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Che tipologia di onde può essere così elusiva e difficile da ricevere? Sono le onde gravitazionali, previste teoricamente da Einstein nel quadro della teoria della gravità relativistica. Così come le onde elettromagnetiche sono prodotte dall'oscillazione di particelle cariche, quelle gravitazionali vengono prodotte dalle masse in movimento e si propagano alla velocità della luce. Nel 1993 Joseph Taylor e Russel Hulse ricevettero il premio Nobel per la fisica per aver scoperto, nel 1974, un nuovo tipo di pulsar, poi rivelatasi una pulsar binaria costituita da due stelle di neutroni, resti di supernovae. Ancora i due premi Nobel non lo sapevano, ma durante le loro osservazioni della presunta pulsar (una pulsar è una stella di neutroni che ruota rapidamente su se stessa emettendo, come un faro nella notte, un impulso radio), gli impulsi che arrivavano al radiotelescopio di Arecibo avevano una periodicità a volte più lunga, a volte più breve. Questo portò a ipotizzare che la pulsar fosse in realtà costituita da due stelle uguali, addirittura due stelle di neutroni (uno delle quali non appariva come una pulsar) in orbita reciproca. Secondo le teorie di Einstein un sistema del genere doveva produrre forti radiazioni gravitazionali. Come la radiazione elettromagnetica si propaga perturbando il campo magnetico, quella gravitazionale perturba il campo gravitazionale, ma Taylor e Hulse non potevano misurarlo direttamente, non avendo gli strumenti adeguati. La loro verifica della validità della teoria avvenne indirettamente, misurando le impercettibili variazioni indotte dall'effetto delle onde gravitazionali sull'orbita reciproca dei due oggetti: emettendo questa radiazione il sistema perde energia e l'orbita degrada, diventa più piccola e frequente.
La conferma indiretta dell'esistenza delle onde gravitazionali spinse gli scienziati a cercare di sviluppare nuove tecniche per il rilevamento diretto di questa radiazione a terra. I giganteschi interferometri come Virgo non sono altro che le antenne di immani telescopi gravitazionali capaci di svelare la radiazione rilasciata da eventi davvero titanici, descrivendoci l'immagine del tutto inedita di un universo fatto di esplosioni e collassi stellari, di masse enormi che interagiscono tra loro. La "larghezza di banda" del telescopio gravitazionale di Cascina va da 10 a 6.000 Hertz e la sensibilità dovrebbe consentire di "osservare" gli effetti gravitazionali sulle supernovae e i sistemi binari della Via Lattea e di altre galassie. Il progetto Virgo, nasce da una collaborazione tra italiani e francesi ed è localizzato presso EGO, l'osservatorio gravitazionale europeo. Altri telescopi gravitazionali in funzione in questo momento nel mondo si sono federati per coordinare e combinare i risultati delle loro osservazioni, così come si fa per la radioastronomia. L'obiettivo e affinare la precisione delle misure e determinare meglio le direzioni e le distanze dei fenomeni osservati.
La conferma indiretta dell'esistenza delle onde gravitazionali spinse gli scienziati a cercare di sviluppare nuove tecniche per il rilevamento diretto di questa radiazione a terra. I giganteschi interferometri come Virgo non sono altro che le antenne di immani telescopi gravitazionali capaci di svelare la radiazione rilasciata da eventi davvero titanici, descrivendoci l'immagine del tutto inedita di un universo fatto di esplosioni e collassi stellari, di masse enormi che interagiscono tra loro. La "larghezza di banda" del telescopio gravitazionale di Cascina va da 10 a 6.000 Hertz e la sensibilità dovrebbe consentire di "osservare" gli effetti gravitazionali sulle supernovae e i sistemi binari della Via Lattea e di altre galassie. Il progetto Virgo, nasce da una collaborazione tra italiani e francesi ed è localizzato presso EGO, l'osservatorio gravitazionale europeo. Altri telescopi gravitazionali in funzione in questo momento nel mondo si sono federati per coordinare e combinare i risultati delle loro osservazioni, così come si fa per la radioastronomia. L'obiettivo e affinare la precisione delle misure e determinare meglio le direzioni e le distanze dei fenomeni osservati.
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