Nonostante il declino complessivo del mezzo e la chiusura di molti impianti trasmissivi nazionali e internazionali, le onde corte continuano a essere protagoniste della agitata cronaca delle varie aree di conflitto in Africa. L'ultima puntata della "radionovela" in onde corte africana si chiama Radio Inyabutatu e trasmette per il Rwanda, utilizzando probabilmente i trasmettitori francesi di Media Broadcast/TDF a Issoudun. Il programma è andato in onda la prima volta sabato, 31 agosto, su 17870 kHz.
Il target della trasmissione e dello stream che si può ascoltare sul sito di Inyabutatu è il Rwanda, ma in realtà la vicenda si inserisce nel più ampio teatro della regione congolese, dove è in corso una guerriglia che oggi rischia di degenerare ulteriormente. La provincia settentrionale di Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, è il bersaglio delle attività dell'esercito irregolare M23, una milizia tutsi che si oppone a una analoga milizia hutu nel quadro di un conflitto etnico e politico grondante di fatti sanguinosi come il massacro del 1994. Il governo congolese accusa esplicitamente quello rwandese di finanziare i guerriglieri dell'M23 e proprio in queste settimane l'ONU ha autorizzato l'azione di una forza di intervento armata che per la prima volta nella storia dell'istituzione mondiale può usare la forza non solo per difendersi ma anche per attaccare (la forza di intervento, che è comunque coordinata dal battaglione ONU della missione Monusco, dispone anche di droni di sorveglianza).
L'avvio della missione della forza di intervento ha creato ulteriore instabilità su un confine già rovente e molti temono che dalla guerriglia si possa passare a una vera e propria guerra. In questo si inserisce il discorso di Inyabutatu, che a quanto si sa è l'iniziativa di un movimento politico favorevole al ritorno in Rwanda di Re Kigeli, sovrano destituito con un referendum dopo un colpo di stato nel lontano 1961 (Re Kigeli dal 1992 vive in esilio a Washington). L'idea è che il ritorno della monarchia possa riportare l'unità e la pace in una nazione profondamente ferita dai contrasti razziali.
Come sempre accade in Africa le cose rischiano di essere ancora più complesse. Il movimento monarchico RPRK, infatti, potrebbe essere un partito politico genuino - come testimonia questa intervista del 2012 - ma secondo altre fonti sarebbe un'operazione di depistaggio sostenuta clandestinamente dallo stesso governo del Rwanda. È difficile capirci qualcosa anche per la scarsità di informazioni che non siano scritte nelle lingue locali, la stessa Radio Inyabutatu non offre contenuti in inglese o francese, neppure sul suo sito. Per fortuna sul fronte congolese ci sono le notizie di Radio Okapi.
Come sempre accade in Africa le cose rischiano di essere ancora più complesse. Il movimento monarchico RPRK, infatti, potrebbe essere un partito politico genuino - come testimonia questa intervista del 2012 - ma secondo altre fonti sarebbe un'operazione di depistaggio sostenuta clandestinamente dallo stesso governo del Rwanda. È difficile capirci qualcosa anche per la scarsità di informazioni che non siano scritte nelle lingue locali, la stessa Radio Inyabutatu non offre contenuti in inglese o francese, neppure sul suo sito. Per fortuna sul fronte congolese ci sono le notizie di Radio Okapi.
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