19 maggio 2014

Il Pakistan risponde agli attacchi di Radio Mullah con il pacifico "lancio" di programmi alternativi in FM

Chissà perché non mi stupisco per niente nel leggere sul Guardian di ieri dei successi che il Pakistan sta ottenendo nelle regioni nordoccidentali dei suoi confini, quelli con il territorio formalmente afghano ancora sotto il parziale controllo dei Talibani. Un successo militare che per fortuna non è solo militare. Da anni nei territori tribali dello Swat, amministrativamente autonomi da Islamabad, è in corso una guerra di logoramento che è anche radiofonica. Anche qui su Radiopassioni ho avuto modo di parlare di "Radio Mullah", uno dei tanti segnali che i Talibani diffondono attraverso una miriade di piccoli impianti in FM, spesso nascosti a bordo di semplici carretti, a una popolazione sempre più estenuata dalla lunga guerriglia. Personaggi come il Mullah Fazlullah diffondo via radio la tetraggine della loro visione oltranzista della religione, prendendo di mira valori "perversi" come la musica e lo svago. Spesso minacciando fisicamente la popolazione, invitata a sintonizzarsi solo sulle sacre frequenze dei combattenti integralisti.
Cinque anni fa il Pakistan ha cominciato a rispondere per le rime, non solo con le armi e i sequestri degli impianti, ma diffondendo, sempre via radio, messaggi di natura opposta: musica, divertimento e tanta discussione. E sembra proprio che l'arma pacifica del dialogo e della musica stia avendo un grande effetto. Il primo espertimento realizzato nel febbraio del 2009, fu quello di Radio Swat, che operava sui 96 MHz (in lingua pashto 9-6 si dice "no shesh") ed era stata messa in piedi da un ufficiale dell'Esercito, Aqeel Malik, che lavorava nella sezione PsyOp dell'armata pakistana, nota con l'edulcorata designazione di Inter-Services Public Relations. Nel corso del tempo anche i media occidentali hanno cominciato a seguire la nuova, incruenta guerra delle onde dello Swat. Per esempio NPR era andata a intervistare Aqeel Malik qualche mese dopo il debutto della sua stazione. Qualche anno dopo su Internet sono state pubblicate altre storie di questa operazione, arrivata all'attenzione della BBC e ripresa dai media pakistani nella sua evoluzione.
Oggi quel primo embrione di emittente è diventato un network che diffonde attraverso una sessantina di impianti in FM (oltre che in streaming Internet e sul satellite PakSat), un totale di quattro "sub-network" iso-frequenza (i soliti 96 dell'FM), più gli 89,4 MHz di Suno Pakistan - The voice of Peace in lingua urdu per il resto del Pakistan. Nell'agosto del 2013 è partito anche il progetto di International Service, un canale con contenuti musicali ancora più moderni che diffonde, non solo nello Swat ma a livello nazionale, ancora sui 96 MHz. Il progetto Suno Pakistan mantiene il suo carattere "PsyOp", i programmi sono condotti da giovanissimi dj e giornalisti e vengono realizzati con i consigli di una commissione scientifico-artistica che misura costantemente le reazioni del pubblico. Internet, Facebook e Twitter completano l'offerta di Suno Pakistan, fornendo un prezioso canale di ritorno attraverso cui gli ascoltatori possono chiedere canzoni e partecipare ai dibattiti. Le quattro reti in funzione sono KPK, FATA (la sigla che definisce i territori autonomi), Balochistan Network e Suno Pakistan 89.4.




















Formalmente si tratta di un servizio statale, distribuito da una società Shalimar Recording and Broadcasting Company controllata da Pakistan TV, ma l'autonomia rispetto a PBC, la radiotv pubblica ufficiale e la dipendenza dall'esercito sono forti. Ci sono polemiche nel paese a causa della cattiva offerta radiofonica delle stazioni ufficiali di Radio Pakistan, giudicate troppo noiose e legate alla politica parlamentare, e Suno cavalca anche questo fattore differenziante, per rafforzare ulteriormente un messaggio di pacificazione che vuole anche essere patriottico e coinvolgente. È un tipico segno di contrapposizione tra forze armate da un lato e governo civile dall'altro (solo superficialmente unite da quello che dovrebbe essere un unico spirito nazionalistico) che percorre la storia del continente asiatico. In Pakistan tutto lo spettro radiofonico è in fermento da quando è possibile ottenere, dal regolatore PEMRA, delle licenze FM commerciali. Trovate un bell'approfondimento sul panorama mediatico Pakistano sul sito di Infosaid, un consorzio tra BBC Media Action e Internews Europe (Infosaid pubblica analoghe guide per un totale di una ventina di nazioni in via di sviluppo, risorse abbastanza aggiornate e comunque interessanti).

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