Se vi trovate dalle parti di Girona il prossimo sabato - dopodomani per chi ci legge oggi, giovedì 9 marzo - c'è un avvenimento da non perdere alla spiaggia di Pals, località balneare della Catalunya più prossima al confine francese. L'ajuntament locale (l'informazione arriva da Jordi Brunet attraverso Dario Monferini - ciao, Dario - e DXLD), organizza infatti una visita guidata alle ex installazioni di Radio Liberty, che stanno per essere demolite in via definitiva. Per dettagli sulla visita, che va prenotata per telefono, si può consultare il sito ufficiale del comune di Pals. La storia di questa poderosa installazione, caratterizzata da numerosi tralicci molto alti, risale alla fine degli anni Cinquanta, quando gli americani decidono di allestire un trasmettitore per raggiungere, con i programmi di Radio Liberty e Free Europe, gli ascoltatori del blocco (allora) sovietico. Dopo il crollo del muro di Berlino, Radio Liberty non ha smesso di esistere, anzi, ma l'impianto di Pals è diventato meno strategico. Fin a un bel giorno del 2001 in cui la spina è stata definitivamente staccata. Il portale Palsweb fornisce diverse notizie sulla successiva discussione sorta tra gli amministratori locali, tra proposte di creazione di un museo open air sulle telecomunicazioni e la salvaguardia di almeno un singolo traliccio da conservare come monumento al sito. Alla fine l'ultima parola l'avrà la dinamite. Al sito di Pals è dedicato un intero, interessantissimo sito, Radioliberty.org (del tutto indipendente dall'attuale gestore dell'emittente), da cui ho estratto la fotografia che dimostra il completo stato di abbandono del parco antenne. Un bel ricordo della storia della stazione è stato scritto per RW online dal suo direttore David Hollyer.
Un altro pezzo di storia mediatica che se ne va per sempre. Tra l'altro in un momento in cui si torna a discutere (se mai si è smesso) dell'importanza di fonti informative affidabili in nazioni che per evidenti questioni storiche faticano a uscire da certe situazioni di chiusura o di aperta persecuzione della libertà di espressione. Radio Liberty fu uno dei simboli della Guerra Fredda, ma chissà perché, quando si assiste all'esportazione della democrazia a colpi di mortaio o peggio, viene da pensare che tutto sommato la propaganda radiofonica americana almeno non lascia sul campo orfani, senzatetto e prigionieri torturati. E che una redazione giornalistica costerà sempre molto meno di un missile.
Un altro pezzo di storia mediatica che se ne va per sempre. Tra l'altro in un momento in cui si torna a discutere (se mai si è smesso) dell'importanza di fonti informative affidabili in nazioni che per evidenti questioni storiche faticano a uscire da certe situazioni di chiusura o di aperta persecuzione della libertà di espressione. Radio Liberty fu uno dei simboli della Guerra Fredda, ma chissà perché, quando si assiste all'esportazione della democrazia a colpi di mortaio o peggio, viene da pensare che tutto sommato la propaganda radiofonica americana almeno non lascia sul campo orfani, senzatetto e prigionieri torturati. E che una redazione giornalistica costerà sempre molto meno di un missile.
Tags: radioascolto, radiofonia, radio, dxing.
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