Con la radio c'entra solo indirettamente, perché l'ho sentita da poco su Radio Popolare. E perché la Bolivia ha un valore radiofonico così prezioso. In quest'epoca di revisionismo storico arrogante e coglione, certi personaggi, inotlre, hanno diritto a quel po' di spazio che gli rimane. Nel nostro caso, il personaggio non ha neppure quei tre metri di terra in verticale che gli competerebbero. Se capitate a Milano in queste sere, dal 21 al 25 e dal 29 al 2, provate a prenotare al Teatro dell'Elfo, dove Cesar Brie del Teatro de los Andes, presenta la sua piece Otra vez, Marcelo. E' la storia di Marcelo Quiroga Santa Cruz, scrittore e politico socialista boliviano assassinato dall'ennesimo golpe militare nel 1980, dopo che in una rara pausa di rappresentatività democratica era riuscito a portare in giudizio, in parlamento, il sanguinario dittatore generale Banzer. Il 13 marzo il nuovo presidente boliviano, il già controverso (chissà quanto dura) antineoliberista Evo Morales, inaugurando a La Paz un monumento a Marcelo Quiroga ha preannunciato una legge che porterà il suo nome e che autorizzerà la magistratura a indagare e perseguire le ricchezze illecite. Quiroga compirebbe oggi 75 anni e la sua vedova Cristina Triga (assieme a Marcelo da quando lui aveva 17 anni e lei 12) non ha mai smesso di cercare di avere notizie del suo corpo, fatto sparire dai militari che quel giorno assalirono la sede del sindacato Central Obrera Boliviana, mitragliando Quiroga per le scale. Brie, argentino, apolide, milanese (della Comuna Baires e altri centri sociali) e oggi boliviano di Sucre, racconta la loro piccola storia inutile alle poche anime belle che ancora vaneggiano di quel fragile connubio tra etica e politica.
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