La posta, quella che ancora viaggia nella borsa a tracolla del portalettere, mi ha consegnato negli ultimi giorni due testimonianze attuali ma riferibili al glorioso passato di una radiofonia avviata a una radicale trasformazione. Due messaggi cartacei che confermano l'avvenuta ricezione del segnale di due stazioni nordamericane alle quali avevo inviato un "rapporto d'ascolto". Si tratta in entrambi i casi di due cartoline (e una lettera) che nel gergo radioamatoriale, derivato dai primi collegamenti telegrafici, vengono chiamate "QSL". Dopo un primo periodo in cui le comunicazioni tra marconisi avvenivano attraverso liste di abbreviazioni (codici di due o tre letteere che servivano per accelerare la trasmissione dei messaggi) specifiche per ciascun operatore, il British Post Office stabilì un elenco di abbreviazioni di tre lettere che iniziavano con la lettera Q. Pubblicata nel 1909 la lista venne adottata dagli organi marittimi internazionali nel 1912 ed entrarono ufficialmente in vigore nel luglio del 1913. Esattamente un secolo fa. I marconisti delle navi telegrafavano "QSL" per sincerarsi o confermare che il messaggio fosse stato ricevuto correttamente, poi la consuetudine si è estesa alle prime stazioni broadcast e ha preso piede nelle relazioni tra chi trasmetteva e chi riceveva più assiduamente, o si impegnava a ricevere i segnali più lontani. Attraverso le QSL le prime, pionieristiche stazioni di radiodiffusione, in un'epoca vissuta ancora in modo molto dilettantesco, si rivolgevano agli ascoltatori che avevano captato il loro segnale e avevano scritto sull'onda dello stesso entusiasmo degli hobbysti di oggi. L'hobby della radio è ancora fatto di questi piccoli riti ma a parte il drastico crollo del numero di stazioni, il dialogo si svolge soprattutto via Internet. Le cartoline che potete vedere qui riprodotte rappresentano una gradita eccezione.
Anche la natura delle emittenti che hanno confermato ufficialmente il fatto che io abbia ascoltato i loro programmi è indicativa. KVOH è una stazione religiosa in regolare possesso di licenza della FCC americana e sta riprendendo a trasmettere dopo diversi anni di assenza o funzionamento a singhiozzo. Un tempo esistevano molte più stazioni radio di questo tipo e la autorizzazione a operare sulle onde corte dagli Stati Uniti - licenze concesse con parsimonia e solo con specifche restrizioni, perché la possibilità di andare a coprire un territorio esteso utilizzando tali frequenze era considerata "sleale" nei confronti di una radiofonia che sulle onde medie e in modulazione di frequenza viene ancora rigidamente organizzata in circoscritti bacini di raccolta pubblicitaria.
Anche l'altra stazione è (o perlomeno è lecito supporre che sia) americana, ma non è ufficialmente autorizzata a trasmettere. Channel Z è una stazione hobbystica, addirittura "autarchica", che appartiene al ristretto novero delle emittenti pirata in onde corte concentrate negli Stati Uniti in una piccola porzione di spettro a ridossod dei 7 MHz. Le omologhe stazioni pirata europee utilizzano più frequentemente piuttosto i cosiddetti 48 metri, compresi più o meno tra i 6200 e i 6300 kHz. Due fenomeni diversi, quelli delle stazioni hobbystiche europee e americane. Più numerose ma anche molto più folk e ruspanti le prime. Più saltuarie ma anche più raffinate, a vocazione più "politica", oltre che musicale, le seconde (anche per merito di una attività repressiva che forse negli USA è più forte che sul nostro continente).
L'emittenza illegale sulle onde corte può essere considerata comunque un unico sottoinsieme di un fenomeno più esteso che sta acquistando sempre maggiore consistenza rispetto alla radiofonia tradizionale, pubblica o commerciale. Questo è vero in particolare sulle onde corte, dove i pirati potrebbero anche diventare (se già non lo sono) maggioritari. Personalmente ritengo che proprio l'uso delle onde corte faccia da linea di confine tra pirati dell'etere interessati a un contatto più prossimale con i loro ascoltatori e "bootlegger" che sono invece affascinati dalla "mondialità" di un segnale capace, per sua natura, di colmare distanze anche notevoli. Diciamo che questi pirati sono più vicini allo spirito dei radioamatori, mentre gli altri, attivi di solito in FM, hanno obiettivi quasi commerciali ma non vogliono rispettare i vari meccanismi di licenza, o li considerano punitivi e restrittivi.
Da un punto di vista tecnico ricevere il segnale di una stazione pirata può essere molto difficile a causa delle basse potenze in gioco. Nel caso di Channel Z, poi, non sembra neppure esserci possibilità di confronto con KVOH: 25 watt di un piccolo trasmettitore autocostruito da una presumibile località sulla costa Est, contro 50 kW dalla costa Ovest. In effetti, anche considerando tutti i fattori dell'equazione (la maggiore distanza con Los Angeles, ma anche un impianto di antenna che per KVOH è certamente più professionale), si tratta di due ascolti che tecnicamente si equivalgono, entrambi richiedono in ogni caso buone condizioni propagative e ricevitori sensibili. La speranza è che le due QSL siano anche il segno di un interesse rinnovato e duraturo per una radiofonia messa a dura prova dall'inesorabile scorrere del tempo. Interesse che auspicabilmente deve riflettersi anche nella propensione da parte dei regolatori, compresa la nostra Agcom, ad aprire spazi di legalità a iniziative nuove, anche sul piano dei contenuti e dell'impatto sociale.
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