02 maggio 2014

Il governo liberal-nazionale australiano minaccia la chiusura di Australia Network, la tv satellitare internazionale pubblica. A rischio anche Radio Australia?


[Articolo modificato in seguito a ulteriori approfondimenti] "Media convergence, especially the availability and access of text, audio and video media via the internet, is increasingly eliminating the traditional arguments for public broadcasting", cita il Sydney Morning Herald. Ovvero: la convergenza su Internet (dove notoriamente è tutto gratis perché i giornalisti vengono pagati una miseria) di testi, audio e video rende del tutto superflua l'anticaglia del servizio radiotelevisivo pubblico. Quante volte abbiamo sentito questo argomento dai governi conservatori di tutto il mondo (e anche da molti governi progressisti)? L'ultimo a tirarlo fuori è il governo di coalizione liberal-nazionale di Tony Abbott, che regge le attuali sorti dell'Australia. Nel mirino dei prossimi tagli al budget federale c'è ovviamente Radio Australia, voce dell'ente pubblico ABC nella vasta area Asia-Pacifico. Nel mirino della spending review c'è in particolare Australia Network, canale televisivo satellitare rivolto ale 46 nazioni AsiaPac. Un bacino vasto, ma non abbastanza da giustificare - secondo i cinque volumi del report della Commission of Audit voluta da Abbott, da cui è stato ripreso il virgolettato di apertura di questo post - i 223 milioni di dollari australiani che ABC spende - anche se nell'arco di 10 anni - per le trasmissioni in onde corte in diverse lingue e il sito Web gestire le trasmissioni satellitari Anche il ministro degli esteri Julie Bishop considera inutile l'azione di public diplomacy svolta dall'autorevole emittente, che tra l'altro starebbe per accordarsi con il Shanghai Media Group per essere ritrasmessa in Cina. Certo, certo, ovviamente la diplomazia deve avvalersi di altre armi. Prima di tutto quelle vere, poi le sanzioni commerciali, poi magari gli accordi sottobanco. Tutto purché non preveda costi che vadano a rimpinguare le casse dei fornitori militari e dei lobbysti. 

Radio Australia è uno degli organismi della ABC, ma anche lei potrebbe avere il destino segnato, come tutte le altre emittenti internazionali che hanno dovuto chiudere i battenti, Internet o non Internet (perché una volta che lasci le onde corte ti rendi conto che su Internet sei solo uno dei tanti e non ha più senso tenere in piedi una redazione).  Insieme al servizio multilingue domestico di SBS, Special Broadcasting Service, ABC dovrebbe essere sottoposta a una accurata analisi tesa a mettere in evidenza i soliti "margini di efficientamento". La fondazione pubblica SBS, fondata nel 1978 per trasmettere contenuti originali di qualità a tutti gli australiani, inclusi quelli che non parlano solo inglese ma anche altre lingue, magari native (italiano incluso), a differenza di ABC, percepisce anche introiti pubblicitari commerciali. SBS riceve attualmente 270 milioni di dollari australiani all'anno, mentre ABC costa circa quattro volte tanto (1,1 miliardi). Secondo il report le due emittenti "trasmettono sette canali distinti in due bande di 7 megahertz di spettro" (non ho la minima idea di che cosa intendono affermare gli autori, letta così mi sembra che non sappiano di che cosa parlano). Non si parla di tagli esplici, ma...

The traditional arguments for government funding of public broadcasting include the need for a form of media and content accessible by all the public, regardless of cost of provision; independence from commercial and corporate influence; and, diversity in the delivery of content for which there is no incentive for commercial broadcasters to produce or distribute.
The Commission acknowledges that there is no ‘right’ level of funding that should be provided to the ABC and the SBS, or ‘right’ level of services that should be provided by the public broadcasters.
However, it considers that both organisations have the ability to improve their efficiency and better target expenditure than may currently be the case. The case for reconsidering the level of support for the public broadcasters is underpinned by advances in technology, societal changes and an expectation of achieving efficiencies and value for money.

[...]

At present, the Government does not have a mechanism to harvest the benefits of efficiencies from the public broadcasters. Any efficiencies that are found, including through technological advances or market changes, are currently reinvested by the ABC and the SBS in their own operations. Unlike commercial broadcasters, no dividend is returned to public broadcasters’ shareholders – the government and people of Australia.
Given the significant difference in the amount of funding provided to the public broadcasters, the Commission proposes that the ABC and SBS be benchmarked against each other and the commercial broadcasters. This exercise should provide a sense of the efficiency of operations and the potential savings that could be achieved without compromising the capacity of the public broadcasters to deliver services including to remote and regional Australia. Future funding decisions should be informed by the benchmarking outcome.

La radio, nel complesso, rappresenta attualmente un quinto della spesa di ABC (e circa il 28% dei fondi pubblici allocati). A me sembra concreto il rischio che le considerazioni fatte a proposito dello scarso valore attribuito alla tv satellitare di Australia Network nella revisione dei "costi della diplomazia" vengano presto estese alle trasmissioni radiofoniche di Radio Australia, anche se al momento valutazioni specifiche non ce ne sono. Staremo a vedere, ma la storia degli ultimi dieci o quindici anni non incoraggia all'ottimismo.



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