gave out his cell phone number, and says Ando will begin holding regular conference calls and will keep talking with customers, whether at a “brown-bag lunch” with an agency or on a webinar. So what’s all the fuss about?
Senior VP Patrick Reynolds says the traditional-looking Average Quarter Hour (AQH) and cume figures “still exist” - but “we’re adding some new metrics that we think are more meaningful in a digital world.” Such as “Session Starts” (defined as “the number of streams of one minute or more that are started in a time period”). “Average Active Sessions.” And “ATSL”, or Average Time Spent Listening. Those are the metrics that Ando Media used for its controversial May-September numbers (see them here.) And they’re the categories it intends to continue highlighting with the upcoming October Webcast Metrics and beyond, because – Online radio is feeling its adolescence and starting to break away from the terrestrial radio way of thinking about its consumption and its measurement. That’s really the underlying story with Ando – there’s a new paradigm for the growing universe of online radio. (Ando’s Patrick Reynolds says that some 8,000 streams are part of his world.) Traditional AM/FM radio and this newer digital offshoot are different in a lot of ways, and that’s what Reynolds keeps coming back to. Ando’s measuring the listening using what researchers call a “census-based” methodology as opposed to “panel-based.” Ando is getting actual usage data from its customers. There are bugs to be worked out (somebody muting a stream at work or leaving the computer unattended). But Reynolds says the census-based approach provides “objective measurement, no sampling errors, no audience bias, real time measurement.” They don’t yet know a lot about individual listeners, compared to a diary keeper. They don’t have a complete handle on “uniques”, since more than one person might be using the same computer or mobile device. But that’s coming. So is ethnic-identified measurement. And station-specific ratings (“very, very soon”). So Ando’s forging ahead, despite the pushback, because they think it’s where online radio needs to go.