28 maggio 2014

Migrazione al digitale: la Svizzera spegnerà l'FM entro il 2024

Ancora dieci anni. Questo il termine fissato indicativamente dal Gruppo di lavoro Migrazione al digitale  (DIgMig)che sta studiando in Svizzera il delicato, definitivo passaggio dalla radiofonia analogica a quella digitale. Entro il 2024 (al più tardi!) si prevede che le stazioni attualmente attive in modulazione di frequenza commuteranno una volta per tutte sui loro impianti numerici. Questo in sostanza il risultato dei primi lavori consultivi svolti dal Gruppo e comunicati l'altro ieri, 26 maggio:

L'avenir de la diffusion radiophonique suisse est numérique. Le DAB+ remplacera à moyen terme la diffusion OUC (FM). Tels sont les deux enseignements d’une journée d’information au sujet de la radio numérique terrestre DAB+, à laquelle le Groupe de travail Migration digitale (DigiMig) avait convié ce lundi 26 mai 2014 l’ensemble des radios suisses. Les discussions ont notamment porté sur la date de l’extinction de la FM. Elle est envisagée en 2024 au plus tard avec des étapes régionales intermédiaires et anticipées.Le groupe de travail Migration numérique se compose de représentants de la SSR et des associations romande (RRR), alémanique (VSP) et nationale (UNIKOM) des radios privées. Les spécialistes radio de l’OFCOM, de Swisscom et de la branche automobile prennent part aux travaux. Le groupe s’est fixé le but de développer une démarche valable pour toute la branche radio et définissant les modalités de la migration coordonnée des radios OUC vers le DAB+. L’objectif est de livrer une feuille de route à Mme la Conseillère fédérale Doris Leuthard avant la fin de l’année.
Les participants à la journée d’information en ont appris davantage sur le calendrier prévu, les incidences législatives et réglementaires, les aspects techniques, les d'incitations ou les actions visant à promouvoir la vente des appareils de réception. Ils ont pu déposer leurs avis, remarques et commentaires sur le processus de migration envisagé. L'invitation s'adressait aux diffuseurs de programmes de radio, aux opérateurs de réseaux ainsi qu'aux représentants des domaines de la vente, du marketing ou de l'industrie automobile qui ont apporté leur contribution dans le cadre du groupe de travail DigiMig. Sachant que 75% des automobilistes écoutent la radio, la contribution de la branche au succès de la migration est particulièrement importante.

La transizione non sarà improvvisa e verrà implementata su base geografica. Entro la fine dell'anno, il Gruppo di lavoro dovrebbe presentar alla consigliera federale Doris Leuthard una tabella di marcia più precisa. Un ruolo fondamentale sarà assegnato ai costruttori di sistemi di ricezione per il segmento del car radio, considerando che in Svizzera tre persone su quattro ascoltano la radio quando sono al volante. Solo dieci anni per spegnere definitivamente una tecnologia di distribuzione che ha funzionato per circa sessanta.

22 maggio 2014

NASA e SkyCorp siglano accordo, via libera al tentativo di risvegliare la sonda spaziale ISEE-3, in volo dal '78

Per la prima volta nella sua storia la NASA ha stipulato un accordo con un gruppo di "cittadini scienziati" dando via libera al progetto che mira a ricontattare una sonda spaziale lanciata dalla stessa NASA negli anni 70 per studiare il vento solare e successivamente riconvertita mentre era già in volo come "cacciatrice" di comete. La sonda ISEE-3 passerà vicino alla terra (come raccontavo qui giorni fa) il prossimo agosto, ma a causa del successivo ammodernamento dei sistemi di comunicazione radio è diventato praticamente impossibile ricontattarla. 
Skycorp con SpaceCollege e SpaceRef hanno lanciato l'iniziativa ISEE-3 Reboot ("riavviamo la ISEE-3) e hanno già raccolto attraverso il crowdfunding la somma necessaria per effettuare il tentativo. Con l'accordo appena siglato la NASA si impegna anche a fornire le informazioni tecniche necessarie.

NASA has given a green light to a group of citizen scientists attempting to breathe new scientific life into a more than 35-year old agency spacecraft.
The agency has signed a Non-Reimbursable Space Act Agreement (NRSAA) with Skycorp, Inc., in Los Gatos, California, allowing the company to attempt to contact, and possibly command and control, NASA’s International Sun-Earth Explorer-3 (ISEE-3) spacecraft as part of the company’s ISEE-3 Reboot Project. This is the first time NASA has worked such an agreement for use of a spacecraft the agency is no longer using or ever planned to use again.
The NRSAA details the technical, safety, legal and proprietary issues that will be addressed before any attempts are made to communicate with or control the 1970’s-era spacecraft as it nears the Earth in August.
"The intrepid ISEE-3 spacecraft was sent away from its primary mission to study the physics of the solar wind extending its mission of discovery to study two comets." said John Grunsfeld, astronaut and associate administrator for the Science Mission Directorate at NASA headquarters in Washington. "We have a chance to engage a new generation of citizen scientists through this creative effort to recapture the ISEE-3 spacecraft as it zips by the Earth this summer."
Launched in 1978 to study the constant flow of solar wind streaming toward Earth, ISEE-3 successfully completed its prime mission in 1981. With remaining fuel and functioning instruments, it then was redirected to observe two comets. Following the completion of that mission, the spacecraft continued in orbit around the sun. It is now making its closest approach to Earth in more than 30 years.
The goal of the ISEE-3 Reboot Project is to put the spacecraft into an orbit at   a gravitationally stable point between Earth and the sun known as Lagrangian 1 (L1). Once safely back in orbit, the next step would be to return the spacecraft to operations and use its instruments as they were originally designed. ISEE-3's close approach in the coming weeks provides optimal conditions to attempt communication. If communications are unsuccessful, the spacecraft will swing by the moon and continue to orbit the sun.
NASA has shared technical data these citizen scientists to help them communicate with and return data from ISEE-3. The contributions of any citizen science provided by the spacecraft, if it is successfully recovered, depend on the current condition of its instruments. New data resulting from the project will be shared with the science community and the public, providing a unique tool for teaching students and the public about spacecraft operations and data gathering. The data also will provide valuable information about the effects of the space environment on the 36-year old spacecraft.
The ISEE-3 mission opened new pathways for scientific exploration, helping scientists better understand the sun-Earth system, which at its most turbulent can affect satellites around Earth and disrupt our technological infrastructure.
To learn more about the ISEE-3 Reboot Project, visit:
http://spacecollege.org/isee3
To learn more about ISEE-3, visit:
http://go.nasa.gov/1mSskQs

19 maggio 2014

Il Pakistan risponde agli attacchi di Radio Mullah con il pacifico "lancio" di programmi alternativi in FM

Chissà perché non mi stupisco per niente nel leggere sul Guardian di ieri dei successi che il Pakistan sta ottenendo nelle regioni nordoccidentali dei suoi confini, quelli con il territorio formalmente afghano ancora sotto il parziale controllo dei Talibani. Un successo militare che per fortuna non è solo militare. Da anni nei territori tribali dello Swat, amministrativamente autonomi da Islamabad, è in corso una guerra di logoramento che è anche radiofonica. Anche qui su Radiopassioni ho avuto modo di parlare di "Radio Mullah", uno dei tanti segnali che i Talibani diffondono attraverso una miriade di piccoli impianti in FM, spesso nascosti a bordo di semplici carretti, a una popolazione sempre più estenuata dalla lunga guerriglia. Personaggi come il Mullah Fazlullah diffondo via radio la tetraggine della loro visione oltranzista della religione, prendendo di mira valori "perversi" come la musica e lo svago. Spesso minacciando fisicamente la popolazione, invitata a sintonizzarsi solo sulle sacre frequenze dei combattenti integralisti.
Cinque anni fa il Pakistan ha cominciato a rispondere per le rime, non solo con le armi e i sequestri degli impianti, ma diffondendo, sempre via radio, messaggi di natura opposta: musica, divertimento e tanta discussione. E sembra proprio che l'arma pacifica del dialogo e della musica stia avendo un grande effetto. Il primo espertimento realizzato nel febbraio del 2009, fu quello di Radio Swat, che operava sui 96 MHz (in lingua pashto 9-6 si dice "no shesh") ed era stata messa in piedi da un ufficiale dell'Esercito, Aqeel Malik, che lavorava nella sezione PsyOp dell'armata pakistana, nota con l'edulcorata designazione di Inter-Services Public Relations. Nel corso del tempo anche i media occidentali hanno cominciato a seguire la nuova, incruenta guerra delle onde dello Swat. Per esempio NPR era andata a intervistare Aqeel Malik qualche mese dopo il debutto della sua stazione. Qualche anno dopo su Internet sono state pubblicate altre storie di questa operazione, arrivata all'attenzione della BBC e ripresa dai media pakistani nella sua evoluzione.
Oggi quel primo embrione di emittente è diventato un network che diffonde attraverso una sessantina di impianti in FM (oltre che in streaming Internet e sul satellite PakSat), un totale di quattro "sub-network" iso-frequenza (i soliti 96 dell'FM), più gli 89,4 MHz di Suno Pakistan - The voice of Peace in lingua urdu per il resto del Pakistan. Nell'agosto del 2013 è partito anche il progetto di International Service, un canale con contenuti musicali ancora più moderni che diffonde, non solo nello Swat ma a livello nazionale, ancora sui 96 MHz. Il progetto Suno Pakistan mantiene il suo carattere "PsyOp", i programmi sono condotti da giovanissimi dj e giornalisti e vengono realizzati con i consigli di una commissione scientifico-artistica che misura costantemente le reazioni del pubblico. Internet, Facebook e Twitter completano l'offerta di Suno Pakistan, fornendo un prezioso canale di ritorno attraverso cui gli ascoltatori possono chiedere canzoni e partecipare ai dibattiti. Le quattro reti in funzione sono KPK, FATA (la sigla che definisce i territori autonomi), Balochistan Network e Suno Pakistan 89.4.




















Formalmente si tratta di un servizio statale, distribuito da una società Shalimar Recording and Broadcasting Company controllata da Pakistan TV, ma l'autonomia rispetto a PBC, la radiotv pubblica ufficiale e la dipendenza dall'esercito sono forti. Ci sono polemiche nel paese a causa della cattiva offerta radiofonica delle stazioni ufficiali di Radio Pakistan, giudicate troppo noiose e legate alla politica parlamentare, e Suno cavalca anche questo fattore differenziante, per rafforzare ulteriormente un messaggio di pacificazione che vuole anche essere patriottico e coinvolgente. È un tipico segno di contrapposizione tra forze armate da un lato e governo civile dall'altro (solo superficialmente unite da quello che dovrebbe essere un unico spirito nazionalistico) che percorre la storia del continente asiatico. In Pakistan tutto lo spettro radiofonico è in fermento da quando è possibile ottenere, dal regolatore PEMRA, delle licenze FM commerciali. Trovate un bell'approfondimento sul panorama mediatico Pakistano sul sito di Infosaid, un consorzio tra BBC Media Action e Internews Europe (Infosaid pubblica analoghe guide per un totale di una ventina di nazioni in via di sviluppo, risorse abbastanza aggiornate e comunque interessanti).

Qleek, i contenuti del digital lifestyle in un mosaico di tessere in legno

Ricordate ancora il tempo in cui per ascoltare una canzone dovevate scorrere l'indice lungo i sottili dorsi dei vostri LP sullo scaffale, estrarre il disco dalla custodia, appoggiarlo sul giradischi, premere diverse levetti e bottoni? Ecco, restituire questo tipo di fisicità legata al consumo di un bene comunque impalpabile (allora si trattava della musica analogica, ma anche con i compact disc era più o meno lo stesso), è l'obiettivo degli inventori di Qleek, un progetto nato dal gruppo creativo parigino Ozenge Studio, che sta cercando un finanziamento su Indiegogo (a un mese circa dalla scadenza sono al 35% dei 70 mila dollari richiesti).
Qleek è un sistema di tessere esagonali in legno, molto eleganti, che racchiudono un chip NFC. Al chip può essere associato un qualsiasi contenuto digitale, un video YouTube, una playlist di Spotify, un podcast, una cartella DropBox, un account su Instagram, qualsiasi cosa. La tessera, chiamata Tapp, può essere personalizzata con colori, fotografie, disegni, può essere scambiata di mano in mano, spedita per posta (fisica!), conservata in una libreria a metà tra alveare e raffinato puzzle. Per accedere alla risorsa associata al Tapp, basta appoggiarla su un "lettore" altrettanto essenziale, un mattonella in legno con un alloggiamento esagonale in plastica che legge il codice racchiuso nel chip NFC e lancia la visualizzazione o l'ascolto del file, tramite il Qleek Connector. Se questo file viene aggiornato, il Tapp richiamerà la versione più recente. Come accadeva per gli LP appoggiati sul piatto del giradischi, un Tapp conosce già quale dispositivo attivare. Il Connector può dialogare con altoparlanti e dispositivi senza-fili Bluetooth, ma può essere collegato alla porta HDMI di un televisore e, tramite un cavetto audio, all'amplificatore Hi-Fi. Il sistema prevede anche delle applicazioni desktop e mobili che permettono di organizzare i contenuti associati ai Tapp e impostare le azioni che verranno scatenate ogni volta che appoggiamo la tessera in legno sul "player".
Un gadget completamente inutile, in effetti: dopotutto siamo già pieni di dispositivi smart che possono riprodurre direttamente qualsiasi streaming o instradarlo verso altre periferiche, perché dovremmo anche metterci a giocare con un Lego di legno? Eppure, volete mettere l'eleganza di un mucchio di bit magicamente rappresentati da un oggetto che - NFC a parte - avrebbe potuto essere creato da un artigiano di duemila anni fa? Georges Perec, di La vita, istruzioni per l'uso, lo avrebbe amato alla follia.

16 maggio 2014

Tutto il Software Defined Radio con chiavette USB in un unico manuale


Ho investito 3 euro e 74 centesimi per acquistare una copia di "The Hobbysts Guide to RTL-SDR Really cheap Software Defined Radio" l'ebook (per Kindle) che contiene un compendio dei contenuti pubblicati sul blog Rtl-sdr.com. Uscito da un paio di giorni, l'ebook è in questo momento in offerta speciale a metà prezzo su Amazon (metto qui il link al sito americano perché permette di visualizzare le prime pagine in LookInside). Il manuale, per un equivalente stampanto di circa 350 pagine, contiene spiegazioni e tutorial sull'uso delle famose chiavette USB per il monitoraggio di segnali broadcast e per la decodifica delle trasmissioni dati, in onde corte come in FM e oltre. C'è veramente di tutto, dalla guida all'acquisto dei principali modelli sul mercato, la loro tipologia, le applicazioni che servono per la gestione, la demodulazione e il trattamento dati, gli accessori utili a sfruttare al meglio queste piccole meraviglie tecnologiche in grado di prendere il posto di ricevitori enormemente più costosi. Grazie al movimento SDR hobbystico è infatti possibile dotarsi, con pochi euro, di sofisticati strumenti di monitoraggio dello spettro radio, svolgendo attività che in passato richiedevano investimenti notevolmente superiori.  Il libro, adatto ai radioamatori impegnati ma anche ai semplici curiosi della materia (con una chiavetta oggi si possono ascoltare anche i multiplex della radio digitale DAB+), probabilmente non aggiunge elementi nuovi ai temi affrontati dal sito, ma molti aspetti vengono approfonditi, le tematiche vengono organizzate meglio rispetto a una lettura "per singolo post" e  tutte le informazioni vengono opportunamente raccolte in una unica fonte consultabile attraverso e-reader, tablet e computer. 
A proposito di computer, il focus è sulle piattaforme operative Windows e Linux, proprio perché in questi anni la community degli sviluppatori ha lavorato in questi due ambienti. Per Macintosh c'è pochissimo, a parte forse per quei lettori che hanno grossa dimestichezza con la compilazione di software Linux in ambiente MacOS. Ci sono in compenso riferimenti ai prodotti SDR Android (tipo Wavesink tanto per intendersi) che sono apparsi più recentemente. Sto trovando il tutto davvero utile, anche se le informazioni sono molto fitte e la struttura del manuale risulta abbastanza complessa. C'è l'ostacolo della lingua inglese, ma (so di fare un discorso poco piacevole) è un handicap non facilmente risolvibile perché non credo che a questi livelli di prezzo ci siano margini per coprire i costi di un lavoro di traduzione, il volume è davvero troppo corposo. 

13 maggio 2014

Contro la radio pubblica greca "in nero": domani la radiomaratona degli ex dipendenti ERT

Prosegue malgrado l'apertura ormai ufficiale del nuovo operatore radiotelevisivo NERIT, la lotta dei giornalisti e dei lavoratori dell'ente pubblico greco ERT, costretto a chiudere i battenti lo scorso 11 giugno con una decisione governativa che non ha precedenti nella storia dei governi democratici elettivi europei. Domani, mercoledì 17, al mattino presto e per 24 ore, il sindacato dei "ridondanti" dell'ERT POSPERT promuove una maratona via radio di cui questa mattina è stato annunciato il programma (la traduzione è di Google Translate, la versione inglese è la più attendibile):

Press conference on the support of 24hours Radiomarathon, [to be] held Wednesday, the 14th / 5, gave at noon today and the POSPERT ERTOPEN offices of IFJ
The interview was attended by journalists of television reportage while absent, as expected, these large assemblies for years supporting policies mnimoniakes silencing those who resist.
Their support in Radiomarathon offered:
The Radio Station "In Red" 105,5 FM with all parts of the network. Station represented the candidate MEP Alexandra Christakaki.
Music Radio Station Atlantis FM 105.2 , which will be regularly associated with the emission of ERTOPEN and relaying our daily program from 14:00 to 15:00.
The Radio Station employee of Halkida, 96,5 FM, with regular connections and broadcast our program from 13:00 to 19:00, as everyday.
And other free radio stations today have expressed interest.
Also attended: President POESY George Savvides, General Secretary of the IFJ Marilena Katsimi, President of hand, Dimitris Kamarinopoulos and members of the Board. During the interview, the committee presented a detailed plan programming Radiomarathon. The event ended with the Way of Manos Loizos, who played the accordion his fellow musician Chris Zerbinos. The POSPERT thanked all participants for their presence.

Il seguente manifesto della "Maratona contro il Nero" spiega come in questi ultimi undici mesi i giornalisti dell'ERT hanno continuato a informare attraverso l'FM e online sul sito ERTOPEN. Vengono menzionate anche le onde corte dell'impianto di Avlis, che dal giorno del blackout non ha praticamente mai smesso di trasmettere. Ecco la schedule riportata proprio oggi da Ivo Ivanos (orari UTC):

from 1300 on  9420 AVL 170 kW / 323 deg to WeEu Greek
from 1300 on  9935 AVL 100 kW / 285 deg to WeEu Greek
from 1300 on 15630 AVL 100 kW / 285 deg to WeEu Greek

Immagino che la radiomaratona venga ripresa anche su queste frequenze (altre ne sono state segnalate nella banda dei 41 metri). Sul sito NERIT ho trovato invece una pagina con le frequenze utilizzate per irradiare i due canali radiofonici ufficiali, il Primo e il Terzo programma.

Radiomarathonios against "In Black"
Wednesday, May 14, 2014
We, the 'redundant' workers of ERT, which resist the coup padlock of June 11, 2013 and not succumbed to blackmail and terrorism of the government, we continue our fight for the reopening of the sole public broadcaster that is none other than the ERT.
We continue with passion and conviction for democracy, culture, objective information on our dignity institutions, values, ethics and against mnimoniakes policies that manipulate the media in order to manipulate the consciousness of the Greek citizen.
The government's memorandum and proponents of "cut" for the country and Hellenism, throwing black only bridge in the country the "Voice of Greece".
Eleven full months produce voluntary program of self-managed FULL free ERT, all! radio programs of ERT in Operating transmitted through ERT3 (Radio & T / C), online from ERTOPEN, patterns and unique: First, Second, Third, Era Sports, World, Voice of Greece, promoting culture and information from the FM via peripheral EPA throughout Greece and shortwave to update our Greek community.
Continue and emit in the black and then we add color to our cause in spite of many, because it keeps us alive solidarity in the world, our debt to mnemonic policies, the constitution, the institutions, values ​​and libraries but 10 dead our struggle for the final victory.
One purpose steeled our faith that we will win and we will win.
TOGETHER with society the role of helmsman and beyond mongers, selfish, saboteurs, disruptors and their fellow travelers who play the game of government.
TOGETHER we want and we can! Outside mechanisms and employers - government minions! All the struggle and fight with dignity, fairness and consistency in our class debt, isolating their abusers, their sycophants, the saboteurs!
On 14 Maiouse cooperation with the RED radio stations and those who respond to the call of our organizing radio marathon to raise money which will meet immediate needs, such as maintenance of transmitters, and offices of Studio ERTOPEN, electricity, phones, transmission costs and production broadcasting program, consumables etc.
All together, in solidarity, without artificial divisions without isolationism, armed with the right us. We call upon all democratic citizens to support our struggle because democracy, dignity and the right to work concern us all.
The ERT BELONGS TO PEOPLE-WINDOW IN SOCIETY
TO CONTINUE THE STRUGGLE AGAINST BLACK
To prevent the selling off of all social GOODS AND SERVICES
TO BE FREEDOM OF SPEECH AND TO LIVE THERE CULTURE
To overthrow undemocratic-fascists - ILLEGALLY-anti-labor legislative decrees AND LAWS
FOR reopen ERT "THE VOICE OF THE PEOPLE '
TO RESTORE DEMOCRACY IN OUR COUNTRY
& We Can Beat &'ll win
Spread - support - participate.


08 maggio 2014

Spagna, nuova legge sulle telecomunicazioni: autodichiarazione per i radioamatori, vita dura per i pirati radiotv. Le autorità potranno ricorrere al jamming

In uno Slideshare lo studio legale Diez y Romeo Abogados illustra le novità introdotte dalla nuova legge spagnola sulle telecomunicazioni (approvata a fine aprile) nella parte che regolamenta le attività radiotelevisive.  Da quello che mi sembra di capire per i radioamatori viene eliminata la licenza: per iniziare le proprie attività sulle bande assegnate basterà una autodichiarazione di responsabilità. Per i pirati radiotelevisivi invece si assiste a un forte inasprimento della capacità identificativa, dissuasiva e sanzionatoria. Sono previsti sequestri, forti multe, multe estese ai proprieatri degli stabili dove si esercita l'attività e persino la possibilità, per le autorità, di coprire le trasmissioni con il jamming. In Spagna sembra che il numero di emittenti non autorizzate sia molto cresciuto ultimamente e il governo aveva promesso di intervenire.


05 maggio 2014

FunCUBE e chiavette RTL: soluzioni di remotizzazione (anche a bordo di droni!)

Uno dei risvolti più positivi della nuova generazione di dispositivi software defined radio interfacciabili con un computer è la remotizzazione. Grazie a Internet un computer che sta controllando un ricevitore SDR (per esempio attraverso la sua porta USB, ma naturalmente esistono anche ricevitori SDR che si interfacciano direttamente a una rete TCP/IP) può diventare un server accessibili a distanza da un secondo computer (il client). Ci sono ricevitori SDR come il Perseus che includono la remotizzazione nel software che li controlla, ma in genere è possibile costruire una stazione di monitoraggio remota dislocando il server in una località adatta e utilizzando una serie di accorgimenti hardware e software per rendere visibile la stazione attraverso una connessione IP. Sono sempre più numerosi i radioamatori interessati a queste soluzioni di remotizzazione perché sempre più spesso le condizioni ambientali dei luoghi di residenza sono compromesse da ogni sorta di rumore e disturbo: dislocando il ricevitore in un punto raggiunto da Internet è possibile ovviare al problema con un cavo di collegamento virtuale che può essere lungo anche migliaia di chilometri.
Un thread sulla lista di discussione del progetto FunCUBE - la chiavetta USB di fascia alta sviluppata con un occhio particolare alla comunità radioamatoriale satellitare - contiene molti spunti per una remotizzazione di questo dispositivo basata su server "ultraleggeri", come il computer RaspberryPI. Tutto parte da un progetto - oggi sostanzialmente fermo - chiamato Carpcomm, proposto un paio d'anni fa da Timothy Stranex, uno sviluppatore svizzero, nel quadro delle sperimentazione in ambito CubeSat, i picosatelliti amatoriali oggi molto in voga. Carpcomm era un progetto Open Source che puntava a realizzare una rete di postazioni di monitoraggio satellitare capaci di ovviare al grosso problema della limitata visibilità ottica di un satellite in orbita. Per monitorare via radio un satellite bisogna che questo satellite sia visibile sopra l'orizzonte. Disporre di una valida soluzione di remotizzazione significa riuscire a seguire l'orbita di un oggetto nel cielo anche quando il "nostro" cielo locale non offre alcuna finestra utile! Con Carpcomm Stranex aveva realizzato un server gratuito in ambiente Linux che permetteva di realizzare facilmente una rete di postazioni di ascolto distribuite. I dettagli sul funzionamento sono ancora disponibili su un blog (leggi "How to build a satellite receiving station using a Raspberry PI"). Tutto il software che è stato sviluppato, incluso il server CarpSD, è stato depositato da Timothy su Github ed è a disposizione di chi ha la capacità di compilarlo e personalizzarlo.
Dopo che Carpcomm è stato messo in standby, altri hanno sperimentato soluzioni diverse per remotizzare una chiavetta FunCUBE o altri dispositivi SDR USB più economici. Sulla lista FunCUBE un primo suggerimento riguarda l'uso di sistemi client/server di remotizzazione come TightVNC, della famiglia VNC. Oppure di accedere a un server Raspberry con la chiavetta collegata alla porta USB in modalità RPi Desktop attraverso una connessione in terminal X11 con ambienti come Putty o Xming (roba un po' complessa). Gli esperimenti più recenti sono ancora più creativi e si basano sulle possibilità di remotizzare la connessione USB, con la chiavetta SDR connessa a server leggeri come Raspberry o direttamente a un router wireless programmabile del tipo TP-Link WR730R, utilizzando un software di virtualizzazione USB come USB-IP (un altro progetto open source). Mark Jakes per esempio scrivere di essersi procurato per poco prezzo un WR730R su eBay e di averne modificato il firmware con OpenWRT . A quel punto sul router può essere caricato il server USB-IP e il dispositivo SDR collegato al router TP-Link può essere controllato da un client remoto equipaggiato con la versione client di USB-IP o dalla sua versione commerciale (ma in demo free per il controllo di una singola porta) VirtualHere. Se la connessione Internet è di buona qualità il ricevitore SDR connesso alla porta remota appare come se fosse un dispositivo locale a tutti gli effetti. VirtualHere è disponibile anche direttamente su Raspberry.
La società Hak5, che realizza un  versatile router programmabile Linux, il WiFi Pinapple, ha pubblicato un video incredibile in cui si vede un quadricopter radiocontrollato su cui viene montata una chiavetta RTL-SDR connessa a un Pineapple versione WiFi. Sul Pineapple viene fatta girare l'applicazione Linux dump1090 (qui altre informazioni sull'installazione di dump1090 su RPi), la quale consente la decodifica delle informazioni ADB-S. In questo modo Hak5 ha realizzato una postazione ADB-S remota volante in grado di ricevere i segnali ADB in un raggio assai più esteso rispetto a una postazione di ascolto a terra (immagino che la cosa possa valere anche per il monitoraggio delle sonde meteo):



Hak5 vende attraverso il suo shop online diverse soluzioni SDR, inclusa il nuovo frontend a larga banda HackRF di Great Scott Gadgets. Ricordo che HackRF copre da 10 MHz a 6 GHz!

04 maggio 2014

Archeologia spaziale e software defined radio: la corsa per tornare a comunicare con la sonda ISEE-3/ICE

È una corsa contro il tempo ma un gruppo di scienziati e appassionati ritengono che sia ancora possibile riprendere il controllo di una sonda spaziale lanciata dalla Terra 35 anni fa e utilizzare una parte dei suoi strumenti per una serie di sperimentazioni social, aperte a chiunque attraverso semplici strumenti software. Ci sono ancora due settimane, sul sito di crwodfunding Rockethub, per raccogliere altri 45 mila dollari e raggiungere la somma ritenuta sufficiente per "risvegliare" via radio la sonda ICE/ISEE-3, che attualmente può solo comunicare verso terra. La NASA l'aveva lanciata nel lontano 1978 per studiare il vento solare e altri fenomeni magnetici nello spazio. La sonda ebbe un tale successo che qualche anno dopo, nel 1983, l'agenzia spaziale americana decise di riutilizzarla per dare la caccia alle code delle comete. Nel 1986 l'International Sun Earth Explorer-3, ormai ribattezzata International Comet Explorer, stabilitì un contatto molto ravvicinato con la cometa Halley. 
Poi alle soglie del 2000 il veicolo venne abbandonato al suo destino a causa dei costi troppo elevati dell'equipaggiamento necessario per adeguare le potenti antenne della Deep Space Network, ormai modificate per assolvere alle nuove esigenze della comunicazione radio con lo spazio profondo. Negli anni 80, quando la ISEE-3 fu riconvertita per la prima volta, per comunicare verso la sonda gli scienziati avevano utilizzato speciali filtri a guida d'onda in grado di adattare le antenne trasmittenti della DSN (i filtri servivano a proteggere le strumentazioni X-Band delle antenne durante le trasmissioni S-Band ricevibili dalla sonda). Queste modifiche costerebbero un occhio e la NASA nel 2014 non potrebbe giustificare la spesa. In questo periodo la ISEE-3/ICE si sta riavvicinando al sistema terra-luna, il 10 agosto raggiungerà il punto più vicino alla terra e se si riuscisse a comunicare con lei forse sarebbe possibile imbrigliarla e continuare a usare la strumentazione di bordo. Negli ultimi contatti risalenti al 1999 il laboratorio di bordo disponeva di una dozzina di strumenti ancora funzionanti: l'idea è realizzare una app che tutti potrebbero usare per accedere alle informazioni raccolte da una sonda straordinariamente longeva. 
Dopo un primo interessamento da parte di una redattrice di Planetary.org, Emily Lakdawalla, che all'inizio dell'anno aveva pubblicato alcuni post sull'argomento, il caso della ISEE-3/ICE è arrivato all'attenzione di un pubblico abbastanza vasto, tra cui diversi radioamatori appassionati di software defined radio. Della cordata che punta a raccogliere 125 mila dollari su Rockethub fanno parte, oltre all'organizzazione no profit Space College Foundation,  il sito specializzato SpaceRef e la società Skycorp, che oltre a sviluppare nuove tecnologie spaziali si è occupata in passato di altre iniziative "archeotecnologiche", come il recupero delle immagini originali del Lunar Orbiter conservate su nastri magnetici in cui queste immagini (analogiche) erano state riversate dal veicolo che quasi mezzo secolo fa mappò per la prima volta la nostra luna. 
I promotori dell'ISEE-3 Reboot Project (qui intervistati da NPR), vogliono utilizzare la parabola della Morehead State University del Kentucky per riprendere contatto con la sonda e ridirigerla verso nuove missioni, ma la manovra deve avvenire entro giugno per dare un risultato utile. Per farlo il gruppo si avvarrà della collaborazione di AMSAT-DL http://www.amsat-dl.org/ il club dei radioamatori tedeschi specializzati in comunicazioni satellitari. Agire subito è fondamentale, perché la finestra di opportunità sta per chiudersi. Le donazioni partono da soli 10 dollari. 

03 maggio 2014

Kicksat, sciami di "femtosatelliti" nello spazio per esplorazioni low-cost. Ma il primo test sta per fallire.



Non sempre la fortuna aiuta gli audaci. In questo caso il progetto Kicksat, partito in orbita verso Pasqua, rischia di fallire, forse per colpa di un malizioso raggio cosmico. Lo ha appena comunicato l'inventore del progetto, uno scienziato spaziale (e radioamatore) della Cornell University, Zac Manchester. L'idea è ancora molto embrionale ma estremamente affascinante. Ispirandosi al caso dello Sputnik e all'impulso che quel piccolo oggetto diede all'esplorazione spaziale, Manchester ha proposto di riformulare il progetto Sputnik in chiave nanotecnologica. Al posto della sfera di un metro progettata dai sovietici, Manchester vuole utilizzare gli "Sprite", satelliti grossi quanto mezzo cracker (4 centimetri di lato). Ogni Sprite è insomma una schedina elettronica che contiene tutti i componenti necessari per misurare qualcosa e comunicarlo via radio a una stazione ricevente. Il bello è che gli Sprite non lavoreranno da soli, ma in veri e propri sciami di migliaia di Sprite, rilasciati in orbita da satelliti poco più grandi, ma comunque poco costosi. Gli Sprite costano pochissimo, sono leggeri come piume, spedirli nello spazio non sarebbe un'impresa particolarmente veloce. Manchester per il suo primo esperimento ha scelto un cubesat radioamatoriale, un cubetto di 10 centimetri di lato, proponendosi di raccogliere 30 mila dollari su Kickstarter. Ne ha messi insieme 75 mila grazie a 315 sostenitori che hanno speso fino a mille dollari per partecipare all'iniziativa (i più generosi hanno avuto in regalo uno Sprite e la possibilità di programmarlo). 


Viste le dimensioni ridottissime, poco più di un francobollo, gli Sprite non possono certo disporre di un motore o di carburante. E allora come si sposterebbero nelle loro esplorazioni? Per gli ideatori di Kicksat gli sciami dei "femtosatelliti" assumerebbero una configurazione tale da rendere possibile uno spostamento provocato dai fotoni del vento solare, da altre particelli e campi. Gli scienziati ipotizzano l'esistenza di una Interplanetary Transport Network, un reticolo di "strade" per veicoli spaziali praticamente privi di carburante. Proprio come gli Sprite. Un modo decisamente alternativo per osservare e studiare lo spazio.

Purtroppo, per verificare queste ipotesi ora bisognerà forse attendere una nuova occasione. Il modulo contenente gli Sprite di Kicksat, partito a bordo del vettore CRS-3 della NASA e attualmente in orbita a 315 km di quota, dove i radioamatori stanno monitorando il cubesat attraverso la sua telemetria, ha subito un inatteso reset. La colpa non è dei sistemi di bordo, Manchester ritiene che l'evento sia legato alle radiazioni. Con questo reset il timer che avrebbe dovuto scatenare il meccanismo di rilascio degli Sprite dal loro contenitore spaziale, è ripartito da zero. Avrebbe dovuto avvenire in queste ore, esattamente 16 giorni dopo il lancio. In questo momento. In pratica il rilascio è stato riprogrammato verso metà maggio. Il problema è che il cubesat che trasporta gli Sprite non ha tutto questo tempo, l'orbita sta degradando e presto sarà distrutto al rientro nell'atmosfera. È anche molto difficile forzare il rilascio dei femtosatelliti perché le batterie della radio che dovrebbe ricevere il segnale di attivazione non sono abbastanza cariche dopo l'accidentale reset. La tenue speranza, scrive Zac Manchester, è che la batteria possa raggiungere un livello sufficiente prima che l'orbita degradi in modo definitivo. Se la missione riuscirà a salvarsi per il rotto della cuffia, resta pur sempre il problema di monitorare gli Sprite, che emettono su una frequenza di 437,24 MHz con una potenza di soli 10 mW. Nel caso dovesse andare veramente male, Manchester promette che ci riproverà al più presto.

02 maggio 2014

Libertà di stampa e public broadcasting, l'esempio del Kosovo

Domani, 3 maggio, anniversario della dichiarazione di Windhoek, è il World Press Freedom Day e tutto il mondo (l'Italia non sembra interessata, ma immagino che l'occasione verrà celebrata a Perugia per il Festival del giornalismo) discute dell'importanza di una stampa libera e indipendente. Io aggiungo anche una stampa possibilmente finanziata dalla collettività, attraverso un modello - quello dei servizi radiotelevisvi pubblici - che la crisi e l'ondata di conservatorismo e liberismo che ne è seguita minaccia costantemente. Noi italiani sappiamo benissimo che cosa significa vivere in una situazione di squilibrio di forze tra media commerciali e media indipendenti, anche se continuiamo a far finta che questo sia un non problema. Ma ovunque nel mondo, anche in molte nazioni cosiddette civilizzate, la vera libertà di stampa sembra essere diventato un bene superfluo, mentre nelle aree di conflitto e palese violazione delle regole democratiche i giornalisti sono addirittura vittime di violenze e uccisioni. Per Freedom House, che ha da poco rilasciato il suo report annuale, la libertà di stampa oggi è più compromessa che dieci anni fa. L'Italia, secondo questa valutazione, non raggiunge il novero delle trenta nazioni più virtuose ed è inserita nella classifica delle nazioni "parzialmente libere".




L'OSCE, che in questi giorni manda dall'Ucraini messaggi estremamente inquietanti, coglie lo spunto del Press Freedom Day per perorare la causa di una nazione, il Kosovo, che rappresenta un laboratorio vivente, un case study sui possibili percorsi di transizione verso forme di convivenza e governo davvero aperte e egualitarie. Costituito nel 1999 per iniziativa di UNMIK e OSCE (che avevano coinvolto l'EBU di Ginevra), RTK è diventato in quindici anni un organo di stampa riconosciuto per la sua imparzialità e per il pluralismo. Due canali televisivi e due radiofonici trasmettono (in FM e sui 549 delle onde medie)  in albanese, bosniaco, turco e roma, in una nazione piccola e non certo benestante, uscita da un conflitto civile particolarmente acceso e violento. Nonostante i tentativi, però, l'organizzazione radiotelevisiva ufficiale del Kosovo non è ancora un vero e proprio ente pubblico. Gli accordi che avrebbero dovuto crearne lo statuto e la copertura finanziaria sono scaduti da un anno e mezzo e i fondi che oggi supportano il lavoro di circa 300 (un centinaio per la radio) tra giornalisti, tecnici e personale amministrativo dureranno solo per un altro anno. Il capo della missione OSCE in Kosovo, Jean Claude Schlumberger, ha chiesto di intensificare gli sforzi per dare a RTK un assetto definitivo e una continuità economica. L'OSCE ha coinvolto anche le stazioni radiotelevisive commerciali in un dibattito sulla libertà di stampa e sulla trasparenza amministrativa nei confronti dei giornalisti.

AC-4, il nuovo standard ETSI per l'audio compresso promette esperienze sonore ancora più immersive e controllabili

Pochi giorni fa l'ETSI ha rilasciato le specifiche del nuovo standard di compressione audio AC-4 (ETSI TS 103 190). Il successore di AC-3 promette a produttori e consumatori maggiore flessibilità, esperienze sonore ancora più immersive e spazializzate e costi ridotti in termini di occupazione di banda. Tra le novità introdotte o potenziate, c'è la gestione intelligente del volume sonoro, la possibilità di gestire separatamente il livello dei dialoghi parlati rispetto agli altri suoni di sfondo, una più efficiente gestione dei canali audio secondari rivolti a pubblici speciali (come i non vedenti). In più, per la prima volta, AC-4 offre la completa sincronia tra "frame" video e audio: durante l'editing di un contenuto non sarà più necessario, risincronizzare le tracce sonore. AC-4 è stato rivisto alla luce di nuovi algoritmi di compressione e apre maggiormente ai principi del suono olografico. 

AC-4 enables new, more immersive and personalized consumer audio experiences in the future. Users will be able to hear what the football match sounds like from the stands or the field and experience the kind of sound that transports them right to the centre of the action, whether they are playing a game or watching a movie.

Il governo liberal-nazionale australiano minaccia la chiusura di Australia Network, la tv satellitare internazionale pubblica. A rischio anche Radio Australia?


[Articolo modificato in seguito a ulteriori approfondimenti] "Media convergence, especially the availability and access of text, audio and video media via the internet, is increasingly eliminating the traditional arguments for public broadcasting", cita il Sydney Morning Herald. Ovvero: la convergenza su Internet (dove notoriamente è tutto gratis perché i giornalisti vengono pagati una miseria) di testi, audio e video rende del tutto superflua l'anticaglia del servizio radiotelevisivo pubblico. Quante volte abbiamo sentito questo argomento dai governi conservatori di tutto il mondo (e anche da molti governi progressisti)? L'ultimo a tirarlo fuori è il governo di coalizione liberal-nazionale di Tony Abbott, che regge le attuali sorti dell'Australia. Nel mirino dei prossimi tagli al budget federale c'è ovviamente Radio Australia, voce dell'ente pubblico ABC nella vasta area Asia-Pacifico. Nel mirino della spending review c'è in particolare Australia Network, canale televisivo satellitare rivolto ale 46 nazioni AsiaPac. Un bacino vasto, ma non abbastanza da giustificare - secondo i cinque volumi del report della Commission of Audit voluta da Abbott, da cui è stato ripreso il virgolettato di apertura di questo post - i 223 milioni di dollari australiani che ABC spende - anche se nell'arco di 10 anni - per le trasmissioni in onde corte in diverse lingue e il sito Web gestire le trasmissioni satellitari Anche il ministro degli esteri Julie Bishop considera inutile l'azione di public diplomacy svolta dall'autorevole emittente, che tra l'altro starebbe per accordarsi con il Shanghai Media Group per essere ritrasmessa in Cina. Certo, certo, ovviamente la diplomazia deve avvalersi di altre armi. Prima di tutto quelle vere, poi le sanzioni commerciali, poi magari gli accordi sottobanco. Tutto purché non preveda costi che vadano a rimpinguare le casse dei fornitori militari e dei lobbysti. 

Radio Australia è uno degli organismi della ABC, ma anche lei potrebbe avere il destino segnato, come tutte le altre emittenti internazionali che hanno dovuto chiudere i battenti, Internet o non Internet (perché una volta che lasci le onde corte ti rendi conto che su Internet sei solo uno dei tanti e non ha più senso tenere in piedi una redazione).  Insieme al servizio multilingue domestico di SBS, Special Broadcasting Service, ABC dovrebbe essere sottoposta a una accurata analisi tesa a mettere in evidenza i soliti "margini di efficientamento". La fondazione pubblica SBS, fondata nel 1978 per trasmettere contenuti originali di qualità a tutti gli australiani, inclusi quelli che non parlano solo inglese ma anche altre lingue, magari native (italiano incluso), a differenza di ABC, percepisce anche introiti pubblicitari commerciali. SBS riceve attualmente 270 milioni di dollari australiani all'anno, mentre ABC costa circa quattro volte tanto (1,1 miliardi). Secondo il report le due emittenti "trasmettono sette canali distinti in due bande di 7 megahertz di spettro" (non ho la minima idea di che cosa intendono affermare gli autori, letta così mi sembra che non sappiano di che cosa parlano). Non si parla di tagli esplici, ma...

The traditional arguments for government funding of public broadcasting include the need for a form of media and content accessible by all the public, regardless of cost of provision; independence from commercial and corporate influence; and, diversity in the delivery of content for which there is no incentive for commercial broadcasters to produce or distribute.
The Commission acknowledges that there is no ‘right’ level of funding that should be provided to the ABC and the SBS, or ‘right’ level of services that should be provided by the public broadcasters.
However, it considers that both organisations have the ability to improve their efficiency and better target expenditure than may currently be the case. The case for reconsidering the level of support for the public broadcasters is underpinned by advances in technology, societal changes and an expectation of achieving efficiencies and value for money.

[...]

At present, the Government does not have a mechanism to harvest the benefits of efficiencies from the public broadcasters. Any efficiencies that are found, including through technological advances or market changes, are currently reinvested by the ABC and the SBS in their own operations. Unlike commercial broadcasters, no dividend is returned to public broadcasters’ shareholders – the government and people of Australia.
Given the significant difference in the amount of funding provided to the public broadcasters, the Commission proposes that the ABC and SBS be benchmarked against each other and the commercial broadcasters. This exercise should provide a sense of the efficiency of operations and the potential savings that could be achieved without compromising the capacity of the public broadcasters to deliver services including to remote and regional Australia. Future funding decisions should be informed by the benchmarking outcome.

La radio, nel complesso, rappresenta attualmente un quinto della spesa di ABC (e circa il 28% dei fondi pubblici allocati). A me sembra concreto il rischio che le considerazioni fatte a proposito dello scarso valore attribuito alla tv satellitare di Australia Network nella revisione dei "costi della diplomazia" vengano presto estese alle trasmissioni radiofoniche di Radio Australia, anche se al momento valutazioni specifiche non ce ne sono. Staremo a vedere, ma la storia degli ultimi dieci o quindici anni non incoraggia all'ottimismo.



01 maggio 2014

Chiavette DVB-T, un fornitore di accessori "made in Istria".

Ho avuto un periodo piuttosto intenso e con qualche magagna da affrontare, incluso uno spiacevolissimo furto in casa, e il risultato è stato questo intero mese di stop di Radiopassioni, il primo in un decennio di attività a tratti parecchio intensa. Le cose da raccontare però non mancano (qualcosa trovate sempre sul mio profilo Facebook e sulla pagina Radiopassioni) e cercherò d'ora in poi di non perdere il filo così a lungo.

Uno degli argomenti più caldi continua a essere il panorama delle ormai leggendarie chiavette DVB-T e l'enorme parco di applicazioni software e accessori che permette di convertire questi dispositivi da pochi euro predisposti per la ricezione della tv digitale in sofisticati strumenti per il monitoraggio di segnali broadcast e non broadcast. L'ottimo Gianfranco I2VGO, che è di origini istriane, mi segnala l'attività di due suoi amici tecnici elettronici, Adam 9A4QV e Dragan (quest'ultimo, mi dice Gianfranco, lavora presso la microazienda di suo cugino Vlado Verbanac, che sviluppa drive motor e altri dispositivi). 
I due tecnici, che come me hanno come me qualche problema famigliare che interferisce molto col lavoro, stanno realizzando una serie di accessori - in particolare amplificatori e antenne - pensati proprio per chi utilizza le chiavette DVB-T. 
A catalogo sono disponibili una serie di amplificatori LNA per le HF e per le VHF-UHF, degli upconverter per la ricezione delle HF (quest'ultimo disponibile in PCB e componenti da assemblare) e una interessante antenna "folded dipole" ancora in fase di progettazione calcolata appositamente per i 1090 MHz del radar secondario ADS-B usato dagli aerei.  Inoltre "Microwave Croatia" sviluppa piccole schedine con un microcontrollore che gestisce gli impulsi necessari per pilotare i latching relay usati per le commutazioni su cavo coassiale a frequenze fino a 26 GHz. I prezzi praticati da Adam sono molto onesti, la qualità di tutti i prodotti è elevata e le consegne molto puntuali. 


Le orecchie dei radioamatori al servizio del controspionaggio nei due conflitti mondiali.

Nell'archivio online della East Anglian Film è conservato un documentario della BBC del 1979 dedicato al ruolo svolto dalla comunità dei radioamatori in entrambi i conflitti mondiali. Nella Grande Guerra, le intercettazioni telegrafiche navali coordinate dal tenente colonnello Baynton Hippisley da una località nei pressi Norwich (il punto più vicino alle coste tedesche), furono determinanti per la vittoria nella battaglia navale dello Jutland perché contribuirono moltissimo ad anticipare gli spostamenti delle navi da guerre del Reich. Oggi il cosiddetto Hippisley Hut fa parte del National Trust e si può affittare come casa vacanza. Ulteriori informazioni sulle attività radioamatoriali durante la Prima Guerra Mondiale è questa recente presentazione della storica Elizabeth Bruton.



Il documentario prosegue poi a narrare le vicende dei "Voluntary Interceptors" di Lord Sandhurst, funzionario dell'MI5 che nel 1939 coinvolse la Radio Society of Great Britain nel costituire un network di operatori telegrafici capaci di monitorare il traffico radio delle forze armate naziste. Oltre a questo documentario vi suggerisco gli articoli di Bob King G3ASE e questo pubblicato da DX Coffee in occasione del centenario della RSGB. (Grazie a Andrea Borgnino per la dritta).