02 maggio 2010

Il braccio di ferro (mortale?) tra radio broascasting e IP

Mentre piovono critiche sulla decisione della FCC di autorizzare un aumento della potenza impegnata nella parte digitale del sistema di modulazione ibrido IBOC/HD Radio usato negli USA per migliorarne la ricezione indoor (con questo aumento la porzione numerica dello spettro occupato andrebbe a interferire sia sulle stazioni adiacenti sia sulla componente analogica della stazione emittente aggiungendo per chi ascolta un problema in più oltre alle tecniche di compressione audio già utilizzate), gli americani cominciano a interrogarsi sul futuro della radio in maniera più radicale di un semplice dibattito sui relativi meriti delle modulazioni analogiche o numeriche. Ormai è arrivato il momento di decidere non se la radio debba essere analogica o numerica, ma quale sarà lo spazio del modello broadcasting rispetto al tipo di radiofonia, fortemente personalizzata, interattiva e non lineare, che Internet ci sta abituando a consumare.
Forse c'è una certa tendenza a sopravvalutare l'impatto della radio non-broadcasting dal punto di vista numerico, milioni di persone continueranno ad ascoltare la radio come la conosciamo. Ma tutte queste considerazioni non sono inutili. Nelle nazioni altamente infrastrutturate come gli Stati Uniti o l'Europa la diffusione di contenuti audio via Internet non potrà non avere un peso crescente e anche se non sarà fortemente maggioritario, finirà comunque per togliere ascoltatori e risorse alla radio convenzionale, analogica o numerica che sia. E in condizioni di minore disponibilità di risorse l'establishment della radio non potrà permettersi di sostenere con lo stesso impegno l'eventuale transizione dall'analogico al digitale (transizione che prosegue in tutto il continente nord-americano, considerando che il Messico ha formalmente accettato il sistema IBOC/HD Radio, autorizzato dal 2008 per le stazioni AM/FM che operano a meno di duecento miglia dal confine USA, come standard per la "mudanza" della radio).
Detta in altro modo, che cosa è meglio fare:

A) puntare tutti i soldi sulla radio digitale sperando che questa trasformazione possa davvero fare la differenza presso gli ascoltatori e aiutare l'economia della radio a reggere davanti all'assalto di nuovi entranti come Pandora?

B) investire tutto sulla capacità di creare strategie e sinergie Internet per la radio tradizionale, eventualmente facendo leva su sistemi come RadioDNS che consentono di utilizzare tecnologie già esistenti (RDS) per gettare un ponte tra i contenuti della radio e le possibilità della piattaforma Web?

C) cercare di percorrere, dosando intelligentemente le risorse disponibili, entrambe queste strade?

Mentre meditate sulle risposte leggetevi questo post sul blog di Radio World Online, guardando il filmato YouTube sulla nuova tecnologia di controllo vocale che Ford sta lanciando per il suo sistema di car entertainment chiamato SYNC. Nel filmato si vede il dimostratore della Ford alle prese con le canzoni di Pandora, con le mani sempre sul volante. Secondo Radio World l'automobile è l'ultimo baluardo della radiofonia convenzionale, ma sistemi come questi e interfacce vocali che funzionano potrebbero far crollare il bastione difensivo. Dopodiché, conclude la testata, arriveranno le temute "app" per dispositivi mobili e il resto della realtà mediatica moderna travolgerà il modello broadcast come "i proverbiali barbari alle porte dell'Impero Romano."

Future to Radio Broadcasting: Drop Dead

Is it possible that the days are numbered for the “broadcasting” part of radio broadcasting?
It is certainly no secret that Internet-based and mobile media’s assault on the attention span of consumers grows daily. And since that attention quotient is finite, what one segment gains, another loses.
Broadcast radio grudgingly has ceded ground in the home as iPod-style devices, the Internet and smartphone-based mobile media march forward but in the car broadcast radio has remained dominant. Futzing with iPods and smartphones can be a diverting and harrowing experience in the car, and the Internet is not a player on the road.
Make that “wasn’t” a player on the road.
As you may have seen reported in Radio World, Ford and Pandora, the Internet-based music service, recently demonstrated a new service, to be available in the 2011 Ford Fusion, wherein a smartphone was used as an Internet portal for Pandora. But more than that, an app (they’re everywhere!) allowed the Fusion’s music system to interact with Pandora and respond to voice commands.


This Ford video demo is effective visual evidence of how it works; it is recommended viewing. Ease of use is a high priority; and the demo indicates that at least some of the players are well aware of that.

Can this be dismissed as just another “quadraphonic” demo, or is this Beta — meaning, this particular type might not succeed but the overall idea is about to radically change a whole industry within a few years? Radio World’s Leslie Stimson entertained the question in her coverage of the January CES show.
My takeaway answer: The Internet is coming to the car, like it or not; use it or not.
At the moment the Internet is going to be reliant on smartphones to get in, but how long before a manufacturer or after-market parts maker installs Wi-Fi or WiMax receivers in their cars. After that, the apps will come and then the rest of the modern media world will flood in like the proverbial barbarians overwhelming the Roman Empire.

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