29 aprile 2007

Radiopassioni promuove il dialogo

Nessuno finora mi aveva mai consegnato una onorificenza. Difficilmente mi accadrà ancora, ma intanto ecco il Diploma d’onore che la redazione italiana di Voce della Russia ha voluto amabilmente consegnarmi, per mano del suo caporedattore Alexandr Prokhorov sabato 28 a Torino, dove l’Associazione italiana radioascolto tiene fino a domani il suo 25esimo meeting annuale. Il diploma riconosce il mio ruolo nella “promozione del dialogo tra le nazioni”, è datato 25 aprile (una data importante) e reca il timbro con l’aquila imperiale, un simbolo che per un mezzo polacco come me ha infiniti rimandi affettivi, storici, culturali. (L’aquila campeggia anche nello stemma polacco del dopo indipendenza pur non trattandosi dello stesso volatile, che nel caso russo è bicefalo, e malgrado tra Czar e polacchi non corresse sempre buon sangue, è difficile non avvertire i legami con la grande madre slava.)
Chissà, forse l’ottimo Prokhorov, un gentiluomo colto e simpatico, che parla un impeccabile italiano e sembra molto affezionato all’Italia e ai suoi ascoltatori, ha avuto modo di leggere il mio scombiccherato diario sulla radiofonia. Più probabilmente gli amici dell’Air, che dalla Voce della Russia in questa stessa occasione hanno ricevuto tre medaglie, mi hanno sponsorizzato.
Io rimango sorpreso e un po' imbarazzato, perché proprio non me l'aspettavo, ma nel mio piccolo spero di testimoniare un certo attaccamento al concetto di dialogo interculturale e ho sempre detto che la radio e le onde corte sono uno strumento ideale e stupidamente trascurato per stimolarlo.
Tra l’altro devo ringraziare Prokhorov anche per il suo intervento al convegno torinese, commosso e in gran parte inedito per me, appassionato di radio ma distratto frequentatore delle trasmissioni in lingua italiana dall'estero (un tipo di programmazione purtroppo in via d'estinzione). La Voce della Russia, ha detto il suo caporedattore, che è nata il 29 ottobre 1929 e oggi trasmette in una trentina di lingue, ha iniziato a irradiare programmi in italiano nel ’33, iniziando con cadenza regolare quattro anni dopo, nel 1937. Inizialmente, ricorda Prokhorov, erano i transfughi italiani perseguitati dal fascismo a collaborare alla produzione dei programmi. A quei tempi, uno di questi italiani era un tal Mario Correnti, alias Palmiro Togliatti. Dopo l’entrata in guerra, Radio Mosca era seguita quasi come Radio Londra dagli italiani che cercavano di avere notizie più attendibili sulle vicende belliche (in particolare quelle drammatiche che riguardavano l’Armir). Dopo il conflitto, «nelle sezioni del PCI la riunione doveva chiudersi tassativamente prima delle 21, orario in cui dal vecchio Phonola arrivavano le trasmissioni da Mosca.» Prokhorov ha continuato a ripercorrere la storia dei contatti della stazione con la nostra cultura: le cronache dei viaggi della Scala a Mosca e quelle del Bolshoj in Italia, perfino le collaborazioni tra Radio Mosca e Radio Popolare di Milano.
Oggi Voce della Russia trasmette un’ora al giorno, con drastiche riduzioni rispetto alle due o tre del passato e la redazione è composta da una dozzina tra giornalisti, traduttori e annunciatori. L’obiettivo è cercare di coprire le notizie di politica, economia e cultura di una nazione che, ha ricordato Prokhorov, sente un forte legame con l’Italia, con cui tesse relazioni diplomatiche da cinque secoli. L’Italia è anche il secondo partner commerciale della Russa dopo la Germania.
E’ un peccato che così spesso le parole facciano da muro e non da ponte, ha concluso Prokhorov segnalando che oggi la comunità italofona che ascolta la Voce di Russia (non solo attraverso le care vecchie onde corte, ma via Internet) non abita esclusivamente in Italia. Almeno a giudicare dal numero di lettere che arrivano da tutto il mondo all’indirizzo di una delle rubriche epistolari radiofoniche più cordiali e amate dal piccolo, ma entusiasta, popolo dell’ascolto internazionale. Potete ascoltare la stazione ogni sera dalle 19.00 alle 20.00 (ora italiana) sulle frequenze di 936, 12000 e 15465 kHz.

Radio e cioccolata

Quello del meeting annuale dell’AIR è diventato un appuntamento atteso e gradevole. Lo ammetto c’è anche la voglia di partecipare a un automatico censimento, la consapevolezza che le facce nuove sono sempre più rare e che quelle conosciute hanno diverse rughe in più. Ma in fin dei conti è una sensazione che questa comunità hobbystica, mai oceanica neppure in tempi assai migliori, ha sempre avuto, senza per questo sentirsi particolarmente accerchiata. Anzi, con l’andare del tempo e le relazioni che Internet permette di coltivare, alla fine l’atmosfera è diventata rilassata, alcune vecchie polemiche si sono assopite e gli argomenti tecnici da discutere diventano addirittura più numerosi e stimolanti.
Quest’anno, malgrado la breve distanza che mi separa da Torino, sono riuscito a fare solo una breve comparsata e ancora una volta ringrazio Valerio, Elio, Bruno, Angelo e tutti gli altri per l’accoglienza calorosa. Peccato per tutte le scadenze lavorative che mi hanno impedito di partecipare agli eventi collaterali di sabato 28 e domenica 29, organizzati per celebrare la venticinquesima edizione di questi incontri. Visite al Museo della Radio alla sede Rai, impianto in onde medie di Torino Eremo…
Tra le varie presentazioni, Raiway ha catturato il mio interesse con un aggiornamento della sperimentazione DRM. Sono in attesa di ricevere le slide di Giuseppe Allamano e, spero, dei suoi colleghi, ma il discorso era centrato in particolare sulla prossima (fine anno/inizio 2008) attivazione di Santa Palomba su 846 kHz. I relatori si sono soffermati sulla “mappa della discordia”, la coverage map che Raiway ha estrapolato dalle misure effettuate sul campo, che mostrano una Pianura padana completamente servita dai 34 kW digitali di Siziano 693 kHz. Non c’è stato molto tempo per discuterne, ma molti presenti, tra cui Andrea Russo, qualche perplessità l’hanno dimostrata: il digitale in onde medie, secondo le esperienze di ascolto accumulate dai Dxer in Europa e Stati Uniti, appare assai più controverso di quanto non dicano le misure strumentali. HD Radio sgancia spesso il volentieri la componente digitale su aree assai più ristrette rispetto a quelle coperte con ottimo rendimento dall’analogico. Mentre il DRM in condizioni propagative ionosferiche non garantisce una adeguata continuità del segnale, che ogni tanto sparisce. Quanto alla copertura non ionosferica, è davvero difficile immaginare che Siziano possa essere decodificato in pieno giorno sul delta del Po con un ricevitore commerciale (anche supponendo di trovarlo in negozio, cosa tutt’altro che scontata).
A conclusione del pomeriggio, Claudio Re e Oscar Steila, rispettivamente designer e programmatore del software di CiaoRadio hanno presentato il loro front end SDR (ormai vicino alla soglia dei 200 apparecchi venduti) fornendo diverse anticipazioni sulla prossima versione H102, basata non più sulla near-zero conversion ma sulla conversione A/D “in antenna”. Non tutte le pieghe sono state appianate e non è ancora chiara la copertura di frequenza che il nuovo modello potrà garantire nella prima versione, ma anche questo sembra un progetto molto interessante, in grado di ovviare più facilmente agli inconvenienti (vedi armoniche del terz’ordine) dell’approccio QSD.

28 aprile 2007

Pochi consensi sul ciclo solare numero 24

Mentre la macchia solare 953 continua il suo percorso apparente (è il sole che sta girando sul proprio asse) verso il centro del disco, portando con sé un potenziale di brillamenti e tempeste geomagnetiche per i prossimi giorni, gli scienziati si sono riuniti a Boulder, in Colorado, per discutere delle previsioni relative al prossimo ciclo solare, il numero 24, che dovrebbe iniziare il prossimo marzo per raggiungere il suo picco verso il 2011 (quando probabilmente non ci saranno più molte stazioni in onde corte locali da ascoltare). C'è chi pensa che sarà molto intenso, ma come sempre le proiezioni sono alquanto variabili.

This week in Boulder, Colorado, a group of leading solar physicists met to compare and discuss their predictions for the next solar maximum. On April 25th they held a press conference and announced ... a split decision. One camp holds that Solar Cycle 24 will be intense and peak in 2011; a second group predicts a much weaker maximum in 2012. As a community, solar physicists are still undecided on the best way to predict solar activity. The plot is a summary of 40 different forecasts, none of which agree in detail. The confusion won't last forever. As Cycle 24 unfolds, the sun itself will tell us which is correct.
Researchers were able to agree on one thing: Solar activity is entering a period of deep minimum. Based on declining sunspot numbers and other factors, the cycle should hit rock bottom in March 2008 plus or minus six months.


Questo è il testo parziale del comunicato stampa rilasciato dopo l'incontro cui si riferiva la notizia apparsa oggi su Spaceweather.com. Un approfondimento della notizia si può leggere su Science Daily di ieri.
NEXT SOLAR STORM CYCLE WILL START LATE

Experts Split Over Intensity

The next 11-year cycle of solar storms will most likely start next March and peak in late 2011 or mid-2012 – up to a year later than expected – according to a forecast issued today by NOAA’s Space Environment Center in coordination with an international panel of solar experts.
Expected to start last fall, the delayed onset of Solar Cycle 24 stymied the panel and left them evenly split on whether a weak or strong period of solar storms lies ahead, but neither group predicts a record-breaker. The Space Environment Center led the prediction panel and issued the forecast at its annual Space Weather Workshop in Boulder. NASA sponsored the panel.
“The Space Environment Center’s space weather alerts, warnings, and forecasts are a critical component of NOAA’s seamless stewardship of the Earth’s total environment, from the Sun to the sea,” said retired Vice Adm. Conrad C. Lautenbacher, Ph.D., undersecretary of commerce for oceans and atmosphere and NOAA administrator.
During an active solar period, violent eruptions occur more often on the Sun. Solar flares and vast explosions, known as coronal mass ejections, shoot energetic photons and highly charged matter toward Earth, jolting the planet’s ionosphere and geomagnetic field, potentially affecting power grids, critical military and airline communications, satellites, Global Positioning System signals, and even threatening astronauts with harmful radiation. These same storms illuminate night skies with brilliant sheets of red and green known as auroras, or the northern or southern lights.
Solar cycle intensity is measured in maximum number of sunspots – dark blotches on the Sun that mark areas of heightened magnetic activity. The more sunspots there are, the more likely it is that major solar storms will occur.
In the cycle forecast issued today, half of the panel predicts a moderately strong cycle of 140 sunspots, plus or minus 20, expected to peak in October of 2011. The other half predicts a moderately weak cycle of 90 sunspots, plus or minus 10, peaking in August of 2012. An average solar cycle ranges from 75 to 155 sunspots. The late decline of Cycle 23 has helped shift the panel away from its earlier leaning toward a strong Cycle 24. Now the group is evenly split between strong and weak.
“By giving a long-term outlook, we’re advancing a new field—space climate—that’s still in its infancy,” said retired Air Force Brig. Gen. David L. Johnson, director of NOAA’s National Weather Service. “Issuing a cycle prediction of the onset this far in advance lies on the very edge of what we know about the Sun.”
Scientists have issued cycle predictions only twice before. In 1989, a panel met to predict Cycle 22, which peaked that same year. Scientists met again in September of 1996 to predict Cycle 23—six months after the cycle had begun. Both groups did better at predicting timing than intensity, according to Space Environment Center scientist Douglas Biesecker, who chairs the current panel. He describes the group’s confidence level as “high” for its estimate of a March 2008 onset and “moderate” overall for the two estimates of peak sunspot number and when those peaks would occur.
One disagreement among the current panel members centers on the importance of magnetic fields around the Sun’s poles as the previous cycle decays. End-cycle polar fields are the bedrock of the approach predicting a weak Cycle 24. The strong-cycle forecasters place more importance on other precursors extending over a several-cycle history. Another clue will be whether Cycle 24 sunspots appear by mid 2008. If not, the strong-cycle group might change their forecast.
The first year after solar minimum, marking the end of Cycle 23, will provide the information scientists need to arrive at a consensus. NOAA and the panel decided to issue their best estimate now and update the forecast as the cycle progresses, since Space Environment Center customers have been requesting a forecast for over a year.
“The panelists in each camp have clear views on why they believe in their prediction, why they might be wrong, and what it would take to change their minds,” said Biesecker. “We’re on the verge of understanding and agreeing on which precursors are most important in predicting future solar activity.”

27 aprile 2007

RFID sul telefonino, un whitepaper della GSMA

E' un argomento molto lontamente correlato con quelli normalmente trattati , ma ho pensato che potesse essere interessante questo documento tecnico appena rilasciato dalla GSM Association. Si tratta di un primo studio sulle tecnologie Near Field Communication (in pratica la RFID), che l'industria dei produttori di telefonini e gli operatori stanno prendendo in considerazione per la futura generazione di terminali abilitati all'NFC, per applicazioni quali il pagamento elettronico o la bigliettistica. La comunicazione a campo ravvicinato consente di scambiare informazioni e condurre in porto transazioni attraverso microchip inseriti in carte intelligenti e sensori. Nella fattispecie si discute di come integrare a bordo dei telefonini i chip NFC, in modo da trasformare il telefonino stesso in un terminale RFID in grado di gestire questo tipo di operazioni "contactless". Un chip RFID è un piccolo processore con annessa memoria e un antenna magnetica passiva che funge da transponder. Eccitata da un campo elettromagnetico, l'antenna trasmette dei codici identificativi o transattivi, consentendo al portatore dei dispositivi abilitati di usufruire di una ampia gamma di servizi, come l'identificazione digitale, il controllo di accessi, il micropagamento elettronico.
Come si legge nel documento della GSM Association, la tecnologia pone diverse problematiche di sicurezza e privacy, perché le informazioni non viaggiano su un mezzo fisico ma sulle onde radio (anche se a potenze bassissime e coperture di pochi centimetri). Lo studio raccomanda l'impiego di hardware a norma ISO 14443, che utilizza la frequenza standard di 13,56 MHz (nel pieno delle onde corte). In teoria, un ricevitore sensibile potrebbe essere in grado di intercettare questo tipo di comunicazioni "machine to machine", il che rappresenta un ostacolo all'adozione di una tecnologia così utile. Un telefonino abilitato all'NFC potrebbe servizi per pagare la spesa al supermercato o il biglietto del tram, semplicemente avvicinando l'apparecchio a un terminale "contacless"


GSMA Publishes Near Field Communications (NFC) Technical Guidelines White Paper

27th April, 2007. London, UK: The GSM Association (GSMA) has today published the first in a series of ‘Technical Guidelines’ white papers on mobile NFC (Near Field Communication) services, providing the consolidated views of mobile operators as input to support the standardisation of NFC technology.
More than twenty mobile operators, including many of the largest in the world, have been working together in the GSMA’s initiative to develop a common vision for Mobile NFC services. The initiative aims to support the development of a stable and efficient NFC ecosystem and promote interoperability, leading to standardisation on a global scale.
The mobile operators involved in the NFC initiative serve more than 800 million mobile users. They are: Bouygues Telecom; China Mobile; AT&T (formerly Cingular Wireless); Elisa; KPN; KTF; Mobilkom Austria; NTT DoCoMo Inc.; Orange; Rogers Wireless; SFR; SKTelecom; Telefónica; Telenor; TeliaSonera; Telecom Italia; TMN; Turkcell; Vodafone and ‘3’.
The ‘Technical Guidelines’ white paper follows the publication of the NFC ecosystem and related business requirements paper, published in February 2007. It provides a technical analysis of the UICC (the Universal Integrated Circuit Card which is situated inside the handset containing users' unique profiles and information) to the NFC Chip interface, the mobile to reader interface and the multi-application UICC framework.
Future versions of the white paper will include technical guidelines covering Host Controller Interface (HCI) to Single Wire Protocol (SWP) interface, the UICC run-time environment and Over-The-Air (OTA) provisioning.
The GSMA aims to communicate the key findings of the white paper to the broader industry to facilitate the development of NFC technology and services with the key standardisation bodies such as ETSI and the NFC Forum to further provide input to the standardisation process.


The NFC white paper is available here

Multimedia meets Radio. Public Service seeks money

Sul sito dell'EBU è appena stato pubblicato il numero di aprile 2007 della EBU Technical Review (nr. 310). Un'edizione particolarmente interessante perché ospit l'intervento di Leonardo Chiariglione sul Digital Rights Management e il resoconto, firmato dall'amico Michael Mullane, delle due giornate del convegno Multimedia meets Radio. L'edizione 2007, quarta della serie, si è tenuta a Ginevra il 29 e 30 marzo. Riporto qui le conclusioni pubblicate in calce all'articolo di Mike, perché le trovo molto sintetiche ed esaustive. E' curioso che tra le persone citate ci sia Silvain Gire di Arte Radio, che in quei giorni parlava anche a Milano. Confido di poter accedere alle presentazioni dei relatori (l'accesso è riservato), stay tuned.
Un altro evento sicuramente degno di nota (sto scrivendo qualcosa per CorrierEconomia) è il convegno Input, che si terrà a partire dal 6 maggio (e fino al 12) al Palazzo dei Congressi di Lugano, in Svizzera Italiana e vedrà la partecipazione di quasi mille delegati da emittenti televisive pubbliche di tutto il mondo. Input è l'associazione internazionale di questi broadcaster e la loro riunione annuale pone sempre ottimi spunti di riflessione. Il tema di quest'anno sono le nuove dinamiche del servizio pubblico con particolare riguardo alla problematica del finanziamento delle televisioni (ma immagino che anche si parlerà anche di radiofonia) "statali" nel contesto del rimescolamento mediatico e di fenomeni come i contenuti partecipativi e i media interattivi.


Public service broadcasters are preparing for the age of content on-demand.
Social websites, collaborative software and technologies such as peer-to-peer, which harness the power of users, have already transformed the media landscape. Public service broadcasters recognize that they are not immune to these trends and have adopted the tools of Web 2.0 to launch a slew of new services. Delegates at MMR07 believed it was important to engage audiences in genuine conversations in order to win back younger listeners and viewers. Greg Lowe (YLE) said the challenge was to develop relationships, rather than just managing them.
Speakers acknowledged that sustainability was essential for success. There was no point in
creating new platforms to foster communities: not only did sites like Flickr and YouTube work better, they were usually free. Several participants stressed that giving listeners a voice only made sense if broadcasters were prepared to listen. It was important to make the audience feel part of the editorial process – for example, by soliciting ideas for future programmes. Using external platforms reduces a broadcaster’s exposure to user safety, legal and editorial risks.
Moreover, resisting the temptation to re-invent the wheel will also allow broadcasters to concentrate on creating high-quality news and entertainment programmes. Broadcasters must be prepared to create content for a variety of platforms. This does not imply, however, that they need lose sight of their core strengths and skills. Radio stations may enhance their output with text, pictures and videos but, in the words of the Arte Radio chief Silvain Gire, what audiences want from radio is “the power of sound”.


26 aprile 2007

Onde medie, all'italiana


L'amico Fiorenzo Repetto continua ad aggiornare la sua lista di emittenti in onde medie, frutto di una costante attività di monitoraggio effettuato dalla sua postazione di Savona. E' uno strumento utilissimo, anche rispetto alla blasonata Euro-Africa MW Guide, perché riflette una situazione tipica di una località italiana (pur considerando la posizione favorevole di Fiorenzo sul Mar Ligure). E' una lista fedele e dettagliata, da cui partire per fare pratica o cercare di ascoltare qualche stazione nuova. Dalla release 5.0 appena diffusa mancano ancora le stazioni DRM, che vengono monitorate con la dovuta attrezzatura, ma immagino sia solo questione di tempo. Grazie come sempre, Fiorenzo.

Nubi luminose, come si formano?

Le chiamano nubi noctilucenti e sono un fenomeno mesosferico - poco sopra le quote della ionosfera - che gli scienziati giudicano "recente" e probabilmente associato agli stessi meccanismi di inquinamento descritti per il global warming. Sono nuvole elevate (la mesosfera è più alta della troposfera) che assumono una luminescenza azzurrina in corrispondenza del tramonto e si osservano più comunemente alle latitudini estreme. Una denominazione più tecnica è infatti "nubi mesosferiche polari". Il fatto è che questi fenomeni, osservati per la prima volta alla fine del XIX secolo dopo l'eruzione del Krakatoa, si verificano sempre più spesso a latitudini basse, come in centro Europa. E si pensa che possa esserci una correlazione, oltre che con le polveri prodotte da eruzioni e attività umane, anche col ciclo solare. Anzi, c'è anche chi teorizza le nubi noctilucenti, un fenomeno tipicamente estivo, in qualche modo correlate alle aperture E-sporadiche (anche se si tratta di una correlazione non ancora accertata e negata da alcuni). Le nuvole luminose, che possono ricordare ma non sono l'aurora boreale, son posizionate a quanto sembra tra i 100 e i 120 km di quota, una ventina sopra lo strato Es.
Fatto sta che per vederci ancora più chiaro sulle nubi notturne, la NASA ha messo in orbita la missione AIM Aeronomy of Ice in the Mesosphere, una sonda mesosferica che osserverà le nuvole dall'alto e potrebbe finalmente stabilire la verità su cause, concause, effetti e possibili relazioni con altri fenomeni.

NASA's AIM spacecraft is in Earth orbit today following a flawless Wednesday afternoon launch aboard an Pegasus XL rocket. AIM is on a mission to study mysterious noctilucent clouds, such as these. Noctilucent clouds ("NLCs" for short) were first noticed in the 19th century following the eruption of the Krakatoa volcano. After sunset, electric-blue tendrils would spread across the western sky, mesmerizing onlookers. At first scientists thought the clouds were a side-effect of the eruption, but long after Krakatoa's dust has settled, the clouds are still here. Indeed, they are becoming more widespread. Originally confined to high latitudes such as Canada and Scandinavia, NLCs have been seen in recent years as far south as Viriginia and Colorado. What causes NLCs? Theories range from space dust to global warming. For the next two years, AIM will scrutinize these clouds from Earth orbit to learn what they may be telling us about our planet.
Sul sito di Spaceweather.com si trova anche una spettacolare galleria di immagini, ma non perdetevi assolutamente la raccolta di fotografie di Pekka Parviainen, disponibili su Polarimage.fi.

Internet, la tua stazione

Tra le discussioni della mailing list del progetto SDR SoftRock ho trovato oggi un riferimento a un buffo software radioamatoriale, CQ100. Si tratta del "terminale" di un interessante progetto VOIP chiamato QSOnet. Ho trovato una concisa ma esauriente spiegazione curata da un radioamatore inglese, Dave deSouza Kirby, G3VFP. Che cos'è CQ100? Graficamente ha l'interfaccia di un ricevitore controllato via Web. Viceversa si tratta di un ricevitore Web controllato graficamente. Scaricando il programma e registrandosi a QSOnet (il servizio è a pagamento, ma non è caro, ed è riservato esclusivamente ai radioamatori con regolare licenza, di qualsiasi classe), si ha la possibilità di entrare in contatto VOIP con altri utenti del programma attraverso uno dei sei server "riflettore" che gestiscono altrettante "bande" virtuali di questa strana Web radio. La cosa funziona esattamente come quando si sintonizza una frequenza su un ricetrasmettitore vero, ma qui non c'è nessuna emissione di RF. Uno "spettrogramma" permette di visualizzare le "frequenze" occupate in quel momento. A ogni canale virtuale corrisponde in pratica una stanza di un sistema di chat vocale che non esce mai da Internet. L'ideatore del progetto e del software, Doug McCormack VE3EFC, parla non a caso di "ionosfera virtuale". C'è già chi sta facendo qualche piccola variante sul tema, immettendo in QSOnet stream ricevuti attraverso la ionosfera vera. WaterwayRadio Net, un network di radioamatori velisti che si riunisce ogni mattina sui 7268 kHz, può essere ascoltato attraverso QSOnet "sintonizzandosi" sul canale virtuale di 29268 kHz. Il CQ100, nato nel settembre del 2006, è diventato rapidamente molto famoso. Ci sarebbero già 10.000 iscritti e ho trovato persino un filmato su YouTube.

La differenza rispetto a sistemi con EchoLink, che utilizzano il VOIP ma se servono come backbone di trasporto che unisce una serie di autentici ponti radio interconnessi via Internet, è evidente. CQ100 è un sistema VOIP puro, non peer-to-peer, che lavora in modo simile a Skype ma consente di entrare in contatto con persone di cui non si conosce alcun nickname. Si accende il ricevitore, si visualizzano le frequenze occupate in quel momento e si chiede di parlare, un po' come succedeva con la vecchia Citizen Band. E' anche divertente? Beh, l'emozione di un collegamento a lunghissima distanza, con un audio disturbato e evanescente, rimane un'altra cosa. Ma QSOnet potrebbe servire anche per fare pratica sulle bande radioamatoriali e soprattutto è un sistema che vorrei poter utilizzare anch'io per parlare con gli amici. Spero di trovare presto qualcosa che non richieda una licenza da OM.

25 aprile 2007

Concordia, alta tecnologia per la radio in Congo

Giuliano Gilmozzi, IN3KLQ, mi invia insieme al suo apprezzamento per Radiopassioni (grazie, Giuliano) il riferimento al future plan per una nuova emittente nella provincia di Bukavo, in Congo. «Ho letto in questi giorni sull'ultimo numero di Millecanali la probabile nuova apertura (meno male..) di una radio in Congo, Radio Concordia, emittente religiosa. Questo progetto consentirà al Reverendo Jean Paul Bahati di realizzare il suo desiderio per dar voce ai più emarginati che vivono nella regione nel Kivu meridionale. Purtroppo non è detto su che frequenza questa radio trasmetterà ma mi immagino sia in AM. Facendo una ricerca sul sito della Netia, fornitrice del sistema Radio Assist (lo conosci..?).»
Non ero a conoscenza dell'iniziativa di Radio Concordia e non conoscevo neppure Radio Assist che, ho appreso dal link fornitomi da Giuliano, è in pratica una console digitale per la gestione dell'intero ciclo di produzione e diffusione, anche via Web, dei programmi di una stazione radiofonica. Una applicazione molto interessante utilizzata di solito da stazioni nei paesi ricchi o comunque non problematici come il Congo. Dove però esiste un discreto numero di stazioni in FM, per cui non escluderei che sia proprio questo l'obiettivo di Jean Paul Bahati, un sacerdote che a Roma, nelle scuole della Santa Sede, ha studiato giornalismo e ha maturato una esperienza professionale in RAI. Insomma, una storia interessante, anche tecnologicamente. Immagino che in Congo possano esserci non pochi problemi di alimentazione elettrica, ma non credo nemmeno che i fautori del progetto siano degli sprovveduti. Non è poi detto che per Radio Concordia vengano scelte frequenze non in banda FM, come suggerisce Giuliano. Dopotutto c'è l'esempio recente di Radio Kahuzi, su 6210 kHz (rimasta chiusa per un po' e non segnalata da tempo). Restiamo in attesa di altre notizie sulla stazione di padre Bahati.

Liste che vanno, liste che (per fortuna) vengono

«On http://www.eibi.de.vu/ you may now download the current (A07) season shortwave schedule. You may choose the time-sorted and the frequency-sorted version.»
In mezzo a tanti siti che chiudono - Andrea Russo mi ha fatto tristemente notare che purtroppo anche www.longwave.de, eccellente risorsa per l'ascolto VLF e LF di Klaus Betke, non verrà più rinnovato e presto staccherà la spina - finalmente una buona notizia. La lista di Eike, aggiornata adesso alla stagione in corso, la A07, è come sempre molto ben fatta, con una quantità di frequenze in onde medie e molte locali.
Un must assoluto - e gratuito - per l'ascolto delle emittenti internazionali e no.

Internet nello spazio, presto il primo nodo

Non c'entra direttamente con i nostri interessi, ma TelecomWeb riporta la notizia dell'assegnazione da parte del Dipartimento della difesa USA dei contratti per la realizzazione di IRIS, Internet Routing in space. La commessa è stata assegnata a Intelsat General e a Cisco e prevede la messa in orbita geostazionaria di un vero e proprio satellite-router. In altre parole sarà in grado di funzionare senza gateway terrestri, con un grande aumento di flessibilità. Primo nodo di una futura Internet nello spazio, il satellite verrà utilizzato dai militari per il trasporto IP di dati voce e video e poi verrà ceduto ai realizzatori che potranno gestirlo commercialmente. Il satellite opererà in banda C e Ku. Quello che segue riprende in parte il testo di TelecomWeb mentre il comunicato stampa ufficiale si trova qui.

Intelsat Ltd. subsidiary Intelsat General Corp. won the nod to manage a U.S. Department of Defense (DoD) project to test, for the first time, Internet routing in space (IRIS).Assuming the project works, the hardware will be converted to commercial use - becoming the world's first Internet node in space. "IRIS is to the future of satellite-based communications what ARPANET was to the creation of the Internet in the 1960s," gushes Don Brown, vice president/Hosted Payload Programs for Intelsat General. "The IRIS architecture allows direct IP routing over satellite, eliminating the need for routing via a ground-based teleport, thereby dramatically increasing the efficiency and flexibility of the satellite communications link."Intelsat has put together a team that includes SEAKR Engineering, Cisco and Concerto Advisors. SEAKR, based in Denver, is building the space-hardened router for the project, while Cisco is providing the commercial IP networking software. Concerto Advisors, of Iowa City, Iowa, is putting together an equity-financing consortium to fund the design, construction an operation of the equipment. The IRIS hardware will fly on the IS-14 satellite built by Space Systems/Loral, with a target launch date in the first quarter of 2009.The unique part of the project is that while IRIS is a DoD project, after it is over, the Concerto group will own the router in space. Intelsat will operate the first Internet- in-space service, with plans to service both government and commercial customers. IS-14, which is set for geostationary orbit at 45 degrees west, will have a footprint that covers Europe, Africa and the Americas.IRIS - supporting data, voice and video - will interconnect one C-band and two Ku-band coverage areas. The IRIS architecture and design will support flexible Layer 3 IP packet routing, or multicast distribution, that can be reconfigured on demand. With the onboard processor routing the uplinks and downlinks, the IRIS payload should enhance satellite performance and reduce signal degradation from atmospheric conditions.

Radio, garofani e liberazione

Buon 25 aprile. In Italia e in Portogallo. A Milano siamo sempre molto presi dalle celebrazioni per la liberazione della città e spesso dimentichiamo che il 25 aprile del 1974, come scrive l'amico Jorge G. Silva, "o regime totalitário português caíu", con la Revolução dos Cravos, la rivoluzione dei garofani. Ricordiamo i due eventi a modo nostro, radiofonicamente, con una visita sul sito delle Teche Rai che ha dedicato un'apertura al 25 aprile 1945. Cliccando sul mio link alle Teche si va direttamente alla pagina dei risultati degli spezzoni audio sulla "Milano liberata": ci sono molti documenti del Clnai diffusi appunto da Radio Milano Libera.
In Portogallo, la radio giocò un ruolo addirittura fondamentale. Si può tranquillamente affermare che senza la radio i militari ribelli non sarebbero neppure partiti: come racconta Jorge fu una canzone, diffusa da Rádio Alfabeta, il segnale concordato nei giorni precedenti tra rivoltosi e giornalisti radiofonici per dare inizio alla rivolta uscendo dalle caserme. Erano le 22 e 55 minuti del 24 aprile e João Paulo Dinis metteva sul piatto "E depois do adeus", canzone vincitrice, poco tempo prima, del 12esimo festival canoro di RTP.
A colaboração entre revoltosos e a rádio começa muito antes do dia 25 de Abril de 1974. Os contactos são feitos entre militares e jornalistas de várias emissoras, preparando-se tudo para que a revolução resultasse. 5 minutos antes das 23h, do dia 24 de Abril de 1974, na rádio Alfabeta dos Emissores Associados de Lisboa, o locutor de serviço - João Paulo Dinis - "lançou" a música "E depois do adeus" de Paulo de Carvalho. Era o sinal para as tropas avançarem.


In poche ore A Rádio em Portugal è diventato un blog fratello di Radiopassioni. Jorge mi ha linkato, ha pubblicato un breve post su RP e ha inviato un commento in portoghese e inglese al mio post originale sulle onde medie di Rádio Altitude. La fratellanza sul 25 aprile non dipende da nessuno dei due ma fa piacere lo stesso. Mi preme riportare quello che Jorge aggiunge a proposito del 1974 per il riferimento a un altro sito di materiali storici, Clásicos da Rádio, secondo me bellissimo.
O sítio “Clássicos da Rádio”, de Paulo Ferreira, apresenta-nos a «Reportagem de três jornalistas que "escreveram" o diário do dia da revolução. 30 Minutos dos momentos mais importantes do dia da Liberdade, aquele que traria a mudança na vida dos portugueses e terminava com a guerra colonial. Foi o abrir de uma nova esperança, o debrochar de um cravo, as vozes de um povo, que se fizeram ouvir nas rádios em todo o Portugal.»

24 aprile 2007

"Radio senza antenna", arrivano gli atti

Cristina, dell'ufficio stampa del Corecom lombardo ha mandato un commento alla notizia relativa al convegno Radio Senza Antenna, tenutosi il mese scorso al Museo della Scienza di Milano. Il commento in calce ai post si può sempre recuperare, ma penso valga la pena dargli maggiore visibilità, pubblicandolo anche qui.

Vi segnalo che sono disponibili i testi degli interventi. Interessanti per chi è interessato agli argomenti perchè non si tratta delle solite noiose e poco comprensibili sbobinature: ma di relazioni fornite dai relatori stessi. Si trovano sul sito del Corecom.


Radiopassioni ha già pubblicato l'intervento di Albino Pedroia, ora si aggiungono quelli dei Stefano Mainetti, della Fondazione Politecnico (Radio 2.0) e di Massimo Temporelli, del Museo della Scienza. Entrambe le presentazioni sono brillanti, vi consiglio di prelevare le slide dal sito. Le note storiche di Temporelli sono gustosissime e le dritte sulle nuove tecnologie per Web radio partecipative e "adattative" proposte da Mainetti (che tra l'altro ho appena sentito al telefono per tutt'altro argomento e con cui mi scuso per non aver immediatamente riconosciuto il nome) possono tornare molto utili. Confido che presto vengano messi online anche altri materiali, in particolare quello di Arte Radio.
In margine al convegno, anche Antonio Pavolini ha detto la sua nel podcast del 12 aprile che trovate sul suo Pendodeliri.


23 aprile 2007

Altitude riaccende l'onda media (in digitale?)


Leggevo oggi una notizia diffusa da Dario attraverso la lista di distribuzione di Play Dx. Un comunicato riportato dal periodico Diario da Guarda parla della prossima riapertura dell'impianto in onde medie di Rádio Altitude, storica emittente locale portoghese. Una stazione ormai spenta da anni che Altitude avrebbe intenzione di destinare non alla ripetizione degli attuali programmi in FM ma a un nuovo canale "civico" o come recita la dizione originale lusitana a un format da Estação de Causas. La frequenza a suo tempo era di 1584 kHz e la sua riattivazione non può che far piacere anche se, mannaggia, il comunicato dice a un certo punto che...
em termos técnicos, o investimento a realizar permitirá emitir em Onda Média através de modulação digital, o que garantirá um sinal sonoro com qualidade equivalente à do FM...
Insomma Altitude acquisirà un bel trasmettitore pronto a diffondere in DRM.
In attesa di ascoltare quello che accadrà, ho fatto qualche ricerca sul sito originale di Rádio Altitude e ho scoperto anche il bellissimo blog di Jorge Guimarães Silva, A Rádio em Portugal, pieno di notizie e link ad altri siti lusitani che trattano di radiofonia e giornalismo. La notizia di Altitude, che risale in realtà al 18 marzo scorso, appare anche sul blog di Jorge con in fondo un commento che lascia alquanto perplessi. L'ignoto commentatore del nostro blogger osserva che secondo la legge vigente in Portogallo, una stazione che detiene una licenza non può permettersi di staccare la spina per più di due mesi, pena la perdita della licenza stessa. Perché altre stazioni che hanno spento le onde medie questa licenza l'hanno persa e Altitude no, si chiede il lettore? Forse perché la legge non riguarda lo spegnimento di un ripetitore e Altitude dopotutto ha continuato a trasmettere su 90.9, penso io. Mentre aspetteremo di vedere quel che succede, una nuova stazione locale in onde medie (confidando che non parta subito con un DRM che nessuno potrebbe ascoltare, tanto più da una emittente civica) non è certo una cattiva notizia.
Nell'attesa vi suggerisco di mettere sul grammofono il vostro disco di fado preferito, deppore per un momento Pessoa e dare quindi un'occhiatina al sito di storia della radiofonia portoghese curato dal buon Jorge. Altre pagine di storia si trovano sul sito della stessa Altitude, fondata pensate un po' con le donazioni dei pazienti del sanatorio che allora (1949) era in funzione nei pressi della città di Guarda. Una storia degna di una Montagna incantata, insomma. Straordinarie le immagini dell'album fotografico della stazione.

Orgogliosamente illegali (e divertenti)


Continuano a chiamarle Hobby Pirates e sono un fenomeno tra i più simpatici e radicati nella cultura radiofonica europea. Sono le stazioni illegali che trasmettono nel finesettimana, specie la domenica mattina, in particolare sui "48 metri", una banda per niente ufficiale centrata all'incirca sui 6280 kHz (i pirati si trovano tra i 6220 e 6350 e rotti). La loro tradizione risale alle stazioni pirata offshore degli anni Sessanta, senza le velleità o le ambizioni anche commerciali delle varie Caroline e Veronica. I pirati dei 48 metri sono semplici appassionati che si divertono a sfidare le autorità costituite delle radiofrequenze nazionali, utilizzando impianti di recupero e diffondendo stili musicali desueti e ironici, come il folk tedesco, strane versioni country and western in olandese, musica rock in lingue baltiche e via smitizzando. Sono soprattutto tedeschi, olandesi, inglesi, ma anche scandinavi e finnici. Ci sono state in passato stazioni pirata italiane e anche adesso sembra che ce ne siano un paio, una, Radio Mystery, molto famosa. E' insomma una realtà variegata ed eccentrica che tiene ancora alto un certo spirito da pioniere, un po' sguaiato della radio d'antan. Ascoltarle non è troppo difficile, anche se le potenze impegnate sono modeste, in genere qualche decina o centinaio di Watt. Le frequenze dei 48 metri, pur essendo sovrapposte a una banda marittima internazionale sono abbastanza libere, ma i pirati trasmettono anche su frequenze diverse, sui 7, 9, 11 Mhz e in onde medie intorno ai 1386 kHz (meno di un tempo) e, nel caso dei pirati olandesi e greci tra 1610 e 1700 kHz. Personalmente mi ero molto divertito ad ascoltare e corrispondere con i pirati olandesi che 25 anni fa si sentivano sotto i 1400 kHz. Erano stazioni ruspanti, che si scusavano candidamente (o forse era pura millanteria) di aver risposto ai miei rapporti di ricezione con molto ritardo perché trattenuti dalla polizia. Poi ammetto di averli persi un po' di vista, le opportunità di accendere la radio per me sono diventate rare e preferivo dare la priorità ad altri target DX.
Ora che gli altri target DX cominciano a latitare paurosamente, la banda "unofficial" dei 48 metri torna a essere molto divertente da ascoltare. I pirati sono più o meno gli stessi, forse un po' più professionali e dal punto di vista propagativo si tratta pur sempre di ascolti non banali. Poi c'è un aspetto nuovo e molto simpatico che è la comunicazione con le stazioni illegali. Quasi tutte le stazioni insieme al nome e alla fatidica casella postale (molto spesso è una drop box collettiva in Olanda) annunciano l'indirizzo di posta elettronica e un numero di cellulare, per ricevere rapporti d'ascolto elettronici e SMS. Durante le vacanze pasquali ho avuto il piacere di ascoltare e dialogare via mail con una stazioni pirata finlandese, Finn Hits Radio che aveva annunciato per il 7 e 8 aprile una serie di trasmissioni di un quarto d'ora ciascuna distribuite nell'arco della giornata e su due frequenze, 6300 e 15061 kHz con 100 Watt dichiarati. La frequenza dei 19 metri non era ascoltabile il 7, ma in compenso arrivava discretamente l'8 alle 11 UTC, con un orgoglioso annuncio "This is illegal radio". Sui 6300 ero invece riuscito a captare un segnale piuttosto debole il pomeriggio del 7 e ho inviato una serie di e-mail che gli amici di FHR mi hanno subito confermato, molto soddisfatti di aver ricevuto per la prima volta un rapporto d'ascolto dall'Italia. Finn Hits mi ha appena spedito le sue QSL elettroniche, molto carine, per le due frequenze. Mi hanno anche promesso una QSL cartacea che dovrebbe partire nei prossimi giorni. Voglio sottolineare qui che la menzione "first for Italy" non è del tutto corretta, perché sulla lista Play Dx ho visto che Luca Botto Fiora ha ascoltato FHR su 6300 domenica 8 alle 06 UTC, quindi una parte del merito va senz'altro a Luca, che guarda caso ascolta dalla Liguria pure lui. [Thanks, kiitos, for your sympathy, dear FHR mates, I gratefully acknowledge your nice QSLs and look forward to listening to Finn Hits Radio again.]
Molto simpatico è stato il contatto con Radio Spaceman, su 6270 kHz, quella stessa domenica 8 aprile verso le 9.30. In quel caso ho ascoltato il numero di cellulare annunciato verso la fine di questo clip e pochi minuti dopo la stazione ha risposto "on the air" leggendo il mio SMS e ricambiando i saluti con la canzone di Gilbert Becaud sullo sfondo. Includo anche un clip con l'annuncio di Radio Mazda ascoltata pochi minuti dopo su 6290 kHz.

22 aprile 2007

DX Tuners chiude i battenti

Se la notizia non verrà smentita o svelata come un pesce d'aprile in ritardo, la rete internazionale di ricevitori remoti controllati via Internet, DX Tuners, ha chiuso i battenti. Ho appena ricevuto il messaggo di Steve Whitt, che comunica l'evento al gruppo di discussione di Medium Wave Circle. Andando all'indirizzo del sito si vede questo triste messaggio di Kelly Lindman, l'inventore dell'iniziativa e del software che l'aveva resa possibile nel lontano 1997. L'illustrazione di questo post sono andato a cercarmela sulla Wayback Machine dell'Internet Archive. Lindman conclude il messaggio offrendo di restituire le quote di abbonamento di quello che era diventato un servizio commerciale e invitando chi volesse raccogliere il testimone di DX Tuners a non rubare il suo software, che è protetto da copyright. In teoria non dovrebbe essere difficile ricostruire il concetto, basato su una rete di nodi costituiti da un computer collegato a Internet e interfacciato a un ricevitore controllabile via software (non necessariamente una software defined radio, basta un ricevitore analogico con interfaccia seriale), ma certo DX Tuners mancherà a molti DXer che lo utilizzavano per controllare l'andamento della propagazione o cercare di identificare le stazioni ricevute a grande distanza. Alcuni si sono serviti di questo sistema per imbrogliare un poco sulle stazioni e le QSL ricevute, ma la rete di ricevitori remoti ha reso nel complesso un grande servizio alla comunità. La sua scomparsa è un vero peccato e l'ennesimo sintomo negativo di un hobby che sembra davvero in fase di smobilitazione. Speriamo sia uno scherzo.


Ystad, Sweden, 20 april 2007

Dear subscribers and guests. For the last 10 years I have been presenting Web Controlled receivers here at DxTuners.

I have worked constantly to maintain and supervise this network together with my dedicated crew who has put so much effort into it.

Regretfully, recently due to other business and personal commitments, I am unable to dedicate as much time or find as much inspiration as before in running the network and it is with much sadness and sincere regret that I have decided to wind up my business over here.

This has been a very difficult and emotional decision for me to take, having made many friends over the years, but after a good 20 years in the IT-business I feel the time is right to move on and try something else.

I have been trying to find other solutions to continue running DxTuners but I have found it too complex for anyone else to run without my help.

I would like to thank all my friends, subscribers and especially my dedicated crew who supported me over the years. I could not have done it without you guys.

Thank you all

Kelly Lindman



Problema copertura: pregi e difetti del digitale

Craig Healy, DXer americano ha pubblicato un breve editoriale con il suo personale giudizio sulle potenziali conseguenze della controversa decisione della FCC, che il mese scorso ha autorizzato l'uso di IBOC sulle onde medie anche dopo il tramonto locale (una eventualità che, si tema, porterà a un inaccettabile aumento di interferenze alle stazioni lontane che operano sulle frequenze adiacenti). Attiro la vostra attenzione sul passaggio in cui Craig racconta di aver utilizzato almeno due apparecchi HD Radio e in base alla sua personale esperienza conclude che il "segnale digitale è molto fragile, la copertura possibile è pari ad appena un quarto di quella che un buon segnale riesce ad assicurare." Questa è una tematica che non mi stancherò di dibattere, per cercare di risolvere una volta per tutte i dubbi che riguardano la presunta superiorità dell'una o dell'altra forma di modulazione, analogica o digitale che sia.
Intanto, buona lettura delle interessanti osservazioni di Healy:

Editorial on the recent approval of HD Radio (IBOC) in the USA

On Thursday the 22nd of March, 2007 the Federal Communications Commission approved all facets of digital broadcasting in the USA. In particular, AM stations will soon be authorized to begin 24/7 use of their first adjacent frequencies for digital sidebands.

What this does is open the door to significant interference to all AM stations. A 50kw clear channel station can run a digital transmitter at far more power than would be authorized for any conventional station in that location on those two adjacent frequencies. It will be interesting from a rather perverse sense to see what happens at night..

I have had two HD Radios, and found that the digital signals are very fragile, and cover about half the radius (1/4 the area) of a good analog signal. Electrical noise from many sources like car ignition, light dimmers and bad wiring can easily disrupt things.

The programming is the real draw to a station, and HD Radio on AM will provide no change at all. A talk show in digital "high quality" is still a talk show. In the 35+ years I've been a broadcast engineer, I have seen a small handful of complaints about audio quality. These have always been when there is some correctable flaw, like a hum. Quality is not the issue and never has been.

I saw an interesting comment. Name and location deleted to protect the writer:
"The latest e mail from xxxxxx in xxxxxx said that the reason the big boys in the big markets are so pro IBOC is because they like the hash as it wipes out distant signals getting into their market. There is no way to stop skip, but if the IBOC hash wipes the signal out, then the locals will have to listen to their local station. Kind of like legal jamming. Considering that, then even if the public does not buy the radios, keeping the IBOC signal might be worth their while."

Jamming is illegal in many ways. If some entity has manipulated this process to allow it, then appropriate action should be taken to shut it off.

One possible result is many smaller non-IBOC stations refusing to drop power at night in an attempt to keep their current coverage area. Or, installing bigger transmitters to outright cheat to keep the coverage radius they had pre-IBOC. That would make a very interesting case, should it ever go to court. Two wrongs don't make a right, but when one of the wrongs is legalized, all bets are off.

Shouldn't the digital sideband powers be calculated by the same rules as used for analog signals? Just plopping in a new signal on a frequency without any regard for it's interfering effects is a recipe for chaos. No new station could be allocated today without a full allocation study. Why are these new digital allocations exempt? In effect, they are really two new stations in themselves.

What if there are unequal powers allocated for the upper and lower sidebands? For technical reasons, IBOC requires the two sidebands to be of equal strength to minimize interference to the analog signal. Didn't they see all this in the formulation stage? Or did they simply decide to ignore the obvious and forge ahead, oblivious?

There are some stations that have directional arrays that may never be able to be compliant with the specs for IBOC transmission. As a result, they will not be able to run it. Is it fair that some can and some cannot be digital? If digital-only operations are mandated, will these stations be forced to go dark? Is that fair to their communities? It would seem that many small town stations cannot afford the license nor the technical upgrades. Again, if digital is mandated, do these small towns simply lose their station, even if it is the only one? That seems grossly unfair.

Customers are staying away from these radios. Market penetration is very much below the radar. They hope to sell two million HD Radios by the year 2010. That's about how many iPods sell in a month.

Many years ago WLW had a project for HiFi radio. They made sure their transmitting plant was flat out to +/- 20KHz. There were receivers in that time that were up to that task as well. I would dearly love to hear that setup today, and compare it to the HD signal.

Instead of inventing this intrusive technology, they could have spent their efforts on DSP-based receivers to minimize impulse noise and other interference. A good DSP decoder can null out a coherent tone such as a 10KHz heterodyne without a negative effect on the audio. It could also compare the upper and lower sidebands to determine what would give the better sound. It could narrow the bandwidth to the most efficient point for best reception. And, the DSP decoder could look over a wide swath of spectrum to detect wideband noise and remove it. The technology is there, but they chose to ignore it.

Heck, if they could get such a good analog signal decades ago, what happened? What if a station today decided to use the mask designed for IBOC and implement a wideband analog signal? Would it be legal? How would that sound compared to the HD version,. assuming a good wideband receiver could be found? What if it even sounds better than HD Radio?

One of the significant problems of AM these days is the shielding effects of newer steel and concrete building construction. AM simply doesn't penetrate. Why did they think that overlaying a digital signal on the same band would penetrate these buildings any better?

A better overall plan would have been to embrace streaming technology. WiFi access is exploding, and WiFi-enabled iPods will soon be introduced. An iPod can do many things and at less cost than most single-purpose HD Radios. Streaming audio can have much better quality than even the best HD signal. Instead of HD1 and HD2, it is possible to have unlimited streams. The formats that can be streamed by a station are limited only by their resources and imagination, not some technical limit of their transmission medium. Reception of a stream is possible anywhere there's an internet connection, not limited to the coverage radius of a single transmitter. It literally is global. Power costs to run a stream are insignificant compared to a transmitter. No large towers, or arrays of towers are needed. Streaming is far more "green" than IBOC, if you care to look from that perspective. In terms of quality, variety and environment, HD Radio is obsolete right out of the box.

From a business angle, having the FCC mandate a proprietary system is unprecedented. All previous systems for anything were all open source. The technology to create a piece of equipment was there, every parameter. With HD Radio, none of these parameters are public, at least not enough that some clever engineer could roll their own. This is very unfair, and smacks of a monopoly. The whole HD Radio specifications should have been in the public domain. Were someone to reverse engineer this method, no doubt they would be hauled before a judge and significantly fined. All because some company has convinced the federal government that it has the only way to do the job. The parallel would be if the government decided that to drive on the interstate you had to buy a new Buick.

Recently it was announced that there may be pay-to-listen encrypted HD broadcasts. Could this be why they want the system proprietary? So nobody can legally write a decoder to bypass their pay scheme?

In conclusion, I'll relate a conversation I had with someone who has an extensive non-technical radio background. A local Clear Channel GM gave this person an HD Radio. It was tried, and shut off. Decoding the signal was very problematic even within the city grade contour of several stations. This person related to me that HD Radio was a bad joke and a complete waste of time. This was said without me even bringing up the subject. It seems to be a common "joe average" result when a non-radio person tries HD Radio. Too much effort to get a signal. They want to turn it on and get flawless audio, just like their iPod. It doesn't happen, so they simply return the radio for a refund saying it "doesn't work".


21 aprile 2007

Inarrivabili distanze

Ammettiamolo. Fare del DX serio in onde medie in Italia non è la cosa più facile di questo mondo. Le città sono praticamente tutte infestate dai rumori elettrici. Spiagge selvagge e abbandonate dove stendere antenne lunghe ce ne sono pochine. Siamo nel pieno di una Europa che conserva la maggiore concentrazione di emittenti ad alta potenza e le interferenze rendono impossibili una buona metà dei canali utili. Non vuol dire che ogni tanto non ci si possa togliere qualche soddisfazione, ma la distanza... La distanza è un'altra cosa, ragazzi.
Le distanze estreme sono appannaggio delle regioni artiche europee (la Nuova Zelanda è a circa 17mila chilometri) e di altre località che in questi anni i valorosi superstiti dell'hobby della radio stanno scoprendo per le loro DXpedition. John Bryant è tornato a casa, in Oklahoma, dalla sua mitica visita all'Isola di Pasqua, un "sogno di una vita" archeologico-radiofonico che John ha coronato con una lunga sessione di ascolto da quest'isola lontana da tutto, armato solo di un paio di BOG (Beverage on Ground, leggi: fili di circa 120 metri stesi sulla sabbia) e di due ricevitori portatili, un Eton X1 e un Degen 1103. In mezzo al nulla del territorio cileno nel sud-est del Pacifico, John ha sentito una quarantina di nazioni diverse. La stazione più lontana dev'essere AIR Nagpur su 1566 che in Italia è piuttosto facile da ascoltare la sera. Fino all'Isola di Pasqua fanno oltre 18mila chilometri! La stessa distanza che separa la ilha del Morro nella baia di Salvador de Bahia, la location di Rocco Cotroneo in Brasile, da Taiwan. Rocco ha appena pubblicato i risultati della sua ultima DXped sulla paradisiaca isola brasiliana sul nostro sito Radioascolto.org, ma un maledetto problema al database del sito rende per il momento non disponibile il reportage in italiano. Dovete accontentarvi di quello in inglese su DXing.info. Questa volta, insieme alla Cina, è arrivata una straordinaria RFO Reunion su 666, oltre 10mila chilometri. Nel Nord Italia una distanza estrema come Santiago de Cile sfiora i 12mila.
Ma il più fortunato di tutti, per la qualità della location, il clima, l'accessibilità, è Gary Deacon di Fish Hoek direttamente sulla baia di Capetown. La lettura del nuovo blog di Gary fa girare la testa, specie quando capitano le serate come il 13 aprile, con una eccezionale apertura verso l'Australia (tutti gli Stati ascoltati). Mentre noialtri Italians siamo costretti a fare le acrobazie per spremere dalle X band il Wyoming (meno di 9mila chilometri) a ore impossibili, Gary si fa l'aperitivo verso le sette di sera ascoltando Brisbane (4RN) su 792, frequenza co-channel in Africa. Circa 12mila chilometri. Più o meno la stessa distanza tra le Hawaii e la Scozia di Martin Hall, che ha affondato Honolulo un paio di capodanni fa. Io le Hawaii riesco a sentirle, male, sulle onde corte e anche se sono quasi 12.500 chilometri, non so perchè, non riesco a consolarmi del tutto. Nei giorni di Pasqua (non l'isola, la festività) sono finalmente riuscito a registrare la stazione che a Pearl Harbour ripete su 10320 kHz in USB il servizio radiofonico per le basi militari americane più importanti. L'audio era discreto, ma forse si può far meglio. Soprattutto lo si dovrebbe fare in onde medie... Intanto ecco la cartolina conferma che Afrts mi ha inviato dopo un rapporto di ascolto che avevo spedito via mail.

Il faro nel PIC

Si aggiunge un nuovo progetto alle pagine di IK2BCP, Guido Tedeschi, autore di uno degli schemi più utilizzati dagli sperimentatori dei radiofari in telegrafia lentissima. I microtrasmettitori, vere e proprie microspie della propagazione, continuano a diffondersi su tutte le bande radioamatoriali tra i 180 e i 10 metri e con i loro flebili segnali (spesso una manciata di milliWatt) permettono di analizzare l'andamento della riflessione ionosferica. Il progetto di Guido si basa su un microcontrollore (PIC) della Microchip, usato con un piccolo programma in linguaggio macchina, per modulare una portante generata da un quarzo con il call dello sperimentatore e altri caratteri alfanumerici. Il nuovo PICBacon2 supporta la modulazione DFCW (dual frequency CW) in cui i punti e le llinee dei caratteri Morse vengono trasmessi su due frequenze diverse.

Cento di questi SoftRock, Giancarlo

Tanti auguri a Giancarlo Moda, I7SWX, che ho avuto il piacere (e il divertimento) di sentir parlare a Modena per l'SDR Day e che oggi celebra, come scrive lui, il "suo natale". A fare il regalo all'intera comunità radiantistica però è lo stesso Giancarlo, con un bellissimo articolo in cui viene discusso in dettaglio il suo lavoro di modifica e potenziamento della piattaforma SDR SoftRock. Ecco come il nostro sperimentatore presenta il lavoro sulla lista di distribuzione dell'ormai celebre ricetrans SDR supereconomico. Per la precisione, Giancarlo si è posto l'obiettivo di estendere la copertura tra 150 kHz e 30 MHz del SoftRock e altri frontend "tipo Tayloe" (QSD) attraverso un generatore digitale in quadratura.

As promised a couple of weeks ago, I have arranged for a specific document reporting my idea of Digital Quadrature Generator with manual phase adjustment using a Local Oscillator with a frequency equal to twice the Fundamental frequency required. This solution covers 1 to 30MHz and requires a VFO or DDS operating between 2MHz to 60MHz. The ideal solution for a DDS-60. Certainly we have to compromise. All instruction to mods and adjustments are reported in the document loaded in [this Pdf].
You have also circuit diagrams and screenshots using Winrad, taken at different bands. The 14MHz screenshots have the manual and the additional Winrad software adjustment.
Enjoy the reading and experimenting with it.

19 aprile 2007

FMeXtra e IBOC: radio ad accesso condizionato

Quando si dice la coincidenza.
Giovanni Necchi di Adven, esclusivista FMeXtra in Italia, mi ha inviato il collegamento alla documentazione su una nuova funzionalità di questo sistema di radio digitale: la codifica dei contenuti.
«FMeXtra,» annuncia Adven, «è predisposto per la realizzazione di reti ad accesso condizionato mediante le quali è possibile:

· Realizzare programmazioni riservate, ricevibili solo da utenti abilitati.
· Gestire accessi a tempo quindi eventualmente connessi al pagamento del servizio.
· Realizzare su di un medesimo canale, in differenti orari, programmi destinati ad utenze differenziate, mantenendo la massima riservatezza reciproca.»
Ulteriori dettagli sull'accesso condizionato di FMeXtra si possono trovare nella scheda di approfondimento che spiega i principi di sicurezza e di implementazione del sistema.
E dove starebbe la coincidenza? Nel fatto che al salone NAB che si è chiuso oggi a Las Vegas, Ibiquity, l'azienda proprietaria del sistema HD Radio, ha presentato in collaborazione con NDS il suo primo sistema di accesso condizionato per la distribuzione - evidentemente anche a pagamento - di contenuti protetti. Ecco la notizia del sistema Radioguard, così come è stata annunciata da Mediaweek:
RadioGuard Unveiled at NAB
Katy Bachman
APRIL 16, 2007

A new technology solution for HD Radio, introduced Monday at the National Association of Broadcasters show in Las Vegas, could lead to new ways for radio stations to monetize the digital spectrum. NDS Group, the same company that provides the system enabling DirecTV and Cablevision to offer pay-per-view and other opt-in services for consumers, has been chosen by iBiquity Digital Corp. to provide the industry's first conditional access solution for HD Radio.
Called RadioGuard, the system encrypts content before it is transmitted over the airwaves, then decrypts it once the radio signal has been received and verified.
“We believe this will be key for monetizing HD Radio,” said Tom Rucktenwald, director of data applications security for NDS.
When integrated into the HD Radio system, NDS RadioGuard, the radio counterpart to VideoGuard, will enable broadcasters to offer services not currently available in today's terrestrial or satellite radio environment. Services that could be made possible through RadioGuard include pay-per-listen options for live concerts or other events, improved reading services for the blind, private channels for emergency services, and free opt-in events sponsored by advertisers.
The system was tested by National Public Radio Labs in mid-March and is still up and running on WUSF-FM in Tampa, the University of South Florida's public radio stations, which has been providing reading services for the blind.
Plans are to have RadioGuard-capable radio receivers in the market by the holidays.
Non è uno sviluppo inatteso, in un mercato che vede già parecchi milioni di abbonati a contenuti digitali satellitari pay radio. Ma per la radio terrestre è una novità densa di implicazioni. Che non sarebbero neppure immaginabili in un contesto di radio tradizionale, analogica. Il digitale, ormai lo abbiamo imparato, è un fattore che abilita nuovi modelli commerciali, anche se francamente è ancora meno facile prevedere come potrebbe reagire all'offerta di contenuti premium un pubblico abituato da sempre a trovare, sulle onde medie e in FM, stazioni radio che si finanziano con la pubblicità o prevedono il pagamento di una tassa sottoforma di canone.
Ma c'è una seconda novità che Ibiquity ha presentato al NAB insieme alla società BE, che fornisce apparecchiature HD Radio ai broadcaster (ho avuto modo di conoscerla in occasione dei test HD Radio di Lucerna). Dalla collaborazione delle due aziende è nata la demo di uno strumento molto interessante per la radio, la Guida elettronica ai programmi. Anche questo è un concetto che come spettatori televisivi siamo ormai abituati a utilizzare per orientarci nell'offerta dei contenuti. Ma per la radio, uno strumento come la EPG potrebbe rivelarsi straordinario. Lo diceva tempo fa l'amico Jonathan Marks intervendo al convegno sul futuro della radio organizzato da Paolo Morawski a Venezia, in occasione dell'ultimo Prix Italia. Disporre in ogni momento di una precisa informazione sui programmi diffusi nell'etere di una grande città o a livello regionale e nazionale, è un plus che tantissimi radioascoltatori apprezzerebbero. Nella demo che si è tenuta al NAB la guida di BE/Ibiquity presentava le griglie di programmazione di una ventina di canali HD diffusi dalle stazioni dell'area metropolitana di Vegas. Se capisco bene, il sistema di EPG creato può essere trasmesso su HD Radio ma anche col sistema RDS!
Pur con tutte le mie riserve sui percorsi più opportuni per la digitalizzazione della radio, non posso nascondere che questi sviluppi mi sembrano positivi. La protezione dei contenuti (con FMeXtra è addirittura ipotizzabile in un contesto ibrido analogico) potrebbe tra l'altro stimolare una maggiore attenzione alla qualità della programmazione, cosa che farebbe bene a tutta la radio. C'è però un risvolto che quasi sicuramente le autorità antitrus dovranno prendere in esame: l'accesso condizionato tende a "chiudere" l'offerta di contenuto in un pacchetto che include, anzi, blinda anche le tecnologie. La radio digitale obbliga già l'ascoltatore curioso delle nuove opportunità del mezzo a dotarsi di apparecchiature adeguate. Se a questo si aggiunge anche uno strato di protezione e pagamento, che cosa succederà? Come saranno fruibili i contenuti protetti con Radioguard o con FMeXtra. La protezione sarà una testa d'ariete per un'ulteriore, più forte contrapposizione tra standard, aperti o proprietari che siano? Il rischio è che la vita del potenziale consumatore dei contenuti sia sempre più complicata.


BE Presents Concept Demo of Electronic Program Guide (EPG)

Held in cooperation with iBiquity Digital Corp., the concept demonstration will feature program schedules of 20 HD Radio program channels in the greater Las Vegas area between April 16 through 19. “What we hope to accomplish with this demonstration is a typical user experience of HD Radio EPG and some of the offshoot features that will come of this technology,” said Ray Miklius, BE Vice President Studio Systems. The demonstration exemplifies BE’s IDi 20 Importer and BE’s The Radio Experience for broadcasting and managing the advanced capabilities of HD Radio technology. “EPG is an important part of our broader concept of HD Radio technology, which BE has captured in this demonstration,” commented Jordan Scott, Director, Advanced Services Business Development for iBiquity Digital, which developed a specification for presenting EPG data on HD Radio devices..
A receiver platform with touch-screen interface will display station names, frequencies and HD channels, and automatically advance through EPG schedules by station or by time. The interactive display lays the foundation for store-and-replay, setting program reminders or opt-in access and other advanced HD Radio features.
EPG will be featured at the BE TRE display kiosk as one of several data applications broadcast over HD Radio or RDS. Nontraditional revenue (NTR) options also will be on display at BE booth , and nontraditional revenue options for Messagecasting.




AIS, il radar di chi naviga

La versione online della rivista Cruising World ha pubblicato questo interessante articolo sulle ultime novità AIS (Automatic Identification System) per la nautica. L'autore, Tony Bessinger, spiega molto bene questa forma di radar evoluto che funziona sui canali VHF e visualizza in tempo reale informazioni grafiche sulla posizione dei natanti in navigazione e nelle fasi di accesso e uscita dai porti.

AIS Delivers News You'll Use

From a vessel's name and call sign to its speed and heading, the Automatic Identification System can tell sailors a lot about that ship on the horizon.

12 april 2007
By Tony Bessinger

Tony Bessinger

A typical VHF Broadcast:

"This is the sailing vessel Three Blind Mice, WXY-1234, located at 41 degrees 03.20 minutes north, 71 degrees 24.86 minutes west, on a course of 272 degrees magnetic, to the northbound commercial vessel approximately 5 miles off my port bow." "They still won't answer?" asks the skipper. "How many times have you called them, anyway?" "This has got to be the fourth or fifth time in the last half an hour," replies her trusty mate. "OK. Since they're not listening to the radio, we can only assume nobody's on the bridge right now. Let's change course and get out of this guy's way."

Anyone who's sailed offshore has probably had a conversation like the one above more than once. You may have the best radar unit in the world or the finest binoculars, but neither will tell you the name of the vessel you're seeing or where it's headed. While not intended for the recreational sailor, the Automatic Identification System, which has been made mandatory on all seagoing ships over 300 tons, is a boon to those of us who share the sea with commercial vessels. With a simple, inexpensive AIS receiver, you can "see" commercial vessels on your chart plotter, navigation software, or even on a small display screen; these commercial ships can be as far as 30 miles away, even around points and bends in a channel that radar can't see. You'll be able to learn the name and radio call sign of the vessel, its cargo and where it's bound, what its rate of turn is, and how fast it's going over the bottom.
Marine-electronics and navigation-software companies have realized that AIS is an important tool for recreational boaters. While there's a plan to develop a B version of AIS for the pleasure crowd—even small boats would have AIS transceivers sending and receiving position data—everyone understands that even today's "dumb" receivers are a great way to provide boaters with crucial navigation data right now.
Because the technology is relatively simple and uses hardware that has become readily available, it's not hard to integrate AIS into your electronics suite. AIS signals—which are digital, and as such, have better range than analog VHF transmissions—are broadcast on VHF channels 87B and 88B.
While the technology may be simple, there are still issues to consider if you're buying an AIS-enabled receiver. For instance, debate continues on whether a VHF antenna should be shared between an AIS receiver and a VHF radio. Some companies are supplying signal splitters with their AIS receivers, so if you have two VHF radios aboard, the radio that shares the antenna with the AIS unit should probably be your backup set. Raymarine's AIS250 receiver module, for example, uses a signal splitter. Other companies, including SeaCAS, one of the first to market AIS to the recreational-boating market, have decided that AIS works better with its own dedicated antenna. To help reduce the clutter aloft, SeaCAS offers a dual GPS/VHF antenna for its AIS system. "Using an antenna splitter isn't recommended because it prevents you from receiving AIS position updates from a vessel while you're using your voice VHF to make passing arrangements," says SeaCAS founder Fred Pot. "The antenna splitter will reduce the sensitivity, or range, of both your voice VHF and your AIS receiver by 3.5 decibels."
Once an AIS signal is received by the antenna, it's sent to a black box that translates the data into NMEA streams that can be sent at 4,800 or 38,400 baud. The lower baud rate works with electronics suites still using the NMEA 0183 communication protocol; the higher baud rate works with proprietary networks, such as RayMarine's, and devices using the more capable NMEA 2000 communications protocol.
Displaying AIS data can be done in three ways. The first and simplest way is with a small display that looks like a simple Automatic Radar Plotting Aid radar screen, showing the ranges and bearings of targets relative to your boat, with a vector line showing their courses. Each target's AIS details will also be available in a tabular form. The display, with ranges between 1 and 32 nautical miles (about the maximum range of a line-of-sight VHF transmission), shows ships as you'd see them on a radar screen. Data taken from your boat's GPS puts your boat at the center of the display. All other AIS-equipped vessels are shown with ranges and bearings relative to your boat.
You can also add AIS data to an existing navigation system that uses plotters and/or radar screens, including RayMarine's C and E series, Furuno's NavNet systems, and the Simrad system, among others. These systems all have multifunction displays that can include AIS information as an overlay.
The third and perhaps most elegant way to use AIS data is with most any of the navigation-software programs available today. Unlike AIS data overlaid on a plotter, AIS data brought into a navigation program can be manipulated. I've had a SeaCAS AIS 300 dual VHF/GPS antenna rigged on an old carbon sailboard mast attached to my house in Newport, Rhode Island, for most of the winter. Because we're located within a mile of Narragansett Bay, I've been watching shipping go in and out of the bay and seeing how the various programs interface and display AIS information. Thanks to processor power and smart software, it's possible to assign different colors to different vessels, search for ships by name, and, if the vessel's specifications have been input properly, see a properly scaled version of the vessel on the chart.
Systems from Raymarine, Furuno, and Simrad all have the AIS capability to help you safely share the water with commercial vessels transmitting AIS information. Those familiar with such radar acronyms as CPA (Closest Point of Approach) and TCPA (Time to Closest Point of Approach) will doubly appreciate AIS because it takes the guesswork out of radar by providing you with a vessel's name, type, and Marine Mobile Service Identification number. For details of what's included in an AIS transmission, go to www.cruisingworld.com/0507ais
As helpful as it is, AIS information needs to be taken with a grain of salt. There are certain areas of the world in which merchant skippers don't particularly want to be read like a book. Captains in areas where pirates have been known to attack routinely shut off their AIS transceivers. Military vessels, including U.S. Coast Guard units, will most likely not be sending AIS data, either, for reasons known only to the folks at Homeland Security. Fishing vessels, unless they're large factory vessels, won't be sending AIS data because most of them are well under the 300-ton minimum mandated by SOLAS, the international convention for Safety of Life at Sea.
Then there's the garbage-in/garbage-out theory. The U.S. Coast Guard recently issued a reminder to commercial vessels that use AIS that they need to update their data to accurately reflect their present voyage.
Still, when you encounter a ship at sea, any news is better than no news when it comes to making sound navigational decisions.


With AIS, boat names appear on your electronic chart, and a text box gives you detailed information about each vessel, thus enabling a skipper to have an informed conversation with captains for approaching ships.






A Wealth of Information Available from AIS



A Class A-rated AIS unit broadcasts the following information every two to 10 seconds while underway, and every three minutes while at anchor:

• Maritime Mobile Service Identification number. The MMSI number is important because you can plug the number into your DSC-capable VHF and call the ship directly.

• Navigation status (as defined by the COLREGS - not only "at anchor" and "under way using engine" but "not under command" as well).

• Rate of turn, right or left, up to 720 degrees per minute.

• Speed over ground, in tenth of a knot resolution, from zero to 102 knots.

• Position accuracy.

• Latitde and longitude to 1/10000 minute.

• Course over ground: relative to true north to 1/10th degree (note the use of true north).

• True heading, zero to 359 degrees, derived from gyro input

• Time stamp in UTC, to nearest second that this information was generated.

In addition, these units units broadcast the following information every six minutes:

• IMO number, which is a unique identification (related to ship's construction).

• Radio call sign, the international call sign assigned to vessel, often used on voice radio, and perhaps the best way to attract the ship's attention when hailing it on VHF 16 or 13.

• The name of the vessel, almost as important as the IMO number.

• Type of ship/cargo (satisfies idle curiosity).

• Dimensions of ship, to the nearest meter.

• Draft, from one-tenth of a meter to 25.5 meters.

• Vessel's destination.

• Estimated time of Arrival its destination, the month, day, hour, and minute in UTC.