04 maggio 2014

Archeologia spaziale e software defined radio: la corsa per tornare a comunicare con la sonda ISEE-3/ICE

È una corsa contro il tempo ma un gruppo di scienziati e appassionati ritengono che sia ancora possibile riprendere il controllo di una sonda spaziale lanciata dalla Terra 35 anni fa e utilizzare una parte dei suoi strumenti per una serie di sperimentazioni social, aperte a chiunque attraverso semplici strumenti software. Ci sono ancora due settimane, sul sito di crwodfunding Rockethub, per raccogliere altri 45 mila dollari e raggiungere la somma ritenuta sufficiente per "risvegliare" via radio la sonda ICE/ISEE-3, che attualmente può solo comunicare verso terra. La NASA l'aveva lanciata nel lontano 1978 per studiare il vento solare e altri fenomeni magnetici nello spazio. La sonda ebbe un tale successo che qualche anno dopo, nel 1983, l'agenzia spaziale americana decise di riutilizzarla per dare la caccia alle code delle comete. Nel 1986 l'International Sun Earth Explorer-3, ormai ribattezzata International Comet Explorer, stabilitì un contatto molto ravvicinato con la cometa Halley. 
Poi alle soglie del 2000 il veicolo venne abbandonato al suo destino a causa dei costi troppo elevati dell'equipaggiamento necessario per adeguare le potenti antenne della Deep Space Network, ormai modificate per assolvere alle nuove esigenze della comunicazione radio con lo spazio profondo. Negli anni 80, quando la ISEE-3 fu riconvertita per la prima volta, per comunicare verso la sonda gli scienziati avevano utilizzato speciali filtri a guida d'onda in grado di adattare le antenne trasmittenti della DSN (i filtri servivano a proteggere le strumentazioni X-Band delle antenne durante le trasmissioni S-Band ricevibili dalla sonda). Queste modifiche costerebbero un occhio e la NASA nel 2014 non potrebbe giustificare la spesa. In questo periodo la ISEE-3/ICE si sta riavvicinando al sistema terra-luna, il 10 agosto raggiungerà il punto più vicino alla terra e se si riuscisse a comunicare con lei forse sarebbe possibile imbrigliarla e continuare a usare la strumentazione di bordo. Negli ultimi contatti risalenti al 1999 il laboratorio di bordo disponeva di una dozzina di strumenti ancora funzionanti: l'idea è realizzare una app che tutti potrebbero usare per accedere alle informazioni raccolte da una sonda straordinariamente longeva. 
Dopo un primo interessamento da parte di una redattrice di Planetary.org, Emily Lakdawalla, che all'inizio dell'anno aveva pubblicato alcuni post sull'argomento, il caso della ISEE-3/ICE è arrivato all'attenzione di un pubblico abbastanza vasto, tra cui diversi radioamatori appassionati di software defined radio. Della cordata che punta a raccogliere 125 mila dollari su Rockethub fanno parte, oltre all'organizzazione no profit Space College Foundation,  il sito specializzato SpaceRef e la società Skycorp, che oltre a sviluppare nuove tecnologie spaziali si è occupata in passato di altre iniziative "archeotecnologiche", come il recupero delle immagini originali del Lunar Orbiter conservate su nastri magnetici in cui queste immagini (analogiche) erano state riversate dal veicolo che quasi mezzo secolo fa mappò per la prima volta la nostra luna. 
I promotori dell'ISEE-3 Reboot Project (qui intervistati da NPR), vogliono utilizzare la parabola della Morehead State University del Kentucky per riprendere contatto con la sonda e ridirigerla verso nuove missioni, ma la manovra deve avvenire entro giugno per dare un risultato utile. Per farlo il gruppo si avvarrà della collaborazione di AMSAT-DL http://www.amsat-dl.org/ il club dei radioamatori tedeschi specializzati in comunicazioni satellitari. Agire subito è fondamentale, perché la finestra di opportunità sta per chiudersi. Le donazioni partono da soli 10 dollari. 

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