30 settembre 2006

Hamradio, ma che modi


Che rapporto c'è tra i DXer delle bande radiodiffusive e i radioamatori - "quelli che trasmettono"? Dipende dai reciproci interessi. Può capitare che le due categorie di hobbysti si parlino poco. Non mancano casi però di scambio più o meno intenso, con radiomatori che indulgono volentieri nell'ascolto a lunga distanza, ascoltatori puri che addirittura si focalizzano solo sulle bande radioamatoriali, molti che si fanno prendere dal virus della radio ascoltando e finiscono per conseguire la patente per l'esercizio di una stazione ricetrasmittente. Con Internet questo dialogo più o meno diretto si è intensificato e io, che non ho mai dedicato troppo tempo al monitoraggio delle attività dei cosiddetti OM (old man, come si definiscono tra loro i radioamatori), amo molto seguire le sperimentazioni dei miei colleghi nel dominio delle trasmissioni digitali, dei modi a bassa potenza e più in generale dello studio della propagazione.
Oggi un quota importante delle ricerche radioamatoriali si svolge in ambito SDR, Software Defined Radio o nelle modalità trasmissive digitali. Per esempio esiste una versione radioamatoriale del DRM e molti modi per la ricetrasmissione testuale/visuale sono stati sviluppati da e per i radioamatori (recentemente ho inserito un po' di link al proposito nella mia "left column"). I progetti SDR sono forse il caso più interessante, che testimonia una vitalità ancora forte di un hobby che per altri versi, come il radioascolto, attraversa una crisi vocazionale. Dal digitale, diversamente da quel che accade per chi ascolta e basta, i radioamatori stanno ricavando parecchi impulsi di rinnovamento, una piccola speranza per il futuro delle loro atività, colpite anch'esse dallo scarso ricambio generazionale.
Un progetto recentemente segnalato nel gruppo di lavoro HPSDR, ambiziosa piattaforma per un ricetrasmettitore digitale universale, è l'SDR preso dal punto di vista del "packet radio", una modalità trasmissiva che se non sbaglio si era ispirata al protocollo delle vecchie reti a pacchetto a standard X.25, antesignano delle reti IP. HamHUD rappresenta una evoluzione del packet radio nella mobilità, quindi interessa le bande radioamatoriali fuori dalle classiche onde corte, VHF, UHF e oltre. HUD, Heads-Up Modbile Digital è una sorta di hub per comunicazioni packet dedicato alla versione più attuale di questa modalità, l'APRS, Automatic Position Reporting System. Creato nel 1992 dal radioamatore Bob Bruninga, APRS è un complesso protocollo per la visualizzazione di informazioni di posizionamento. Semplificando molto, mi pare di capire che rispetto ai primi network di packet radio usati per lo scambio di messaggistica, posta elettronica e file, APRS, integrando informazioni di tipo geografico e visuale, ha una ambizione ancora più estesa: quella di visualizzare in qualsiasi momento, attraverso una interfaccia evoluta, la posizione dei radioamatori che partecipano al sistema e, ancora più importante, la mappa delle risorse radio (ripetitori e quant'altro), insieme a informazioni di tempo, emergenza, disaster management... Insomma, un discorso affascinante. HamHUD è un dispositivo mobile dedicato che integra APRS, GPS posta elettronica Winlink e altre tecnologie per visualizzare tutte queste informazioni attraverso una interfaccia integrata collegata alle ricetrasmittenti veicolari o portatili. Ora il gruppo di coordinamento del progetto starebbe lavorando alle generazioni successive alla attuale, HUD II e molte di queste novità si riferiscono all'approccio SDR. Staremo a vedere.
Visto che siamo nel contesto giusto, mi sembra giusto accennare a un altro risvolto, quello dell'integrazione delle comunicazioni radioamatoriali dirette o mediate da sistemi di uno o più ripetitori interconnessi con il mondo di Internet. I ponti radio amatoriali non sono una novità per le comunicazioni voce sulle frequenze "non ionosferiche". Per effettuare collegamenti a lunga distanza dalle VHF in su, gli OM si servono da tempo di ripetitori analogici. Una mappa interattiva dei ripetitori oggi in funzione in Italia, il progetto RepeatersMap, è stata realizzata con il sistema Google Maps da Andrea De Benedictis. Da qualche anno a questa parte, oltre alla voce viene però utilizzato anche il Voip, utilizzando il backbone di Internet per collegare tra loro ripetitori opportunamente interfacciati a stazioni radioamatoriali computerizzate.
Il Voip linking consente in pratica di mettersi in contatto con un ripetitore vocale con il proprio ricetrasmettitore e di collegare virtualmente questo ripetitore, passando attraverso Internet, con altri ripetitori anche molto distanti. Alcuni sistemi permettono addirittura di partecipare a tali infrastrutture miste Internet/radiofrequenza con un semplice pc, senza alcuna radio a disposizione.
Nel corso del tempo l'idea si è articolata in tre sistemi principali, EchoLink, ILRP, Internet Radio Linking Project e eQSO, ben descritti in questa pagina di Antony Langdon, inventore di iLink, il predecessore di EchoLink. Sono in corso persino diversi progetti di armonizzazione che cercano di integrare questi tre protocolli, non direttamente compatibili tra loro, con sistemi "ponte". Lo scopo dell'integrazione è quello di dar vita ad applicazioni come Voipwx, Voip Skywarn/Hurricane Net, un sistema di comunicazione digitale integrato che sfrutta i ripetitori e le postazioni radioamatoriali mobili per offrire canali di comunicazione d'emergenza in caso di disastro naturale. Voipwx si appoggia sui ripetitori e i protocolli Echolink e IRLP per trasmissioni voce e dati.
Un ultimo richiamo per gli esperimenti riguardanti l'uso radioamatoriale delle porzioni di spettro allocate al Wi-Fi, lo standard di rete Ethernet senza fili. I radioamatori cercano (là dove la normativa lo consente) di modificare i dispositivi Wi-Fi commerciali per utilizzare frequenze e potenze diverse, con obiettivi diversi, dallo sviluppo di reti packet radio a spettro diffuso (cioè con le modulazioni tipiche del Wi-Fi) alla realizzazione di hotspot capaci di garantire l'accesso a Internet in situazioni di emergenza. Diverso materiale al proposito si trova sul sito del gruppo Green Bay Professional Packet Radio ma la risorsa italiana di riferimento è quella del radioamatore sardo Roberto Abis.

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