22 gennaio 2014

La CBC trasmette denaro (virtuale) via audio: premio in Bitcoin incassato a New York con la app "Chirp.io"

Ci sono modi misteriosi e subdoli di usare il suono come arma offensiva o di interdizione. Recentemente un esperto hacker ha denunciato la possibile esistenza di virus e tecniche di spionaggio informatico basati sugli ultrasuoni. Queste stesse tecniche sono state confermate da un proof of concept descritto su Journal of Communications da Michael Hanspach e Michael Goetz due ricercatori del Fraunhofer Institut. In "On Covert Acoustical Mesh Networks in Air" i due autori descrivono un sistema per lo scambio (e la cattura) di informazioni attraverso altoparlanti e microfoni dei computer, utilizzando modulazioni sulle frequenze degli ultrasuoni. Ars Technica ne ha parlato diffusamente qui.
Del resto i primi modem utilizzati per l'interconnessione tra computer  e prima di loro i fax, si servivano delle stesse modulazioni per inviare dati e immagini attraverso le linee telefoniche, utilizzando la comune banda vocale (l'unica accessibile senza complesse modifiche delle centraline locali). In passato ci sono stati esperimenti effettuati via radio. Nel 1984, il programma "Un certo discorso" di Radio 3, con Pasquale Santoli e Roberto Mastroianni, inaugurò il ciclo di Radiosoftware, rinnovato anche successivamente (almeno fino al 1987, quando ne parlò la mitica rivista MC Microcomputer). Durante il programma venivano trasmessi in formato audio contenuti e programmi compatibili per le piattaforme personali di allora, lo Spectrum o il Commodore 64. Bastava registrare i suoni su cassetta e riprodurli sugli ingressi audio dei computer, ma vennero sviluppate anche interfacce più evolute (la trasmissione del codice binario avvenne poi anche attraverso il teletext di Televideo). 
Molto più recentemente, la Voice of America trasmette testi e immagini sulle onde corte attraverso le nuove modalità digitali dei radioamatori, raggiungendo bitrate relativamente elevati. In questo caso basta sintonizzarsi sulle frequenze usate per i VOA Radiograms in modulazione d'ampiezza e collegare l'uscita audio del ricevitore alla porta audio del computer. I suoni (generati dai protocolli binari a modulazione di fase o frequenza radioamatoriali) corrispondono a un contenuto digitale, un testo o una fotografia, visualizzati sullo schermo dai software di decodifica.
Ma l'esperimento della canadese CBC (segnalatomi oggi da Andrea Borgnino) è ancora più interessante e per certi versi inquietante. La stazione CBC Radio One di Kitchener-Waterloo (89.1 FM), nel corso del suo Morning Show ha trasmesso... Del denaro elettronico. Per la prima volta nella storia, l'emittente ha premiato un ascoltatore recapitandogli un premio del valore di 5 centesimi di Bitcoin, la valuta elettronica peer-to-peer, equivalenti a 40 dollari canadesi. Bitcoin non si può certo considerare una valuta mainstream, ma nella comunità dei geek del computer sta diventando un fenomeno sempre più affermato e come tale viene studiato anche dagli economisti. In Canada, secondo quanto afferma la stessa CBC, Bitcoin sarebbe particolarmente diffusa. Nella stessa Waterloo, Ontario, è stata fondata una startup, Tinkercoin, che promuove l'acquisto semplificato di una forma moneta virtuale estremamente raffinata sul piano tecnologico. Le implicazioni dell'esperimento della trasmissione di denaro via radio sono notevoli, unendo due tecnologie molto resistenti ai controlli e alle censure. Ma come sottolineavo inizialmente le transazioni via etere aprono anche la porta a scenari di illegalità di cui non si sente certo il bisogno. Nell'occasione, la stazione radio si è servita di una tecnologia gratuitamente disponibile sottoforma di app per iOS e Android. La app si chiama Chirp.io e consente appunto di collegare due telefonini sulle normali frequenze audio, utilizzando altoparlanti e microfoni incorporati. Chirp è stato lanciato come una specie di giocattolo per giovani high-tech, ma il connubio con radio e moneta virtuale potrebbe avere sviluppi inattesi.

1924-1954-2014: si racconta la RAI che racconta l'Italia

Dal 31 gennaio al 30 marzo 2014 il Complesso del Vittoriano (insomma, l'altare della patria) e dal 29 aprile al 15 giugno la Triennale di Milano ospitano “1924-2014. La Rai racconta l’Italia”, una mostra che celebra una delle più importanti istituzioni culturali del Paese attraverso la storia di sessanta anni di tv e novanta di radio pubblica. L’esposizione nasce sotto l’alto patronato della presidenza della Repubblica e che si avvale del contributo di un prestigioso comitato formato da grandi nomi della cultura, giornalismo e divulgazione radiotelevisiva: Piero Angela, Piero Badaloni, Andrea Camilleri, Bruno Pizzul, Arnaldo Plateroti, Emilio Ravel, Marcello Sorgi, Bruno Vespa e Sergio Zavoli . La mostra è stata curata da Costanza Esclapon, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Rai, con Alessandro Nicosia, presidente di Comunicare Organizzando e Barbara Scaramucci, direttore di Rai Teche - Per approfondimenti, consultate questa pagina di RAI News o scaricate l'opuscolo in pdf realizzato per l'occasione.  

17 gennaio 2014

Prigionieri della radio

Ancora una volta il fascino dell'hobby delle stazioni radio lontane contagia la stampa mainstream con un bel post sul blog scinetifico del New Yorker, Elements, che dedica uno splendido e documentatissimo pezzo all'"iPod delle prigioni". Non si tratta di un lettore mp3, ma di una radiolina della Sony, la SRF-39FP, realizzata appositamente per lo smercio attraverso gli spacci commerciali delle prigioni americane e per questo alloggiata in una custodia completamente trasparente (in modo che non vi si possano nascondere oggetti). Somiglia in tutto e per tutto alla classica radiolina a transistor AM/FM, ma non è proprio così. Questo modello "superlight" a lettura analogica, si basa in realtà su elettronica altamente integrata, come precisa del resto l'autore: inel dispositivo è stato inserito uno dei primi circuiti integrati "single chip radio" che la Sony realizzò agli inizi degli anni '90. Per sensibilità e capacità di resistere alle interferenze adiacenti in onde medie, il minuscolo apparecchio è da subito entrato nel cuore degli appassionati che soprattutto negli Stati Uniti si dedicano all'ascolto - prettamente notturno - di stazioni locali servendosi di mezzi minimali. La diffusione delle onde medie nei 50 Stati è ancora capillare e nella maggior parte dei casi i segnali non sono particolarmente potenti. Una vita di ascolto non basta probabilmente per riuscire ad ascoltare tutte le emittenti e il parallelo tra la radio dei carcerati e l'uso hobbystico della radiolina, all'interno delle varie postazioni individuali facilmente equiparabili a una cella, è un po' triste ma suggestivo.
Il New Yorker intervista Gary DeBock, uno dei fondatori dell'Ultralight Radio Group su Yahoo e attivo utilizzatore e sperimentatore di questa particolare categoria di ricevitori low-cost. Intorno a questi oggetti si è sviluppata una comunità di DXer che in molti casi escogitano modifiche in grado di rendere ancora più performanti circuiti già sorprendenti: in molte situazioni queste scatolette producono risultati all'altezza delle apparecchiature semi-professionali popolari negli anni '70 e '80. Elements fornisce anche diversi dettagli sulla vita nelle carceri americane e arriva a citare uno studio sull'ascolto della radio a San Vittore pubblicato qualche anno da Tiziano Bonini e Marta Perrotta, studio - intitolato "On and off the air: radio-listening experiences in the San Vittore prison"  che si può trovare qui.

16 gennaio 2014

La cimice NSA nascosta nel cavetto USB. Sorvegliati via radio i computer offline?

Le trame spionistiche della NSA - così come le ha rivelate la gola profonda Edward Snowden - si servono anche di nascoste tecnologie a radiofrequenza per poter accedere anche ai dati custoditi da computer che per ragioni di sicurezza non sono collegati ad alcuna rete. Il New York Times di oggi illustra uno scenario in cui diverse decine di migliaia di computer venduti all'estero potrebbero essere stati equipaggiati (clandestinamente) con microtrasmettitori in grado di far convogliare i dati verso speciali postazioni-relay collocate entro un raggio di 8 miglia e da qui verso la centrale di monitoraggio NSA (attraverso una rete segreta la cui mappa è stata tracciata dal giornale olandese NRC.

The technology, which the agency has used since at least 2008, relies on a covert channel of radio waves that can be transmitted from tiny circuit boards and USB cards inserted surreptitiously into the computers. In some cases, they are sent to a briefcase-size relay station that intelligence agencies can set up miles away from the target.
The radio frequency technology has helped solve one of the biggest problems facing American intelligence agencies for years: getting into computers that adversaries, and some American partners, have tried to make impervious to spying or cyberattack. In most cases, the radio frequency hardware must be physically inserted by a spy, a manufacturer or an unwitting user.

Il NYT cita il tedesco Der Spiegel, in un articolo che racconta della sezione ANT, la quale avrebbe messo a punto un catalogo con tutti i dispositivi necessari per la sorveglianza telematica. Innocui connettori USB con nascosti dentro ricetrasmettitori-spia che si possono "ordinare" per mille dollari al pezzo. Il sito LeakSource citato dal solito Bruce Schneier (che sull'ultimo Schneier on Security si occupa molto dell'agenzia di spionaggio del suo paese) pubblica addirittura le 50 pagine di questo catalogo. I connettori USB si chiamano Cottonmouth-I, le postazioni intermedie che raccolgono i primi dati e li ritrasmettono alla centrale si ordinano alla voce Nightstand. Per 40 mila dollari volendo si può acquistare una intera base station GSM che funziona proprio come una base station. Solo che quando un telefono da sorvegliare entra nella sua zona di influenza partono degli SMS identificatori. Per 15 mila dollari potete aggiudicarvi Genesis: in apparenza un cellulare, ma dentro ecco spuntare un sofisticato transceiver SDR con varie funzionalità.
Quanto è attendibile tutto questo? Possibile che l'NSA possa essere riuscita a ordire un complotto di questo genere, con 100 mila computer sparsi nel mondo, con flussi radio della portata di oltre 10 chilometri basati su un protocollo over-the-air chiamato "Speculation"? E se l'intera operazione fosse una colossale manovra di depistaggio? Sono domande da Kazzanger perché ormai la nostra è una realtà da Kazzenger.

12 gennaio 2014

CES 2014, tutti a bordo della connected car (inclusa la radio digitale e FM)

Insieme alla Internet of Things la "connected car" è stato uno dei leit motiv della grande fiera dell'elettronica di consumo appena conclusa a Las Vegas. Un mese prima del CES 2014 gli analisti di Gartner annunciavano questo importante trend, affermando che nel 2020 l'80% dei veicoli venduti nei mercati più maturi come gli Stati Uniti disporrà di una qualche forma di connettività a Internet. Che cosa vuol dire auto "connessa"? La definizione ormai è piuttosto ampia ma fondamentalmente abbiamo a che fare con un concetto di automobile che nonostante la mobilità dispone - attraverso le diverse infrastrutture di rete radiomobile - di una connessione diretta al Web e ai suoi contenuti e servizi, oltre naturalmente al mondo dei contenuti radiofonici e televisivi distribuiti attraverso le reti terrestri e satellitari. All'interno dell'auto questo significa, per conducenti e passeggeri, poter disporre a piacimento di contenuti multimediali, servizi informativi, applicazioni di navigazione e, molto presto, pubblicità e e-commerce. Ma c'è anche una accezione della connected car che si estende all'esterno dell'abitacolo, attraverso applicazioni come la "vehicle to vehicle communication" (V2V) in chiave di prevenzione delle collisioni o di gestione intelligente del traffico fino alle nuove frontiere della guida automatica.
A quanto sembra a Las Vegas si è visto veramente di tutto, con le principali marche automobilistiche più o meno tutte impegnate a dimostrare i loro sistemi di infotainment e car navigation integrati nel dashboard, dispositivi touchscreen integrati nel cruscotto e nei sedili, e un mare di app in ambiente Android e iOS per il controllo di questi sistemi. In molti casi, come riportato per esempio qui, è proprio lo smartphone ha rappresentare il vero ganglio vitale dell'auto connessa, il gateway verso l'infinito mondo della comunicazione e dei contenuti IP. Con Bosch mySpin, per esempio, le applicazioni che risiedono sullo smartphone diventano addirittura utilizzabili attraverso il touchscreen in dotazione sul cruscotto. In altri casi, come l'alleanza tra Mazda e la piattaforma OpenCar, è l'automobile stessa a essere al centro della strategia di connettività e di governo delle varie applicazioni, come in una sorta di ambiente di domotica per l'auto e non per il salotto.  Una delle rassegne più complete mi sembra quella fornita da The Verge, che si sofferma su aspetti come il forte coinvolgimento di Google, promotore con Audi, Honda e GM della Open Automotive Alliance. Di automatic driving si è parlato anche nei conference track del CES, che ha dedicato allo specifico argomento della connected car una sessione molto interessante dando spazio a
La fiera ha visto anche la partecipazione di Ibiquity, che ha annunciato il crescente commitment delle cause automobilistiche nei confronti di HD Radio. La radio digitale è stata protagonista delle presentazioni dei fabbricanti di silicio come NXP, che quest'anno ha introdotto il successore del suo chip SAF3560, un mediaprocessor predisposto per la demodulazione di tutti i sistemi esistenti (annunciato, come riferito da Radiopassioni, proprio al CES nel 2012). Il nuovo componente si chiama SAF360x "Saturn" e viene definito come un software defined, multistandard co-processor. Si è trattato tra l'altro solo di una delle novità NXP a Las Vegas proposta a automaker e costruttori di apparati DAB e HD Radio (e potenzialmente anche DRM). Ecco una presentazione di questa interessante piattaforma: 



Anche là dove la radio digitale non è diffusa capillarmente, un costruttore come Livio Connect (azienda con management in parte italiano) sviluppa API e interfacce che offrono un certo grado di interazione tra smartphone e radio analogica. Ecco la documentazione su Livio FM Connect, un ingegnoso sistema che sfrutta l'RDS e le autoradio abilitate al Bluetooth per stabilire un canale di comunicazione bidirezionale tra le stazioni radio (e il loro inserzionisti) e il guidatore.

La nave della pace di Abie Nathan (1927-2008) in un nuovo documentario su "The Voice of Peace"

Non so quanto durerà su You Tube ma intanto approfittiamone. Giorni fa è andato in onda in Germania, sui canali pubblici ARD, il documentario su The Voice of Peace la stazione pirata offshore realizzata dal pacifista israeliano Abie Nathan, scomparso nel 2008. Il reportage, ricco di materiali d'epoca e di interviste è stato realizzato da Eric Friedler. Sul sito dell'emittente NDR/Das Erste il documentario è ancora visibile fino al 14 gennaio, speriamo che su YT resista più a lungo. Alla fine, credo che sia il modo migliore per ricordare che Israele non è solo l'intransigenza di Sharon (che almeno il disimpegno da Gaza lo aveva imposto anche contro i referendum) e Netanyahu.


11 gennaio 2014

Go2Signals, una nuova famiglia di decoder per il SIGINT

Si affaccia sul mercato professionale degli strumenti e applicazioni per il SIGINT (signal intelligence) una nuova famiglia di prodotti software per la decodifica e la demodulazione dei segnali trasmessi in HF e altre bande dagli enti militari e civili che utilizzano i diversi protocolli di comunicazioni dati. La nuova proposta, go2Signals, arriva da una società svizzera di Berna, la Plath AG e viene commercializzata anche in Italia, da un dealer specializzato romano. Il responsabile delle vendite è un professionista che ha maturato la sua esperienza in un'altra famosa società del settore, Wavecom e ora, a quanto mi pare di capire, opera in proprio
Al momento go2Signals comprende quattro diverse soluzioni: go2Monitor, go2Decode, go2Record e go2analyse. Il primo è un software molto completo che funge sia in veste di GUI e controller per ricevitori SDR come WinRadio e Perseus, sia come sofisticato strumento di classificazione, demodulazione e decodifica. Per quanto possa suonare strano nell'epoca della "Internet delle cose", trasmettere dati via radio - sulle onde corte, le VHF/UHF, su link terrestri e satellitari - è ancora una attività molto diffusa, tra navi civili e militari, eserciti, corpi diplomatici, ONG, attività industriali di ogni tipo... Dalla telegrafia Morse e le prime rudimentali forme di radiotelescrivente, sono discese intere famiglie di codici sempre più efficienti e "robusti", cioè in grado di assicurare trasmissioni efficienti e comprensibili anche in condizioni operative e propagative difficili. Ovviamente molti di questi protocolli includono ormai sistemi di cifratura altrettanto resistenti.
Benché molti di questi segnali siano oggetto oggi di attività di monitoraggio di natura prettamente hobbystica, un software come per esempio go2Monitor non fa parte dell'armamentario, a volte anche open source o freeware, del singolo appassionato delle onde corte "non broadcast". Stiamo parlando di un sistema il cui costo di partenza, nella versione predisposta per la decodifica di un singolo canale dati, è di 16 mila euro (sì, avete letto bene, 16.000). È però possibile farsi un'idea dell'approccio grazie a una videorecensione che il radioamatore tedesco Nils Schiffhauer DK8OK, uno specialista del genere, ha appena rilasciato su Youtube. Per chi si deve accontentare di software gratuiti (e pur sempre completi e molto funzionali) come MultiPSK, è sempre stimolante vedere in azione l'articolata interfaccia di go2Monitor, attraverso la quale si passa agevolmente (o quasi), dalla traccia di uno spettrogramma alla classificazione del bitstream e infine alle stringhe di caratteri trasmessi (qui per curiosità potete vedere il lungo elenco di modulazioni e protocolli supportati).

La Croazia spegne il potente impianto in onde medie di Zadar-Nin

Continua inesorabile lo stillicidio di grandi impianti europei che abbandonano definitivamente le trasmissioni in onde medie. Dal primo gennaio 2014 è stata spenta anche la postazione della radio croata HRV a Nin (Nona), nell'entroterra di Zadar/Zara. I quattro tralicci dell'antenna irradiavano su 1134 kHz, nei giorni migliori con 600 kW, i programmi nazionali, ma da diverso tempo dalla frequenza di Nin venivano trasmessi i programmi in croato e i notiziari in lingua estera di Glas Hrvatske, la Voce della Croazia. Questi programmi adesso sono disponibili solo sul satellite e sul Web. 
Era un trasmettitore molto vicino a noi quello croato - e prima ancora jugoslavo - di Zara, il suo segnale dominava l'etere e di sera a Milano poteva essere scambiato per una stazione locale. Nel settembre del 1991, quando l'esercito jugoslavo sferrò la sua offensiva su Zara, Sebenico e altre città dalmate, quel trasmettitore fu uno dei primi bersagli. Zara era stata bombardata anche durante la Seconda guerra mondiale, quando quella parte della provincia dalmata era stata occupata e annessa dal fascismo. In città nel 1941 venne trasferita da Spalato la stazione Radio Zara, successivamente connessa alla rete EIAR (trovate diversi dettagli in uno scritto - non attribuito, ma l'autore del blog è uno storico - pubblicato dall'amico Annino Vitale nel 2007, dedicato alla storia delle emittenti al confine orientale).
Purtroppo non è più reperibile una fotografia ad alta risoluzione scattata anni fa dall'operatore degli impianti radiotelevisivi croati, OIV, dobbiamo accontentarci di una sfuocata ripresa con Google Streetview. Poco oltre i quattro tralicci dovete immaginare Zara e il Mar Adriatico.

ELAD S2 e DUO, salto generazionale per ll'SDR made in Italy



Tra una decina di giorni Elad dovrebbe rilasciare la seconda versione del suo front-end SDR, FDM-S2. L'S1, uscito circa due anni fa, ha contribuito a rafforzare ulteriormente il settore dei ricevitori radioamatoriali SDR (se ce ne fosse bisogno ricordo che una radio software defined rimpiazza con sofisticate procedure software e su logiche cablate le operazioni di conversione, filtraggio e de/modulazione effettuate nei ricevitori tradizionali da circuiti elettronici fisici) made in Italy. Un'altra microimpresa italiana, Microtelecom, aveva contribuito con la sua piattaforma Perseus a rendere enormemente popolare, a livello internazionale, la seconda generazione di architetture SDR, quelle basate sulla logica cablata (FPGA)  per il campionamento del segnale in radiofrequenza.  Il vantaggio di questo approccio consiste nel cospicuo aumento della larghezza di banda che è possibile acquisire. Nella prima generazione di questi ricevitori il campionamento veniva demandato al circuito della scheda audio del computer, la cui larghezza di banda è molto più limitata.
La seconda versione del ricevitore sviluppato da Franco Milan e dai suoi collaboratori in Elad prosegue sulla stessa linea di grande essenzialità e potenza contenute in un dispositivo a bassa occupazione di spazio, alimentato direttamente dalla porta USB che funge da interfaccia e soprattutto economico.  Il prezzo dell'S2 dovrebbe essere di 525 euro ivati e le caratteristiche sono ancora più interessanti. A giudicare dalle prime informazioni preliminari, Elad sembra avere la voglia di compiere un balzo in avanti generazionale che è mancata nei suoi concorrenti in Italia e all'estero. La frequenza di campionamento dell'S2 è di 122.88 MHz, il che equivale a dire che in modalità undersampling sarà possibile ricevere grosse porzioni di spettro fino alle VHF. L'ingresso VHF dispone di due filtri per la sintonia nella bandea broadcast (74-108 MHz) e per i satelliti meteeo e i 2 metri dei radioamatori (136-160 MHz). La banda acquisita in modalità normale va da 9 kHz a 52 MHz. La sensibilità è davvero notevole, con un MDS (minimum detectable signal, misurato a 500 Hz di banda su 14 MHz) pari a -132 dBm. 
Il software di gestione/trattamento dell'S2 ha la stessa capacità di acquisizione dell'S1, in altre parole può acquisire (e salvare sul disco del computer) fino a 6.144 kHz di banda, ma in alternativa offre la possibilità di disporre di due oscillatori locali digitali completamente indipendenti, in pratica di due diversi ricevitori con una banda individuale più ristretta, a 384 kHz (funzione supportata in ambiente Windows con l'apposito plug-in ExtIO "Multichannel"). 

Ho chiesto a Franco qualche dettaglio relativo alle funzioni di controllo remoto del ricevitore, conrollo che continua a fare di un ricevitore come il Perseus una scelta primaria nell'ambiente della ricezione DX (un ricevitore remotizzabile può essere completamente controllato attraverso Internet, senza problemi di latenza dovuti dal passaggio dalla connettività locale a quella geografica). Al momento - mi ha scritto l'inventore di FDM, la remotizzazione non è stata implementata del tutto. Elad ha già iniziato a sviluppare il software di remotizzazione dei suoi prodotti ma mancano ancora le ultime ottimizzazioni. Questo però non significa che non sia possibile sfruttare le funzioni di remotizzazione di software di controllo esterni, nella fattispecie della piattaforma multi-front end SDR-radio di Simon Brown. Secondo Milan le sinergie con l'autore di SDR-radio sono molto buone e molto probabilmente il software supporterà anche gli altri apparati che vedranno la luce subito dopo l'FDM-S2. Dopo l'S2 sarà infatti la volta del transceiver FDM-DUO, annunciato la scorsa estate. 
La piattaforma stand alone DUO non richiede l'interfacciamento con il computer grazie alla presenza di un potente microcontrollore Cortex e oltre alla versione RTX per radioamatori, prevede una versione in sola ricezione DUOr di cui, spiega Milan, S2 è una sorta di derivazione con interfaccia USB, per la gestione attraverso il pc. La base della conversione della RF è la stessa per il DUO e l'S2: una FPGA Spartan 6,  XC6LX25 e identico è il convertitore A/D, un ADC Linear a 16bit e clock a 122.88MHz.

L'uscita del DUO è prevista per la fine di febbraio a prezzi di circa 1.160 euro per il ricetrasmettitore e 800 per il ricevitore DUOr.  Queste sono le specifiche ancora molto parziali per l'FDM-DUO: 

  • Front-end: ADC Linear LTC2165-16bit 122.88MHZ clock, DDC FPGA Spartan 6 XC6SLX25 + Serial Flash prevista per caricare il firmware in modalità stand-alone.
  • USB IQ path via CY68013 for RX bitstream (192KHz - 6.144Mhz single channel e 384KHz  dual channel in modalità PC).
  • Stand-alone RX IQ path STM32F4 Cortex-M4 ARM floating point microcontroller.
  • LCD Controller/Keyboard controller LPC1766 Cortex M3.
  • Il modulatore della sezione TX utilizza un secondo microcontrollore STM32F4 più un DDS AD9957 a 368,64 MHz di clock.
  • La sorgente di clocking Si5338 è pilotata da TCXO a 10 MHZ o da un input esterno di riferimento.
  • In trasmissione il modulatore viene pilotato da una linea I2S dall'ingresso MIC (Cirrus CS5346) o dall'ingresso USB (CODEC CM6510B con firmware customizzato). 
  • La terza porta USB è un FTDI controller per l'interfaccia CAT.
  • DUO può essere controllato in modalità stand alone o PC o in dual mode.
  • Range di frequenza: RX 9Khz - 52MHz ricezione a campionamento diretto/TX bande dai 160m ai 6m (eventuali altre da definire).
  • Potenza in uscita 5W min con connettore SMA secondario a 0 dBm per l'utilizzo del DUO come generatore di segnali da 400 kHz a 150 MHz (da definire).
  • VHF RTX  sui 2m come possibile opzione sottoforma di scheda plug-in (da definire).
  • Ingresso d'antenna duale selezionabili insieme o separatamente per la trasmissione con una antenna e la ricezione con l'altra (selezionabile via pannello frontale o interfaccia CAT).
  • Demodulazioni in modalità stand alone: CW, CW+, CW-, LSB, USB, AM   
Aggiornamenti dei firmware:
Cortex M3   via CAT
CY68013     via PC
STM32 RX o TX  USB via stick di memoria  via USB interna dedicata
FPGA         via  PC


In modalità stand alone al DUO può essere collegato un tablet Android per la visualizzazione di 192 kHZ di spettro e l'invio di alcuni comandi. Tablet collegare attraverso USB host di Android e un cavo TTL FTDI sul connettore EXTio del DUO. In modalità PC il software per PC visualizza la stessa larghezza di banda e può effettuare la demodulazione insieme al demodulatore interno del DUO. In modalità RX la larghezza di banda di acquisizione di 6 MHz funziona solo escludendo il demodulatore interno.  

10 gennaio 2014

Radio Rossii e Voice of Russia, taglio drastico delle trasmissioni in AM

Insieme all'India doveva essere, almeno a dar retta ai fautori del sistema di trasmissione Digital Radio Mondiale, una delle grandi geografie disposte al rilancio digitale della radiofonia in onde medie per estesi bacini di ascolto. E invece il 9 gennaio dell'anno appena iniziato la Grande Madre Russa è andata ad aggiungersi al novero delle nazioni che hanno smantellato o drasticamente ridotto le loro infrastrutture trasmissive cronologicamente più vecchie. In onde lunghe e medie avevano iniziato a trasmettere gli Stati coloniali, imperialisti, le dittature e le prime democrazie, ma da allora sono passati otto o nove decenni e per quanto sulla carta le onde medie possono garantire la copertura di territori molti ampi, i costi di conduzione non sono più sostenibili davanti a un ascolto numericamente molto limitato. Ormai la radiofonia FM è dominante ovunque, resistono a mala pena gli impianti in onde medie a potenza medio-bassa di quelle nazioni dove la radiofonia è più localizzata, e nei due colossi demografici asiatici, la Cina soprattutto, che sembra fermamente intenzionata a mantenere onde lunghe, medie e corte (probabilmente anche per i ritardi accumulati con l'FM su larga scala). Anche l'India sta piuttosto investende in nuovi impianti AM già pronti all'eventuale passaggio alla modulazione digitale.
Come scrive lo stesso BBC Monitoring Service, tutti i trasmettitori in onde lunghe di Radio Rossii sono stati spenti nella notte tra l'8 e il 9 gennaio. Con una sola eccezione, quella nord-caucasica di Radio Kavkaz, che trasmette uno slot locale in lingua cecena su 171 kHz (dalle 6 alle 7 del mattino ora italiana) con una potenza ormai giudicata irreale di 1.200 kW (quasi sicuramente sono molto meno). Prima su questa stessa frequenza si ascoltava l'impianto della enclave Kaliningrad-Bolshakovo. Con le frequenze su onde lunghe sono andati in pensione i ripetitori in onde corte di Radio Rossii, specialmente nella banda dei 49 e 41 metri, così come moltissime frequenze in onde corte di Voice of Russia, ormai confluita sotto l'ombrello radiotelevisivo del brand RT
Voice of Russia trasmette in una manciata di frequenze analogiche e digitali in russo (onde medie), inglese e qualche lingua asiatica (per tutte le griglie di programmazione cliccate qui, in fondo alla pagina). Nella foto uno dei pochi impianti ancora rimasti attivi, quello siberiano di Angarsk, nei pressi di Irkutsk. La Voce della Russia in lingua italiana c'è ancora ma trasmette solo su Internet e gestisce un sito Web e una pagina Facebook. Per la cronaca, la radio digitale DRM continuerà a essere utilizzata in onde corte (per esempio per trasmettere in francese e tedesco), ma il sogno di convertire al digitale l'intero network russo di trasmettitori in AM sembra essere definitivamente sfumato. Quelle sezioni del Partito Comunista che negli anni '50 e '60 si riunivano, nel tardo pomeriggio, per ascoltare i notiziari di Radio Mosca sono chiuse da un pezzo, paradossalmente le onde corte hanno vissuto più a lungo di loro e della stessa Unione Sovietica. Niente, tuttavia, può durare per sempre, neppure all'epoca di Putin.

08 gennaio 2014

La storia di Voice of Peace e ABie Nathan in un nuovo documentario tedesco

Sarà disponibile online fino al 14 gennaio il documentario dedicato dalla tedesca NDR/ARD a The Voice of Peace, trasmesso ieri sera su Das Erste. La stazione radio pacifista di Abie Nathan trasmise per vent'anni, da una nave "da qualche parte al largo del Mediterraneo". Purtroppo trasmetteva su 1539 kHz (annunciando 15-40), la stessa utilizzata dal Deutschlandfunk ed era praticamente impossibile da sentire a Milano. Io comunque non ricordo di essere riuscito a sentirla durante le rare pause di manutenzione del DLF. Credo che a un certo punto VoP trasmise sui 48 metri delle corte, ma anche in quel caso non ho un ricordo preciso di un ascolto effettuato a distanza. 
Fu un fenomeno per certi versi più trascinante di Radio Caroline, di cui seguì chiaramente l'esempio. Nathan fu il classico personaggio "larger than life". Ebreo persiano, vissuto a lungo a Bombay, pilota della RAF durante la guerra, poi sui caccia IAF della prima guerra israeliana, quella dell'indipendenza. Poi aprì un burger restaurant, fu il primo a proporre la pace con l'Egitto effettuando addirittura un volo che causò il suo clamoroso arresto da parte della polizia di Nasser. Nel 1973, sembra con l'aiuto economico di John Lennon in persona, fondò la stazione radio che impresse una traccia profonda nella cultura della sinistra israeliana e nei movimenti pacifisti. Come Caroline, Voice of Peace trasmetteva grandissima musica ed era immensamente popolare tra i giovani, tra i tassisti, non solo in Israele ma anche in Libano e probabilmente fino all'Egitto e alla Siria. Dopo vent'anni le difficoltà finanziarie lo indussero a chiudere bottega. Era il 1993, e Nathan era convinto che la firma degli accordi di Oslo fosse la conferma definitiva che il suo messaggio fosse stato ricevuto anche dai politici che lo avevano perseguito in tribunale per i suoi contatti personali con Arafat. Purtroppo si sbagliava, dopo quegli accordi arrivò l'assassinio di Rabin, la politica di Sharon e un atteggiamento di crescente chiusura da parte araba. Pochi anni dopo la fine del suo sogno radiofonico soffrì di ictus da cui non si riprese completamente. Se n'è andato nel 2008, in una Tel Aviv ancora lontana dalla pace. Nel 2009 Voice of Peace ritorna "in onda" sul Web. La sua storia viene raccontata in questo documentario appena prodotto. Sarebbe bellissimo se la RAI lo acquistasse e lo traducesse (basterebbe sottotitolarlo). Ci sono numerose interviste con le personalità del tempo, con Perez, persino con la vedova di Dayan. E ci sono i DJ che lavorarono a bordo di The Peace Ship. Uno di essi racconta che un giorno la nave venne avvicinata da una motovedetta armata della Marina israeliana, che finì per accostare in un clima ormai di panico nell'equipaggio. Fino a quando qualcuno dalla motovedetta gridò: «ehi, non è che potete mettere su Saturday Night Fever dei Beejees?» Allora, sembrava davvero tutto ancora possibile.

07 gennaio 2014

Etón a Las Vegas: l'industria dei ricevitori a onde corte continua a crederci

Ecco in rassegna i quattro ricevitori portatili annunciati oggi a Las Vegas da Etón. Prezzi variabili dai 50 ai 220 dollari e diversi fattori di forma, incluso il tascabile Mini. Le caratteristiche in comune sono la ricezione AM/FM-RDS. Il top di gamma, dal punto di vista dell'ascoltatore delle onde corte più impegnato, è ovviamente il Satellit, che riceve l'SSB di radioamatori e aerei e grazie alla demodulazione sincrona è in grado di ridurre notevolmente le distorsioni dovute al lungo viaggio compiuto dai segnali sulle onde corte. Trattandosi di un annuncio preliminare, l'acquisto vero e proprio sarà possibile solo con l'arrivo della primavera, data prevista per le prime disponibilità. 
Se mi è consentita una osservazione, trovo davvero sorprendente
la vitalità di un settore merceologico che pur essendo di nicchia continua a sfornare anno dopo anno una tecnologia sempre aggiornata, anche se in questo caso - come ha prontamente osservato un mio lettore - Etón è intervenuta in chiave soprattutto cosmetica, specie con il Satellit (un chiaro remake del Traveller G3). È comunque un sintomo di una volonta di inseguire acquirenti che non possono essere completamente fittizi. Purtroppo i broadcaster non sembrano tenerne conto, anche se bisogna ammettere che la crisi delle onde corte è molto legata all'assottigliarsi dei finanziamenti pubblici nelle varie nazioni.


Etón SatellitPaying homage to the features that have made Satellit radios the top performers in radio reception and audio quality for the past 50 years, the Etón Satellit receives every radio wavelength – AM(MW), FM with RDS, Longwave and Shortwave - at home and abroad, making it the ultimate travel companion. Take the news of the world wherever you go. Features include:


· Single Sideband (SSB) and VHF aircraft band
· A PLL dual synthesized conversion receiver so your AM signal comes in strong and clear
· RDS for FM which enables users to see your favorite stations' call letters, style of music and song title
· A Sync Detector, which lowers distortion and fading
· Ability to store up to 700 stations
· Line input to plug-in your favorite device
· Local and world time settings
· Rich orange LCD display
· Alarm clock, sleep timer and time backup

Specs & pics at : http://www.etoncorp.com/en/productdisplay/satellit


Etón FieldFeaturing AM(MW), FM with RDS and Shortwave radio features, the Etón Field boasts high-sensitivity, strong anti-interference and fine-tuning of stations, so they come in loud in clear, with low background noise and distortion. This portable radio, complete with carrying strap, has local and world time settings, alarm clock and sleep timer. The Etón Field even displays the temperature on its rich orange LCD display, ensuring you are always prepared while in the field.


Specs & pics at : http://www.etoncorp.com/en/productdisplay/field

Etón Mini – This compact radio gives you access to news and music from across the globe, right in your pocket, whether on an AM, FM or Shortwave frequency. The Mini's built-in digital tuner and internal and telescoping antennas easily identify stations, which can be viewed on the high-contrast digital display. The radio also features an alarm clock, sleep timer and earphone jack. Perfect to listen to the radio broadcast at your favorite sporting events.

Specs & pics at : http://www.etoncorp.com/en/productdisplay/mini

Etón Traveler III – The Etón Traveler III receives a multitude of radio wavelengths – AM(MW), FM with RDS, Longwave and Shortwave. Providing four options to tune the radio including auto, manual and Auto Tuning Storage (ATS), the Etón Traveler III also boasts internal and telescoping antennas to ensure your reception is clear and crisp. The Etón Traveler III can store up to 500 stations in the memory and the rich, orange LCD display allows you to see temperature and time. The perfect travel companion, the Traveler III also features an alarm clock and sleep timer.

Specs & pics at : http://www.etoncorp.com/en/productdisplay/traveler-iii

CES di Las Vegas: Etón festeggia i 50 anni del Satellit

Etón ha appena lanciato diversi nuovi modelli di ricevitori portatili al CES di Las Vegas. Tra questi Etón Satellit, che celebra il 50esimo anniversario del celeberrimo ricevitore Grundig. Il prezzo si aggira sui 220 dollari, una somma abbordabile considerando che il ricevitore copre onde medie e corte con ricezione sincrona e SSB, FM con RDS e Air Band VHF. A dopo per qualche dettaglio in più su questo e gli altri modelli.

05 gennaio 2014

Vahon Radio 1566: direttamente dall'Olanda un modello di radiofonia associativa in onde medie

Una piccola stazione locale olandese in onde medie ci offre moltissimi spunti di riflessione, sia a proposito del diversificato panorama mediatico dei Paesi Baesi (permeato da una profonda attenzione nei confronti del sociale e della multiculturalità), sia sul sottile fascino dell'ascolto dei segnali radio a lunga distanza e dei suoi infiniti risvolti tecnici. Vahon Radio (l'acronimo corrisponde alla Vereniging Algemeen Hindoe Onderwijs Nederland, una associazione educativa della vasta comunità industana residente in Olanda e nella sua ex colonia di Suriname) diffondeva dal 2008 in modulazione di frequenza sulla rete via cavo di Den Haag (L'Aia). Qualche anno dopo, nel 2012, il regolatore olandese Agentschap Telecom autorizza Vahon FM a trasmettere anche via etere, attraverso un impianto a bassa potenza sulle onde medie. La realizzazione tecnica dell'impianto tra l'altro viene affidata dai fondatori a una associazione radioamatoriale, Veron, creata per la sperimentazione in campo radiantistico!  
La frequenza originaria di Vahon Radio corrispondeva ai 1557 kHz, ancora oggi dominata dal potente trasmettitore di Nizza di France Bleu. La distanza tra Francia e Olanda sembra notevole, ma non bisogna dimenticare che dopo il tramonto le onde medie viaggiano molto lontano: nemmeno i due moduli da 500 Watt del moderno trasmettitore Nautel di Vahon possono evitare forti interferenze. Così Vahon torna a negoziare una frequenza diversa e il regolatore decide di assegnare, a titolo sperimentale, i 1566 kHz, accordando ai responsabili tecnici della piccola emittente un periodo di quattro mesi, fino al marzo 2014. Al termine verrà fatto un bilancio e valutato il da farsi. 
Lo spostamento di 9 kHz verso il basso ha aperto una inattesa finestra di opportunità per l'ascolto di Vahon Radio anche qui in Italia. Approfittando di qualche giorno trascorso in Liguria per il Capodanno, sono riuscito a registrare sui 1566 kHz i minuti necessari per stilare un rapporto di ricezione. Qui su AudioBoo ho caricato un frammento del programma ascoltato all'una di notte, con una chiara identificazione tra un brano di musica etnica e l'altro. Come si può sentire, la rapida evanescenza sommerge quasi subito il segnale olandese in un brodo in cui si può distinguere una musichetta greca e del pop.



Dalle nostre parti interferenze su 1566 a questa distanza non sono poche. Molto forte è per esempio una emittente non autorizzata greca, probabilmente dall'area di Salonicco. Non mancano poi due stazioni locali britanniche, una delle quali, la BBC, tende a dominare quando i segnali tendono a provenire da nordovest. Il canale viene utilizzato anche per le nuove iniziative italiane (purtroppo non tutte "regolari") di stazioni low power a modulazione di ampiezza, come la vicentina Radio Kolbe. Occorre in altre parole una antenna direttiva e in grado di attenuare la propria sensibilità verso i segnali che provengono, come quello greco, da una direzione opposta ma disposta lungo lo stesso asse.
Quel che conta, tuttavia - anche alla luce della recente indagine promossa dalla nostra AGCOM tra i potenziali interessati all'uso delle frequenze in modulazione di ampiezza - è che grazie a una illuminata gestione dello spettro radiofonico come bene collettivo e a un modesto impianto che consiste in un trasmettitore da 1000 Watt e una antenna a T alta 27 metri e lunga 30, la comunità indiana olandese può disporre di un valido strumento di diffusione della propria cultura, anche musicale. Davvero un bel modello da prendere ad esempio pensando alle tante comunità di migranti che arricchiscono le nostre città contribuendo a costruire un'Italia diversa, con tante necessità informative, educative e culturali in più. Forse gli amici di AGCOM possono studiare la relazione tecnica con cui il regolatore nei Paesi Bassi ha autorizzato la diffusione in onde medie di Vahon, particolarmente istruttivi sono i grafici del documento che ho trovato sul sito della Agentschap
Questa qui è la cartolina QSL (rigorosamente in formato pdf "do-it-yourself", da stampare piegare e incollare!) che il verificatore ufficiale di Vahon, Koos Wijnants (membro dello storico Benelux DX Club), mi ha prontamente spedito a stretto giro di e-mail. 



02 gennaio 2014

Il dilemma irrisolto della radiofonia digitale in una tesi di dottorato americana


L'editore accademico impone un prezzo piuttosto oneroso al volume di John Nathan Anderson, "Radio's Digital Dilemma: Broadcasting in the Twenty-First Century" Fortunatamente, prima ancora di apparire nel catalogo della Routledge Research in Cultural and Media Studies il lavoro di Anderson è stato oggetto della sua tesi di laurea di dottorato presso la University of Illinois at Urbana-Champaign e in tale veste può essere scaricata gratuitamente

Anche se non mancano cenni riguardanti la situazione in Europa e in altre parti del mondo, Anderson si è soffermato ovviamente sul caso della transizione al digitale negli Stati Uniti, dove il sistema HD Radio ha però registrato un imbarazzante insuccesso commerciale. Visto che il sistema ibrido (trasmissione mista del segnale analogico e digitale) messo a punto da IBOC risulta meno traumatico rispetto al DAB, per il momento gli USA non si sono posti il problema di un eventuale regolamentazione della digitalizzazione della radio, lasciando che il mercato decidesse sulla validità del sistema. E il verdetto del mercato parla di un forte investimento privato in una tecnologia che è stato adottato, ma solo parzialmente, sia dalle stazioni private che facevano capo agli investitori di HD Radio, sia nelle stazioni "Public Radio" che hanno creduto molto nella radio digitale e hanno potuto approfittare di sovvenzioni pubbliche. A fronte di queste spese, il numero di stazioni FM che hanno adottato lo standard IBOC è lontano dall'essere maggioritario, mentre le stazioni in onde medie sopravvissute sono davvero poche. Delle circa 4.500 stazioni attive (forse meno) meno di 200 utilizzano la doppia trasmissione oggi, con un picco di circa 300 raggiunto qualche anno fa. 
L'ipotesi di Anderson è che tutta la questione della radio digitale sia viziata dalla scarsa lungimiranza di un approccio calato dall'alto e basato su un semplice concetto di sostituzione (quello del tipo di modulazione) nei confronti di un medium considerato come un fenomeno a sé stante, senza la dovuta attenzione da porre al ricco e variegato contesto mediatico in cui la radio è venuta a trovarsi.