C' è un dispositivo fin troppo diffuso nelle nostre abitazioni che sta per subire una piccola rivoluzione grazie, tanto per cambiare, alle frequenze della radio. E' il telecomando, che secondo un recente report di ABI Research sta per entrare nella sua terza fase tecnologica, dopo il piezoelettrico dei primi "clicker" capaci di cambiare canale e volume del televisore attraverso il semplice scatto ricevuto da un microfono e dopo l'attuale era del diodo luminoso infrarosso.
I dispositivi elettronici oggi sono governati da sistemi operativi sempre più complessi, i livelli di interattività e programmabilità sono sempre più spinti. Gli impulsi ottici non bastano più, il tipo di codifica non è sufficientemente ricca, mancano i canali di ritorno. I nostri telecomandi si adegueranno sposando le tecnologie wireless di Internet, Bluetooth, wi-fi... In un prossimo futuro dovranno parlare il linguaggio IP per poter interagire già a livello di stack con una elettronica di consumo sempre più computerizzata. Uno dei benefici dell'adozione della radiofrequenza per il trasporto dei comandi operativi potrebbe essere una maggiore universalità di apparati e componenti.
All'orizzonte si delineano in particolare un sistema come ZigBee 802.15.4 e in seconda battuta sistemi come il danese Z-Wave, entrambi orientati alle applicazioni della domotica, della home automation, del controllo. Una alleanza tra costruttori patrocinata da Panasonic, Philips, Samsung e Sony, la RF4CE, cerca di promuovere l'adozione e la standardizzazione dei nuovi telecomandi, che secondo Abi avranno tassi di crescita del 50% annuo nei prossimi cinque anni.
I dispositivi elettronici oggi sono governati da sistemi operativi sempre più complessi, i livelli di interattività e programmabilità sono sempre più spinti. Gli impulsi ottici non bastano più, il tipo di codifica non è sufficientemente ricca, mancano i canali di ritorno. I nostri telecomandi si adegueranno sposando le tecnologie wireless di Internet, Bluetooth, wi-fi... In un prossimo futuro dovranno parlare il linguaggio IP per poter interagire già a livello di stack con una elettronica di consumo sempre più computerizzata. Uno dei benefici dell'adozione della radiofrequenza per il trasporto dei comandi operativi potrebbe essere una maggiore universalità di apparati e componenti.
All'orizzonte si delineano in particolare un sistema come ZigBee 802.15.4 e in seconda battuta sistemi come il danese Z-Wave, entrambi orientati alle applicazioni della domotica, della home automation, del controllo. Una alleanza tra costruttori patrocinata da Panasonic, Philips, Samsung e Sony, la RF4CE, cerca di promuovere l'adozione e la standardizzazione dei nuovi telecomandi, che secondo Abi avranno tassi di crescita del 50% annuo nei prossimi cinque anni.
RF Remote Control for Consumer Electronics Devices: 55% Annual Growth Rate Through 2014
NEW YORK - January 22, 2009
The traditional infra-red remote control device used to command consumer electronics equipment including TVs and STBs is good at what it does, but in today’s terms somewhat limited. Even “universal” remotes that control multiple devices are quite one-dimensional. If some major CE manufacturers have their way, the next generation of remotes will be based on RF technology. The growth curve for these products is just beginning, but is forecast to show a 55% compound annual growth rate (CAGR) through 2014.
According to senior analyst Jason Blackwell of ABI Research, the first such products are already appearing in Japan. “RF remote controls are starting to ship with a few high-end Japanese TVs such as Sony’s premium Bravia models. Companies like Sony hope to start with early-adopters, then ramp up volumes, drive down costs, and move these remotes into more mainstream products.”
IR remotes work fine, so why move to RF? The reason is interactivity, which is becoming prevalent in today’s digital home. As more devices add Internet connectivity and the ability for two-way communication and greater interactivity, RF remotes offer the prospect of better communication with devices: they can sense the status of the devices they control, for example, and report that back to the user. Users can also input information through more evolved interfaces. There’s no need for the line-of-site required by IR, so an RF remote could control a set-top box or audio receiver in another room.
The move to RF remotes is being driven by major OEMs, not by consumer demand. But, adds Blackwell, “If vendors can make consumers aware of the benefits, that will drive consumer adoption. And, if manufacturers can offer a remote that works with a wide range of devices, RF adoption becomes that much easier.” To that end, a number of manufacturers are currently hammering out standards.
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