Paolo Morawski, l'amico connazionale organizzatore, in RAI, del Prix Italia e autore del blog Polonia Mon Amour, mi ha trasmesso l'invito alla conferenza stampa del progetto Europa Spazio di Traduzione - Incontri Internazionali e Festival della Traduzione, una manifestazione biennale dell'Università di Napoli "L'Orientale". L'evento verrà presentato a Napoli, il prossimo 29 gennaio, presso l'Hotel Royal. Riporto qui un estratto del comunicato che potete leggere sul sito di Paolo e su Il Porto di Toledo, un sito realizzato con il patrocinio del Dipartimento di Studi Comparati dell'Orientale e dedicato all'indefinibile arte della traduzione.
Lo spunto offertomi parte dalla pagina aperta su Facebook per annunciare l'incontro di Napoli. Ma (forse lo sa anche Paolo, che ogni tanto mi legge) il tema mi coinvolge molto, non solo perché nel mio piccolo, nell'ambito della comunicazione divulgativa informatica, esercito anche il mestiere del traduttore. Per quanto labile, imperfetto, forse impossibile, la traduzione è un autentico atto d'amore nei confronti della parola apparentemente estranea, dell'essere "altro da sé". Ma proprio questo sospetto di impossibilità rende così bella la voglia di provare a superare una barriera, mettersi in gioco, non celarsi dietro al pregiudizio dell'incomprensione. E la radio che conosco io, quella dei mille linguaggi che ti arrivavano nell'orecchio con stupefacente anticipo su quella meravigliosa Babele che oggi è il Web, era, forse rimane il perfetto luogo di accoglienza per chi vuole discutere di questo atto d'amore (che a volte, inevitabilmente, sfocia nel tradimento...).
All'incontro del 29 partecipano traduttori e scrittori, vedo anche tra loro dei collaboratori di Radio 3. Il Festival, che si terrà, mi pare di capire, nel 2010, promette di essere molto suggestivo. Mi piacerebbe tanto poter partecipare, ma le condizioni al contorno venutesi a creare per me in questo ultimo anno stanno precipitando ed è meglio non fare piani a breve termine. Cercherò di seguire a distanza, in modo traslato, l'iniziativa.
Lo spunto offertomi parte dalla pagina aperta su Facebook per annunciare l'incontro di Napoli. Ma (forse lo sa anche Paolo, che ogni tanto mi legge) il tema mi coinvolge molto, non solo perché nel mio piccolo, nell'ambito della comunicazione divulgativa informatica, esercito anche il mestiere del traduttore. Per quanto labile, imperfetto, forse impossibile, la traduzione è un autentico atto d'amore nei confronti della parola apparentemente estranea, dell'essere "altro da sé". Ma proprio questo sospetto di impossibilità rende così bella la voglia di provare a superare una barriera, mettersi in gioco, non celarsi dietro al pregiudizio dell'incomprensione. E la radio che conosco io, quella dei mille linguaggi che ti arrivavano nell'orecchio con stupefacente anticipo su quella meravigliosa Babele che oggi è il Web, era, forse rimane il perfetto luogo di accoglienza per chi vuole discutere di questo atto d'amore (che a volte, inevitabilmente, sfocia nel tradimento...).
All'incontro del 29 partecipano traduttori e scrittori, vedo anche tra loro dei collaboratori di Radio 3. Il Festival, che si terrà, mi pare di capire, nel 2010, promette di essere molto suggestivo. Mi piacerebbe tanto poter partecipare, ma le condizioni al contorno venutesi a creare per me in questo ultimo anno stanno precipitando ed è meglio non fare piani a breve termine. Cercherò di seguire a distanza, in modo traslato, l'iniziativa.
Il 29 gennaio 2009 l'Università di Napoli "L'Orientale", nella sala conferenze dell'Hotel Royal di Napoli, presenta e inaugura il progetto Biennale E.S.T., "Europa Spazio di Traduzione – Incontri Internazionali e Festival della Traduzione".29 Gennaio 2009, ore 10:30
Hotel Royal,
Sala conferenze – Roof Garden
Via Partenope, 38/44
La conferenza stampa sarà accompagnata da una tavola rotonda sul tema "Vivere e scrivere tra le lingue". L'incontro, moderato da Camilla Miglio, raccoglierà attorno al tavolo alcuni tra i più importanti scrittori-traduttori italiani: Antonella Anedda, Franco Buffoni, Laura Bocci, Lisa Ginzburg, Gabriele Frasca, Helena Janeczeck, Marco Ottaiano, Silvio Perrella e i traduttori Dieter Hornig (Parigi) e Johanna Borek (Vienna). Centro della loro riflessione sarà il lavoro intellettuale visto come opera di traduzione e mediazione culturale delle differenze e delle varietà linguistiche, culturali e politiche non solo italiane ma anche europee.
Il progetto E.S.T., finanziato dalla Comunità Europea (Programma Cultura 2007-2013), è ideato e coordinato dall’Università di Napoli, L’Orientale, in collaborazione con le Università Paris VIII e Vienna, e con la partnership delle Università di Bucarest, Dresda, Istanbul, con il patrocinio del Goethe Institut, dell'Istituto Cervantes, dell'Institut Français de Naples Le Grenoble, del Teatro San Carlo di Napoli e della Scuola Europea di Traduzione Letteraria (SETL) nella persona della fondatrice, Magda Olivetti. Il comitato scientifico napoletano è composto da Giovanni Chiarini, Valentina Di Rosa, Camilla Miglio e Giusi Zanasi.
"Europa come Spazio di Traduzione" parte da una riflessione sul ruolo della traduzione nelle sue più varie manifestazioni. L'idea di fondo è rendere finalmente visibile il grande lavoro della comunità dei traduttori nei diversi contesti: traduttori di letteratura e poesia, doppiatori, lettori-attori, raccontastorie, editori, attori, cantanti, sopratitolatori.
“L’Orientale” stesso si profila nelle parole del Rettore Viganoni, come “soggetto traduttore di culture”. L'intera città, tra il 22 e il 29 novembre 2010, accoglierà il progetto E.S.T. nei suoi spazi: i cortili, il porto, le navi, teatri e palazzi, università e scuole. Napoli diventerà quindi la cornice di un incontro proiettato su diverse direzioni, a metà strada tra Oriente, Europa e Mediterraneo.
La biennale E.S.T. tradurrà a Napoli una prospettiva di carattere internazionale, eliminando le barriere che spesso s’interpongono tra l’attività accademica e l’attivismo culturale presente nei vari strati della società civile.
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