Se ancora non si sa nulla sulle nuove strategie Web di Mamma RAI né sui progetti di reintegrazione del suo spin-off digitale RAI Net, la stampa britannica dà ampio spazio al piano di revisione della strategia online della BBC. Dopo l'annuncio di una spietata politica di riduzione dei costi, in questi giorni i tagli sono stati esplicitati. Finanziamenti tagliati di un quarto e 360 posti di lavoro eliminati da qui a due o tre anni. La presenza online della BBC viene riorganizzata in dieci prodotti suddivisi in cinque aree generali.
Moltissime, circa 200, le sezioni del sito che verranno chiuse (secondo Wired sparirà anche la leggendaria Hitchhiker's Guide to the Galaxy ideata dal compianto Douglas Adams).
Ma la parte che ci interessa maggiormente riguarda iPlayer, il programma che consente di accedere via Web, in streaming e on demand, all'intera offerta televisiva e radiofonica della Beeb. Marketing Week riprende le ultime dichiarazioni del direttore Future media and technology, Erik Huggers (ultime perché Huggers oggi lascia la BBC per approdare alla divisione Digital Home di Intel) e annuncia che iPlayer si focalizzerà sulla televisione, perdendo i programmi di BBC Radio. Una intervista audio a Huggers è stata pubblicata su uno dei blog del Financial Times, il Tech Hub. Il piano strategico della BBC Online appena approvato dal BBC Trust è disponibile in pdf a questo indirizzo.
Gli sforzi si concentreranno piuttosto sulla joint venture con il mondo della radio commerciale per il lancio del Radioplayer, un progetto di cui ho parlato già diverse volte. Qui di seguito potete seguire l'intervista di Jonathan Mark, di Critical Distance, noto consulente mediatico internazionale a Michael Hill, responsabile dell'aggregatore Radioplayer, la cui ambizione è raccogliere *tutti* gli stream delle emittenti britanniche, dalla BBC alle più piccole locali, offrendo anche una guida alla programmazione. Il lancio ufficiale era previsto in queste settimane, forse le notizie su iPlayer faranno da stimolo.
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