
Il vero problema dell'ascolto sulle frequenze tra i 250 e i 450 kHz sono le condizioni ambientali. Nei centri urbani i rumori elettrici sommergono i deboli beep-beep di questi minitrasmettitori (spesso da un centinaio di watt). E naturalmente è anche questione di ottime antenne e di filtri audio. Oltre a una media frequenza non superiore ai 500, meglio 250 Hz, certi segnalini inconsistenti richiedono spesso l'uso supplementare di filtri audio. Io uso un filtro DSP della Timewave con un ricevitore, l'R75 equipaggiato con un filtro CW da 250 Hz. Aldo, oggi il più attivo e proficuo radiofarista italiano, si è costruito un filtro analogico ultrastretto (roba da meno di 10 Hz) e in questi giorni si è permesso il lusso di affondare il suo secondo faro iraniano, HAM 317, dopo l'ormai scontato (per lui) ARB 355. Nel centro-nord Europa in questo periodo arrivano anche altri fari della stessa regione. Ho sentito ARB l'altro giorno in Liguria, ma non c'è stato niente da fare con HAM (molto vicino a GEN Genova 319, che per fortuna ogni tanto spegne) sentito da Aldo. Qui potete confrontare il mio ARB Ardabil (25 Hz DSP, ma con parecchie scariche che fanno risuonare in modo fastidioso il sottofondo) e il nettissimo HAM di Aldo, visualizzato nello spettrogramma
. Oltre all'Iran arriva anche la Georgia, OZ Gori su 462, da me registrato con il suo duplice identificativo e un lunghissimo "gap" di silenzio. Anche se non disponete di una lista di radiofari commerciale, come il definitivo elenco compilato da Michael Oexner, potete trovare online un catalogo continuamente aggiornato con gli ascolti dei "pro" del radiofarismo mondiale qui su Classaxe/REU. Un catalogo consultabile, ma non sempre attendibile, è Worldaerodata (sezione Navaids).
Che cosa si deve fare per ascoltare al meglio i radiofari? Di equipaggiamento abbiamo parlato, di location tranquille anche. Ma i primi cento o duecento fari è sicuramente possibili ascoltarli senza radio particolari, o meglio senza spingere troppo sulla selettività della media frequenza. Anzi, con l'ausilio di un software di analisi spettrale diventa piuttosto facile identificare il codice morse delle identificazioni, anche senza medie frequenze stratosferiche. Il software registra tutte le tracce e la leggera differenza tra le frequenze audio dei radiofari aiuta a separare i fari ascoltati per esempio con una semplice radio con bande passanti da 3 kHz. Occorre in ogni caso una buona dose di pazienza perché sui fari lontani che arrivano da noi via onda di cielo, l'evanescenza è notevole e un segnale può andare e venire seguendo cicli molto lunghi. Non è raro dover attendere un'ora per sentire quelli molto distanti. Ho già detto in passato che due testi fondamentali per prepararsi adeguatamente a questa particolare branca del DX è The Art of NDB DXing e il Beacons' Hunter Handbook, entrambi si possono reperire (il secondo, direttamente) dal sito di Alan Gale, Beaconworld.
Se non vi sentite troppo sicuri con l'inglese, ecco una descrizione del mio metodo, valido in particolare se avete a disposizione almeno un filtro audio stretto o una larghezza di media frequenza inferiore ai 500 Hz. Bisogna considerare che pochi fari trasmettono in CW, con una portante non modulata. Nella maggior parte dei casi la trasmissione avviene con una portante modulata ed eventualmente soppressa nel momento della stringa identificativa in Morse. Insomma, a rigor di logica i radiofari si possono ascoltare in AM. Nella realtà, la sintonia avviene in modalità CW, con il BFO del ricevitore inserito e impostato per produrre un battimento a una frequenza audio comoda per il vostro orecchio. Quando sintonizza la radio in questo modo, il cacciatore di fari centra la sintonia sulla porzione di segnale audio di suo interesse, quindi o sulla banda laterale superiore o su quella inferiore. La posizione esatta di queste due bande laterali dipende dall'offset, cioè dalla distanza tra portante e portante modulata. Un offset molto comune nei radiofari è pari a 1.020 Hz, il che significa che spettralmente il segnale del radiofaro è composto da una portante a X kHz e da due bande laterali che nel momento della identificazioni sono rispettivamente pari a X-1.020 e X+1.020. Sintonizzando precisamente su X+1.020 al suo centro banda, il ricevitore produrrà un tono audio pari allo shift impostato sul BFO. Su questo tono va eventualmente tarato il centro banda di un filtro audio, in modo da eliminare le frequenze vicine. Tenete conto che difficilmente i radiofari trasmettono con un offset così preciso e simmetrico, anche perché è raro che la frequenza della portante sia precisamente quella nominalmente assegnata. Sulla carta il radiofaro iraniano ARB ha un offset di 1.020 ma in effetti l'identificativo viene trasmesso, in banda laterale a -1.150 kHz (non conosco l'esatto ammontare di quella superiore, perché non so se la portante è precisamente a 355 kHz), Il che facilita non poco la ricezione, libera da interferenze di altri fari (a patto di avere un filtro molto stretto!).

Che cosa si deve fare per ascoltare al meglio i radiofari? Di equipaggiamento abbiamo parlato, di location tranquille anche. Ma i primi cento o duecento fari è sicuramente possibili ascoltarli senza radio particolari, o meglio senza spingere troppo sulla selettività della media frequenza. Anzi, con l'ausilio di un software di analisi spettrale diventa piuttosto facile identificare il codice morse delle identificazioni, anche senza medie frequenze stratosferiche. Il software registra tutte le tracce e la leggera differenza tra le frequenze audio dei radiofari aiuta a separare i fari ascoltati per esempio con una semplice radio con bande passanti da 3 kHz. Occorre in ogni caso una buona dose di pazienza perché sui fari lontani che arrivano da noi via onda di cielo, l'evanescenza è notevole e un segnale può andare e venire seguendo cicli molto lunghi. Non è raro dover attendere un'ora per sentire quelli molto distanti. Ho già detto in passato che due testi fondamentali per prepararsi adeguatamente a questa particolare branca del DX è The Art of NDB DXing e il Beacons' Hunter Handbook, entrambi si possono reperire (il secondo, direttamente) dal sito di Alan Gale, Beaconworld.
Se non vi sentite troppo sicuri con l'inglese, ecco una descrizione del mio metodo, valido in particolare se avete a disposizione almeno un filtro audio stretto o una larghezza di media frequenza inferiore ai 500 Hz. Bisogna considerare che pochi fari trasmettono in CW, con una portante non modulata. Nella maggior parte dei casi la trasmissione avviene con una portante modulata ed eventualmente soppressa nel momento della stringa identificativa in Morse. Insomma, a rigor di logica i radiofari si possono ascoltare in AM. Nella realtà, la sintonia avviene in modalità CW, con il BFO del ricevitore inserito e impostato per produrre un battimento a una frequenza audio comoda per il vostro orecchio. Quando sintonizza la radio in questo modo, il cacciatore di fari centra la sintonia sulla porzione di segnale audio di suo interesse, quindi o sulla banda laterale superiore o su quella inferiore. La posizione esatta di queste due bande laterali dipende dall'offset, cioè dalla distanza tra portante e portante modulata. Un offset molto comune nei radiofari è pari a 1.020 Hz, il che significa che spettralmente il segnale del radiofaro è composto da una portante a X kHz e da due bande laterali che nel momento della identificazioni sono rispettivamente pari a X-1.020 e X+1.020. Sintonizzando precisamente su X+1.020 al suo centro banda, il ricevitore produrrà un tono audio pari allo shift impostato sul BFO. Su questo tono va eventualmente tarato il centro banda di un filtro audio, in modo da eliminare le frequenze vicine. Tenete conto che difficilmente i radiofari trasmettono con un offset così preciso e simmetrico, anche perché è raro che la frequenza della portante sia precisamente quella nominalmente assegnata. Sulla carta il radiofaro iraniano ARB ha un offset di 1.020 ma in effetti l'identificativo viene trasmesso, in banda laterale a -1.150 kHz (non conosco l'esatto ammontare di quella superiore, perché non so se la portante è precisamente a 355 kHz), Il che facilita non poco la ricezione, libera da interferenze di altri fari (a patto di avere un filtro molto stretto!).
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
Nessun commento:
Posta un commento