30 novembre 2012

OFCOM/IPO, I pirati digitali? Sono quelli che comperano più contenuti


OFCOM pubblica per conto dell'IPO (Intellectual Property Office) un rapporto sul consumo di contenuti illegali su Internet e i dati che emergono sono a dir poco sconcertanti. A parte il dato sulla scarsa consapevolezza del campione intervistato (metà dei navigatori non sa neppure dire se quello che scarica da Internet sia legale o viceversa violi qualche diritto), ci sono due tendenze che dovrebbero far riflettere a lungo l'industria dell'audiovisivo digitale. Il primo dice che c'è una forte predisposizione all'acquisto di contenuti legali se questi avessero un prezzo adeguato e soprattutto se i cataloghi degli editori fossero davvero completi. L'altra informazione è addirittura paradossale: se prendete gli individui che ammetto di avere sui loro dischi sia contenuti legali, sia file piratati, i loro volumi di acquisto legale, cioè di soldi spesi in contenuti, sono superiori ai volumi di acquisto di chi consuma o solo contenuti legali o solo contenuti illegali. Come dire: se sei un pirata digitale e ogni tanto compri qualcosa, compri comunque più di chi pirata non è.

Il messaggio è piuttosto chiaro. Il modo migliore per combattere il fenomeno della pirateria totale è quello di aumentare la quantità, la qualità e la varietà dei contenuti digitali online e contemporaneamente diminuire i prezzi. Finora è avvenuto esattamente il contrario: i cataloghi online offrono solo una piccola parte di quanto prodotto su supporti non online e i prezzi sono in alcuni casi (vedi gli ebook) anche superiori a quelli nei mercati fisici, mentre editori e società consortili premono per imporre leggi sempre più severe contro la pirateria. C'è da chiedersi perché visto che basterebbe aprire il negozio (ben fornito) per cominciare a vendere. 
Alla discussione su questa anomalia partecipa anche TechDirt con diversi post centrati sullo studio OFCOM e su altre analisi che riguardano la situazione americana. Ci si arriva facilmente partendo dai link contenuti in questo.

White spaces, la consultazione OFCOM spalanca le porte alla tecnologia in Europa

Fa un importante passo avanti la regolamentazione della tecnologia "white spaces" in Europa e con essa l'arrivo dei dispositivi "cognitivi" che la sfrutteranno. Il regolatore britannico OFCOM ha pubblicato la sua proposta di quadro normativo, aprendo le porte alla discussione delle parti interessate. Come è noto, la riduzione degli spazi frequenziali utilizzati per la TV analogica, ormai spenta, ha comportato la creazione di nuove risorse di spettro da destinare a servizi non broadcast, tipicamente di larga banda senza fili. Ma gli "spazi bianchi" sono qualcosa di molto diverso: si tratta infatti di consentire l'uso di frequenze generalmente allocate alla televisione digitale, in funzione però della loro disponibilità a livello locale. Come avviene negli Stati Uniti, la proposta di OFCOM consiste nel definire l'uso di apparecchi che prima di impegnare una determinata frequenza consultano un apposito registro delle risorse occupate in una data località. 
Ecco un esempio degli usi cui potrebbero essere destinati i futuri apparecchi:



Enhanced Wi-Fi: The majority of current Wi-Fi devices operate in spectrum at 2.4GHz. White spaces could provide new capacity, while boosting the range of devices, potentially enabling Wi-Fi networks that stretch across towns and cities. This is due to the lower frequency of TV white spaces (typically between 470 MHz and 790 MHz).
Rural broadband: White spaces could be used to provide rural locations with broadband services. In practice, this could be achieved by building a network of transmitters that use white spaces to link remote houses and villages to larger towns that are already connected to the internet.
Machine-to-Machine communications: This relatively new area of innovation allows information to be exchanged between different devices. This could be especially useful for wirelessly measuring utility meters in consumers’ home, for example, or allowing businesses to wirelessly track their inventory.

24 novembre 2012

Madamina, il catalogo è online: debutta con Mozart la stagione lirica Web del Carlo Felice e MyMovies

È aperto a tutti quanti, viva la libertà! Il leggendario "Met" newyorkese ha le sue dirette radiofoniche riprese anche su Internet. Glyndebourne ha un accordo con il quotidiano Guardian per la trasmissione live di alcune opere. L'Opera di Liegi aveva inaugurato un servizio in streaming qualche anno fa, ma oggi il suo canale You Tube è tristemente fermo al 2010. La Scala e altri teatri italiani offrono le loro "prime" nelle dirette televisive sulla RAI.
Ma la joint venture tra il Teatro Carlo Felice di Genova e MyMovies, il portale cinematografico partecipato da Ibs.it, è una prima assoluta che farà discutere e conquisterà il cuore di tantissimi appassionati di musica lirica. Da oggi, sabato 24, la piattaforma MyMoviesLive - che offre da tempo la possibilità di godersi i film in streaming Web ad alta definizione - alza il sipario sulla stagione operistica e concertistica del Carlo Felice, storico teatro genovese dalle lunghe vicissitudini. In cartellone c'è nientepopodimeno che il Don Giovanni di Mozart, che si potrà vedere live dalle 20.30 del 24 e in differita nelle serate successive (un'altra trasmissione Web live è prevista quando il Don Giovanni cambierà il cast). Per tutto il 2012, opere, balletti e concerti del Carlo Felice si potranno vedere gratuitamente, ma dal 2013 scatta la formula ad abbonamento, a partire da 3 euro e 99 al mese. Una somma direi accettabile per sognare, divertirsi e commuoversi con un intero teatro in casa.
La notizia è semplicemente fantastica e dimostra che anche in Italia è possibile costruire un'offerta culturale su Web di altissimo livello, mescolando tecnologie e tradizione e dando vita a un nuovo modello distributivo in un contesto che sembrerebba paludato e conservore. Per entrare nel teatro virtuale messo a disposizione questa sera da MyMoviesLive e dalla Web Tv del Carlo Felice, occorre registrarsi e installare sul proprio computer il plug-in Octoshape, una società danese che ha sviluppato una tecnologia per lo streaming ad alta qualità di contenuti free o pay. L'ingresso alla platea funziona come un vero e proprio teatro, con tanto di posti assegnati e possibilità di interagire con gli altri "spettatori" iscritti alla community MyMovies. Dopo Don Giovanni sono previsti anche Cenerentola, Macbeth, Lago dei Cigni, Rigoletto e tante altre rappresentazioni di una stagione lirica su Web che terminerà il 3 giugno. 
Con questo annuncio il Carlo Felice diventa il primo teatro lirico italiano presente in forma continuativa su Internet e apre la strada ad analoghe opportunità per altre celebri istituzioni. C'è solo da sperare che le vorranno cogliere. Il teatro genovese precede anche l'annuncio da parte della RAI di un accordo per la commercializzazione dei prestigiosi contenuti musicali conservati negli archivi delle trasmissioni con le sue numerose orchestre sinfoniche. Dalle indiscrezioni che ho raccolto sembrerebbe che la conferenza stampa di presentazione di questa iniziativa sia imminente. Il patrimonio lirico e musicale rappresentato ogni giorno nel mondo e custodito negli archivi storici dei teatri è sterminato e molto spesso accessibile a pochi fortunati o addirittura escluso da ogni possibilità di fruizione. Le dirette streaming ma soprattutto i podcast e i file in download possono essere essere un formidabile nuovo canale distributivo, oltretutto facile da corredare con notizie e approfondimenti che renderebbero ancora più godibili certi contenuti, catturando l'interesse di tanti appassionati e conquistandone di nuovi. 


Opere, balletto, concerti sinfonici: il Teatro Carlo Felice di Genova torna su  MYMOVIESLIVE!
Don Giovanni, Cinderella, Macbeth, Il lago dei Cigni, Rigoletto: queste alcune delle dirette streaming che dal 24 novembre al 3 giugno porteranno il teatro su internet. 
Genova/Firenze 22 novembre 2012 - È stata presentata a Genova la collaborazione tra il teatro Carlo Felice e MYmovies.it. Il progetto - che si pone l’ambizioso obiettivo di aprire la platea del teatro anche su internet con fruizioni su web, smartphone e tablet - vedrà la sua prima il 24 novembre con la diretta streaming dell’opera Don Giovanni, dramma giocoso in due atti su libretto di Lorenzo Da Ponte accompagnato dalla musica di Wolfgang Amadeus Mozart. Ad ampliare l’offerta la possibilità di vedere ogni giorno alcuni contributi video (l'accesso alle prove degli attori, interviste con il cast) che faranno da supporto alla trasmissione degli spettacoli.
Dopo la prima in diretta live dell'opera Don Giovanni sarà possibile vedere ogni sera la replica in differita dello spettacolo, fino al momento del cambio del cast, quando sarà trasmessa nuovamente in diretta la nuova versione dello spettacolo.
“La collaborazione che si consolida oggi tra MYmovies.it e il Carlo Felice di Genova, da un ulteriore segnale positivo della potenzialità di internet al servizio della cultura. Da qualche anno lavoriamo per garantire una distribuzione dei contenuti culturali. – ha dichiarato Gianluca Guzzo, Ceo e Founder di MYmovies.it – Siamo a Genova oggi per sperimentare un nuovo modello portando l’Opera alla portata di tutti e per permettere, abbattendo i limiti dello spazio ma soprattutto del prezzo di ingresso, di condividere l’emozione della messa in scena come se si fosse seduti in platea. Una sperimentazione pionieristica questa della diretta streaming dal teatro che ci vede in prima linea insieme alla fondazione Teatro Carlo Felice per la continua diffusione della cultura.”
Per accedere alle dirette LIVE del prestigioso cartellone del Teatro Carlo Felice gli utenti dovranno collegarsi su www.mymovies.it/live o direttamente sul sito ufficiale del Teatro (www.carlofelice.it/). Tutte le rappresentazioni trasmesse saranno gratuite per tutto il 2012, successivamente l’offerta sarà integrata  nell’abbonamento di MYMOVIESLIVE! a partire da 3,99€ al mese o35€ all’anno (2,90€ mese) per tutti i film e le opere in programma.

23 novembre 2012

Trentino DAB, primi segni di vita: RAIWay pubblica il bando di gara

Domani a Trento ennesimo convegno per discutere di nuova radio, e per fortuna che a farlo sono stati chiamati due calibri da novanta come Sergio Ferrentino e Luca De Biase. Intanto però qualcosa si muove, finalmente, anche dal punto di vista dell'unica cosa che conta quando si parla davvero di radio: le trasmissioni di quella che dovrebbe essere, nella provincia di Trento, la prima tappa non sperimentale della radio digitale italiana. Sul sito di RAIWay riservato ai fornitori è apparso da qualche giorno il bando di gara per la fornitura dei materiali per i tre impianti di Ravina di Trento, Rovereto e Cima di Penegal (nella foto). Il valore complessivo se non ho capito male è di 340 mila euro (una cifra superiore a quella, intorno ai 150 mila euro, citata da uno dei consorzi privati alla conferenza stampa del mese scorso, ma forse era un prezzo relativo a una singola postazione, qui ne sono previste tre).
Scadenza fissata per inizio gennaio: questo significa che i tempi di attivazione non saranno rapidi come sarebbe stato lecito aspettarsi per una tecnologia che in Italia ha una ripartenza molto più lenta rispetto a nazioni come la Germania? In ogni caso, evviva la trasparenza dell'operatore pubblico, il primo a dare al progetto del DAB+ in Trentino una concretezza in termini di tempistiche e valori in gioco.
Possiamo sperare sin d'ora che l'ensemble RAI sul DAB+ avrà contenuti nuovi per la radio. Magari i canali Webradio così ricchi di cose da ascoltare e di spunti di crescita?

19 novembre 2012

A Trento per (ri)parlare di nuova radio


Continuo a pensare che il marketing della radio digitale dovrebbe pensare a fare più inaugurazioni ufficiali di servizi che convegni sulle "nuove possibilità della radio", ma diamo atto a Trentino in Rete della necessità di creare una maggiore consapevolezza nel pubblico della provincia di Trento, sede di un "imminente" lancio di un network radiofonico DAB+. 

Dopo la presentazione fatta qualche settimana fa, questo sabato 24 novembre in Piazza di Fiera 13 a Trento, in una sala del palazzo Coni, la città torna a incontrarsi per discutere di New Radio: nuovi media, nuove sperimentazioni, nuovi mezzi. Nuova Radio? Forse la novità più sostanziale e il vero motivo di interesse è rappresentato dal tavolo dei relatori, che saranno moderati da Alessandro Longo. I partecipanti sono infatti Luca de Biase di ahref, Sergio Ferrentino di Fonderia Mercury meritevole produttore di audiodrammi a distribuzione crossmediale, Mario Frullone della Fondazione Ugo Bordoni, Eugenio La Teana CTO di RTL102.5 e Michele Tesolin di Sanbaradio (Web radio dell'Università di Trento). Appuntamento tra le 10 e le 12 confidando che il DAB trentino si accenda al più presto, magari con qualche contenuto nuovo e esclusivo. Alla fine dell'incontro verranno estratte a sorte cinque radio digitali Pure, co-sponsor dell'evento.

15 novembre 2012

LTE contro TV: per i canali vicini agli 800 MHz consigliati i filtri passa-basso. Ditelo alla nonna

E così anche due emittenti televisive lombarde storiche come Radio Tele Reporter e Radio Tele Campione chiuderanno i battenti. Sono le conseguenze della digitalizzazione della tv regolata dalla Legge Gasparri, ma non è tutta colpa della tecnologia e dei suoi costi. Fare televisione locale ha sempre meno senso negli anni di Internet e con la crisi economica e il prosciugarsi della risorsa pubblicitaria regionale o cittadina questo è diventato probabilmente un mestiere impossibile. Con buona pace del trionfalismo di una legge costruita ad hoc per tutelare un duopolio (lo chiamiamo così perché ci vergogniamo di usare un termine più corretto, monopolio privato) e trasformare il controllo pressoché totale del mercato televisivo e pubblicitario in un parziale dominio di un mercato, il cosiddetto SIM, più virtuale di un videogame. E' anche la sconfitta di un'industria editoriale che ha saputo essere pionieristica ma non lungimirante e di una patologica incapacità di regolamentare l'accesso alle risorse spettrali e economiche, con l'aggiunta di una perversa volontà di distorcere le poche regole rimaste per venire incontro agli obiettivi politici e finanziari di una azienda privata. A metà anni 70 l'Italia ha avuto la straordinaria occasione di diventare una nazione europea leader in campo radiotelevisivo a livello di tecnologie, produzione di contenuti, quadro normativo, economia. E invece è finita come molte altre storie italiane: molta fuffa, privilegi e denaro a pioggia per sé e per i soliti amici, nessuna voglia di investire mezza lira nel futuro, schiavismo al posto di relazioni di lavoro moderne. In Parlamento i legislatori hanno contribuito alacremente al disastro ed eccoci qui.
La moria di emittenti televisive non si arresterà con questi due casi. E già ci aspetta al varco il problema della convivenza tra emittenti televisive (DVB-T) e servizi di telefonia 4G (LTE) in due porzioni di spettro molto vicine. Dal primo gennaio dovrebbero infatti partire i servizi che gli operatori progettano sin dalla messa all'asta delle frequenze 800 MHz, dall'ex canale televisivo 60 in sù. Due blocchi di 30 MHz, ossia gli 791-821 in downlink e 832-862 in uplink, utilizzati dall'interfaccia radio E-Utran della quarta generazione del cellulare, o Long Term Evolution. Gli studi, come quello commissionato dall'OFCOM nel 2010 e intitolato LTE interferences into domestic digital tv systems. Nelle conclusioni si raccomandava l'installazione di filtri passa-basso e cavetti di buona qualità per evitare interferenze sui canali dal 59 (centrato su 778 MHz) in giù. Che cosa succederà in Italia, si chiede Alessandro Longo su Repubblica oggi? Specialmente dopo che il decreto Crescita ha rimosso gli obblighi che prima pesavano sugli operatori per il finanziamento dei dispositivi destinati alla protezione dalle interferenze negli apparecchi televisivi in funzione nelle case. Difficile prevedere con esattezza i possibili scenari interferenziali (legati alla particolare natura dei front end dei ricevitori, che per come sono costruiti potrebbero andare a pescare i segnali nei domini presto occupati dalle modulazioni dell'LTE), ma per le emittenti che trasmettono sui canali televisivi più alti non si possono escludere situazioni di parziale degrado dei segnali ricevuti. Niente che non possa essere attenuato con un buon filtro che lasci passare solo le frequenze desiderate (dopotutto facciamo lo stesso con i ricevitori SDR di tipo "a quadratura"), ma per la gente "normale", installare un filtro potrebbe essere complicatuccio. 
Ho trovato un paio di documenti che aiutano ad approfondire la questione, visto che il report del OFCOM è molto ingegneristico. Eccovi dunque   LTE per il mobile broadband: tecnologia, regolamentazione,, ecosistema e mercato (AGCOM) e Il futuro dei servizi mobili passa dal digital dividend  (ARPA).

12 novembre 2012

IFPI: le case discografiche investono nella scoperta di nuovi talenti musicali


Un report molto corposo (scaricarlo richiede una buona connessione perché sono 15 mega di pdf) realizzato da IFPI, la federazione mondiale dei proprietari di diritti intellettuali musicali, ossia le case discografiche, rivela che queste ultime hanno ancora un ruolo importantissimo nella scoperta e nella promozione di nuovi talenti musicali: cantanti, gruppi, autori... Nel suo recente studio "Investing in music" l'associazione, che è presieduta dal grande baritono Placido Domingo, calcola che le cosiddette attività di "artists and repertoire" - l'equivalente della "ricerca e sviluppo" di talento per un editore discografico - rappresentano ancora un investimento significativo. Almeno 4 miliardi di dollari e mezzo se si includono anche le attività di promozione. Da solo l'"A&R" degli editori discografici vale 2,7 miliardi di dollari, il 16% del fatturato annuo dell'industria discografica. Malgrado il grande successo delle band indipendenti e dei social network musicali che guidano milioni di persone verso i brani di artisti poco conosciuti e innovativi, la casa discografica è ancora un punto di riferimento fondamentale e che molti cantanti e complessi puntano ad avere un editore. The Unsigned Guide ha condotto un’indagine nel Regno Unito dalla quale è emerso che il 71% degli artisti britannici ancora senza un contratto vorrebbero stipularne uno con un discografico.

Questo non significa che gli editori non stiano perseguendo strategie nuove per la vendita online e lo streaming della musica. Nel comunicato stampa in italiano che ho appena ricevuto dalla FIMI, la federazione confindustriale degli editori discografici italiani, leggo che l'economia tuttora legata al disco o alle sue alternative digitali legali, vale molto più di quella generata per esempio dai concerti live. «Il live - scrive la FIMI, non ha sostituito il mercato discografico come fonte di ricavi, mentre le case discografiche investono 2,7 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, non ci sono prove di investimenti di tale portata in altri settori dell’entertainment musicale. I primi cinque concerti globali dal vivo del 2011 - U2, Bon Jovi, Take That, Roger Waters e Taylor Swift - hanno tutti i cataloghi e prodotti musicali importanti alle spalle.» La lettura del comunicato FIMI è molto istruttiva e contribuisce comunque all'analisi di un mercato sempre più complesso, lo trovate qui.

Reuter Elektronik, SDR PC-free da sogno. Ma non per tutte le tasche


Si sa abbastanza poco dal punto di vista dell'hardware interno e tutta la documentazione sul sito sembra solo in tedesco, ma i ricevitori SDR a campionamento diretto, con controllo integrato (non c'è bisogno di PC) e già previsti per il rack mounting prodotti dalla Reuter-Elektronik di Dessau-Rosslau sembrano molto interessanti. Autentiche DX machine per utilizzatori esperti e esigenti. Sono di conseguenza apparecchi molto costosi. Il modello HF RDR54, altamente modularizzato (previsti per esempio un modulo per la trasmissione e un converter per le VHF), parte dai  3.550 euro, la versione senza tastiera numerica e funzionale RDR50 non scende comunque sotto i 1.950 euro. 

Ancora più costoso è il nuovissimo RDR 160, pensato proprio per le VHF, anche come tuner FM stereo di altissimo livello. Annunciato qualche tempo fa la disponibilità del 160 (con copertura fino a 160 MHz) dovrebbe essere imminente e il prezzo è già stato fissato a 4.500 euro.

Onde Numérique, autorizzata in Francia la radio digitale satellitare-terrestre in Banda L

Nel 2010 avevo dato la notizia di un nuovo progetto per la creazione, in Francia, di un bouquet di emittenti radiofoniche digitali "pay" (cioè in abbonamento) da diffondere attraverso Internet e da una rete di ripetitori in Banda L che ritrasmetteranno un segnale satellitare diffuso grazie ad accordi con Solaris Mobile. Il progetto faceva capo a una società, Onde Numérique, fondata da un ex collaboratore del gruppo World Space, operatore di radio satellitare che aveva fatto un clamoroso fallimento. 
Albino Pedroia, studioso e consulente radiofonico, membro del comitato strategico della startup francese, mi segnala ora da Parigi che Onde Numérique ha vinto la gara di assegnamento bandita dal CSA, il regolatore francese. Il famoso bouquet di 50-60 stazioni ascoltabili con l'autoradio dovrebbe prendere il via a partire dal secondo semestre 2013 su Internet e dal 2014 in Banda L dove verrà utilizzato - e questa è forse l'aspetto più interessante - il sistema ETSI SDR Satellite digital radio (norma ETSI EN 302 550).
E' tutto molto interessante ma mi viene in mente un'obiezione: in questi mesi gli organi di standardizzazione e regolamentazione dello spettro in Europa stanno discutendo del riassegnamento delle frequenze in Banda L a suo tempo allocate alla radio digitale, frequenze che interessano molto agli operatori di telefonia per le loro applicazioni broadband. Si aprirà uno scenario di forte conflitto con iniziative come questa (e con il DAB)?


ONDE NUMERIQUE VINCE IL BANDO DI GARA PER LA RADIO DIGITALE A PAGAMENTO IN FRANCIA

TOLOSA, il 9 novembre 2012 – la società Onde Numérique è stata selezionata dal CSA (Conseil supérieur de l’audiovisuel, regolatore del settore audiovisivo in Francia), nell'ambito del bando di gara riservato ai “distributori di servizio di radiodiffusione” che aveva aperto a fine 2011.

La vincita di questo bando di gara, che la opponeva al progetto della società MediaMobile (filiale dell'operatore di rete TDF, Renault e Vinci), per Onde Numérique rappresenta una tappa importante del suo sviluppo in Francia. Le 64 radio del bouquet, accessibili tramite abbonamento, saranno lanciate nel secondo semestre 2013 sulla piattaforma internet (fissa e mobile) e nel 2014 per gli automobilisti via la rete terrestre di trasmettori in banda L e la diffusione satellitare. Il servizio digitale, che sarà disponibile in “frequenza unica” su tutto il territorio francese, sarà il primo bouquet a vocazione nazionale di radio tematiche digitali per abbonamento, lanciato in Europa in una banda di frequenze riservata alla radio digitale in tutto il continente.

Sono fiero e soddisfatto che il CSA abbia scelto il nostro progetto e voglio ringraziare il collegio per la sua scelta che conferma così la fiducia riposta nel nostro progetto” ha dichiarato Franz Cantarano, Presidente e fondatore di Onde Numérique. “Questa scelta rappresenta per noi una formidabile opportunità per contribuire in modo costruttivo allo sviluppo della radio digitale grazie a un'offerta editoriale innovativa, vasta e diversificata. La programmazione del bouquet è stata ideata per soddisfare le attese dei nostri futuri abbonati. L'offerta sarà complementare alla radio gratuita in termini di contenuti, usi e modello economico” ha concluso il Presidente.


Composizione del bouquet

Il bouquet sviluppato da Onde Numérique permetterà l'accesso, a livello nazionale, a 64 radio e programmi tematici premium:
- 9 radio digitali originali e senza pubblicità che permetteranno all'ascoltatore di divertirsi, informarsi e scoprire nuovi orizzonti, grazie a tematiche originali: viaggi e scoperte, psicologia, sport, talk, letterarura e cultura, storia, ma anche tematiche femminili, maschili, e una radio per i più piccoli
- 43 nuovi programmi musicali, tutti esclusivi e senza pubblicità organizzati per generi: dalla canzone francese alla musica classica, dal jazz al rock senza dimenticare la musica elettronica, la soul e il blues. il bouquet diffonderà anche una serie di programmi di operatori commerciali di grande successo in Francia, come la radio generalista Europe1, ma privi della programmazione pubblicitaria.
Onde Numérique permetterà anche la ricezione a livello nazionale:
- dei 7 programmi del servizio pubblico di Radio France : France Inter, France Info, France Culture, France Musique, FIP, le Mouv’, delle 43 radio locali della rete France Bleu,
e della nuova radio All News europea della rete televisiva Euronews.
Più di due terzi dei 64 programmi del bouquet saranno prodotti da editori radiofonici che già operano sul mercato francese. Grazie agli accordi stupulati, il servizio pubblico, i principali operatori privati ma anche radio private indipendenti e comunitarie produranno programmi di qualità per Onde Numérique.


Una tecnologia d'avanguardia

La società diffonderà i programmi con lo stanrad tecnico europeo ETSI SDR, particolarmente idoneo a una ricezione mobile terrestre e satellitare in auto su tutto il territorio, e in “frequenza unica”. Oltre a una serie di accordi industriali, la società ha firmato un pre-accordo di diffusione satellitare con Solaris Mobile (JV Eutelsat/SES Astra) che permetterà di completare la rete di trasmettitori terrestre che coprirà 140 agglomerazioni francesi al lancio dei servizi.


Il progetto ONDE NUMÉRIQUE

Onde Numérique sta preparando un bouquet premium per il mercato francese composto da 64 radio, di cui 50 inedite, esclusive e senza pubblicità. La società ha stipulato una serie di accordi strategici con operatori radiofonici, editori di contenuti, distributori e società tecnologiche, per il lancio di un'offerta dedicata in un primo tempo alla ricezione a domicilio e mobile (3G e 4G) e in seguito alla ricezione in auto prevista nel 2014. L'abbonato potrà ricevere il bouquet tramite ricevitori specifici che permetteranno anche un ascolto innovativo della radio: navigazione nella programmazione delle radio musicali "forward/rewind" (dispositivo brevettato), accedere a programmi radio parlati con "sottotitoli" per le persone con problemi uditivi, e anche l'aquisto, durante l'ascolto, di brani diffusi nelle radio, direttamente sul terminale Onde Numérique.



11 novembre 2012

Cadono gli ultimi bastioni, Voice of Russia taglia sulle onde corte e medie in russo


Arrivano segnali consistenti sulla possibilità che anche Voce della Russia, attualmente uno dei pochi broadcaster internazionali ad aver mantenuto una solida presenza sulle frequenze delle onde corte, sia costretta a un ridimensionamento delle sue attività. Il primo sintomo è molto vicino a noi e riguarda l'annuncio della cessazione delle trasmissioni attraverso l'impianto in onde medie (558 kHz) di Monteceneri, in Canton Ticino. Dismesso dalla Rete Uno della Radio Svizzera, due anni fa il trasmettitore era stato affittato come ripetitore di alcuni programmi in russo e in altre lingue europee, tra cui l'italiano. Con l'entrata in vigore della fascia invernale della programmazione delle emittenti internazionali risulta che i 558 di Monteceneri verranno utilizzati solo fino al 31 dicembre 2012. 

Contemporaneamente, il programma Radiopanorama, curato da Vadim Alekseyev su World Radio Network, rivela che a partire dal 2013 Voice of Russia ridurrà dell'80% le trasmissioni in onde corte in lingua russa, e questo nonostante la stessa emittente, in un convegno di stazioni radio russofone che si è tenuto a Yalta in questi giorni, sottolinei come la richiesta di contenuti in lingua russa sia aumentata. Nel convegno viene per esempio citato il caso del network Radio Rusa, spuntato dal nulla questa estate nello spettro FM di diverse città spagnole sulla costa mediterranea.  (Network che tra parentesi secondo i media catalani starebbe operando senza alcuna licenza.)
E' probabile che la prevista riduzione dell'output sulle onde corte sia legata alla vicenda dei tagli che il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov, ha chiesto di effettuare sui preventivi di spesa dei principali media pubblici oggi finanziati dai contribuenti locali. Putin in persona, afferma la stampa locale sulla base di un documento pervenuto al quotidiano Novaja Gazeta, con un imperioso tratto di penna (la scansione del famoso documento si trova a questo indirizzo) ha imposto al ministro di autorizzare i fondi richiesti per il 2013 dalla stazione televisiva RTR, dal canale internazionale RT Russia Today e dalla Rossiyskaya Gazeta. Ma per i soldi richiesti da "Golos Rossii", nome russo di VoR, non c'è niente da fare. Rispetto ai 4,7 miliardi di rubli richiesti l'emittente subirà una riduzione dell'11% fino a 4,2 miliardi o poco più. E' possibile che questa lieve contrazione sia sfociata nella decisione di mettere freno alle onde corte e al relay in onde medie dalla Svizzera (altre riduzioni sono previste per i programmi in russo e tedesco che VoR ridiffonde in Germania su frequenze in onde medie come 693, 630, 1323 e 1431 kHz da diverse città tedesche: i rumors dicono che resteranno attivi solo i 693). In Russia è previsto per il 2015 lo switch off della televisione analogica terrestre e forse, insieme alla crisi economica, anche questo è un fattore che induce ad abbandonare modalità trasmissive giudicate obsolete persino da quelle parti. 

10 novembre 2012

USA: la musica di Internet prossima al sorpasso della radio


Se i dati comunicati dalla società di ricerca NPD sono attendibili (e non c'è ragione per dubitarlo) gli americani molto presto consumeranno più musica attraverso Pandora e Spotify che ascoltando la radio in FM. Music Acquisition Monitor, l'osservatorio di NPD sui canali di accesso utilizzati dai consumatori di musica, rileva che oltre il 50% degli utenti Internet, 96 milioni di persone, utilizza Pandora  o servizi on demand come YouTube, VEVO, Spotify, MOG, Rhapsody, and Rdio per soddisfare il proprio fabbisogno musicali. Nel dare la notizia, Huffington Post si chiede se il progressivo tramonto della radio come strumento di scoperta e ascolto di brani e autori musicali implichi anche un cambiamento generale del modo in cui ci rapportiamo a questa importantissima forma di espressione artistica. In altre parole: lo streaming che sta prendendo il posto della radio ci induce anche ad ascoltare una musica diversa rispetto al passato? Le prime risposte sembrano affermative: nelle hit parade pubblicate da Spotify compaiono brani che difficilmente avrebbero conquistato la stessa popolarità grazie alla sola radio, ma che l'azione combinata di Web radio e social network rende gettonatissimi.
Il 10 novembre del 2001 Apple lanciò una mattonella bianca fortemente voluta da Steve Jobs, tornato da cinque anni nell'azienda che lo aveva letteralmente costretto, lui, il cofondatore, alle dimissioni. Da un anno Jobs aveva rimosso la provvisoria "i" (per interim) davanti all'acronimo CEO (amministratore delegato) ed era arrivato al culmine di un percorso di risanamento che resterà nella storia del management.  La mattonella si chiamava iPod ed era stata concepita come accessorio ideale per un servizio varato all'inizio di quell'anno. Un servizio che nessuno si sarebbe mai aspettato da una azienda di informatica, perché in quegli anni, in piena crisi della giovane "Internet economy", l'idea di aprire un negozio di musica, per di più online, equivaleva, per un imprenditore che costruiva computer, a un certificato di insanità mentale.
Con un congruo anticipo su quasi tutti i suoi colleghi imprenditori, Jobs aveva capito che le tecnologie digitali, l'hardware, il software, non erano un semplice prodotto da sviluppare e vendere. Erano un inarrestabile agente di cambiamento sociale, economico, politico, persino psicologico. I neuroscienziati oggi ci dicono che i cambiamenti riguardano anche l'aspetto più fisico del nostro cervello, ossia le connessioni che si stabiliscono tra le sue cellule, i neuroni. La musica in download è forse il segno più tangibile del tipo di trasformazioni che Jobs aveva in mente con l'accoppiata iTunes/iPod. L'industria discografico, basata sul CD (che aveva sostituito il vinile senza rinunciare ai suoi modelli di distribuzione e promozione, anche se il mercato della nuova musica dovette fare i conti con l'inedito problema delle copie pirata), è stata rivoltata come un calzino.
Forse neppure lo stesso Jobs poteva pensare che anche il modello del download poteva andare in pensione così presto. Oggi iTunes e gli altri store musicali vanno ancora forte, ma il modello del Web come infinito juke box in grado di sfornare - gratis, con la sponsorizzazione di uno spot pubblicitario, o direttamente a pagamento - decine di milioni di brani diversi si sta affermando in modo inesorabile e comporterà da parte delle case discografiche e delle società consortili che gestiscono i diritti musicali un ulteriore fase di ripensamento.
La discussione è in corso anche in Italia, dove Spotify ancora non è arrivato (in compenso ci sono diversi servizi analoghi, sia nazionali - Play.me, Cubomusica - sia esteri - Rara, Deezer). Nel maggio scorso la FIMI, l'associazione confidustriale della musica italiana, ha organizzato un interessante convegno di cui posso fornire le due relazioni principali, quella del presidente della FIMI Enzo Mazza e quella dell'economista Carlo Alberto Carnevale Maffè. Diversi dettagli sui contributi degli altri relatori, tra cui Stefano Quintarelli, li potete trovare nel reportage di Chefuturo. Nello stesso periodo, prima dell'estate, la startup italiana SingRing (azienda del gruppo Digital Magics), leader nel nuovo comparto dei testi delle canzoni (le "lyrics") e del karaoke online, aveva inaugurato una nuova iniziativa rivolta agli ascoltatori/spettatori di videoclip. Il Progetto Video che SingRing ha confezionato firmando gli accordi con EMI Music, Sony Music Entertainment, Universal Music Italia e diverse etichette indipendenti consente agli editori musicali e non di pubblicare su web, mobile e Smart TV i videoclip ufficiali nel pieno rispetto del diritto d’autore, usufruendo anche di un sistema che permette di integrare i messaggi pubblicitari nei video clip. Luca Messaggi, CEO di SingRing ha detto che con questa iniziativa  «nasce un nuovo network musicale cross editoriale che dà: ai publisher e alle record company la possibilità di trarre valore aggiunto dalla musica online, agli inserzionisti l’opportunità di raggiungere un target molto interessante su una piattaforma premium completamente pianificabile e agli utenti la possibilità di fruire di un’esperienza totalmente innovativa grazie ai nostri contenuti di qualità. Il network di SingRing, leader in Italia, supera i 4,6 milioni di utenti unici al mese, pari al 58% del mercato lyrics. Adesso siamo pronti per affrontare una nuova sfida: ‘SingRing Video’» I video di questo VeVo all'italana sono online sui tre canali del portale Virgilio.it: ViTV, Musica e Testi Canzoni e su siti di "pop culture" come Airdave.it. Il catalogo video di SingRing comprende oltre quarantamila videoclip musicali, interviste, making of, EPK (electronic press kit) e backstage di artisti italiani e internazionali. Dopo aver avviato verso una prematura pensione il mezzo radiofonico, ora Internet si appresta ad attaccare la musica televisiva di MTV.

09 novembre 2012

HP: un anti-iTunes per lanciare Windows 8 a suon di musica

Lancio in grande stile, per HP, della nuova famiglia di dispositivi notebook/tablet progettata per il nuovo Windows 8. Un lancio che prevede addirittura un servizio musicale in download/streaming (incluso un certo numero di canali webradiofonici tematici) offerto da oggi in Europa in collaborazione con Universal Music Group. Con il chiaro obiettivo di fare concorrenza al mondo Mac/iPad con iTunes.
HP Connected Music è stato sviluppato dagli esperti di Meridian Audio, una azienda britannica di apparecchiature Hi-Fi. Purtroppo non riesco a capire come funziona il servizio utilizzando un Mac. HP Connected Music, a differenza di iTunes, è disponibile solo per Windows 8. Sono previste formule di download e ascolto in streaming dei brani, ma anche l'ascolto della radio via Web e persino lo streaming di eventi musicali dal vivo (una opportunità che ha fatto il suo debutto con il concerto dei No Doubt organizzato per l'evento parigino con cui HP ha varato il servizio qui in Europa). Gli acquirenti dei prodotti HP con Windows 8 annunciati in questi giorni potranno usufruire gratuitamente di un periodo di prova. Ecco il comunicato con qualche dettaglio aggiuntivo, sulle modalità di accesso e sui prodotti associati alla nuova piattaforma musicale.

HP lancia HP Connected Music in collaborazione con Universal Music Group
Gli utenti di tutta Europa potranno accedere a esclusivi contenuti musicali, a partire dal concerto dei No Doubt
 
Parigi, 7 novembre 2012 — HP annuncia i dettagli sulla propria collaborazione nell’area EMEA (Europe, Middle East and Africa) con Universal Music Group, la più grande azienda musicale al mondo. Per celebrare il lancio di HP Connected Music, il nuovo servizio che assicura premi e contenuti esclusivi per gli utenti, le due società hanno organizzato un evento speciale, un concerto privato dei No Doubt che ha avuto luogo a Parigi presso la Maison de la Mutualité. Organizzato per il lancio del nuovo album degli artisti, si tratta dell'unico spettacolo dal vivo del gruppo in Europa per quest'anno e del primo evento nato dalla partnership tra HP e Universal Music.
 
Disponibile in tutti i nuovi PC desktop e portatili HP con Microsoft® Windows 8 nell'area EMEA1, HP Connected Music offre agli amanti della musica un nuovo modo per ascoltare alcuni degli artisti più popolari del mondo. 
 
Il concerto dei No Doubt è il primo di una serie di eventi privati programmati da HP con altri artisti della Universal Music in tutta Europa. La piattaforma HP Connected Music nei PC consumer HP con Windows 8 consentirà agli utenti di vivere esperienze esclusive e offrirà loro l'opportunità di partecipare, nel corso del prossimo anno, a eventi con alcuni degli artisti più noti.
 
Grazie a contenuti esclusivi e all'accesso al vasto catalogo di Universal Music, questo accordo mette la musica al centro dei più recenti PC HP destinati all’utenza consumer.
 
Un'esperienza musicale completamente nuova
 
Tramite l'applicazione HP Connected Music inclusa nei PC consumer HP con Windows 8, gli utenti possono accedere agli esclusivi pacchetti HP Music Rewards, che includono:
· Eventi privati HP: accesso a contenuti selezionati con spettacoli dal vivo degli artisti Universal Music.
· Esperienze musicali: possibilità di vincere esperienze uniche, come incontri in esclusiva, visite agli studi di registrazione o opportunità di incontrare gli artisti.
· Pacchetti VIP: esclusive opportunità di conoscere gli artisti.
 
Quanti acquisteranno i nuovi PC HP con Windows 8 avranno inoltre accesso a un elenco unico di servizi tramite HP Connected Music, incluso lo streaming gratuito dall'intero catalogo di Universal Music per 90 giorni e, per i possessori dei nuovi PC HP Spectre e HP Envy con Windows 8, fino a 10 download gratuiti per 30 giorni per la durata della promozione (90 giorni).

08 novembre 2012

La band suona live attraverso il Web con la piattaforma hypertech di Google


Una sventagliata di tecnologie software è alla base di un nuovo servizio Google che farà certamente discutere. Si chiama JAM with Chrome, si utilizza attraverso il browser e trasforma Google Chrome in una console di regia musicale per esecuzioni live con uno o più solisti (fino a quattro). 

La miscela di strumenti tecnologici è impressionante. JAM si serve di quattro standard HTML5: le Web Audio API, i canali di comunicazione tra server Websockets, la grafica di Canvas, e gli stili personalizzabili di CSS3. Il tutto viene ospitato sulla infrastrutture cloud di Google e sul nuovo Google App Engine, una piattaforma per lo sviluppo e la distribuzione di applicazioni cloudizzate. Il middleware che, è il caso di dire, orchestra gli input che arrivano dai partecipanti alle jam sessions, è stato sviluppato in GO, un nuovo linguaggio di programmazione pensato per questo tipo di parallelismo. 
Il servizio è al momento sperimentale, si entra gratuitamente e dopo aver impostato un nickname si procede alla scelta di uno qualsiasi tra sedici strumenti: chitarre, tastiere, percussioni. A questo punto si può procedere agli inviti, distribuendo un link abbreviato o pescando nei social network. Un tweet, per esempio, consente a un amico di accendere il browser e unirsi al concerto. Gli strumenti prevedono però diversi livelli di automazione, con giri armonici e ritmi impostati nella funzione autoplay. 
Per approfondire gli aspetti di questa incredibile realizzazione è in funzione un blog del sito HTML5rocks, che riunisce già parecchi sviluppatori di aziende come Google, Adobe, Liquid Web e altre. Libidine allo stato puro se pensiamo alle implicazioni possibili: pensiamo per esempio a una stazione radio che organizza un concerto live e lo ritrasmette online oppure on air. Altri esperimenti di questo genere sono catalogati sul sito Chrome Experiments.

06 novembre 2012

L'ascolto delude, ma il governo vuole la radio digitale. In UK parte la nuova campagna


Gli obiettivi fissati dal governo britannico per dare ufficialmente il via al passaggio allo switchoff della radio analogica non sono stati raggiunti. I piani prevedevano almeno il cinquanta percento di ascolto radiofonico con apparecchi digitali entro il 2013 (restava pur sempre non risolto il dubbio sull'ascolto di emittenti analogiche con ricevitori compatibili sia con il DAB che con l'FM, ma sorvoliamo), ma gli ultimi rilevamenti dicono che nel Regno Unito l'ascolto digitale è fermo al 30% circa. Particolarmente carente la situazione per chi ascolta la radio in automobile, considerando che meno di un terzo dei nuovi modelli venduti oggi è equipaggiato con car radio capaci di ricevere in DAB.

Ci sarà quindi un ritardo rispetto a un calendario indicativo che prevedeva l'avvio della transizione già nel 2015. Ma il governo resta convinto che la radio in Gran Bretagna prima o poi sarà tutta digitale. Lo ha ribadito il ministro Ed Vaizey ieri a Londra in occasione della conferenza Drive 2 Digital, dove l'associazione Digital Radio UK ha presentato D-Love, la mascotte della nuova campagna per la promozione del mezzo. Il pupazzo sarà protagonista di una campagna pubblicitaria, come un altro pupazzetto escogitato in occasione dello switchover televisivo. D-Love ha le sembianze di un "soul man", un DJ molto afro il cui motto è "spread the D love". Nei prossimi mesi avrà l'incarico di spingere i suoi connazionali a sposare la causa del DAB. Non si capisce bene perché uno debba ricorrere a queste scemenze per promuovere una tecnologia, tanto più in un mezzo che ha sempre meno sostenitori tra bambini e giovanissimi ma potrebbe essere un'idea vincente.

04 novembre 2012

FIAMM, una antenna con DAB integrato per l'upgrade dell'autoradio

Con una certa sorpresa ho trovato sulla newsletter dell'associazione francese per la promozione della radio numerica la descrizione di un prodotto del gruppo FIAMM, la società vicentina famosa per la produzione di accumulatori per automobile. Il catalogo prodotti FIAMM vanta anche accessori come le antenne radio da installare sulle vetture e proprio a questo filone appartiene una novità per la ricezione della radio digitale a bordo dell'auto che l'azienda ha presentato in Germania al salone Automechanika 2012 di Francoforte (e che immagino verrà riproposta in occasione del Motorshow). 
Il modello SM10 ha la forma e la funzione di un'antenna da installare sul tetto dell'auto, ma al suo interno racchiude anche l'elettronica che la trasforma in un ricevitore DAB/DAB+/DMB. L'audio viene  estratto e portato fino all'ingresso AUX dell'autoradio o dell'impianto hi-fi di bordo, mentre il controllo della ricezione si effettua, tramite Bluetooth, con uno smartphone. L'idea insomma è più o meno in linea con quella messa in pratica per l'adattatore car radio presentato qualche tempo fa dalla Pure: rendere possibile la ricezione del DAB anche per coloro che in auto hanno un impianto di ricezione tradizionale. L'antenna SM10 (una versione SM11 include anche la ricezione GPS) non richiede complesse installazioni, secondo la brochure pubblicata da Bureau DR France basta mezz'ora per fissare l'antenna e portare all'interno dell'abitacolo e alle batterie i cavi. 
La sintonia Bluetooth può essere effettuata con app compatibili con i maggiori sistemi operativi. Forse la gestione via smartphone può essere più complicata rispetto alla soluzione adottata da Pure, che prevede un piccolo dispositivo con display da montare sul cruscotto, ma è abbastanza chiara l'intenzione di FIAMM di venire incontro - sopratutto nei mercati dell'Europa centrale e del Regno Unito, dove la radio digitale DAB sta crescendo molto, alle esigenze di chi è interessato alla ricezione digitale ma non vuole sobbarcarsi i costi della sostituzione completa dell'autoradio. In attesa che la componentistica DAB venga adottata già a livello di dispositivi integrati a   bordo, il "metodo" degli adattatori potrebbe essere una alternativa valida. Ancora non si conoscono i costi al pubblico dell'antenna con ricevitore DAB incorporato, ma leggendo il comunicato stampa è verosimile una fascia di prezzo accessibile: 

FIAMM SM10 Antenna 
Con FIAMM la tecnologia digitale entra in auto. La migrazione dalle tradizionali radio analogiche a quelle digitali (DAB), rende necessario un “upgrade” dei sistemi presenti nelle attuali vetture ed un aggiornamento dell‟impianto audio, comporterebbe costi importanti. FIAMM, con SM10 Antenna, consentirà di poter ascoltare le frequenze radio digitali (DAB) a fronte di un investimento molto più contenuto rispetto ad un tradizionale ricevitore digitale. La nuova antenna pilotata tramite il bluetooth di uno smartphone, e facilmente installabile sul tetto della vettura, sarà in grado di ricevere il segnale e di inviarlo direttamente all’autoradio originale. Una soluzione veloce, efficace e soprattutto economica.

03 novembre 2012

La voce della saggezza: rinasce l'archivio di Radio Tanzania

NPR racconta l'incredibile storia degli archivi sonori di Radio Tanzania, un patrimonio soprattutto musicale che data dal 1951, anno di fondazione dell'emittente da parte degli inglesi, e contiene 15 mila nastri in attesa di riversamento in digitale. Radio Tanzania, racconta NPR, dopo l'indipendenza fu una sorta di colonna sonora di una forma di socialismo all'africana guidato dal presidente Julius Nyerere e  promosse lo sviluppo di una cultura musicale locale. 
A capo della missione internazionale che cerca di recuperare questo tesoro (anche attraverso i finanziamenti diffusi di Kickstarter) c'è una ragazzina americana di 25 anni della Georgia, tratti orientali della sua nativa Corea ma nome anglosassone: Rebecca Corey (qui il suo blog).  Arrivata per la prima volta in Tanzania per fare volontariato in un orfanotrofio Rebecca ci è tornata per studiare e fare molte altre cose. La sua passione per la musica l'ha spinta a lanciare l'idea del Tanzania Heritage Project, che ha un suo sito Web, un canale Soundcloud e una pagina Facebook intitolata  appunto Radio Tanzania. Il sito  ufficiale dell'emittente si trova invece qui e la stazione può essere ascoltata con una certa facilità dalla sua antenna in onde corte di Zanzibar, su 11.835 kHz nel tardo pomeriggio. La Corey contribuisce anche all'organizzazione un festival musicale dal titolo eloquente: Sauti za busara, la Voce della saggezza.
Vi invito a leggere e riascoltare la storia trasmessa in queste ore da NPR ma soprattutto ad andarvi a leggere l'intervista a Rebecca sul sito di VijanaFM, un progetto multimediale di giovani dell'Africa orientale che si ispira a un motto bellissimo in swahili: “Soma. Sikiliza. Angalia. Changia.” (Leggi. Ascolta. Guarda. Contribuisci.)


Five questions with the Tanzania Heritage Project’s Rebecca
A few months ago, the Tanzania Heritage Project embarked on a mission to revive Radio Tanzania’s music archives. These archives, stored in the form of magnetic tapes, date from the 1960s to the 1980s. Until now, these rare audio gems remained on tape, thus out of reach for anyone growing up in a world of digital media. The Tanzania Heritage Project’s work “will include providing high-quality equipment for the transfer of the music and training Tanzanian employees/interns to perform the bulk of the digitization” in the near future. Vijana FM corresponded with THP’s Executive Director Rebecca Corey, who was kind to tell us more about the project.