"Wildly optimistic". L'intervento del professor Richard Rudin nel corso della trasmissione You and Yours, che BBC Radio 4 ha dedicato al problema dello switchover della radio analogica, è un balsamo per le orecchie. "Pazzescamente ottimista", secondo il docente di giornalismo (ed esperto cronista radiofonico) alla John Moores University di Liverpool, sono le valutazioni di Ofcom sulla penetrazione della radio digitale nel Regno Unito. Pensare di riproporre fra quattro o cinque anni l'eventualità dello spegnimento per onde medie e FM analogici è quanto mai azzardato, secondo Rudin.
Molto bello il programma di Radio 4, che ho registrato e caricato qui. Non si dovrebbe, ma You and Yours è andato in onda qualche giorno fa e tra poco non sarà più disponibile neppure nella sezione Listen Again del sito della stazione. Sono 24 minuti di interviste a personaggi che si esprimono a favore o con molto scetticismo nei confronti della scomparsa delle modulazioni analogiche. Non capita tutti i giorni di ascoltare tanti pareri che si richiamano in modo esplicito ai dubbi espressi qui su Radiopassioni. Il problema dei ricevitori che ancora non ci sono, unito a quello della sostituzione di milioni di apparecchi analogici. E perfino il problema del digitale che - davvero - non ammette dubbi. O il segnale arriva, o non si sente niente, non c'è spazio alle vie di mezzo ondulatorie e gracchianti alle quali le onde medie ci hanno abituato, consentendoci se non altro di ricevere, allungando un po' le orecchie, un segnale debole e lontano (magari per ascoltare un messaggio importante in una situazioen di emergenza, non per puro divertimento). Alta qualità audio? Verissimo. Ma quando le cose vanno male non ci sono fischi e rumori, ma un eloquente silenzio.
Lo stesso silenzio che i regimi dell'Est Europa avrebbero voluto imporre alle trasmissioni radio occidentali. A quei tempi, l'unico modo per bloccare la propaganda anticomunista era l'interferenza. Per quasi quarant'anni tutto il blocco sovietico, la Cina e altre nazioni orientali dichiararono la guerra radiofonica del jamming: potenti trasmettitori sintonizzati sulle stesse frequenze di Voice of America e Radio Liberty che inondavano di rumore a larga banda lo spettro. Il risultato era devastante, perché spesso il rumore arrivava fin qui, disturbando l'ascolto nelle nazioni occidentali. Nel quadro di una altra trasmissione di BBC Radio 4, It's your story, Roger Bolton ha intervistato i tecnici dell'una e dell'altra parte chiedendo loro come è andata a finire dopo che tutti quegli impianti sono diventati inutili. Ma lo sono diventati davvero? Oggi il jamming viene ancora utilizzato dalla Cina per disturbare le trasmissioni rivolte verso il Tibet, dalla Corea del Nord, dall'Iran, forse dalla Libia. Per non sbagliare, ho registrato anche la storia del jamming. Per un approfondimento ecco questo file PDF ricavato dal sito di Rimantas Pleikys, un DXer lituano che è stato ministro delle telecomunicazioni nel suo paese e oggi gestisce l'impianto commerciale di Radio Baltic Waves (sul sito ci sono le istruzioni per ordinare il libro di Pleikys sul jamming).
Molto bello il programma di Radio 4, che ho registrato e caricato qui. Non si dovrebbe, ma You and Yours è andato in onda qualche giorno fa e tra poco non sarà più disponibile neppure nella sezione Listen Again del sito della stazione. Sono 24 minuti di interviste a personaggi che si esprimono a favore o con molto scetticismo nei confronti della scomparsa delle modulazioni analogiche. Non capita tutti i giorni di ascoltare tanti pareri che si richiamano in modo esplicito ai dubbi espressi qui su Radiopassioni. Il problema dei ricevitori che ancora non ci sono, unito a quello della sostituzione di milioni di apparecchi analogici. E perfino il problema del digitale che - davvero - non ammette dubbi. O il segnale arriva, o non si sente niente, non c'è spazio alle vie di mezzo ondulatorie e gracchianti alle quali le onde medie ci hanno abituato, consentendoci se non altro di ricevere, allungando un po' le orecchie, un segnale debole e lontano (magari per ascoltare un messaggio importante in una situazioen di emergenza, non per puro divertimento). Alta qualità audio? Verissimo. Ma quando le cose vanno male non ci sono fischi e rumori, ma un eloquente silenzio.
Lo stesso silenzio che i regimi dell'Est Europa avrebbero voluto imporre alle trasmissioni radio occidentali. A quei tempi, l'unico modo per bloccare la propaganda anticomunista era l'interferenza. Per quasi quarant'anni tutto il blocco sovietico, la Cina e altre nazioni orientali dichiararono la guerra radiofonica del jamming: potenti trasmettitori sintonizzati sulle stesse frequenze di Voice of America e Radio Liberty che inondavano di rumore a larga banda lo spettro. Il risultato era devastante, perché spesso il rumore arrivava fin qui, disturbando l'ascolto nelle nazioni occidentali. Nel quadro di una altra trasmissione di BBC Radio 4, It's your story, Roger Bolton ha intervistato i tecnici dell'una e dell'altra parte chiedendo loro come è andata a finire dopo che tutti quegli impianti sono diventati inutili. Ma lo sono diventati davvero? Oggi il jamming viene ancora utilizzato dalla Cina per disturbare le trasmissioni rivolte verso il Tibet, dalla Corea del Nord, dall'Iran, forse dalla Libia. Per non sbagliare, ho registrato anche la storia del jamming. Per un approfondimento ecco questo file PDF ricavato dal sito di Rimantas Pleikys, un DXer lituano che è stato ministro delle telecomunicazioni nel suo paese e oggi gestisce l'impianto commerciale di Radio Baltic Waves (sul sito ci sono le istruzioni per ordinare il libro di Pleikys sul jamming).
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