L'amore che secondo Berlusconi ("lo attestano i risultati elettorali", aveva detto nel 2009) il popolo bielorusso nutre nei confronti del suo illuminato leader Alyaksandr Lukashenka, è destinato a raggiungere vette di intensità mai viste ora che il magnanimo governante ha autorizzato i nonni di Danill - figlio del principale leader dell'opposizione e di una giornalista entrambi in carcere dal 19 dicembre - a custodire il nipote nel loro appartamento. Come si sa in Bielorussia, dove i servizi di sicurezza si chiamano ancora KGB, il clima non è particolarmente favorevole alla libertà di espressione. Evidentemente, come certificano le elezioni, il popolo non ha bisogno di certe libertà. Gran cosa, queste elezioni eh?
La storia di Danill, 3 anni, è a dir poco agghiacciante. Le proteste di piazza dello scorso dicembre a Minsk e in altre città bielorusse hanno scatenato una repressione durissima. Gli uffici di molte emittenti e giornali, inclusa la European Radio for Belarus (finanziata con fondi europei malgrado i rassicuranti incoraggiamenti del nostro Caro Leader al suo perfetto omologo Lukashenka), sono stati sottoposti a perquisizioni e sequestri. Andrej Sannikau (nella foto gettato a terra dalle forze antisommossa) - "colpevole" di aver guidato la maggiore lista elettorale ostile al partito dell'amore di Lukashenka - è stato arrestato insieme a Iryna Khalip, la moglie giornalista. Il loro figlioletto, che frequenta ancora l'asilo, era stato affidato alla madre di Iryna, Lyutsina. Ma le autorità hanno cercato in tutti i modi di strappare Danill alla famiglia, invocando addirittura i regolamenti che controllano in Bielorussia il meccanismo delle adozioni (quelle internazionali sono sempre state alla base di scandali e polemiche). Una faccenda schifosa, un rapimento di stato che è stato scongiurato solo in queste ore (lo riferisce il Daily Telegraph) proprio mentre l'amico Lukashenka ricambiava l'amore del suo popolo giurando alla cerimonia di insediamento.
E' inaccettabile che fatti del genere possano avvenire in Europa e del tutto inaccettabili sono le scellerate dichiarazioni di Berlusconi nel nome di una real politik a dir poco avventata. Purtroppo le condizioni che si sono venute a determinare in Bielorussia rischiano di essere favorite anche in Ungheria, dove la recente approvazione della nuova legge sui media ha sollevato una montagna di perplessità. L'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione in Europa (OSCE) ha dato voce a queste preoccupazioni, pubblicando sul suo sito un dettagliato commentario alla normativa ungherese. Lo trovate qui.
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