Botta e risposta in Francia tra critici e fautori della radio digitale. Lo scontro indiretto tra Marc Tessier e Emmanuel Hamelin - l'uno incaricato dal Primo Ministro, l'altro su mandato del Ministero della Cultura - è avvenuto in realtà lo scorso novembre, con la presentazione dei rispettivi rapporti. Solo oggi però il rapporto Hamelin è stato diffuso su Internet e può così essere messo a confronto con quello presentato dall'ex presidente di France Television.
Tessier afferma in buona sostanza quello che da anni - con i suoi "latrati", verrebbe da dire riprendendo la cortese definizione di un mio amabile lettore - questo blog va ripetendo (alla noia, direbbe lo stesso lettore, che tuttavia - a meno di una qualche rara patologia a me ignota che lo richiedesse per cura - non è affatto obbligato a leggermi): l'unico modo per imporre la transizione alla radio digitale è decretare lo spegnimento ex lege della radio analogica in FM. Secondo Tessier non sarebbe realistico fare questo prima del 2020 e anche con questo termine il gioco probabilmente non vale la candela: "Au final, le projet de RNT comporte, pour les radios, autant un risque d’appauvrissement que la possibilité d’une amélioration, car il ne créera pas de dynamique de la recette, alors qu’il nécessitera un coût additionnel important, pendant plusieurs années, principalement lié à la diffusion" scrive Tessier, sostenendo in pratica che le opportunità di crescita del mercato radiofonico tutto digitale non sono affatto garantite, mentre i costi addizionali della transizione lo sono eccome.
Di segno opposto è la conclusione di Hamelin, che nel suo rapporto si sofferma in particolare sulla necessità di aiutare finanziariamente le stazioni radio associative, quelle che effettivamente non disporrebbero dei mezzi finanziari necessari per affrontare la digitalizzazione ma che devono essere tutelate in quanto portavoce di un principio di libertà di espressione e democrazia da salvaguardare. Per Hamelin il digitale radiofonico ha senz'altro un costo ma non deve essere ulteriormente rimandato (i francesi hanno spostato il lancio dal 2009 al maggio di quest'anno). Devo dire che nel suo rapporto c'è un passaggio molto interessante che riguarda proprio la questione - anch'essa molto presente su Radiopassioni - della cosiddetta "alternativa IP". Come sapete, le mie personali perplessità (che ritengo modestamente di riuscire ad articolare con qualcosa di meglio di un latrato) nei confronti del digitale sono dovute a uno scetticismo nei confronti di tecnologie che stanno impiegando troppo tempo per affermarsi sul mercato e che in certi casi (vedi il DRM sulle onde corte) non riescono proprio a dar luogo a una industria dei terminali utente.
La radio digitale rischia di invecchiare prima di nascere, mentre milioni di persone stanno già consumando contenuti di tipo radiofonico, moltissimi dei quali generati da stazioni convenzionali, attraverso terminali di tipo IP. Ebbene, Hamelin conclude il suo rapporto affermando che se la radio numerica dovessere esaurirsi nella radio su IP, dovremmo preoccuparci seriamente, perché in questo caso l'accesso alle piattaforme di distribuzione dovrebbe passare per delle infrastrutture che a differenza dell'etere non sono controllate dalla collettività, ma da aziende private, gli Internet Service Provider (FAI in francese).
E' una obiezione che trovo sensatissima e che arricchisce un dibattito già molto interessante. Se poi c'è chi lo trova noioso e cacofonico come lo stupido latrato di un cane, ribadisco il concetto: il sito di Digital Radio Mondiale è assai più divertente, illustrato, sintetico e ricco di stimolanti pubblic… pardon informazioni sulla radio del futuro.
Resta ancora da vedere se davvero questo futuro debba passare per una strategia di esclusione (lo switch off ex lege) o di graduale accrescimento, con il digitale che non esclude l'analogico ma offre nuove opportunità in bande di frequenza addizionali (come nel caso del DAB in VHF/III) o comunque separate (come una ipotetica banda FM eventualmente ampliata verso il basso e ripartita in due porzioni che permettano la convivenza di modulazioni analogiche classiche e modulazioni digitali alla DRM+). Lasciando libera la radio che conosciamo oggi di trovare da sola i propri percorsi di evoluzione e integrazione con il digitale.
Comunque vada a finire, smetto di abbaiare e vi lascio a due brevi articoli che nel novembre scorso parlavano dei due rapporti francesi. I quali possono essere scaricati dai seguenti link per Marc Tessier e Emmanuel Hamelin. Ulteriori approfondimenti si trovano sul blog del settimanale L'Express e sul sito di Radio Campus Paris.
Radio numérique terrestre: Marc Tessier remet un rapport critiqueL'ex-président de France Télévisions Marc Tessier vient de remettre aux pouvoirs publics un rapport critique sur le projet de radio numérique terrestre, concluant notamment qu'il était "encore temps de s'interroger sur l'opportunité" de ce projet.AFP - le 10 novembre 2009En juin dernier, le Premier ministre François Fillon avait confié à M. Tessier une mission sur "les perspectives de financement du projet de radio numérique terrestre" (RNT)."Le projet de RNT comporte, pour les radios, autant de risque d'appauvrissement que la possibilité d'une amélioration, car il ne créera pas de dynamique de la recette, alors qu'il nécessitera un coût additionnel important pendant plusieurs années, principalement lié à la diffusion", selon le rapport rendu public lundi.Le déploiement de la radio numérique, dont le commencement était initialement prévu fin 2009, devrait permettre aux radios qui émettent actuellement en FM de disposer d'une meilleure couverture du territoire, avec un meilleur son et la fourniture à l'auditeur de données associées sur un petit écran (titres des chansons, graphiques, etc.).La RNT exigera l'achat d'un récepteur dédié, non encore commercialisé, dont le prix pourrait se situer entre 80 et 150 euros.Pour mener à terme le projet de RNT, le volume de dépenses serait "compris entre 600 millions et un milliard d'euros sur 10 ans selon les objectifs de couverture territoriale retenus et hors investissements de Radio France", souligne le rapport.Il évalue à plus de 100 millions d'euros annuels une éventuelle aide de l'Etat et "considère qu'un tel coût pour l'Etat serait trop élevé au regard des avantages collectifs escomptés".***Les Echos - Rapport Hamelin : la radio numérique ne doit pas attendreMercredi 18 Novembre 2009Répondant à la publication du rapport de MarcTessier, très critique sur l'avenir de la radio numérique terrestre, Emmanuel Hamelin demande un lancement en 2010 sous peine de déstabiliser le paysage radiophonique.Un partout, balle au centre. Une semaine après la remise du rapport très critique de MarcTessier au Premier ministre sur l'avenir de la radio numérique terrestre (RNT) ,un second rapport prend le contre-pied et souligne l'urgence de lancer cette technologie. L'ancien député UMPet rapporteur de la loi sur la télévision du futur, Emmanuel Hamelin, vient de rendre son document à l'inspection générale pour transmission au ministère de la Culture. Ce rapport détermine essentiellement les aides d'Etat nécessaires aux radios associatives pour passer au numérique (9,5 à 11,5 millions d'euros) et le fonctionnement du Fonds de soutien à l'expression radiophonique (FSER).Il souligne également «l'ardente nécessité» d'un lancement de cette technologie mi-2010.Il estime que le calendrier actuel du Conseil supérieur de l'audiovisuel (CSA) doit être conservé et que tout nouveau retard serait nuisible à l'ensemble du secteur.Si la RNT n'était pas lancée, les radios pourraient uniquement être écoutées au format numérique sur Internet grâce, notamment, aux« téléphones intelligents.
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