I frequentatori di NDBlist, gruppo di discussione normalmente dedicato all'ascolto dei radiofari in onde lunghe, stanno da giorni affrontando argomenti collaterali di estremo interesse, tutti riferiti alle trasmissioni radiotelegrafiche marittime. Una rassegna di modalità e tipologie di trasmissione si trova, in lingua inglese, su questo sito della Guardia Costiera americana. In particolare, agli NDB hunters interessa, per affinità di frequenze, il sistema Navtex, operativo su un canale mondiale di 518 kHz, poco prima delle onde medie e su qualche altra frequenza a carattere nazionale intorno ai 400 kHz e su un canale della banda marittima dei 4 MHz. Il Navtex è un complesso sistema di trasmissione e ricezione automatizzata di avvisi ai naviganti, bollettini e messaggi di allerta meteorologica, obbligatorio a bordo di natanti di una certa stazza e normalmente gestito con ricevitori dedicati.
Gli hobbysti evidentemente preferiscono riceverli con l'aiuto di software per personal computer e i loro normali impianti di ricezione. Il sistema Navtex utilizza una radiotelegrafia a banda stretta che prevede la trasmissione di due bit di informazione, il mark e lo space, corrispondenti all'1 e allo 0 (o viceversa). I due bit vengono codificati sottoforma di un segnale audio a una certa frequenza fissa. Per riceverli bisogna quindi usare un ricevitore che possa sintonizzarsi su modulazioni tipo SSB, di fatto il tipo di modulazione utilizzata (anche se lo spettro audio in questo caso è appunto fisso). Convenzionalmente le due frequenze del Navtex sono trasmesse intorno a una frequenza audio di 1.700 Hertz in una finestra larga 170 Hz. In altre parole, il mark si troverà a 1.700+85 Hz rispetto alla portante di 518 kHz e lo space a 1.700-85 Hz. Ergo, per la sintonia di un segnale Navtex gli esperti consigliano di mettersi con la scala del ricevitore a 516,3 kHz, commutare su USB e immettere l'audio di circa 1.700 Hz così ottenuto nel solito ingresso della scheda audio del PC. Non è di solito necessario usare filtri di media frequenza molto stretti, anzi è consigliato l'uso di larghezze di banda di 2 kHz.
Tra i programmi più in voga tra i Navtex DXer ci sono i due decoder della russa DXsoft, SeaTTY e TrueTTY, entrambi molto efficaci e a basso prezzo, il più costoso Skysweeper, in due versioni di medio prezzo o l'alternativa, abbastanza cara, di Mscan. NDBlist segnala anche il recente freeware Navtex Decoder, definito un po' meno sensibile degli altri ma gratuito. Anche due vecchi programmi DOS come RadioRaft (che tra parentesi decodifica anche il DGPS) o Hamcomm MixW, compatibili con il sistema amatoriale AMTOR (del tutto simile alla modulazione Navtex) vanno bene anche se non sono all'ultima moda. Per il Mac c'è il solito MultiMode.
L'identificazione di una costiera Navtex non è banale. Se nel testo del messaggio il nome non viene esplicitato bisogna infatti interpretare un codice di quattro cifre o lettere. La prima lettera identifica una stazione operativa in una delle diverse Navarea in cui è suddiviso il sistema dei mari e degli oceani. Una identificazione non del tutto univoca perchè in teoria una stessa lettera potrebbe identificare stazioni di Navaree diverse e inoltre le stazioni rispettano un rigido schema di trasmissione per slot orari che prevede l'assegnamento di slot diversi proprio per evitare sovrapposizioni tra stazioni diverse ma con analogo identificativo. Dopo la singola lettera ID segue il codice, sempre alfabetico, del tipo di messaggio e un numero di due cifre che indica il progressivo giornaliero del messaggio.
Il gruppo NDBlist ha allestito una bella guida in PDF in inglese e sulla pagina dei download pubblici si trova anche una lista mondiale di stazioni in formato Excel. Un'altra risorsa preziosa è la lista online di Hepburn e molte indicazioni sul formato delle trasmissioni vengono fornite sul sito di Navtex Decoder, che pubblica anche un logbook aggiornato in tempo reale con le stazioni ricevute in Inghilterra. Altro fondamentale elenco online è il progetto RNA/REU, che contiene le segnalazioni di migliaia di radiofari, stazioni Navtex e DGPS di tutto il mondo (Rxx utilizza per le stazioni Navtex un identificativo interno che non coincide con il codice ufficiale usato dalle stazioni).
L'interesse degli appassionati non si ferma qui. Sempre su NDBlist il francese Patrice Privat racconta ad esempio le sue esperienze di ricezione sui canali DSC Digital Selcal del sistema GMDSS o Global Maritime Distress and Safety System, il sistema definito dall'IMO, International Maritime Organization per regolamentare l'intero apparato di comunicazioni terrestri e satellitari in mare. Con il DSC vengono trasmesse in automatico informazioni di identificazione dei natanti. Patrice consiglia di sorvegliare le frequenze adibite alle chiamate di soccorso che in modalità DSC utilizzano i canali di 2187.5, 4207.5,6312, 8414.5, 12577 e 16804.5KHz (esistono anche canali di soccorso per chiamate in fonia, riassunte in questo sito). Anche in questo caso bisogna interpretare il formato, che per il DSC prevede un codice di nove cifre che identificano appunto le singole navi (Patrice dice di averne collezionato un migliaio). Il sito dell'ITU mette a disposizione un database di codici MMSI che, avverte Patrice, non è del tutto completo ma dovrebbe contenere circa il 70% dei natanti registrati dall'IMO. Per il sistema GMDSS esiste ovviamente un mercato professionale di apparati con ricevitori dedicati (per esempio questo), ma anche qui un programma come Skysweeper ha una modalità apposta, il GMDSS-HF che funziona molto bene.
Infine Robert Connolly, nord irlandese, descrive ai suoi colleghi di NDBlist il fascino del sistema AIS, Automatic Identification System, applicato alla navigazione marittima. L'AIS è un sistema di tracciamento che l'IMO ha reso obbligatorio per tutti i natanti sopra le 300 tonnellate e consiste in un transponder VHF che comunica costantemente i dati sull'identificativo, la posizione GPS, la velocità, l'ora prevista di destinazione di una nave alle stazioni costiere equipaggiate con lo stesso sistema. I dati vengono condivisi in rete e questo permette di creare mappe molto precise della posizione dei natanti in mare e di seguire le singole navi durante la loro rotta. Un sito Web, AisLive, visualizza le informazioni in diretta per diverse aree marittime. Il Mediterraneo è incluso ma purtroppo non si vede nessuna mappa, che per il Mare del Nord è invece molto dettagliata e brulicante di navi (per l'accesso è richiesta la registrazione gratuita).
Gli hobbysti evidentemente preferiscono riceverli con l'aiuto di software per personal computer e i loro normali impianti di ricezione. Il sistema Navtex utilizza una radiotelegrafia a banda stretta che prevede la trasmissione di due bit di informazione, il mark e lo space, corrispondenti all'1 e allo 0 (o viceversa). I due bit vengono codificati sottoforma di un segnale audio a una certa frequenza fissa. Per riceverli bisogna quindi usare un ricevitore che possa sintonizzarsi su modulazioni tipo SSB, di fatto il tipo di modulazione utilizzata (anche se lo spettro audio in questo caso è appunto fisso). Convenzionalmente le due frequenze del Navtex sono trasmesse intorno a una frequenza audio di 1.700 Hertz in una finestra larga 170 Hz. In altre parole, il mark si troverà a 1.700+85 Hz rispetto alla portante di 518 kHz e lo space a 1.700-85 Hz. Ergo, per la sintonia di un segnale Navtex gli esperti consigliano di mettersi con la scala del ricevitore a 516,3 kHz, commutare su USB e immettere l'audio di circa 1.700 Hz così ottenuto nel solito ingresso della scheda audio del PC. Non è di solito necessario usare filtri di media frequenza molto stretti, anzi è consigliato l'uso di larghezze di banda di 2 kHz.
Tra i programmi più in voga tra i Navtex DXer ci sono i due decoder della russa DXsoft, SeaTTY e TrueTTY, entrambi molto efficaci e a basso prezzo, il più costoso Skysweeper, in due versioni di medio prezzo o l'alternativa, abbastanza cara, di Mscan. NDBlist segnala anche il recente freeware Navtex Decoder, definito un po' meno sensibile degli altri ma gratuito. Anche due vecchi programmi DOS come RadioRaft (che tra parentesi decodifica anche il DGPS) o Hamcomm MixW, compatibili con il sistema amatoriale AMTOR (del tutto simile alla modulazione Navtex) vanno bene anche se non sono all'ultima moda. Per il Mac c'è il solito MultiMode.
L'identificazione di una costiera Navtex non è banale. Se nel testo del messaggio il nome non viene esplicitato bisogna infatti interpretare un codice di quattro cifre o lettere. La prima lettera identifica una stazione operativa in una delle diverse Navarea in cui è suddiviso il sistema dei mari e degli oceani. Una identificazione non del tutto univoca perchè in teoria una stessa lettera potrebbe identificare stazioni di Navaree diverse e inoltre le stazioni rispettano un rigido schema di trasmissione per slot orari che prevede l'assegnamento di slot diversi proprio per evitare sovrapposizioni tra stazioni diverse ma con analogo identificativo. Dopo la singola lettera ID segue il codice, sempre alfabetico, del tipo di messaggio e un numero di due cifre che indica il progressivo giornaliero del messaggio.
Il gruppo NDBlist ha allestito una bella guida in PDF in inglese e sulla pagina dei download pubblici si trova anche una lista mondiale di stazioni in formato Excel. Un'altra risorsa preziosa è la lista online di Hepburn e molte indicazioni sul formato delle trasmissioni vengono fornite sul sito di Navtex Decoder, che pubblica anche un logbook aggiornato in tempo reale con le stazioni ricevute in Inghilterra. Altro fondamentale elenco online è il progetto RNA/REU, che contiene le segnalazioni di migliaia di radiofari, stazioni Navtex e DGPS di tutto il mondo (Rxx utilizza per le stazioni Navtex un identificativo interno che non coincide con il codice ufficiale usato dalle stazioni).
L'interesse degli appassionati non si ferma qui. Sempre su NDBlist il francese Patrice Privat racconta ad esempio le sue esperienze di ricezione sui canali DSC Digital Selcal del sistema GMDSS o Global Maritime Distress and Safety System, il sistema definito dall'IMO, International Maritime Organization per regolamentare l'intero apparato di comunicazioni terrestri e satellitari in mare. Con il DSC vengono trasmesse in automatico informazioni di identificazione dei natanti. Patrice consiglia di sorvegliare le frequenze adibite alle chiamate di soccorso che in modalità DSC utilizzano i canali di 2187.5, 4207.5,6312, 8414.5, 12577 e 16804.5KHz (esistono anche canali di soccorso per chiamate in fonia, riassunte in questo sito). Anche in questo caso bisogna interpretare il formato, che per il DSC prevede un codice di nove cifre che identificano appunto le singole navi (Patrice dice di averne collezionato un migliaio). Il sito dell'ITU mette a disposizione un database di codici MMSI che, avverte Patrice, non è del tutto completo ma dovrebbe contenere circa il 70% dei natanti registrati dall'IMO. Per il sistema GMDSS esiste ovviamente un mercato professionale di apparati con ricevitori dedicati (per esempio questo), ma anche qui un programma come Skysweeper ha una modalità apposta, il GMDSS-HF che funziona molto bene.
Infine Robert Connolly, nord irlandese, descrive ai suoi colleghi di NDBlist il fascino del sistema AIS, Automatic Identification System, applicato alla navigazione marittima. L'AIS è un sistema di tracciamento che l'IMO ha reso obbligatorio per tutti i natanti sopra le 300 tonnellate e consiste in un transponder VHF che comunica costantemente i dati sull'identificativo, la posizione GPS, la velocità, l'ora prevista di destinazione di una nave alle stazioni costiere equipaggiate con lo stesso sistema. I dati vengono condivisi in rete e questo permette di creare mappe molto precise della posizione dei natanti in mare e di seguire le singole navi durante la loro rotta. Un sito Web, AisLive, visualizza le informazioni in diretta per diverse aree marittime. Il Mediterraneo è incluso ma purtroppo non si vede nessuna mappa, che per il Mare del Nord è invece molto dettagliata e brulicante di navi (per l'accesso è richiesta la registrazione gratuita).
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