17 settembre 2006

Venezia, il futuro della radio


Paolo Morawski, dell'Ufficio Studi RAI, mi ha inviato il programma di convegni e manifestazioni previsti per il Prix Italia, Edizione 2006. Quest'anno il premio verrà discusso e assegnato a Venezia e per il 28 settembre è in calendario un panel sul futuro della radio e della televisione che non intendo mancare. Ecco i dettagli prelevati dal sito ufficiale del concorso internazionale per i più bei programmi radiotelevisivi, il più "antico" del genere (la prima edizione si svolse a Capri nel 1948). Ho partecipato in passato ad altre edizioni del Prix Italia e lo ricordo come uno straordinario incrocio di proposte culturali di altissimo livello, oltre che una platea eccezionale per discutere delle technicalities dei media elettronici. Ecco di seguito il programma per il pomeriggio del 28 settembre, ricordando che la seconda parte, con inizio alle 16.15 è dedicata al futuro della Tv. Guest star tra gli esperti chiamati a trattare la questione radio ci sarà Jonathan Marks, celebre consulente di Radio Netherland. La Sala Riunioni A cui si riferisce il programma è quella del Telecom Italia Future Center (sperando che il 28 Telecom Italia ci sia ancora...) in Campo San Salvador, nel convento dell'omonima chiesa.

Giovedì 28 settembre 2006
Sala Riunioni A
Innovare o soccombere? Il Futuro della Radio e della TV

Secondo gli esperti alcune forme tradizionali di televisione, di radio e persino di Internet in futuro spariranno. Gli utenti saranno presto confrontati a un mondo di (nuove) scelte attive in cui contenuti digitali, distribuzione a banda larga, pubblicità e retailing riusciranno ad amalgamarsi in maniera efficace. Già ora ricerca e funzionalità stanno convergendo: vediamo i contenuti di tv, radio, musica e internet affiancarsi a contenuti fatti da comunità e prodotti da singoli utenti (via videotelefono, pc o registratore digitale). La sfida allora non sarebbe quella di fornire nuovi servizi competitivi, bensì di rendere i contenti già esistenti disponibili e funzionali agli utenti (per esempio alla nuova generazione di consumatori video che già operano su Internet alla ricerca di commedie, sport, moda, notizie). Altri credono che sia più economico distribuire contenuti digitali via cavo e via satellite. Intanto gli operatori della telefonia mobile investono sul futuro della distribuzione audio e video e sui servizi mobili. In questa prospettiva ogni cosa, dal notiziario alla serie più popolare, potrà essere visto e a richiesta su diverse piattaforme attraverso il pc o tramite la telefonia mobile.
Il seminario è diviso in due parti complementari: la prima sulla radio, la seconda sulla televisione.

14:30-16:00 Prima parte : What next for radio?
Schematizzando all’estremo chi cerca di immaginare il futuro della radio appartiene a una delle seguenti categorie:
- i visionari tecnologici per i quali tutto ruota intorno a pochi concetti chiave: innovazione delle fonti di diffusione e di ascolto e delle funzioni del mezzo, passaggio al tutto digitale, interattivitá col pubblico (meglio se giovane), servizi aggiuntivi, interazione con altri media nel moltiplicarsi delle piattaforme. In breve: I broadcaster radiofonici per rimanere aggiornati e attrarre gli ascoltatori-consumatori dovrebbero trarre ispirazione e idee da altri media, utilizzando motori di ricerca, registrazioni digitali via TiVo, iPods e trasmissioni mobili;
- i manager pragmatici attenti a come cambiano i comportamenti dei diversi pubblici di ascoltatori. Per loro la domanda strategica, che vale anche per i servizi pubblici radiofonici, è sempre e comunque: “rendere la radio più vivace per attrarre pubblicità, quindi fa
re soldi”;
- i creativi appassionati per i quali il futuro della radio sta paradossalmente nella capacità di recupero dei suoi punti di forza del passato, quando la radio era veramente “cieca”. Essi danno priorità al patrimonio di conoscenze e alla professionalità degli addetti; alla qualità del getto di cultura, informazione e intrattenimento fornito (anche in forme leggere); alla sperimentazione di nuovi linguaggi anche attraverso il recupero della memoria storica (contro ogni paura del rischio); alla partecipazione ai programmi di gente vera, che testimonia di storie vere, di esperienze profonde e di realtà non solo finte.
- Alcuni giungono perfino ad auspicare che la radio resti la “sorella minore” degli altri media. Nella “marginalità” si nasconderebbe infatti la sua migliore risorsa espressiva, nell'essere "piccoli" il più potente detonatore capace a innescare una stagione di nuova creatività.
Il panel esplorerà queste diverse opzioni anche attraverso la presentazione di esempi concreti.

Partecipano (in ordine alfabetico):

  • Sylvain Anichini, Vice Direttore Generale, Radio France, Francia
  • Francesco De Domenico, Vice Direttore Radio RAI, Italia
  • Jonathan Marks, Media consultant, Paesi Bassi
  • Simon Nelson, Controller Radio and Music Interactive BBC, Regno Unito
  • Augusto Preta, General Manager ITMedia, Italia
  • Paolo Morawski, Vice Presidente URTI (moderatore)

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