20 settembre 2006

Diamo la linea al putsch


Un ascoltatore delle onde corte poteva ritenersi fortunato (un genere di fortuna un po' macabro, bisogna ammetterlo) quando curiosando sulle frequenze locali, spesso in banda tropicale, delle stazioni africane riusciva a incappare nell'annuncio di un golpe militare. In passato poteva accadere con relativa facilità. Nell'immediato periodo post-colonialistico le giovani nazioni indipendenti erano quanto mai fragili. Oggi i putsch militari sono più rari, le democrazie parlamentari, faticosamente consolidate, sono decisamente più stabili e le dittature meno numerose. Ma l'altra sera le forze armate thailandesi guidate dal generale Sonthi Boonyaratglin hanno preso il potere a Bangkok, approfittando anche dell'assenza per un viaggio ufficiale del colorito ormai ex-primo ministro Thaksin Shinawatra, il poliziotto (con la p, come palazzinaro) che era riuscito a creare un impero mediatico e a essere eletto primo ministro (dove diavolo l'avrò già sentita?). Da quello che leggo sul sito della BBC la popolazione è molto contenta che qualcuno si sia preso la briga di cacciare un personaggio rapidamente passato dalle stelle alle stalle della popolarità. Esilaranti le foto dei turisti stranieri che si fanno fotografare nelle strade percorse dai carri armati, felici di aver preso parte a un evento storico. Ah, averci pensato prima: stati come la Costa d'Avorio o il Benin avrebbero potuto diventare ricchi con il "turismo golpista" (indimenticabili paesaggi, emozionanti raffiche di mitra...).
Visto che un biglietto per la Thailandia costa, perché non provare a vivere questa sciacallesca emozione sulle più tranquille onde della radio? L'approccio è anche più istruttivo e intellettuale. Radio Thailand, forse lo ricorderete, arriva molto bene in Europa. Il database di EiBi ci dice che le frequenze attive al momento sono 7155 kHz dalle 19 alle 20 in inglese, più tre slot di un quarto d'ora ciascuno su 9680 kHz in tedesco francese e inglese a partire dalle 20.15. Mesi fa la frequenza di 9680 consentiva un'ottima ricezione, oggi Salvatore Zaccone, di Rapportoradio.org, conferma che il segnale è ancora buono.
Già che ci siamo forse vale la pena soffermarsi sui programmi in italiano di Radio Budapest, che trasmette alle 16.30 UTC su 3975 e 6025 kHz e sulle stesse frequenze in replica alle 20.30. Dopo lo scandalo legato alla fuga di dichiarazioni a briglia sciolte da parte del governo progressista, le piazze di destra sono in subbuglio e non si sa come finirà. Non è un golpe, ma una situazione democratica traballante che la radio aiuta a seguire in diretta e per una volta nella nostra lingua.

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