Parte a Faenza il 27 settembre l'edizione 2013 del salone della musica indipendente. Quest'anno il Meeting degli Indipendenti ha aggiunto un "2.0" al suo marchio per sottolineare i profondi cambiamenti di un settore molto diverso, anche per i cantanti e i gruppi meno commerciali e mainstream. Un tempo l'obiettivo di certi autori musicali di rottura o ricerca era quello di farsi conoscere in una industria discografica dominata dalle grandi etichette. Nell'era della musica liquida la visibilità è un problema per tutti, ma per l'indipendente non è certo facile cercare di farsi spazio tra le iniziative multimediali e le campagne professionali che sostengono i nomi di maggior successo. Anche gli obiettivi sono cambiati: non si tratta più di vendere dischi fisici e neppure di raggiungere i canali del download o dello streaming. Un certo tipo di musica oggi punta tutto sul concerto, l'evento live, la partecipazione del pubblico ed eventualmente gli acquisti di dischi e altri materiali da parte dei fan.
Anche per questo motivo il MEI non ha celato il suo appoggio alle ultime iniziative per la deregulation della musica dal vivo, un movimento di pressione nato dall'ex assessore alla cultura del Comune di Milano Stefano Boeri (che ha promosso una petizione online) e rilanciato dal ministro Massimo Bray, che da Boeri aveva ricevuto una lettera aperta. L'iniziativa punta a rimuovere gli ostacoli di natura burocratica e economica che chiunque oggi voglia fare musica in pubblico in Italia deve superare per colpa di regolamenti anacronistici e della filosofia monopolistica e centtralizzatrice della SIAE. «Sono molti anni che il mondo della musica italiana ha proposto al legislatore di sostenere il vasto mondo della produzione, della formazione e della promozione musicale attraverso provvedimenti organici e puntuali senza, purtroppo, avere l’attenzione necessaria - scrivevano MEI e AudioCoop a luglio, salutando la presa di posizione ministeriale. Non è un mistero che la musica dal vivo, pur rappresentando uno degli ambiti più dinamici ed interessanti del patrimonio culturale del nostro Paese, stia attraversando un periodo difficile, che necessita di essere rilanciato anche rilanciando tutta la filiera della musica del nostro paese. Schiacciato da normative obsolete o esageratamente complesse, da costi in continuo aumento, dalla mancanza di una politica organica, dal calo della capacità di spesa degli spettatori, il settore è in grande difficoltà.»
Sfogliando il ricco programma del Meeting 2.0, ho individuato per sabato 28 e domenica 29 settembre, alle 9 e alle 14, due convegni che analizzeranno l'attuale offerta di piattaforme Web per la promozione musicale e la creazione di interconnessioni più o meno automatiche con il mondo della radiofonia musicale e degli eventi. A "Music Lab, dall'autoproduzione all'autopromozione"(alle ore 9 del 28 e 29)e successivamente a "Le startup musicali del web", interverranno esperti di marketing e comunicazione e gli esponenti di varie iniziative di crowdsourcing e edizione musicale "partecipativa".
2 commenti:
Se tutto andrà bene la Camera approverà l'8 ottobre il decreto che rende molto più snella l'iter per ottenere il permesso di fare musica dal vivo di fronte a un pubblico di 200 persone. A meno di 24 ore da questo post Stefano Boeri annuncia che la petizione ha avuto successo.
Qualche minuto fa, il Senato ha approvato il Decreto valore Cultura presentato del Ministro Bray, Un decreto che comprende la norma che introduce una semplice autocertificazione da consegnare in Comune, al calvario di licenze e autorizzazioni oggi necessari per organizzare un concerto con meno di 200 spettatori entro le 24. Il Decreto deve essere approvato dalla Camera entro l'8 ottobre. Da quel giorno in Italia sarà più facile produrre, suonare, ospitare ed ascoltare musica dal vivo. Una linfa vitale che da' lavoro e diffonde cultura a migliaia di cittadine e cittadini italiani.
E' un primo importante passo per rendere più libera la musica dal vivo.
Da domani la sfida per moltiplicare le occasioni di musica dal vivo - nel rispetto di tutti: musicisti, utenti, residenti- prosegue. Prosegue su altri temi cruciali per la musica dal vivo, come quello delle tariffe per il diritto d'autore (a partire da un Ordine del Giorno approvato dal Senato che impegna il Governo), della semplificazione delle procedure di autorizzazione per i grandi eventi musicali, della richiesta di un nuovo statuto giuridico per i lavoratori del pubblico spettacolo.
La sfida è quella di redigere una “Carta della Musica dal vivo” da condividere con i protagonisti della scena musicale italiana e da usare come manifesto per agire con efficacia su singoli aspetti della filiera della musica e sulle norme che la regolano.
Speriamo che, con la stessa celerità, il Governo si concentri anche sui problemi della radiofonia italiana. Se la semplificazione riguardante le esibizioni dal vivo diventa un supporto fondamentale per la cultura musicale e non solo, allo stesso modo le piccole radio, di paese o di quartiere, possono essere uno strumento di comunicazione culturale e di partecipazione civica. Un tema non di secondo piano, da affrontare con determinazione.
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