E' una di quelle circostanze in cui resta ben poco da dire, che non sia già stato indicato o reso implicito. Sono di ritorno dal bolognese Palazzo D'Accursio, dove questo pomeriggio il grande critico letterario, oggi 86enne, Ezio Raimondi ha presentato insieme ad alcuni suoi colleghi letterati il monumentale lavoro curato per le edizioni scolastiche di Bruno Mondadori, una storia e antologia in più volumi della letteratura italiana (e non solo). "Leggere come io l'intendo…" è il titolo di un'opera rivolta più agli insegnanti che ai discenti, o forse più appropriatamente per una lettura comune, compartecipata, tra docenti e allievi. Il sottotitolo reggerebbe anche spostando l'accento sulla seconda "e", perché leggére come Raimondi le intende sono le parole della nostra letteratura e quindi nostre nel più intimo dei sensi. Leggére perché si trasmettono - o dovrebbero farlo - senza fatica. Leggére "come lui le intende" perché come è stato detto nel corso delle presentazioni - con Claudio Magris, Luca Serianni e Piero Boitani, moderati da Paolo Di Stefano - le parole raccolte da Raimondi pesano, hanno una loro consistenza. Una loro etica. perché come ha ricordato Magris, se non conosco la mia lingua, se non so mettere al posto giusto soggetti e complementi, non so più nemmeno distinguere chi ruba da chi è derubato (e se ci pensate bene è proprio quello che ci sta succedendo oggi).
Un bellissimo pomeriggio, in una Bologna che non percorrevo da tempo, con un Ezio Raimondi segnato nel volto e nell'incurvatura delle spalle, nel tono di voce non più stentoreo, ma incurvato anch'esso, da profeta un po' stanco, ma non nell'incredibile eloquio, identico a quello che me lo fece conoscere, quasi trent'anni fa ancora in Emilia, per merito di un amico musicologo che oggi non c'è più.
Abbiamo ancora qualche speranza. Per ascoltare l'audio dell'evento, cliccate qui sotto:
Un bellissimo pomeriggio, in una Bologna che non percorrevo da tempo, con un Ezio Raimondi segnato nel volto e nell'incurvatura delle spalle, nel tono di voce non più stentoreo, ma incurvato anch'esso, da profeta un po' stanco, ma non nell'incredibile eloquio, identico a quello che me lo fece conoscere, quasi trent'anni fa ancora in Emilia, per merito di un amico musicologo che oggi non c'è più.
Abbiamo ancora qualche speranza. Per ascoltare l'audio dell'evento, cliccate qui sotto:
3 commenti:
dato l'argomento una rilettura al testo forse (dico forse) avrebbe evitato il madornale errore "rivolto agli insegnanti più che HAI discenti"
Cara Matita Rossa, priva di nome ma con tanto tempo a disposizione... Grazie. Sono pronto a scommettere che negli oltre tremila post potrà trovare non meno di seicento refusi e strafalcioni, alcuni gravi come questi. Buona caccia.
Ne ho trovato subito uno persino io, stesso post stesso periodo! Sono costernato. Refusi e strafalcioni sono una malattia endemica di questo blog.
Posta un commento