27 marzo 2006

DRM, locale o internazionale?

A proposito di DRM, Digital Radio Mondiale (è una precisazione utile per chi magari ha fatto con Google una ricerca sul Digital Rights Management: non stiamo parlando di questo) Andrea Russo mi manda un commento molto sensato, che riporto paro paro. Andrea mi chiede anche se a mia conoscenza esiste un software per PC per la decodifica di IBOC. Rispondo di no, a mia conoscenza il sistema IBOC non prevede, ancora, decoder basati sul normale hardware del pc. Un po' perché Ibiquity, l'inventore, sembra essere più gelosa delle sue tecnologie, un po' perché la banda base, soprattutto in FM potrebbe essere troppo estesa per gli ingressi Sound Blaster, soprattutto per l'IBOC su FM.
La sensazione di Andrea, è che anche DRM interessi i broadcaster più sul piano delle copertura locale dei territori e non come reale alternativa alle onde corte analogiche internazionali (ricorderete le obiezioni sollevate a proposito della propagazione ionosferica del digitale e dei suoi effetti sulle condizioni di ascolto). In questo senso il DRM diventerà a tutti gli effetti uno standard di radiofonia digitale locale, eventualmente con il supporto di trasmissioni analogiche (che però - aggiungo io - fanno fatica a convivere con il segnale digitale, a meno di non inventarsi una regolamentazione diversa).

«Lavorando ormai da quasi un anno allo sviluppo di Dream ho maturato una serie di idee e pareri su cosa sarà il reale utilizzo del DRM. Prima di tutto ho notato che la visione che hanno i broadcasters è totalmente diversa da quella che abbiamo noi radioascoltatori. Ricordo ad esempio che al meeting dall'AIR a Bologna ho incontrato gli speakers di Voce del Mediterraneo insieme al direttore dei programmi, la cosa che mi ha stupito a quel tempo è che gli speakers erano degli attori professionisti che di “tecnica della radio” non sapevano proprio niente e così mi e' sembrato anche il direttore dei programmi.
«Recentemente il chief manager della BBC, che cura le sperimentazioni del DRM, ha definito la ricezione della BBC in Italia in DRM dal trasmettitore in Norvegia con 50 Kw di potenza (segnale che arriva con sio 444) una ricezione dx. Io l'ho corretto e lui mi ha risposto dicendo che intendeva dire che le attuali trasmissioni della BBC non sono nell'intenzione dirette fino all'Italia, ma solo a coprire il Regno Unito. In pratica la trasmissione in onde corte, e specialmente in DRM, è vista come una trasmissione indirizzata a un'area molto più ristretta di quella che noi pensiamo: una nazione e poche aree confinanti. Chi pratica radioascolto a questo punto si chiede... "ma a che scopo ?". Una traccia più chiara dello scopo è delineata da una presentazioe del drm (e drm+) fatta dalla BB, le sui slides sono reperibili in rete in formato PDF.
«A mio avviso lo scopo sarà utilizzare le onde corte per spalmare un segnale in modo più o meno omogeneo in un territorio in modo da coprire le zone di ombra presenti, o le zone collinari o montuose dove installare una rete di piccoli trasmettori in FM è più costoso. A questo punto i ricevitori, che utilizzeranno le informazioni AFS (Alternative Frequencies Signalling) presenti tra i dati trasmessi con il segnale DRM (con l'RDS in FM e con il DAB) che elencano tutte le frequenze in tutte le possibili madalità di trasmissione disponibili dell'emittente, sceglieranno automaticamente la frequenza con la migliore qualità presente in quel momento nella zona.
«Quindi la visione dei buchi di ricezione del DRM quando il segnale non è buono non è in realtà una cosa che preoccupa chi adesso sta lavorando al DRM perché ci sarà quasi sempre un segnale alternativo FM, DAB (o al limite AM analogico) che permetterà una ricezione continua. In un certo senso è la conferma che l'interesse per le trasmissioni dirette verso l'estero non c'è più o comunque ha una importanza relativa.»


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