22 aprile 2008

Elegie lisbonesi



Ho scritto queste brevi note lusitane dallo splendido hotel di Lisbona, dove Teradata, specialista di software e hardware per datawarehouse ha organizzato la sua convention. La capitale del Portogallo è una delle più belle d'Europa e il Pastana Palace Hotel si trova all'interno di un complesso storico dichiarato monumento nazionale. Ieri sera ho fatto un giro per il barrio alto e da una cena a base di bacalhau alla brace e birra Sagres servita dalla Cervejaria de Trindade, animatissimo locale allestito all'interno di un fabbrica di birra secolo XIX a sua volta fondata dentro un ex convento. Un locale chiaramente turistico. Non di quel turismo falso-sanmarinese che ormai trovate solo in Italia (spacciato per autentico senza che nessuno ci caschi) e a Las Vegas (abilmente spacciato per un falso autentico che diverte tutti). La Trindade serve buona birra e piatti di pesce abbondanti e accettabili, per meno di quindici-venti euro a testa. Volendo con dieci euro si mangia anche in due. Un "copo" di chiara da 30 cl costa 1 euro e 75 contro i 7 euro ormai normali a Milano, una delle poche città al mondo che ti chiede di pagare le consumazioni prima di lasciartele consumare, forse per paura che al povero avventore lo prenda un sintòmo, come direbbe Camilleri. Il tutto in un ambiente che ricorda, ai vecchi milanesi, il mitico Scoffone di via Hugo. Solo che Scoffone è stato convertito in un ristorante Michelin da fighetta postcraxiani che continuano imperterriti a vivere nella Milano da bere, pur votando altrimenti. Mentre la Trindade è stata dichiarata, anche lei, monumento nazionale. E infatti è più affollata della mensa della Breda dei vecchi tempi.
Nel centro di Lisbona c'ero andato in tram, uno di quei trabiccoli gialli a scartamento ridotto che sono una delle attrattive più tenere di Lisbona, guidato da una spericolata e stupenda ragazza di colore. Per ritornare al Pastana, visto che la linea 18 (curioso, a Milano un secolo fa il 18 era il tram notturno per Baggio) smette di funzionare abbastanza presto, ho preso un ricco taxi: cinque euro per un tragitto che alla stessa ora a Milano mi sarebbe costato 25. Del resto stamane sono stato un'ora sul taxi dall'areoporto pagando 15 euro e chiacchierando con il guidatore, ex autista di un imprenditore bresciano che prima era andato in Portogallo per costruire laminati e poi era morto in un incidente stradale in Angola. "Terra ricca l'Angola," mi diceva il tassista, "ma il mio fu-datore di lavoro di "Breccia" era uno spericolato, un avventuriero."
Con tutti questi prezzi il mio sembra un diario di viaggio di Dario Monferini, ma nel caso non si fosse capito il messaggio è che Lisbona è più bella di Milano, molto meno cara di Milano e di gran lunga meno piena di fighetta. E i suoi tassisti invece di scendere sul sentiero di guerra solo a sentir parlare di liberalizzazioni, si fermano quando li chiami per strada, ti scarrozzano da un capo all'altro della città per quattro lire e sono simpatici, non inveiscono contro negri e zingari, fanno della linguistica comparata tra portoghese, castigliano e italiano, rispondono al telefono (rigorsamente in viva voce) agli amici che li chiamano dalla França, spiegano che l'Alentejo è un vino che non si beve ma si mastica... Insomma, ti fanno capire in tutti i modi che da queste parti, tra gli accordi in minore del fado e la saudade delle colonie perdute, tutti sono di buonumore perché si ricordano di essere stati poveri, ma alla fine ne stanno venendo fuori. Prendersela con chi oggi sta masticando amaro oggi, come fanno tanti italiani che dimenticano i cartelli "kein Italiener" appesi fuori dai locali tedeschi, non gli pare bello.
Lo stesso clima, la stessa biodiversità li ritrovi alla radio. Anche Lisbona, come tante altre città europee, ha il suo bravo multiplex DAB, che sicuramente in questo momento, le 23.30 ora locale, sto ascoltando solo io. Sono sintonizzato su RDP Africa, c'è un programma di samba ("mais que um ritmo, uma filosofia" come dice giustamente il conduttore) da liquefarsi in una pozzanghera ai piedi della poltrona qui nella stanza 2016, piso intermedio. Gli altri programmi DAB sono le tre Antenas di RDP (non so perché, ma Antena 2 è presente due volte nello stesso multiplex, forse con due bit rate diversi) e RDP Internacional. Totale, sei canali per cinque programmi. La qualità è molto buona, le antenne sono probabilmente qui dietro, nello stesso parco di Monsanto in cui si trova la stazione costiera di Lisbona.
RDP Radio Africa la trovate anche su FM, 101.5 e come al solito suona molto meglio che in DAB, anche se bisogna badare di più a come si gira l'antenna. Certo per il Portogallo l'Africa conta ancora qualcosa, è comprensibile che le abbiano dedicato un canale radiofonico. Ma qui a Lisbona trasmette anche Radio Europa Lisboa, l'ho sentita con i programmi di RFI in francese. Credete forse che a Milano per l'Expo faranno una Radio Europa Milano? Sì, domani. Ma l'offerta etnica non finisce qui. Sui 92.0 di Nova Antena, dove questo pomeriggio ascoltavo ottimo fado, ho avuto la sorpresa di sentire un notiziario in russo. Non chiedetemi perché, se per gli immigrati o per i turisti, ma Nova Antena il lunedì sera trasmette in russo, con incredibili annunci bilingui, "musica e novosti".
Non hanno i nostri complessi da ricchi parvenus, i portoghesi. Il loro socialismo era firmato Soares, non Craxi. O semplicemente non dimenticano che dopo aver dominato i mari e aver perso il loro impero coloniale, si sono trasformati in poveri emigranti e si sono messi a fare i camerieri degli europei più ricchi, laggiù in França. E oggi che hanno messo da parte un po' di soldi pensano giustamente a metterli a frutto e si guardano bene, anche quando eleggono un governo di destra, dal votare per partiti dichiaratamente razzisti. (E diciamolo, ora che tutta la blogosfera tracima della prosopopea degli "ex elettori del centrosinistra" che bacchettano Veltroni per non essere stato capace di rispondere al grido di dolore delle periferie assediate dai rom: ma andate un po' al diavolo, "ex elettori del centrosinistra", preferisco perdere le elezioni che intercettare voti corteggiando chi evade le tasse "perché sono eccessive" o agitando il panno rosso della paura e dell'odio nei confronti del diverso. Cambiate un po' mentalità e invece di "rischio immigrazione" proviamo a parlare di un paese cui non bastano cinque secoli per diventare moderno.)
"Così Berlusconi ha vinto di nuovo, eh?" diceva sornione il mio tassista ieri stamattina. Benvenuti nell'ennesimo paese in cui sarebbe meglio emigrare. Fra due giorni Lisbona celebrerà l'anniversario della rivoluzione dei garofani. Nella mia peregrinazione serale mi sono trovato davanti - del tutto casualmente, non avevo idea che la stazione si trovasse proprio nel cuore di Lisbona - in Rua Inves, davanti agli studi di Renasença, la radio che quel 25 aprile, aveva trasmesso il segnale per i militari ribelli: una canzone portoghese. Triste come il 25 aprile di noi elettori di sinistra, senza ex davanti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bis! Bis!

Andrea Lawendel ha detto...

Volentieri. Próximo Outubro?