28 maggio 2012

Flipboard goes audio: l'evoluzione del podcasting?

E' già difficile analizzare l'impatto dell'iPad sul consumo di notizie. Le cose si complicano ulteriormente quando si cerca di valutare l'impatto di una applicazione come Flipboard - un servizio di "instant magazine" che vi permette di visualizzare i vostri feed preferiti, più una ampia selezione di materiali che Flipboard "estrae" da diverse fonde e ridistribuisce attraverso canali tematici, in una accattivante interfaccia da e-Zine digitale - sull'impiego di uno strumento come iPad (ma presto la app giornalistica sarà disponibile anche per Android). Ora, con la notizia dell'integrazione di flussi audio nella nuova versione, la 1.9, di Flipboard (disponibile gratuitamente su App Store, appena aggiornata in 1.9.1), il discorso si fa veramente intricato.
Flipboard si proponeva finora come una nuova metafora di lettura, sostanzialmente un modo più elegante per rivestire i contenuti graficamente poveri veicolati tramite RSS. Il risultato ottenuto non manca certo di spettacolarità: Flipboard è efficace come una pagina Web ma non necessita dell'intervento di un grafico, è una rivista che cambia continuamente da sola. Ora all'interno del suo menu tematico (segnalibro rosso in alto a destra) si trova anche una sezione audio, già molto fornita. Diversi contenuti vengono dalla collaborazione con la radio pubblica americana NPR e con la piattaforma SoundCloud. Nelle notizie in cui è presente la classica freccia nera, basta cliccare sul simbolo play per ascoltare i vari contributi (che possono anche essere squisitamente musicali). Un ascolto che può eventualmente proseguire mentre si leggono altre notizie. La sonorizzazione di Flipboard tra l'altro non si ferma qui perché con la nuova versione è stato aggiunto anche il supporto della tecnologia Apple VoiceOver, che permetterà all'ipovedente di accedere ai testi in sintesi vocale.
E' la fine del podcasting come lo conosciamo o l'inizio di un fenomeno nuovo, che darà alle stazioni radio tradizionali una opportunità in più? Comunque vada a finire, trattandosi dell'ennesimo modello giornalistico tutto da verificare nella sua sostenibilità di lungo termine, è il segno che dopo il primato del testo e la tirannia di You Tube, si sta facendo strada l'idea di una multimedialità più equilibrata e aperta agli incroci e alle contaminazioni.

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