I radioamatori tedeschi stanno sperimentando la trasmissione su una frequenza talmente da bassa da richiedere mezzi propagativi un po' particolari. Per esempio il nostro intero pianeta! La frequenza è quella "radionaturale" dei 9 kHz e qualche giorno fa, il 15 marzo, è stato stabilito un record di distanza quando il segnale di Stefan Schaefer DK7FC con una potenza efficace di appena 1,7 milliWatt su 8,97 kHz, è stato ricevuto in Gran Bretagna da Paul Nicholson, a 830 km di distanza in modalità QRSS120 (in precedenza erano stati stabiliti contatti a meno di 20 km). L'antenna utilizzata da Stefan era un filo verticale di 100 metri teso grazie a un aquilone e alimentato con un impianto da 250 Watt. A queste frequenze un'antenna non può essere molto efficiente, da qui la drastica riduzione in termini di potenza effettiva irradiata.
Tra le diverse pagine dedicate a quello che i radioamatori definiscono a volte "Earth Mode" o "Earth Current", posso segnalare Communicating through the ground, accessibile anche sul più ampio portale dell'autore, Roger Lapthorn G3XBM, che dà la notizia del record sul suo blog. Roger propone anche un VLF converter per ricevere questi segnali su un ricevitore a onde corte, ma bisogna ricordare che per questo spettro non occorre una radio, basta collegare una antenna agli ingressi di una scheda audio di buona qualità nel computer e utilizzare un analizzatore di spettro, possibilmente - suggerisce Alberto Di Bene - utilizzando anche «un preamplificatore a basso rumore, basato su un IC con densità di rumore dell'ordine di 1 nV/sqrt(Hz)».
La pagina in cui lo stesso Stefan descrive il suo esperimento con l'aquilone è invece questa, le fotografie sono molto interessanti, soprattutto i particolari sulle bobine di risonanza utilizzate per allungare elettricamente la lunghezza dell'antenna: circa 2 chilometri di filo avvolti intorno a un fusto di plastica da 200 litri.
Altre reference sono quelle di Markus Vester DF6NM, Holger Kinzer DK8KW. Secondo Roger, anche il regolatore britannico OFCOM potrebbe concedere ai radioamatori locali una Notice of Variation simile a quella già concessa per le operazione tra 501 e 504 kHz, per consentire ufficialmente l'uso di frequenze sotto ai 9 kHz, oggi utilizzate anche dal Met Office del Regno Unito. Qui, infine, sul sito di Lionel Loudet dedicato alle Sudden Ionospheric Disturbances, trovate anche un breve elenco di segnali nella banda VLF. I fenomeni ionosferici SID, legati ai brillamenti solari, determinano improvvise "interruzioni di servizio" nella ricezione in onde corte e medie, ma contemporaneamente rafforzano la propagazione in VLF: ecco perché monitorando l'andamento dei segnali in questa banda è possibile misurare anche le SID. Uno dei siti Web più affascinanti in materia è quello di Peter Wilhelm Schnoor, da Kiel. Lo trovate su questo indirizzo. Volendo potete cimentarvi in questo monitoraggio utilizzando uno dei ricevitori proposti da due progetti educativi (SID e AWESOME) dello Stanford Solar Center che coinvolgono le scuole americane nel sorvegliamento dei fenomeni SID. Tutte le informazioni si trovano qui: http://solar-center.stanford.edu/SID/.
Tra le diverse pagine dedicate a quello che i radioamatori definiscono a volte "Earth Mode" o "Earth Current", posso segnalare Communicating through the ground, accessibile anche sul più ampio portale dell'autore, Roger Lapthorn G3XBM, che dà la notizia del record sul suo blog. Roger propone anche un VLF converter per ricevere questi segnali su un ricevitore a onde corte, ma bisogna ricordare che per questo spettro non occorre una radio, basta collegare una antenna agli ingressi di una scheda audio di buona qualità nel computer e utilizzare un analizzatore di spettro, possibilmente - suggerisce Alberto Di Bene - utilizzando anche «un preamplificatore a basso rumore, basato su un IC con densità di rumore dell'ordine di 1 nV/sqrt(Hz)».
La pagina in cui lo stesso Stefan descrive il suo esperimento con l'aquilone è invece questa, le fotografie sono molto interessanti, soprattutto i particolari sulle bobine di risonanza utilizzate per allungare elettricamente la lunghezza dell'antenna: circa 2 chilometri di filo avvolti intorno a un fusto di plastica da 200 litri.
Altre reference sono quelle di Markus Vester DF6NM, Holger Kinzer DK8KW. Secondo Roger, anche il regolatore britannico OFCOM potrebbe concedere ai radioamatori locali una Notice of Variation simile a quella già concessa per le operazione tra 501 e 504 kHz, per consentire ufficialmente l'uso di frequenze sotto ai 9 kHz, oggi utilizzate anche dal Met Office del Regno Unito. Qui, infine, sul sito di Lionel Loudet dedicato alle Sudden Ionospheric Disturbances, trovate anche un breve elenco di segnali nella banda VLF. I fenomeni ionosferici SID, legati ai brillamenti solari, determinano improvvise "interruzioni di servizio" nella ricezione in onde corte e medie, ma contemporaneamente rafforzano la propagazione in VLF: ecco perché monitorando l'andamento dei segnali in questa banda è possibile misurare anche le SID. Uno dei siti Web più affascinanti in materia è quello di Peter Wilhelm Schnoor, da Kiel. Lo trovate su questo indirizzo. Volendo potete cimentarvi in questo monitoraggio utilizzando uno dei ricevitori proposti da due progetti educativi (SID e AWESOME) dello Stanford Solar Center che coinvolgono le scuole americane nel sorvegliamento dei fenomeni SID. Tutte le informazioni si trovano qui: http://solar-center.stanford.edu/SID/.
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